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Autore: crazyhorse    30/09/2011    0 recensioni
Questa storia vuole essere un modestissimo omaggio alla serie Firefly, piccolo capolavoro della tv scomparso prematuramente. Siamo nel 2518, l'umanità ha conquistato tutto l'universo e il Capitano Malcom Reynolds è sempre alla ricerca di lavori più o meno legali da compiere con la sua astronave, la Serenity, ed il suo equipaggio.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4 PROMISED YOU A MIRACLE(1)
Simple Mind

Fissando lo sguardo irremovibile del Capitano Malcom Reynolds, Morgan impiegò un nanosecondo per capire che continuare a combattere con lui sarebbe stato inutile, quindi si sedette al tavolo di fronte alla sua inquisizione, respirò profondamente e si apprestò a cominciare il suo racconto. Lo fece senza preamboli che sarebbero stati comunque inutili, ma andò direttamente al succo del discorso:
-L'Alleanza mi cerca. Cioè cerca i miei cavalli più che altro.-
-E perchè l'Alleanza vorrebbe due vecchi cavalli prossimi alla pensione?- chiese ironico il Capitano.
-Perchè non sono nè vecchi nè tantomeno prossimi alla pensione. Sono puledri, cioè Juice of Angel ormai...insomma hanno quattro e otto anni. E l'Alleanza li cerca perchè sono speciali.- esitò un secondo prima di entrare nel merito scientifico della loro particolarità, ma Mal la incalzò impaziente:
-Sarebbe a dire?-
-Loro sono fratelli, stesso padre e stessa madre. La ricombinazione dei patrimoni genetici dei genitori ha trasmesso a loro due mutazioni genetiche molto particolare. Hanno due geni in più, per la precisione. Il primo gene collega la produzione di acetilcolina, un neurotrasmettitore, con la produzione di melatonina. Il secondo gene codifica per un anticorpo anti-acetilcolina.-
Morgan si guardò attorno, ma vide che l'unico che non aveva la bocca aperta era Simon, cioè l'unico che aveva capito di cosa lei stesse parlando, infatti:
-Aspetta un secondo, ma di che sintomi stiamo parlando?- chiese il giovane dottore mentre il suo viso si accendeva d'interesse.
-Beh, sono animali che praticamente non dormono mai e non ne hanno neanche bisogno. Sono più forti e potenti della media degli altri cavalli della stessa età e massa corporea. Per questo l'Alleanza li vuole. Per studiarli e per creare un modo di trasferire tale condizione anche nei suoi soldati. Ovviamente questo significherebbe trasformarli in cavie da ricerca prima che vengano uccisi dagli esperimenti. Non è tutto rose e fiori, però, perchè queste mutazioni genetiche hanno un effetto collaterale, e cioè una specie di crisi epilettica che insorge ogni notte e dura circa un paio d'ore.- concluse gravemente lei mentre sentiva  i propri occhi inumidirsi al pensiero di quello che poteva capitare ai suoi cavalli, che per lei erano come fratelli.
-Aspetta aspetta vuoi dirmi che quando ti ho trovata con loro questa mattina....cosa stavi facendo esattamente?- le chiese Mal interrompendo il racconto.
-Beh, la notte la devo passare con loro, perchè se succde qualcosa almeno posso intervenire subito...inoltre ho scoperto che sono particolarmente sensibili ad una tecnica di manipolazione digitale in un'area innervata da una concentrazione paticolarmente elevata di terminazioni tattili...- guardando in faccia l'equipaggio della Serenity, Morgan capì che non la stavano più seguendo, per cui passò ad una definizione più terra terra della sua tecnica, che d'altra parte di sofisticato non aveva un bel niente: -...insomma grattini dietro l'orecchio o sotto la gola!-
-Ah adesso è più chiaro!- sentenziò il Capitano, mentre gli altri annuivano con il capo.
