Serie TV > Dr. House - Medical Division
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Autore: IsAnastaciaHuddy92    29/09/2011    3 recensioni
SONO DUE STORIE!!!
Dimenticare:
House ha subito l'elettroshock, non ricorda più nulla, solo le sue conoscenze mediche sono rimaste intatte.
Qualcuno però non riesce a dimenticare, e House cerca di rimettere insieme i pezzi... WH4E
Riviverti: (comincia esattamente al 13 capitolo)
L'occasione per House e Cuddy di ricominciare, ma purtroppo un terribile incidente, che ha coinvolto il marito della Cuddy, li costringe a mettersi ancora in gioco per salvargli la vita, e tentare di salvare la loro relazione.
TUTTO AMBIENTATO DOPO L'ARRIVO DI HOUSE AL MAYFIELD E SU QUELLO CHE SUCCEDE DOPO L'HO INVENTATO DA ME.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, James Wilson, Lisa Cuddy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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Ho notato che due autori hanno preso largamente spunto dalla mia storia, elettroshock, dimenticanze improvvise e quello che vi pare. Non so se sentirmi lusingata per questo o altro. Comunque non è di ciò che voglio occuparmi qui.

Tentennavo prima di pubblicare, non volevo perché non ero sicura che questo fosse il finale che meritava tutta la storia, spero di non deludervi. Tentennavo anche perché non voleva finirla!xD Ma siamo arrivati al momento della verità.
Grazie mille ragazze per le recenzioni! Grazie ad evelyn83, chissà se questa volta siamo in sintonia, felice che riesco a sorprenderti ogni volta!xD Grazie tantissimo a te, ValeHuddyHuli sono lusingata da tutti i tuoi complimenti, e contenta anche che tu non mi abbia abbandonata nel proseguimento della storia!xD


Enjoy… for the last time






…mai come adesso

 






Era sopra quel ramo, maneggiando una pesca divertita, quel vestito troppo largo che lasciava poco spazio all’immaginazione al ragazzo innervosito che stava sotto ad osservarla –Scendi!-

-Non ci riesco!- Lisa piagnucolò.

Il ragazzo alto, con gli occhi celesti allargò le braccia, erano le tre di notte, il campus era vuoto, non poteva chiamare aiuto, chiunque ancora sveglio era totalmente ubriaco o faceva sesso. L’aveva inseguita fino a quel punto del parco nel quale le luci arrivavano a pena, attraversavano i cespugli, creavano delle ombre ambigue intorno a loro. Poi lei era salita per non farsi trovare e adesso non riusciva a scendere –Salta!- Cuddy si raggomitolò su stessa come una bambina capricciosa

–No! Sei impazzito?-

-Ti prendo io! Promet..!- si sentì un urlò che svegliò gli uccellini sui rami accanto, lo sbattere delle loro ali fu un rumore spaventoso nel silenzio della notte.

 La ragazza con gli occhi di cristallo e quel vestito rosso troppo scollato sui seni era finita addosso ad un anziano del campus, prima sorretto sulle gambe l’aveva presa in braccio poi, un istante dopo insieme a lei per terra, col sedere sulle foglie umide –Ahi!-

-Lo dici tu ahi!- House la spinse alla sua destra facendola scendere da sopra il suo stomaco su cui era arrivata di gomito. 

-Mi sono slogata un polso!- disse brontolando mentre si massaggiava dolorosamente la parte interessata del braccio.

-E ti permetti pure di lamentarti!-

-E per fortuna che dovevi prendermi!-

-Ti ho presa! Non mi aspettavo un sacco di patate!-

-Sono scivolata, il ramo era umido per via della pioggia! E in ogni caso io peso la metà di te!-

-Non si direbbe guardando il sedere!-

Lei lo fulminò con lo sguardo.

-Bel colore il tuo tanga ad ogni modo!- la ragazza arrossì e scoppiò a ridere, si appoggiò con le spalle sulle foglie umide e ancora lì sdraiata rideva, con gli occhi un po’ socchiusi e quelle guancia a fuoco.

-Perché ridi?- House le chiese confuso.

-Vedessi che faccia hai fatto quando sei caduto!- e non smetteva di ridere di lui.

