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Autore: elrohir    08/06/2006    3 recensioni
La musica, la scuola, i sogni. La vita. L'amore. Ma come è difficile quando hai diciott'anni e hai perso la testa per il tuo migliore amico. Come è difficile se tutto sembra assurdo, come una lastra di vetro nero che, improvvisamente spezzandosi, rivela tanti, minuscoli frammenti bianchi...
Genere: Generale, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Francesco- gelosia blue ed occhi verdi

Francesco- gelosia blue ed occhi verdi

 

-Adesso basta, ti fermi e mi ascolti!

Mi afferra il polso giusto un attimo prima che io riesca a entrare in casa.

Mi volto e lo fisso negli occhi. –Lasciami.- sibilo.

Scatto e sbatto Ale contro il muro prima che quel No ostinato si liberi nell’aria. Lui fa una smorfia: gli ho fatto male.

in questo momento non potrebbe importarmene di meno.

Avvicino il viso, per parlare direttamente su quelle sue bellissime labbra.

-Ale. Ho detto. Lasciami stare.

Mi allontano di scatto, come se bruciasse. In effetti è così. So benissimo che non resisterei due minuti, tanto vicino a lui, senza baciarlo.

Maledizione, Ale, perché devi essere così dannatamente sexi…

Sguscio in casa e mi chiudo la porta alle spalle, prima che lui riesca a seguirmi.

Mi abbandono con la schiena contro il legno, e, già più calmo, lo ascolto urlare. –Apri sta cazzo di porta, deficiente! Aprimi subito! Francesco! Smettila di fare il bambino, cresci! Vaffanculo Fra guarda che se mi rompo me ne vado! Mi hai sentito? Me ne sto andando! Fra! Ti avverto che se me ne vado adesso non te la perdonerò facilmente…

Forse dovrei farlo entrare. Se continua così, finirà per buttarmi già la porta a suon di pugni.

Ma se entrasse, dovrei guardarlo in faccia. E io non riesco a ragionare guardandolo in faccia. Assolutamente. Mi basta immaginarlo. Infuriato, i capelli spettinati e gli occhi accesi di mille fiamme smeraldine. Una meravigliosa pantera irritata. Pericoloso.

Decisamente, pericoloso. Perché irresistibile.

Sospiro. Sono proprio un idiota. Ora che guardo le cose razionalmente, non trovo altra definizione. Idiota decelerato. Mi odio.

L’occasione era imperdibile. Potevo farlo sentire in colpa, e godermi le sue attenzioni per tutta la serata. Potevo pretendere che, per ripagarmi dei danni morali, diventasse il mio schiavo fedele per il resto dei suoi giorni (seee, trattandosi di Ale potevo già ritenermi fortunato se mi ubbidiva per tre ore)… potevo trasformare questo incidente in qualcosa di decisamente piacevole… bastava solo che trattenessi per qualche istante la mia stupidissima gelosia.

Giusto il tempo necessario perché il mio cervellino scioperante notasse e connettesse alcuni fondamentali dettagli dell’ignobile scena cui si era ritrovato ad assistere.

Il mio ragazzo bacia un altro in mezzo alla strada. E questo l’ho capito subito.

Però adesso mi ricordo che, dopo averlo baciato, l’ha guardato perplesso. E poi gli ha stretto la mano.

E mentre gli stringeva la mano, gli occhi brillavano. Brillavano di una luce che conosco fin troppo bene. Una luce che racconta una storia vecchia come il mondo.

La storia di un biondo giramondo che ritrova il suo amante in una strada italiana, e lo bacia felice… per scoprire troppo tardi di aver sbagliato persona.

Il mio infallibile intuito mi dice che quel casinista di Nico non è estraneo alla vicenda.

Del resto, chi altro è capace di colorare gli occhi del mio amore con quel verde mare?

E così, mi trovo davanti un enorme problema.

Perché io, da brava testa di cazzo, ho pensato bene di insultare il mio orgogliosissimo ragazzo e di scappare via senza ascoltare le sue spiegazioni. Non solo, quando lui mi ha inseguito, ho continuato a correre… e se mi fossi fermato a riflettere una frazione di secondo, avrei realizzato che già solo il semplice fatto che Ale mi stesse seguendo era indice del profondo senso di colpa che, in quel momento, lo divorava.

