Ho
notato che due autori hanno preso largamente
spunto dalla mia storia, elettroshock, dimenticanze improvvise e quello
che vi
pare. Non so se sentirmi lusingata per questo o altro. Comunque non
è di ciò che
voglio occuparmi qui.
Tentennavo prima di pubblicare, non volevo perché non ero
sicura che questo
fosse il finale che meritava tutta la storia, spero di non deludervi.
Tentennavo
anche perché non voleva finirla!xD Ma siamo arrivati al
momento della verità.
Grazie mille ragazze per le recenzioni! Grazie ad evelyn83,
chissà se questa
volta siamo in sintonia, felice che riesco a sorprenderti ogni volta!xD
Grazie
tantissimo a te, ValeHuddyHuli sono lusingata da tutti i tuoi
complimenti, e
contenta anche che tu non mi abbia abbandonata nel proseguimento della
storia!xD
Enjoy…
for the last time
…mai
come adesso
Era
sopra quel ramo, maneggiando
una pesca divertita, quel vestito troppo largo che lasciava poco spazio
all’immaginazione al ragazzo innervosito che stava sotto ad
osservarla
–Scendi!-
-Non ci riesco!- Lisa piagnucolò.
Il ragazzo alto, con gli occhi celesti allargò le braccia,
erano le tre di
notte, il campus era vuoto, non poteva chiamare aiuto, chiunque ancora
sveglio
era totalmente ubriaco o faceva sesso. L’aveva inseguita fino
a quel punto del
parco nel quale le luci arrivavano a pena, attraversavano i cespugli,
creavano
delle ombre ambigue intorno a loro. Poi lei era salita per non farsi
trovare e
adesso non riusciva a scendere –Salta!- Cuddy si
raggomitolò su stessa come una
bambina capricciosa
–No! Sei impazzito?-
-Ti prendo io! Promet..!- si sentì un urlò che
svegliò gli uccellini sui rami
accanto, lo sbattere delle loro ali fu un rumore spaventoso nel
silenzio della
notte.
La
ragazza con gli occhi di cristallo e
quel vestito rosso troppo scollato sui seni era finita addosso ad un
anziano
del campus, prima sorretto sulle gambe l’aveva presa in
braccio poi, un istante
dopo insieme a lei per terra, col sedere sulle foglie umide
–Ahi!-
-Lo dici tu ahi!- House la spinse alla sua destra facendola scendere da
sopra
il suo stomaco su cui era arrivata di gomito.
-Mi sono slogata un polso!- disse brontolando mentre si massaggiava
dolorosamente
la parte interessata del braccio.
-E ti permetti pure di lamentarti!-
-E per fortuna che dovevi prendermi!-
-Ti ho presa! Non mi aspettavo un sacco di patate!-
-Sono scivolata, il ramo era umido per via della pioggia! E in ogni
caso io
peso la metà di te!-
-Non si direbbe guardando il sedere!-
Lei lo fulminò con lo sguardo.
-Bel colore il tuo tanga ad ogni modo!- la ragazza arrossì e
scoppiò a ridere,
si appoggiò con le spalle sulle foglie umide e ancora
lì sdraiata rideva, con
gli occhi un po’ socchiusi e quelle guancia a fuoco.
-Perché ridi?- House le chiese confuso.
-Vedessi che faccia hai fatto quando sei caduto!- e non smetteva di
ridere di
lui.
House
si sdraiò accanto a lei, con le
mani dietro la testa sbirciando un po’ dentro quella
scollatura generosa, si
girò per guardare sopra la sua testa. Il cielo -Qui si
riescono a vedere tutte
le stelle-
-E’ per questo che ti ho portato qui…-
E fu lì che House ricevette un colpo in testa, una pesca gli
era caduta proprio
sulla fronte, emettendo un rumore cavo, lei si coprì la
bocca e scoppiò
nuovamente in una rumorosa risata –Hai la testa vuota?- House
la lanciò con
forza, la pesca scomparve nel buio del parco.