 House si sdraiò accanto a lei, con le mani dietro la testa sbirciando un po’ dentro quella scollatura generosa, si girò per guardare sopra la sua testa. Il cielo -Qui si riescono a vedere tutte le stelle-

-E’ per questo che ti ho portato qui…-

E fu lì che House ricevette un colpo in testa, una pesca gli era caduta proprio sulla fronte, emettendo un rumore cavo, lei si coprì la bocca e scoppiò nuovamente in una rumorosa risata –Hai la testa vuota?- House la lanciò con forza, la pesca scomparve nel buio del parco.

-Sei la ragazza che prende più appunti, che abbia mai visto-

-E tu sei il più menefreghista e ritardatario anziano che io abbia mai conosciuto-

-Mi osservi?-

-No, il professore di endocrinologia interrompe la lezione per rimproverarti tutte le volte, e tu è come se ogni volta lo dimenticassi-

-Lo ignoro…-

-Lo immaginavo…-

Ci fu qualche minuto di silenzio, e poi House appoggiò la testa sul palmo della mano, la testa rivolta verso di lei -Che ci facevi ad una festa per soli anziani?-

-Le matricole mi annoiano…-

-Cercavi me, vero?-

Lisa scosse la testa come annoiata.  Si alzò, appoggiò le spalle contro il tronco dell’albero, quei boccoli schiacciati contro il legno scuro, quel riccio ribelle che le scendeva come una collana giù fino all’incavatura dei seni, quelle labbra perfette illuminate dalla luce della luna, e poi quelle gambe, quelle stupende gambe accentuate da quei tacchi troppo alti, persino per lei. Ma quella sera era speciale, quella sera voleva lui. Quel corpo perfetto che si appoggiava a quel maledettissimo pesco: era troppo per House. -No…- gli rispose in un sorriso malizioso.

Greg si alzò, squadrandola, osservandola, attraversando con gli occhi ogni centimetro del suo corpo, non poteva farne a meno, e quando fu di fronte a lei, le poggiò una mano sul fianco destro, fino a scendere su quella gamba perfetta, la accarezzò dolcemente –questi tacchi sono troppo alti, mi fai girare la testa…-

-L’ho fatto per guardarti negli occhi…-

-Così faccio anche meno fatica a guardarti le tette…- risollevò la mano sul fianco, la cinse forte, la stacco dal tronco e l’avvicinò al proprio corpo. Cuddy gli sorrise divertita, ormai era abituata a simili commenti, qualsiasi movimento compisse durante le lezioni sapeva che lui era lì ad osservarla pronto a catturare un nuova parte nuda del suo corpo.

E quando quegli zigomi si sollevarono e quegli occhi si strizzarono sopra le guancia accentuatamente rosse, riuscì a vedere qualcosa di lei che non era mai riuscito a rubarle nei movimenti quotidiani. Un sorriso. Uno splendido sorriso, come mai ne aveva visti nella sua vita. L’aveva fatta ridere diverse volte, avevano scherzato, si erano lanciati battutine di scherno, ma lei non gli aveva mai sorriso in quel modo. Restò imbambolato, come un ragazzo ancora impacciato.

Lei gli mise una mano sul viso –ehy…- cercò di chiamarlo dolcemente.

-Non ti ho mai desiderato come adesso…-

E fu in quel momento che la baciò, la baciò forte contro quel tronco, le strappò il vestito di dosso, la fece scivolare lentamente per terra, e la fece sua per una notte.


 

 

 

 

Cuddy si paralizzò e sentì mancarle l’aria. Guardò quell’albero di pesco, quello che aveva custodito il loro segreto per tutto quel tempo, quello che era stato complice con lei di quella meravigliosa notte. Le era grata perché sapeva che in quella notte aveva stretto un legame di cui mai si sarebbe liberata. Non le importava che adesso non funzionava, non le importava se lui non era lì con lei, se lui era sparito per sempre, se lui non sarebbe stato più parte della sua vita, perché sarebbe stato per sempre una parte di lei.
Lui, Gregory House, avrebbe vissuto dentro di lei, tra i suoi ricordi, lui avrebbe per sempre vissuto con lei, lei era sua, e gli sarebbe appartenuta fino a che avesse vissuto. Erano l’uno una parte dell’altra. Inspirò profondamente fino a che quel morbido profumo non invase i pori della sua pelle, catturò l’odore nella sua testa. Realizzò solo allora che il desiderio di amarsi sarebbe rimasto un rimpianto che solo lei avrebbe scontato per sempre, accarezzò il tronco –Addio House, ho vissuto nel ricordo da sola… non posso più- la mano cadde mollemente sul fianco, si voltò con lo sguardo basso e si imbatté in una figura imponente, sussultò spaventata –Scusa, non volevo spaventarti…-

Incrociò i suoi occhi e un brivido la raggiunse lungo la schiena, non provava nulla nel guardare quell’uomo, lui non era più il suo House –Non preoccuparti- gli poggiò una mano sul braccio e proseguì a camminare.

