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Autore: _Garnet915_    09/06/2006    1 recensioni
Due persone che sembrano opposte... in realtà si scoprono simili, molto simili. Lei è perfetta, al di sopra di tutti ma con l'irrefrenabile desiderio di essere amata da qualcuno. Lui è arrogante e violento: sotto a questa maschera, cela il bisogno di essere compreso anche da solo una persona. Due persone che arrivano a scontarsi. Ma lo scontro non provocherà vinti nè vincitori, solo la reciproca scoperta di cosa c'è oltre le apparenze... Tutto iniziò da un incidente e da lì il destino fece il suo corso.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Seifer Almasy
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CHI ODIA AMA?!

“trr… trr… trr…” la sveglia rossa, puntata per le sette, iniziò a vibrare e suonare, per svegliare la sua padrona che, però, non accennava ad aprire gli occhi nonostante il trillo continuo ed insistente. Quistis era immersa nel suo mondo dei sogni… un mondo nero, vuoto… c’era lei ad occhi chiusi, sospesa a mezz’aria: non pensava a nulla, non provava nulla… non sentiva nulla… dopo cinque minuti, la sveglia, che tentò invano di destarla, smise di far rumore.

Stava bene lì, nel vuoto, che galleggiava in solitudine. Nessuno Squall, nessuna Rinoa; niente dolore, depressione, illusioni… lontana dalla realtà che fa male…

Perché uscirne, da questo mondo ideale?

Avrebbe detto.

Avrebbe. Perché lì non pensava, non parlava… perché pensieri e parole erano per lei come armi a doppio taglio: la legavano al mondo esterno ma, di conseguenza, anche a Squall e a Rinoa. Per carità, Quistis voleva loro un gran bene, erano tra i suoi amici più preziosi. O almeno, per quanto riguardava Squall, lei era costretta a vederlo solo come un semplice amico… lui non si era mai accorto di lei e questo la faceva star male ancora di più…

Quistis non si svegliò: doveva essere già in piedi, alle otto aveva lezione con i ragazzi più piccoli, anche se non aveva voglia di lavorare. A bloccarla era il suo attuale stato d’animo – del tutto giustificabile -, che proprio non si addiceva all’immagine che gli studenti le avevano creato di insegnante e ragazza perfetta, che ha dovuto accettare in silenzio ed applicare. Tutti gli studenti la vedevano bella e radiosa nella sua serietà e compostezza: i capelli biondi raccolti in vari modi ogni giorno, la sua innata eleganza… elementi soffocanti che lei non vedeva come parte di sé, ma soltanto di una debole maschera che ha dovuto indossare per non deludere gli studenti in primis, ma anche tutto il corpo insegnanti, che cominciava a pensare seriamente a ciò… e questo lo rendeva, ai suoi occhi, ancora più frustrante… non era affatto quel tipo di persona!!

E la malavoglia, la tristezza, la debolezza non erano cose contemplate nella sua soffocante maschera. A volte voleva gettarsi tutto alle spalle, lasciare il Garden e vivere finalmente come voleva… ma non poteva… lì c’era tutta la sua vita, la sua migliore amica Shu e i suoi grandi amici e compagni di battaglia… forse gli unici che capivano cosa ci fosse oltre la maschera, accettando ciò che lei era costretta a nascondere agli occhi della comunità del Garden…



una nuvoletta grigiastra di fumo, soffice, si librò in aria, mettendosi quasi in mostra sul cielo azzurro, spavalda quasi come colui che stava fumando una sigaretta in quel momento. Sdraiato tra l’erba del giardino del Garden, mani dietro la nuca, con una sigaretta in bocca, ormai già parecchio consumata.

“che palle… dovrei andare alla lezione ma non ho voglia!” si disse “ma sì, che me ne fotte!” Seifer Almasy aveva deciso, per l’ennesima volta, di marinare le lezioni “tanto quello stupido esame non lo passerò mai, quindi me ne sbatto! Almeno per adesso, me ne sbatto!”

concluse, senza voglia di continuare quel ragionamento che cominciava ad irritarlo. Erano passati sette mesi da quando aveva smesso di essere il cavaliere di Artemisia ed era tornato al Garden: certo, un po’ aveva messo la testa a posto, in seguito a quell’avvenimento, ma continuava ad essere comunque un tipo ribelle. Dopotutto era fatto così, non riusciva a cambiare quel lato distorto del carattere ma al quale era tanto abituato, forse troppo. Guardò di sfuggita il suo orologio da polso, così, per sapere che ore fossero: “otto meno cinque… mancano cinque minuti alle lezioni… ci vado?...” e pensò alcuni secondi “deciso: non ci vado, voglia meno di zero!”. Spense la sigaretta, ormai ridotta ad un piccolissimo mozzicone, prese un pacchetto dalla tasca del giubbotto grigio per fumarne un’altra.