-Sei la ragazza che prende più appunti, che abbia mai visto-
-E tu sei il più menefreghista e ritardatario anziano che io
abbia mai
conosciuto-
-Mi osservi?-
-No, il professore di endocrinologia interrompe la lezione per
rimproverarti
tutte le volte, e tu è come se ogni volta lo dimenticassi-
-Lo ignoro…-
-Lo immaginavo…-
Ci fu qualche minuto di silenzio, e poi House appoggiò la
testa sul palmo della
mano, la testa rivolta verso di lei -Che ci facevi ad una festa per
soli
anziani?-
-Le matricole mi annoiano…-
-Cercavi me, vero?-
Lisa scosse la testa come annoiata. Si
alzò, appoggiò le spalle contro il tronco
dell’albero, quei boccoli schiacciati
contro il legno scuro, quel riccio ribelle che le scendeva come una
collana giù
fino all’incavatura dei seni, quelle labbra perfette
illuminate dalla luce
della luna, e poi quelle gambe, quelle stupende gambe accentuate da
quei tacchi
troppo alti, persino per lei. Ma quella sera era speciale, quella sera
voleva
lui. Quel corpo perfetto che si appoggiava a quel maledettissimo pesco:
era
troppo per House. -No…- gli rispose in un sorriso malizioso.
Greg si alzò, squadrandola, osservandola, attraversando con
gli occhi ogni
centimetro del suo corpo, non poteva farne a meno, e quando fu di
fronte a lei,
le poggiò una mano sul fianco destro, fino a scendere su
quella gamba perfetta,
la accarezzò dolcemente –questi tacchi sono troppo
alti, mi fai girare la
testa…-
-L’ho fatto per guardarti negli occhi…-
-Così faccio anche meno fatica a guardarti le
tette…- risollevò la mano sul
fianco, la cinse forte, la stacco dal tronco e
l’avvicinò al proprio corpo. Cuddy
gli sorrise divertita, ormai era abituata a simili commenti, qualsiasi
movimento compisse durante le lezioni sapeva che lui era lì
ad osservarla
pronto a catturare un nuova parte nuda del suo corpo.
E quando quegli zigomi si sollevarono e quegli occhi si strizzarono
sopra le
guancia accentuatamente rosse, riuscì a vedere qualcosa di
lei che non era mai
riuscito a rubarle nei movimenti quotidiani. Un sorriso. Uno splendido
sorriso,
come mai ne aveva visti nella sua vita. L’aveva fatta ridere
diverse volte,
avevano scherzato, si erano lanciati battutine di scherno, ma lei non
gli aveva
mai sorriso in quel modo. Restò imbambolato, come un ragazzo
ancora impacciato.
Lei gli mise una mano sul viso –ehy…-
cercò di chiamarlo dolcemente.
-Non ti ho mai
desiderato come adesso…-
E fu in quel momento che la baciò, la baciò forte
contro quel tronco, le
strappò il vestito di dosso, la fece scivolare lentamente
per terra, e la fece
sua per una notte.
Cuddy
si paralizzò e sentì mancarle l’aria.
Guardò
quell’albero di pesco, quello che aveva custodito il loro
segreto per tutto
quel tempo, quello che era stato complice con lei di quella
meravigliosa notte.
Le era grata perché sapeva che in quella notte aveva stretto
un legame di cui
mai si sarebbe liberata. Non le importava che adesso non funzionava,
non le
importava se lui non era lì con lei, se lui era sparito per
sempre, se lui non
sarebbe stato più parte della sua vita, perché
sarebbe stato per sempre una
parte di lei.
Lui, Gregory House, avrebbe vissuto dentro di lei, tra i suoi ricordi,
lui
avrebbe per sempre vissuto con lei, lei era sua, e gli sarebbe
appartenuta fino
a che avesse vissuto. Erano l’uno una parte
dell’altra. Inspirò profondamente
fino a che quel morbido profumo non invase i pori della sua pelle,
catturò
l’odore nella sua testa. Realizzò solo allora che
il desiderio di amarsi
sarebbe rimasto un rimpianto che solo lei avrebbe scontato per sempre,
accarezzò il tronco –Addio House, ho vissuto nel
ricordo da sola… non posso
più- la mano cadde mollemente sul fianco, si
voltò con lo sguardo basso e si
imbatté in una figura imponente, sussultò
spaventata –Scusa, non volevo
spaventarti…-
Incrociò i suoi occhi e un brivido la raggiunse lungo la
schiena, non provava
nulla nel guardare quell’uomo, lui non era più il
suo House –Non preoccuparti-
gli poggiò una mano sul braccio e proseguì a
camminare.