-La psichiatra mi ha spiegato che dovrei parlare con qualcuno che è stato parte della mia vita…- lei si voltò lentamente e le gonfiarono gli occhi di lacrime –va tutto bene?- annuì cercando di trattenersi –tu facevi parte della mia vita?- House pensò che forse aveva individuato il problema.

Restò sorpresa per come quella semplice domanda l’avesse confusa e scossa con tale intensità -No…-

Lui lasciò correre, credendo in fondo che quella fosse solo in parte una bugia. Si sedette con la schiena contro quell’anonimo albero, senza degnarlo del minimo sguardo –Questa gamba mi sta uccidendo- sussurrò massaggiandola.

-Perché credi che un uomo voglia farsi cancellare completamente la memoria?- gli pose quella domanda senza nemmeno pensare.

D’improvviso fu come se avesse riacquisito quell’intelligenza ed astuzia di sempre, e le rispose come una volta le rispondeva quel medico brillante che tanto l’aveva affascinata –Sono quasi certo che tu conosca già la risposta. Sono un uomo che ha bisogno di risposte, ma la ragione per cui ho voluto dimenticare tutto deve rimanere celata. Qualunque cosa sia… non voglio saperla. Altrimenti renderei vano ogni mio sforzo-

Cuddy si sentì disperata, avrebbe voluto scuoterlo e dirgli “Sono io, guardami! Come fai a non riconoscenermi?” ma era finita, doveva rispettare la sua volontà e farsi da parte una volta per sempre –Io credo di dover andare…- guardò distrattamente l’orologio –Wilson verrà tra qualche giorno, è il tuo più caro amico, lui si prenderà cura di te…- si chinò verso di lui, poggiò una mano sull’albero per sorreggersi, chiuse gli occhi arresa e lo baciò sulla guancia –spero che tu riesca a dimenticare per sempre… quella cosa…-

-Cuddy?- ma lei non gli aveva detto il suo nome –non funziona…-

-Tu? Come?- balbettò confusa.

-Questo è stato il posto in cui ti ho spogliata la prima volta- le fece l’occhiolino divertito.

Barcollò incerta verso di lui –Ti ricordi?-

-Innanzitutto sei prepotente persino come ricordo… inoltre, non ho mai fatto il secondo elettroshock!-

-Tu sei il più grande idiota in tutta la storia dell’umanità!- Cuddy si avvicinò a lui con i pugni chiusi, arrabbiata -…quindi tu… hai programmato tutto!-

-Secondo te ero così folle da mandarmi in pappa il cervello con un altro elettroshock?-

-Bè…- lei sollevò gli occhi al cielo come per pensarci –sì!-

-Hai ragione- la tirò per il braccio costringendola a sedersi sulle ginocchia –dai, ho voglia di spogliarti di nuovo!-

-Ma House…- si guardò intorno vergognata.

-Non ci vedrà nessuno, come la prima volta…- lei sorrise, gli regalò quel magnifico sorriso che aveva inciso nella memoria, e che aveva sempre desiderato ricomparisse. Lui si sentì toccato nel profondo, senti un’emozione che non poteva spiegare, descrivere, che non trovava giustizia in una semplice definizione. Solo lei era capace di fargli quello. Solo e sempre lei, come una volta
 –non ti ho mai amata come adesso-
Un bacio e un bacio ancora, e la smania di fare l’amore sotto quel pesco come la prima volta.



 

 

 

 

 

The end

 

Concedetemi il fatto che l’ospedale in cui è stato ricoverato House per il secondo elettroshock sia accanto all’università in cui Cuddy e House si sono conosciuti per la prima volta, Hopkins! Pleeease!xD

 

Quando ho cominciato questa fanfic, non mi aspettavo che sarebbe stata l’avventura che poi si è rivelata. Mi sono emozionata, e vi sono grata per aver condiviso tutto questo con me. Che siano Cuddy e House o altro, ho cercato di aprirvi una finestra nel mio cuore, nella mia mente, vi ho regalato qualcosa di me, spero vi sia rimasto.
Un bacio ♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥ nonostante non sia più possibile.

 

Isabella

  
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