Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: albalau    29/09/2011    1 recensioni
Ho provato ad immaginare una storia con i nostri beniamini trasportati un'altra epoca. Ho un po stravolto tutto, ma come sempre Maya e Masumi dovranno combattere contro tutto e tutti per il loro amore. Ci riusciranno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo   29

 

Si sveglio con la gola ancora arsa. Distrattamente allungò la mano, fino a che non incontrò una brocca. A fatica si sedette su quello strano giaciglio e bevve avidamente il liquido all’interno, poi mise a fuoco l’ambiente circostante. Era una tenda, non molto grande, il suo giaciglio era di paglia fresca e vicino a lui era stato messo un vassoio di frutta. Gli vennero in  mente gli ultimi ricordi, le ultime immagini. Il deserto, il sole cocente e lui che stava cadendo. Lentamente cercò di alzarsi in piedi, ma le gambe gli tremavano. Era ancora debole, troppo debole.

-Ti conviene non muoverti. Hai rischiato grosso, lo sai?- domandò la figura maschile che entrò all’interno.

Masumi lo guardò attentamente. Era un uomo, anzi ragazzo, molto alto e di bell’aspetto. Ma il suo sorriso, aveva un che di sinistro.

-Devo dedurre che sei stato tu a salvarmi.- disse con voce stanca.

Il giovane gli si sedette di fronte.

-Infatti. Solo che non capisco come mai tu ti trovassi in quel luogo sperduto, lontano da tutto, oasi comprese.- era un po curioso.

Masumi abbassò la testa e sorrise impercettibilmente.

-Diciamo che è una storia lunga.- disse solo.

Il giovane lo guardò scrupolosamente. Voleva sapere che ci facesse li. Da molti giorni non riceveva notizie dal suo contatto e questa cosa lo impensieriva. Poi trovarlo li, doveva essere accaduto qualcosa che gli sfuggiva.

-Ho tempo.- e così dicendo, si accomodò meglio.

-Non penserai che, se anche mi hai salvato la vita, ti racconti tutto di me così, su due piedi.- Masumi era lievemente infastidito da lui.

-Diciamo che ti conviene invece, mio caro principe.- disse, svelando quanto sapesse.

Spalancò gli occhi dallo stupore. Sapeva chi era?

-Se può farti stare più tranquillo, sappi che non solo conosco te, ma anche il tuo caro fratellino.- continuò.

Lo vide stringere i pugni, con una forza che non avrebbe dovuto avere. Allora non si era sbagliato e qualcosa di serio era successo.

-Che c’entri tu con lui?- domandò a denti stretti.

-Affari, solo affari.- rispose tranquillamente.

-Non ti conviene più fare affidamento su di lui. Sarebbe capace di tradirti, come ha fatto con me.-

Alzò un sopracciglio, non comprendendo.

-Non mi dire che ha cercato di farti fuori!- esclamò, cominciando a ridere.

La sua ilarità diete molto fastidio a Masumi, che si voltò. Notando di averlo infastidito, Satomi cercò di rimediare. Voleva sapere e solo lui poteva dargli le risposte che cercava.

-Ok scusa, era fuori luogo. Che ti ha fatto il principino.-

Masumi sospirò. In fondo non gli avrebbe sicuramente fatto male parlarne.

-Intanto non è più principe, ma Faraone. In secondo luogo, ha ucciso mio padre e imprigionato sia me che mia madre, con l’accusa di averlo fatto, portando prove fasulle. Mi ha condannato all’esilio e…..la mia donna è rimasta nelle sue mani.- concluse sconsolato.

Satomi era sorpreso e non poco. Così quel bamboccio aveva fatto tutto questo senza che lui ne sapesse niente. Non gli piaceva. E il loro accordo? Meglio non dire nulla al momento e vedere come poteva girare a suo favore la faccenda.

-Be sei messo male amico. Che intendi fare adesso?-

-Tornare a riprendermi quello che mi appartiene. Non solo Maya rischia nelle sue mani, ma anche due fanciulle che lui può torturare a suo piacimento. Senza contare la vita di mia madre.-

A quel nome, si incuriosì ancora di più. Maya, la gran sacerdotessa. Colei che doveva rapire quel giorno, oltre che ad uccidere Masumi.