-La psichiatra mi ha spiegato che dovrei parlare con qualcuno che
è stato parte
della mia vita…- lei si voltò lentamente e le
gonfiarono gli occhi di lacrime
–va tutto bene?- annuì cercando di trattenersi
–tu facevi parte della mia
vita?- House pensò che forse aveva individuato il problema.
Restò sorpresa per come quella semplice domanda
l’avesse confusa e scossa con
tale intensità -No…-
Lui lasciò correre, credendo in fondo che quella fosse solo
in parte una bugia.
Si sedette con la schiena contro quell’anonimo albero, senza
degnarlo del
minimo sguardo –Questa gamba mi sta uccidendo-
sussurrò massaggiandola.
-Perché credi che un uomo voglia farsi cancellare
completamente la memoria?-
gli pose quella domanda senza nemmeno pensare.
D’improvviso fu come se avesse riacquisito
quell’intelligenza ed astuzia di
sempre, e le rispose come una volta le rispondeva quel medico brillante
che
tanto l’aveva affascinata –Sono quasi certo che tu
conosca già la risposta.
Sono un uomo che ha bisogno di risposte, ma la ragione per cui ho
voluto
dimenticare tutto deve rimanere celata. Qualunque cosa sia…
non voglio saperla.
Altrimenti renderei vano ogni mio sforzo-
Cuddy si sentì disperata, avrebbe voluto scuoterlo e dirgli
“Sono io, guardami!
Come fai a non riconoscenermi?” ma era finita, doveva
rispettare la sua volontà
e farsi da parte una volta per sempre –Io credo di dover
andare…- guardò
distrattamente l’orologio –Wilson verrà
tra qualche giorno, è il tuo più caro
amico, lui si prenderà cura di te…- si
chinò verso di lui, poggiò una mano
sull’albero per sorreggersi, chiuse gli occhi arresa e lo
baciò sulla guancia
–spero che tu riesca a dimenticare per sempre…
quella cosa…-
-Cuddy?- ma lei non gli aveva detto il suo nome –non
funziona…-
-Tu? Come?- balbettò confusa.
-Questo è stato il posto in cui ti ho spogliata la prima
volta- le fece
l’occhiolino divertito.
Barcollò incerta verso di lui –Ti ricordi?-
-Innanzitutto sei prepotente persino come ricordo… inoltre,
non ho mai fatto il
secondo elettroshock!-
-Tu sei il più grande idiota in tutta la storia
dell’umanità!- Cuddy si
avvicinò a lui con i pugni chiusi, arrabbiata
-…quindi tu… hai programmato
tutto!-
-Secondo te ero così folle da mandarmi in pappa il cervello
con un altro
elettroshock?-
-Bè…- lei sollevò gli occhi al cielo
come per pensarci –sì!-
-Hai ragione- la tirò per il braccio costringendola a
sedersi sulle ginocchia
–dai, ho voglia di spogliarti di nuovo!-
-Ma House…- si guardò intorno vergognata.
-Non ci vedrà nessuno, come la prima volta…- lei
sorrise, gli regalò quel
magnifico sorriso che aveva inciso nella memoria, e che aveva sempre
desiderato
ricomparisse. Lui si sentì toccato nel profondo, senti
un’emozione che non
poteva spiegare, descrivere, che non trovava giustizia in una semplice
definizione. Solo lei era capace di fargli quello. Solo e sempre lei,
come una
volta
–non
ti ho mai amata come adesso-
Un bacio e un bacio ancora, e la smania di fare l’amore sotto
quel pesco come
la prima volta.
The
end
Concedetemi
il
fatto che l’ospedale in cui è stato ricoverato
House per il secondo
elettroshock sia accanto all’università in cui
Cuddy e House si sono conosciuti
per la prima volta, Hopkins! Pleeease!xD
Quando
ho cominciato questa fanfic, non mi aspettavo
che sarebbe stata l’avventura che poi si è
rivelata. Mi sono emozionata, e vi
sono grata per aver condiviso tutto questo con me. Che siano Cuddy e
House o
altro, ho cercato di aprirvi una finestra nel mio cuore, nella mia
mente, vi ho
regalato qualcosa di me, spero vi sia rimasto.
Un bacio ♥ ♥ ♥ WH4E
♥ ♥ ♥ nonostante
non sia più possibile.
Isabella