Quistis si decise, finalmente, ad aprire gli occhi. Si sentiva ancora molto stanca, del resto era andata a dormire che era l’una passata! Si mise a sedere sul letto, quando i suoi occhi videro la sveglia. Aveva ancora la vista appannata dalla stanchezza: si strizzò gli occhi con una mano, mentre allungò l’altra per prendere la sveglietta: le otto meno cinque!

“Porca miseria!!!” si ritrovò a urlare.

In meno che non si dica, si fiondò in bagno, per lavarsi faccia, mani e denti. Poi, si diresse verso l’armadio e tirò fuori la sua divisa, si raccolse i capelli allo stesso modo di sempre. Prese la chiave della stanza, registro e libri, buttò sul letto, freneticamente, pigiama e spazzola e uscì veloce, sbattendo la porta. Corse rapidamente: tra soli cinque minuti sarebbero iniziate le lezioni e lei aveva prima ora: “ma porca miseria, perché vado a dormire tardi proprio quando il giorno dopo ho prima ora? Diavolo, diavolo!” si disse. Correva più veloce che poteva, anche se era vietato. Passò oltre la mensa; quando arrivò all’entrata del giardino e stava per superarla, vide sbucare all’improvviso la figura di un ragazzo che, però, non riusciva ad identificare.

“Aaaah!” urlò. Rallentò per cercare di evitare uno scontro, invano. Infatti, lei e l’altra persona si scontrarono: Quistis cadde a terra, i libri e i registri si sparpagliarono ovunque, vicino a lei. L’altro non si fece nulla, riuscì tenere l’equilibrio e a non cadere. E proprio lui disse:

“ma razza di deficiente! Guarda dove vai, cretino!” sbraitò. Quistis era intenta a raccogliere i libri e i registri e, senza guardare in faccia quel ragazzo, si limitò a sussurrare un “scusami, è colpa mia…”

distrattamente… dopo che ebbe raccolto tutto quanto, si bloccò: “ma… quella voce…” si disse. Alzò la testa di scatto per vedere ed avere conferma di ciò che pensava…

“Seifer!!” si ritrovò ad urlare “che cosa ci fai qui?!” urlò, alzandosi in piedi “non dovresti essere a lezione? Vergognati, sei all’ultimo anno! Hai l’esame scritto e pratico! Anche se l’anno accademico è appena iniziato non significa certo che puoi marinare!!” Seifer sbottò: “uffa, che palle! Sempre perfettina te, a guardare cosa fanno gli altri, a guidarli… la solita brava studentessa e prof!” e avvicinò il viso a quello di lei “sappi che le persone come te mi disgustano”.

Quistis rispose con un semplice, secco: “Vaffanculo Seifer. E sappi che questa tua antipatia è ricambiata!” poi si scostò rapidamente e lo superò per andare in classe; ma prima di proseguire, si voltò: “bada che alla prossima ora, con la mia lezione, ti voglio in classe! A costo di trascinarti di peso!”

Si voltò e camminò svelta: “per colpa di quel deficiente ho perso tempo!” ma nella foga le sembrò di sentire un sussurro di una voce maschile dire: “ti odio…” le era parsa la voce di Seifer

“corrispondo in pieno!” disse tra sé e sé



“come mai sei arrivata tardi alle lezioni della prima ora?” le chiese innocentemente Selphie mentre erano in fila alla mensa per la pausa pranzo. Adesso, anche Selphie era diventata un’insegnante, contro ogni aspettativa sua e di tutto il Garden, e andava molto fiera del suo lavoro, di sé stessa e delle sue classi.

“perché ho sempre la brillante idea di andare a dormire all’una quando il giorno dopo ho prima ora!” le disse. Poi s’interruppe, perché venne il loro turno di ordinare da mangiare. Quistis ordinò due panini della mensa che, negli ultimi tempi, si trovavano più facilmente, una lattina d’aranciata e una ciotola d’insalata. Selphie, invece, da brava esagerata, ordinò tre panini, sempre della mensa, una porzione gigante di patatine con ketchup e maionese e anche dei salatini.