-E così ce l’ha fatta.- mormorò.

Che a Masumi non sfuggì.

-Come fai a conoscerla? Che intendi dire?-

-Molto semplice, principe. Ero stato incaricato di rapirla.- disse con semplicità.

Masumi, a quel punto, scattò verso il ragazzo, ma date le sue condizioni, poté fare ben poco.

-Così sei stato tu ad attaccarci!- esclamò con voce debole, ma carica di rabbia.

-Il bello è che dovevo anche ucciderti! Ma ammetto che Yuu è stato più bravo di me.- concluse ridendo.

Masumi tremava, completamente invaso dall’ira. Eccolo, di fronte a lui, il suo carnefice. Satomi gli si inginocchiò di fronte, con il viso vicino al suo.

-Sai potrei facilmente portare a termine il mio compito adesso e tu non riusciresti a difenderti. Ma non solo perché sono stato pagato per questo, ma anche perché uno dei tuoi mi ha portato via qualcosa di molto importante e io la rivoglio.-

L’uomo, nonostante la rabbia, capì a chi si stava riferendo. Lei, voleva lei. La stessa che Hamil aveva liberato. Ora tutti i pezzi stavano pian piano tornando a posto e tutto aveva un senso.

-Non credo che la rivedrai tanto presto, a meno che non ti rechi al palazzo. E anche se riuscissi a farti ricevere, dubito che la troverai.- lo provocava, ma anche lui sapeva che il pericolo sussisteva.

Satomi lo prese per la tunica, con occhi fiammeggianti.

-Che vuoi dire?-

-Semplice “amico”. L’ha incontrato e non è stato molto gentile.-

-Che le ha fatto!- esclamò, alzando pure la voce.

-Penso che tu possa arrivarci da solo. L’ha vista con te e l’ha incontrata a palazzo. Troppo pericoloso per lui e ha dovuto ridurla al silenzio. È ancora viva, ma non so per quanto.-

Satomi lo lasciò, accasciandosi a terra. Che era successo, no, non doveva essere quello.

-La ami?- domandò Masumi, vedendo quanto le sue parole l’avessero scioccato.

-All’inizio no, era solo una preda, ma poi…nonostante io sia un criminale, speravo di farmi accettare da lei, che avesse, che riuscisse a provare qualcosa per me, a parte la paura. Si, la amo, ma non sono mai riuscito ne a  dirglielo, ne a dimostrarglielo.- rispose con un filo di voce.

Masumi si accostò a lui, intravedendo anche una piccola possibilità di far pagare a Yuu quello che aveva fatto.

-Ho una proposta da farti, sta a te accettarla o meno.-

-Ti ascolto.- disse sollevando il capo.

 

Gli allenamenti erano sempre più intensi per Rei e Ayumi non le dava tregua. Ma lei stava affrontando tutto con grinta e coraggio. Era il pensiero di Maya, li, da sola e in balia di quel mostro a non farla desistere.

-Per oggi abbiamo finito. Sappi che da domani cominceremo con le spade.- disse all’amica.

Rei si sollevò da terra, facendo un enorme sforzo per mantenersi dritta.

-Va bene.- rispose.

Hijiri le si materializzò accanto, pronto a sorreggerla in caso fosse caduta. Ma Rei lo ignorò, voltandosi ed entrando in casa con le proprie gambe. Non voleva farsi vedere debole.

-Era distrutta.- gli fece notare Ayumi.

-Lo so, ma devo ammettere che sta anche imparando in fretta.- disse l’uomo.

-Si, speriamo solo che sia pronta al momento. Lei non sa cosa significhi privare della vita qualcuno, dover scegliere tra se stessi e il nemico. Sarà questa la lezione più importante che dovrà imparare.-

-Ce la farà. La forza che ha dentro di se è grande e io l’ho vista. Solo che deve ancora accorgersene.-

Ayumi lo guardò e un sorriso apparve sulle sue labbra.

-La ami molto, vero?-

-Si, è la mia vita.-

Rei, appena chiusa la porta, crollò sul pavimento. Era distrutta e non ce la faceva più.