E io, al posto di approfittare di questa sua rara debolezza, ho continuato a fare il deficiente.

Risultato? Correndo e urlando le sue scuse, la bella testolina di Ale deve aver ragionato che, in fondo, se io ero così cretino da non credergli, la colpa era solo mia, e quindi meritavo tutto il mio tormento.

Ergo, il senso di colpa si è trasformato in esasperazione, l’esasperazione in irritazione, e l’irritazione in incazzatura quando io mi sono permesso –terribile crimine!- di sbattere la porta sul suo delizioso nasino.

Sospiro. A giudicare dalle urla bellicose che continuano a provenire dal mio giardino, la litigata è impossibile da evitare. Chissà che però non mi riesca di trasformarla in qualcosa di più piacevole…

Tanto vale provare. Prima cosa, ho bisogno di lui dentro la casa.

Approfitto di una pausa nella sua sequela di minacce per sibilare un –Cretino, la porta è aperta.

Un nanosecondo dopo mi ritrovo spinto contro il divano, coricato sui cuscini e schiacciato dal peso leggiadro del mio basketman preferito che, senza tanti complimenti, mi si siede in grembo, si china su di me e a tre millimetri dal viso ringhia –Che cazzo ti credevi di fare, si può sapere?

Non mi aspettavo tanta collaborazione da parte sua!

Sorrido, guardando il mio ignaro- e ancora incazzatissimo- ragazzo. È così tenero…

Vedendomi sorridere, il suo umore peggiora ulteriormente. Fa più forza con le braccia, la mia testa affonda nei cuscini. –Cazzo ti ridi stronzo, rispondi…

-Secondo te?- ronfo, facendo scivolare una mano sotto la sua maglietta. La sua pelle è divina sotto le mie dita. Adoro accarezzare il corpo di Ale…

Lui mi blocca il polso e con un rapido movimento porta entrambe le mie braccia in alto, inchiodandomele sopra la testa. –E statti fermo con ste mani.

Sospiro, frustrato. Lui è qui, vicinissimo… seduto sopra di me, incredibilmente bello… tutto il giorno che non lo vedo… e non posso toccarlo. Mai si vide una più ingiusta ingiustizia.

Eppure, nodo che anche il mio irritatissimo koi sta cedendo… le guance sono rosate, e il respiro affannoso passa direttamente dalla rabbia alla passione… le iridi brillano, assurdamente verdi…

Chiude gli occhi e geme.

Ok, è ufficiale. Adesso muoio.

Si accorge di essere sul punto di perdere il controllo e tenta di evitare la capitolazione. Quindi si affretta a liberarmi i polsi e fa per alzarsi, ma io sono più veloce e riesco a trattenerlo. Inverto le posizioni, lo blocco sotto di me. Lui mi fissa un attimo e chiude di nuovo gli occhi.

-Lasciami- sussurra.

Tesoro, tu sei pazzo se credi di scamparla così…

-Non ne vedo il motivo- replico, chinandomi a baciargli lo zigomo.

Lui si divincola sotto di me. –Fra cazzo dico sul serio, non possiamo farlo!

-Perché no?- gli mordo l’orecchio, ma Ale è rigido. Mi accorgo sgomento che non vuole davvero. Non sta giocando come suo solito. Allento la presa.

Lui mi spinge da parte, si mette a sedere. Si massaggia le tempie, con un gesto stanco.

–Perché sei scappato prima?

-Perché sono un coglione.

Sorride, un sorrisino minuscolo che mi scalda il cuore. –Effettivamente…

Mi avvicino, lo abbraccio. Lui mi fulmina ma io gli sfioro la guancia con un dito –Ehi… guarda che non faccio niente di male, posso abbracciarti anche senza sbatterti immediatamente sul letto, sai?

-Ah, davvero?- replica malizioso Ale. Io mi chino su di lui –Certo che però se provochi…

La sua mano mi ferma –No, Fra. Prima parliamo.

Sbuffo, infastidito, e lui ride, quella sua risata cristallina. Adesso è di buon umore. Ma quanto sei lunatico amore mio…

–Sembri un bimbo.- dice il maledetto, spiegando la causa della sua ilarità.