Presi i vassoietti con il cibo, cercarono un tavolino in mezzo a quel caos: Quistis, nel tentare di trovare un posto, sentì una voce chiamare lei e Selphie: “ehi! Ragazze!!! Da questa parte!” urlò una voce maschile. Anche Selphie la sentì: “oh, è quel farfallone di Irvine! Magari ha trovato un posto!” esclamò “la cosa migliore da fare per vedere se è vero è andare da lui, no?” aggiunse Quistis

E, in effetti, c’erano giusto due posti liberi in un tavolo… da sei! Infatti, erano già seduti, su un lato, Irvine e sull’altro Zell, Rinoa e Squall… vedendo gli ultimi due, Quistis imprecò: “uff… senza offesa, le ultime due persone che avrei voluto vedere oggi!” si disse ricordandosi del pianto della sera prima “forza Quistis! Sii forte e affrontali!” si diede coraggio da sola.

“Ciao farfallone!” esclamò Selphie che prese posto vicino ad Irvine; Quistis si accomodò accanto a lei

“perfetto!” si disse, guardando di fronte a sé

“pure di fronte a lui sono! Se non è sfiga questa!” pensò. L’agitazione la colse all’improvviso, come una persona che ti sorprende alle spalle e una lieve tensione irrigidì il suo corpo.

Memore della serata precedente, per tutto il tempo in cui rimasero seduti assieme in mensa, Quistis cercò di evitare continuamente il suo sguardo: o guardava gli altri suoi amici oppure scrutava con aria assente il vassoio. Se si sentiva osservata, alzava un po’ la testa e, vedendo Squall con gli occhi posati su di lei, accortosi della sua preoccupazione celata e incuriosito da quel suo strano comportamento, lo abbassava di nuovo di scatto. Dopo diversi minuti, Squall stava per dirle qualcosa riguardo al suo comportamento velato di agitazione, ma fu interrotto da Irvine ancor prima di iniziare, che attirò l’attenzione di Quistis: “Carissima! Un uccellino mi ha detto che oggi sei entrata tardi in classe alla prima ora!” squittì.

Quistis sorrise:

“quell’uccellino ti ha raccontato esatto! E ti ha anche detto il motivo, forse?” domandò divertita

“mah, mi ha detto soltanto che ti ha visto battibeccare con quel deficiente di Seifer!”

Soltanto a sentir nominarlo, lo sguardo di Quistis si fece serio, cupo. Posò la lattina di aranciata che stava sorseggiando e parlò: “Guarda, non me lo ricordare, quell’idiota! Gli ho pure detto di presentarsi almeno alle mie lezioni, siccome aveva in mente la brillante idea di marinare la prima ora… e, come volevasi dimostrare, non è venuto! Quello è una zucca vuota, ha dei criceti al posto del cervello!” disse con un tono quasi acido ma molto arrabbiato.

“beh, si sa!” disse Squall con voce calma “quello è un testardo nato! Bisogna avere pazienza con lui. Anche se, dopo la faccenda di Artemisia, ha messo la testa a posto in un qualche modo, resta comunque uno sfaccendato e un pigrone! Bisogna saperlo prendere per il giusto verso…” continuò, cercando un aggancio con la biondina per arrivare poi, a chiederle se stesse bene, che cosa le stava prendendo, perché era agitata.

“questo lo so…” gli rispose secca, avendo colto il tentativo sottile di Squall e facendogli quindi intendere di non avere intenzione di parlare a lungo con lui “il problema è che sembra non abbia una debolezza da sfruttare… e comunque, non è che mi importi granché di uno che odio… corrisposta oltretutto!” disse quasi arrendendosi, rivolta a tutti

“eeh, mia cara Quistis!” disse Selphie “ricorda che chi odia ama!”



era sdraiata sul suo letto, lo sguardo perso nel vuoto. Ancora ripensava alle parole della sua amica a mensa:

“chi odia ama!”

e le venne in mente quando, per un momento, il suo viso e quello di Seifer erano solo a pochi millimetri di distanza: “chi odia ama…” sussurrò. Aveva già sentito diverse volte di quel proverbio, ma non lo aveva mai preso in considerazione per più di cinque minuti. Nella sua mente si alternavano quelle parole e l’immagine del viso di Seifer così vicino al suo… come cullata da quel lento sovrapporsi continuo di pensieri, rivide nella sua mente il viso del ragazzo…

“certo che ha fascino l’odioso!”

a quel pensiero, arrossì in maniera evidente e si mise a sedere. Si alzò e si diresse al comò, vedendo, riflesso nello specchio, il suo volto rosso come quello di un peperone. Si diede un paio di schiaffi come punizione: “ Te lo meriti Quistis” si disse a voce alta “è la punizione per aver pensato che Seifer sia carino!” si ne diede altri due, poi si calmò sedendosi sul morbido puff. “però… senza scherzi… non è tanto male…” continuò. Ma, ben presto, al volto di Seifer si sostituì quello di Squall “però io… io…” arrossì nuovamente in volto… nei suoi pensieri, dopo che l’immagine del volto di Squall si stagliò nitida ai suoi occhi, di nuovo il volto di Seifer, prepotentemente, cercava di prendere il posto di quello di Squall.