“Ma come fanno?” si domandò.

A carponi si trascinò al letto e si stese.

“Ce la farò Maya. È una promessa.” si disse prima di profondare in un lungo sonno.

 

Ormai non si ricordava più da quanto tempo era li. Si sollevò a sedere, con aria stanca.

-Mia regina, non fate sforzi.- le disse Haru avvicinandosi.

-Non temere, sto bene. Le mie ferite sono nell’animo. Non immaginavo l’odio che quel ragazzo provasse. Se l’avessi capito forse…-

-Non è colpa tua Chigusa.- disse Aya, con voce dolce.- L’errore è stato di tutti, mio per primo.-

La regina stava per rispondergli, quando la porta della cella si aprì.

-Vedo che siete ancora vive!- esclamò il Faraone entrando.

-Per tua sfortuna, devo dire.- Chigusa era disgustata dalla sua vista.

-Su mamma, non fare così. A proposito, hai convinto le tue amiche?-

-Non ti dirò nulla, giovane Faraone.- disse con orgoglio Aya.

Yuu, sorridendo, si avvicinò a lei.

-Ma dovrai cedere, prima o poi. Voglio quel tesoro e tu me lo darai.-

Aya lo fissava, senza timore. Quando lei e Haru erano state rapite, inizialmente non ne capirono il motivo. Che se ne facevano di due viandanti? Ma poi era stato tutto chiaro. I loro rapitori avevano scoperto che nel tempio, in un luogo nascosto, era custodito un tesoro, le offerte fatte alla dea Iside dai pellegrini. Nessuno sapeva di che si trattava, ma lui era convinto che fosse oro. Quanto si sbagliava! Aveva provato a dirglielo, ma non era stata creduta. Da li il loro inferno.

-Ti ho già spiegato che non è quello che tu desideri.-

-E io non ti credo. Ma cederai.- si alzò, allontanandosi di qualche passo.

Fece un gesto e degli uomini entrarono, anche Onodera. Ad Aya il cuore sembrò fermarsi. Da quanti anni non lo vedeva? Da quella notte che…

-Felice di rivederti, tesoro.- la salutò con disgusto.

-Lui cosa ci fa qui?- domandò Chigusa, portando su di se l’attenzione.

-Semplice, mia cara mamma. Ieri ho sposato sua figlia e adesso lavora a tempo pieno per me.- rispose il figlio.

Lui sposato! Sposato a Shiori! La donna era scioccata, ma non era la sola. Anche Aya era sbiancata.

-Ora, o mi dirai quello che voglio, oppure la prima a morire sarà lei.- la minacciò impugnando la spada e dirigendosi verso Haru, mentre le guardie tenevano ferme le due donne.

-Non farlo!- urlò Chigusa.

Ma Yuu non l’ascoltava. Puntava la spada sulla donna  a terra.

-Parla Aya.- disse.

Ma non ricevette risposta e allora si preparò a colpire. Tutto accadde in un attimo, nessuno se ne rese conto. Aya, liberatasi, si gettò tra la donna e la spada, venendo trafitta ad un braccio. Chigusa lanciò un grido e, liberatasi anche lei dalle guardie, si accovacciò al fianco di Aya, ferita e dolorante.

-Sei impazzito! Ti rendi conto di quello che hai fatto!- era furiosa.

-Non capisco queste storie.- ribatté, scoppiando a ridere.

Chigusa si alzò, in tutta la sua maestosità. Regalità che intimorì gli uomini. Era giunto il momento che lui sapesse.

-Ora te lo spiego. E fai molta attenzione.- disse in tono basso, ma deciso.

Yuu incrociò le braccia sul petto, senza abbandonare la sua aria di superiorità.

-Aya, la donna che hai tentato di uccidere, la donna che si è gettata su un’amica per difenderla.- si fermò un attimo.

-Mi sto spazientendo, arriva al punto.-

Chigusa era sempre più alterata e snocciolò tutto, senza tenersi dentro niente, volendolo colpire, come lui aveva fatto con l’amica.

-Non solo hai tentato di uccidere tua madre, ma hai sposato tua sorella!-

  
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