Non mi abbasso a rispondere. Incrocio le braccia e sprofondo nella poltrona. –Di cosa vuoi parlare?

-Dimmelo tu.

Lo guardo esasperato. Cazzo Ale ti spiacerebbe farla breve? Sai, avrei altri programmi per la serata, qualcosa di più interessante che giocare a rincorrerci con le parole…

-Perché ti sei incazzato, prima?- si decide allora a iniziare lui.

Sempre diretto, vero koi?

Peccato che questo mi faccia tornare il nervoso.

-Forse perché ti ho trovato con la lingua in bocca a un tizio coi capelli ossigenati? Che, tra parentesi, non ero io?- replico, acido, e nel preciso istante in cui ascolto la mia risposta mi accorgo di aver fatto un grande errore.

Lancio uno sguardo preoccupato ad Ale. Non mi sono sbagliato.

L’ho fatto arrabbiare di nuovo. É inevitabile, quando siamo tutti e due su di giri non facciamo altro che bisticciare. Sempre c’è quest’altalena continua, di rappacificazioni e baruffe. Di solito riesco a riderci sopra, ma adesso trovo tutto molto frustrante. Insomma... se andiamo avanti di questo passo, riuscirò a baciarlo domani mattina!

Lui mi risponde piccato -Non ci stavamo slinguando, sai? Per strano che ti possa sembrare, c’è gente che riesce a baciare soltanto, senza trasformare subito tutto in una scopata.

Colpo basso, Ale, diretto alla mia nota passionalità. Ma lo sa, lo stronzo, lo sa di ferirmi mentre continua –Mark è stato molto delicato, tenero, dolce… come se avesse paura di rompermi. Come se io fossi qualcosa di bello, da non consumare.

-Basta! Piantala, ok? Ho sbagliato, è solo che…

-Che cosa, Fra?

-Che non sopporto di vederti con altri.- confesso.

Solleva un sopraciglio. –E da quando starei con altri, se vostro onore si degna di illuminarmi? No, lo chiedo perché, a quanto mi risulta, a parte Daniele, che è mio cugino, e te, che sei il mio ragazzo, non frequento nessuno…- Mmmm, quante volte l’avremo già fatto, sto discorso? Troppe, per non sapere che la strada che imbocco è senza vie d’uscita. Eppure, non posso evitare alla mia bocca di parlare.

-Certo, Daniele… e Robi, Marco, Andrea, Blue… loro dove li metti?

-Dove li metto? Ma ti sei bevuto il cervello, Fra? Cazzo, sono i miei compagni di squadra! Ci gioco insieme! Logico che li frequenti, ti pare? Sono miei amici…

-Amici, davvero! E da quando gli amici si toccano in quel modo? Si guardano in quel modo? Si…

-Stai forse insinuando che ci provo con loro?- il suo sussurro è gelido. Mi alzo in piedi anche io, per fronteggiarlo –NO! Sto AFFERMANDO che loro ci provano con te!

Mi fissa. Sconvolto. Poi scoppia a ridere. –Ma Fra, non dirai sul serio?! Cazzo, Robi e Giulia stanno insieme da tre mesi, Marco e Anna dalle medie! E Andrea… Andrea ne cambia una a sera!

-Perfetto… e Blue dove lo metti?

Esita. Faccio un passo avanti. Lui non indietreggia, ma abbassa lo sguardo. Gli alzo il mento con due dita, costringendolo a guardarmi. –Il tuo adorato Blue, che mi dici di lui? Non ha la fidanzata? Come mai? Non ha ancora trovato quella giusta? O, più semplicemente, aspetta che il suo bel compagno di squadra pianti il suo stupido amichetto per avere finalmente campo libero? E nel frattempo inganna l’attesa rifacendosi gli occhi dopo gli allenamenti, con qualche sega nella doccia vicino a te e qualche strusciamento nelle marcature….