“ma che mi metto a pensare!!” disse a voce alta “sono una cretina!” e si diede altri schiaffi. Poi guardò la piccola sveglia rossa: “le otto… uffa oggi non ho nessun impegno e mi annoio… dovrò andare in mensa stasera, vabbè…” si alzò, richiamata dallo stomaco che iniziava a brontolare lievemente.

Fece per uscire quando qualcuno bussò alla porta: “Toc toc” Quistis rimase sorpresa.

“uh… avanti!” disse. Il pomello si girò e la porta si aprì. Sulla soglia apparve la figura di shu, la sua migliore amica!

“Ciao!” squittì allegra “disturbo?” Quistis, alla vista dell’amica, si sentì molto meglio: lei era l’unica alla quale confidava tutto, e che consolava quando era opportuno. Solo a lei aveva confidato della sua sbandata per Squall, nessun altro lo sapeva. Shu, oltretutto, era una ragazza di parola: Quistis le aveva chiesto di non dire niente a nessuno dei suoi sentimenti per il ragazzo e così aveva fatto.

“no, figurati! Stavo andando in mensa a mangiare! Ti va di venire?” domandò la biondina. Shu sorrise: “e io ho una proposta migliore! Sei vai in mensa significa che non hai nulla da fare! Ti va di andare a Deling city? Al ristorante sotto l’hotel! È un bel posto, anche un po’ tranquillo! E poi…” si bloccò un attimo “ho proprio bisogno di sfogarmi per colpa di quel cretino…” Quistis non riuscì a capire e fece una faccia interrogativa. Shu lo notò”oh, ti spiegherò tutto con calma, abbiamo tutta la serata fino al coprifuoco!” e sorrise.



“avete litigato per l’ennesima volta?” urlò sorpresa Quistis.

“Ssh! Non urlare!” disse Shu “beh, sì! Sarà l’ennesima volta, ormai ho perso il conto! Ma stavolta la colpa è sua, non mia come l’ultima volta! Nida è un grande idiota!” disse Shu seccata

“però…” mormorò Quistis “perché avete litigato?” quella domanda la spiazzò. Shu si era già dimenticata! Cercò disperatamente e in cinque secondi una valida ragione, ma senza risultato. Quistis fece un sorriso soddisfatto, come se avesse vinto qualcosa o azzeccato un qualche concetto:

“come immaginavo…” disse divertita “non ti ricordi nemmeno il perché! Questo significa che il vostro non è stato altro che uno stupido battibecco senza senso. Scommetto che, se parli a Nida, saprete fare pace e tutto tornerà come prima!” la consolò.

“Dici?” domandò insicura Shu

“Dico!” confermò Quistis, sfoggiando un sorriso radioso. “ora che ci penso, Quistis…” disse l’amica “corre voce da stamattina che tu abbia avuto un amichevole scontro con quello scemo di Seifer… dimmi, è tutto vero?” Quistis stava bevendo un sorso d’acqua mentre l’amica le porgeva la domanda. Solo a sentire il nome Seifer si irrigidì, rischiando addirittura di ingozzarsi con l’acqua!! “C-chi ti ha detto una cosa simile??” domandò shockata “ma soprattutto, se tu lo sai vuol dire che l’intero garden lo sa!!!” Shu non le rispose ma si limitò a sorridere ironicamente.



“ecco come è andata stamani” disse Quistis, una volta finito di raccontare “quell’idiota! Non si è nemmeno presentato alla lezione, ormai è all’ultimo anno! Credevo che la faccenda della strega l’avesse migliorato sotto tutti i punti ma mi ero illusa! Cavolo, con quell’aria da stronzetto!” farfugliò arrabbiata

“Mia cara Quistis” commentò l’amica “ricorda bene: chi odia ama!”



Nota dell'autrice: questo capitolo l'avevo scritto parecchi mesi fa. Mi sono limitata a riprenderlo e a fare le dovute correzioni! Come questo, anche il successivo sarà una riveduta di uno scritto di parecchio tempo fa. Dal terzo in poi sarà tutto da scrivere per la prima volta!Vi prego, lasciatemi qualche commento! ^_^ Grazie!!
Nota del 15/06/06: iniziata la correzione grammaticale, grazie alla mia beta reader Edea!! :*
Nota del 23/6/06: guarita dalla febbre e tonsillite :) Sempre grazie alla mia reader Edea ho terminato la correzione di questo capitolo! Grazie Edea :*
  
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