Lo schiaffo mi prende quasi di sopresa. In realtà, di solito devo provocarlo più a lungo. E questa sua reazione mi fa incazzare ancora di più. Perché se Ale si scalda tanto, allora non sto dicendo stronzate… se Ale si scalda tanto, qualcosa di vero c’è. E se Ale si scalda tanto questa volta, vuol dire che qualcosa è successo…

Gli afferro il polso, e continuo incalzante –Forza, Ale, difendilo… dillo che me le sogno, quelle mani sul tuo culo ogni volta che cadete! Dillo, che sono paranoico, che non è vero che ogni scusa è buona per toccarti… dillo, che non c’è niente di strano se esci più spesso con lui, l’ultimo arrivato, che con tutti gli altri messi insieme!

Mi sta fissando. Dritto negli occhi, con quelle sue maledette iridi da gatto che rischiano di farmi perdere ogni controllo.

Si lecca le labbra, con un movimento lento.

Improvvisamente la mia bocca è asciutta.

-Che c’è, Fra, hai paura?- inizia, carezzevole.

Eh?

-Hai paura che ti pianti per lui?- quegli occhi letali fissi nei miei.

Ehi Ale… vedi di non scherzare…

Si porta più vicino a me. Sussurra –Hai paura che possa decidere che, in fondo, non mi dispiace che mi si strusci contro? Decidere che le sue mani sono meglio delle tue, sul mio culo? Decidere che mi piace fare la doccia vicino a lui e sapere che intanto si sta masturbando pensando a me, guardando me, paura che la prossima volta decida di dargli una mano…

Mi allontano di scatto, questo è troppo –Cazzo piantala Ale!

Lui mi fissa gelido –E allora tu piantala di dire stronzate.

Mi lascio cadere sul divano. Sto tremando. E non per la rabbia.

Ale non se ne accorge, dell’effetto che fa su chi gli sta intorno. I gemelli sono così ingenui, certe volte… Non bastano i caratteri cubitali, per metterli sul chi vive… e io ho ancora fresca in mente l’immagine di Nico schiacciato contro un albero, con le mani di uno stronzo nei pantaloni…

Non sono i ragazzi della squadra a preoccuparmi. Quasi tutti si limitano a lanciare qualche occhiata ad Ale, alla sua bellezza misteriosa, magari a lanciargli un paio di battutine maliziose… ma non andrebbero oltre, non metterebbero in gioco la loro eterosessualità neanche per il brivido di turbamento che provocano in loro i lunghi occhi del mio amore.

Quanto a Blue… beh, lui non ha mai negato che gli piacerebbe, Ale, gli piacerebbe molto. Ed è abbastanza bello da presentare una minaccia, credo. Però so che gioca pulito, e non costringerebbe mai Ale a qualcosa che non vuole. Se tra loro capitasse qualcosa, sarebbe decisione di entrambi. Sarebbe Ale a scegliere. E prima di essere il mio ragazzo, lui è mio amico. Sacrificherei la mia felicità per lui, senza ripensamenti.

Chi mi fa paura sono gli altri. Quelli che lo guardano, e che se non ci fossi io ci proverebbero. Di loro non posso fidarmi.

E non posso fidarmi di quel deficiente di Ale, che neanche si accorge che se lo mangiano con gli occhi.

Cazzo, Ale, perché devi essere così bello? È come una maledizione, una bomba a orologeria che gira per le strade al tuo fianco, impossibile da disinnescare…

Ho il terrore che qualcuno ti ferisca come ha ferito Nico. Non me lo perdonerei mai.

Sento una mano leggera sulla spalla, una voce dubbiosa –Fra?

Il viso di Ale davanti al mio, le sue dita sulla mia guancia. I suoi occhi preoccupati –Fra? Perché piangi?

Lo stringo forte, e lui si lascia abbracciare, si siede di nuovo addosso a me e mi accarezza i capelli. Lo amo così tanto che mi sento morire.

Mi scosto, lo guardo. Lui capisce, sorride e si china. Le sue labbra sono zucchero, contro le mie. Sono sciroppo di frutta, e petali di ciliegio.

Le socchiude, sento la carezza bagnata della sua lingua. Quei movimenti lenti che mi fanno impazzire.

Mi abbandono al bacio, e quando riprendo coscienza di noi siamo sdraiati sul tappeto. Lui ha le braccia sollevate, il petto nudo e i pantaloni sbottonati. Chissà come ci sono finite, le mie mani, dentro i suoi jeans.

È incredibilmente eccitante, languido e caldo, scarmigliato, con gli occhi verdi colmi di tenerezza.

Gli bacio la punta del naso, e con rimpianto fugace lo osservo stiracchiarsi. Mi sollevo su un gomito, ho preso la decisione. Questa notte non faremo l’amore.

-Perché?- domanda lui, accoccolandosi contro di me. Lo stringo.

-Perché hai bisogno di parlare, Ale.

Lui tace. Lo sento sorridere. –Ti amo, Fra.

-Che ti ha detto il biondo?

-Si chiama Mark, Fra. Mark.

-Sì, ok, Mark.., che ti ha detto?

-Credeva che fossi Niki.

Francesco, sei un genio. Un indovino. Conosci questo ragazzo come le tue tasche. (Passatemela, quest’affermazione Hana-style! NdRoh)

-Beh, non ti stupisci?- chiede il mio amore.

-Ti dirò che me l’ero immaginato. Che ti avesse parlato di lui, intendo. Sai, ti si sono illuminati gli occhi come quando lui ti chiama.

Ale strofina il naso contro il mio collo. Gli accarezzo i capelli, dietro l’orecchio. Lui protesta

–Ehi, non sono un gatto!

-Hmmm… ma ci somigli così tanto… un bellissimo micio dal pelo nero…

-Se io sono un micio nero, tu sei un gattaccio di strada spelacchiato! E rosso.- ribatte Ale, sedendosi a gambe incrociate sul tappeto. È delizioso quando si imbroncia.

-Quindi, il mentecatto è ancora vivo?- mi informo, cercando di scacciare dalla mente i pensieri poco casti che mi stanno annebbiando i sensi. Lui annuisce.

-E scommetto che mister muscolo ha perso la testa per lui.

-Si chiama Mark. Comunque non lo so… presumo di sì, però.

-Io ne sono sicuro.

-Ah davvero? E perché?

-Perché è impossibile resistere al fascino felino di questo faccino.

-Idiota.- tace, poi sorride, improvvisamente. Un sorriso pigro e sensuale. Rabbrividisco.

-Fra?

-Sì?

-Non hai proprio voglia di fare l’amore?

Scuoto la testa, sospirando, prima di chinarmi a soffocare la sua risata con un bacio.

Fuori, l’autunno allunga le mani, aggrappandosi alle ombre sottili degli alberi. E il sole è ormai quasi del tutto tramontato.  

 

Ragazzi, mi è bastato scrivere un capitolo che adesso non riesco più a fermarmi…!

Comunque, sono piuttosto soddisfatta di questo… Anarchy che ne dici? Questa l’ho scritta proprio pensando a te… spero che la scenata tra il gemello baskettaro e il rosso senza cervello sia stata di tuo gradimento… Quanto a Dani e Mark… nah, non me li vedo proprio insieme! Mark è piuttosto una comparsa, per quanto importante nella vita di Nikita, e Dani… Dani ha il cuginetto in testa, e nessuno riesce a schiodarlo di là. Però, essendo moooolto idiota, ne passerà di tempo prima che si decida a dire tutto al suo amore. Comunque l’amore in questione non resterà con le mani in mano: il prossimo capitolo è già quasi finito e mentre lo scrivevo mi è venuta un’idea piuttosto perfida.

Venus, sono contenta di sapere che ti piace quando il tuo personaggio preferito soffre, perché credo che non riuscirò mai a risolvere questo tratto delle mie fic. Sai, per quasi un mese ho avuto in testa SOLO ed ESCLUSIVAMENTE Kaede Rukawa e company, ho più o meno quattro idee per nuove trame che ronzano tra i pensieri, però… però sembra che questi quattro mentecatti siano tornati alla grande. Poi, nel prossimo lascerò più spazio al personaggio di Blue, che è spuntato così dal niente eppure mi suggerisce una cera gamma di possibilità. Quindi, spero di riuscire ad aggiornare in fretta.

 A proposito di Blue, se per caso trovate scritto da qualche parte Red, beh, sappiate che si riferisce a lui, inizialmente il nome era quello, l’ho cambiato in seguito.

Baci a tutti, a presto! Roh

 

   
 
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