A quel punto però, Simon intervenne; sembrava in fibrillazione e a stento riuscì a reprimere un moto di esultanza:
-Whoa, ferma!  Ma tu hai appena descritto i sintomi della Sindrome di Collins...è una malattia rara negli uomini, ma è letale entro i primi cinque anni di vita...- 
-Sì, hai ragione i miei cavalli hanno la versione equina della Sindrome di Collins, ma la seconda mutazione genetica ha permesso loro non solo di sopravvivere oltre i cinque anni, ma vivranno benissimo come qualunque altro cavallo normale. E io non mi chiamo Novak, per la cronaca...ma Collins, mio padre è il dottor James Collins...quel Collins.- concluse quasi sussurrando vedendo che anche la bocca di Simon, adesso si apriva lentamente. Ma il giovane dottore si riprese subito. Si alzò dalla sua sedia, letteralmente galvanizzato e rosso in viso, mentre cominciava a blaterare cose per gli altri senza senso, per gli altri tranne che per Morgan:
-Aspetta! Tu sei la figlia del Dottor Collins! Accidenti ma quell'uomo è un genio! Oddio Morgan è una scoperta colossale...- prese a camminare avanti e indietro per la stanza -...gestendo bene un protocollo di ricerca si potrebbe trovare una cura per salvare tanti di quei bambini!- a questo punto si voltò di scatto verso Morgan e: -Vediamo se ho capito: il primo gene, quello di collegamento, scatena la produzione di acetilcolina quando aumenta anche quella di melatonina, cioè di notte. Le crisi epilettiche si originano dalla grande quantità di neurotrasmettitore che si scarica nelle placche motrici...i muscoli si irrigidiscono...dev'essere orribile, poveri animali...ma non soffocano? E il cuore come fa a continuare a battere?- Morgan aprì la bocca per rispondere ma Simon la precedette: -No, certo perchè i muscoli cardiaco e respiratori hanno una struttura ed un'innervazione differente rispetto a quelli striati! Nel frattempo però si avvia la produzione di anticorpo...ma ci vuole del tempo...due ore circa prima che vengano immessi in circolo e piano piano contrastino le crisi...- si fermò per riprendere fiato, le mani nei capelli, la sua figura proporzionata e slanciata tesa come la corda di un arco e gli occhi azzurri letteralmente illuminati. Proseguì, sempre senza lasciare il tempo a Morgan di intervenire: -Morgan con un semplice prelievo di sangue si potrebbe mettere a punto una terapia immunologica per salvare centinaia di migliaia di bambini....- ora anche il suo viso, che generalmente rifletteva i suoi sentimenti con il contagoccie, si era infervorato.
Morgan si schiarì la voce e poi intervenne prima di essere investita da un altra ondata di esaltazione di Simon:
-Sì, beh...in effetti sono quattro anni che ci stiamo lavorando con mio papà...e lo sto raggiungendo a Calliphora perchè stiamo mettendo a punto la fase finale della sperimentazione, quella con organismi artificiali apparato-simulatori...-
Simon la interruppe ancora più elettrizzato se possibile:
-Ma certo!! Organismi artificiali apparato-simulatori!! Così non dovrete neanche passare attraverso la sperimentazione animale...e neanche quella clinica...è straordinario...-
-Lo so!! Gli organismi artificiali sono stati una mia idea!- ora anche Morgan si stava entusiasmando. Si alzò di scatto dalla sedia e si avvicinò a Simon mentre ancora diceva, cioè quasi gridava in realtà: -Così niente torture per gli animali! Dobbiamo solo estrarre gli anticorpi dal sangue, riprodurre la sequenza genica con compatibilità umana, ovviamente, e...-
Simon la interruppe continuando al suo posto:
-Introdurre il gene in un veicolo che provvederà all'integrazione nel genoma dell'ospite....aspetta, scommetto che avete scelto un virus multi-sistemico!-
-Beh sì in modo che l'integrazione genica avvenga in tutti i tessuti, abbiamo scelto un virus multi-sistemico...questa è stata un'idea di mio padre.-
-E' grandioso! Morgan è semplicemente grandioso!!- concluse Simon sospirando e sentendosi sfiancato da tante emozioni.
-Hey senti perchè quando arriviamo non vieni in laboratorio...ti faccio fare un giro...- gli chiese Morgan contenta de aver trovato qualcuno col quale condividere la passione per la scienza.
-Accidenti sarebbe fantastico! Grazie!!- accettò lui quasi commosso.
-Va bene, okay ora basta!!- abbaiò il Capitano che fino a quel momento era rimasto in silenzio ma ora aveva esaurito la sua pazienza: -Scusate se interrompo i vostri programmi per la gita scolastica.- disse bruscamente. Poi si alzò e si avvicinò alla ragazza:
-Tutto questo è molto bello e renderà questo schifo di universo un posto migliore in cui vivere, grazie Morgan, ma non capisco perchè il tuo sbarco a Calliphora dovrebbe automaticamente corrispondere alla vostra salvezza dalle grinfie dell'Alleanza.- chiese freddo ed ironico il Capitano fissando la giovane negli occhi.
-Oh beh...perchè mio padre quando fa una cosa la fa in grande! A parte il fatto che una volta che la cura sarà resa disponibile per tutti, l'Alleanza dovrà fare i conti con l'opinione pubblica, quindi forse questo potrebbe bastare, ma non per mio padre! Ha fatto un accordo con la Federazione Intergalattica per la Salvaguardia della Salute in base al quale se la sperimentazione avrà successo noi e i miei cavalli rientreremo in un progetto di salute universale per cui saremo praticamente intoccabili!-
Mal non aveva obiezioni da fare, anzi la parola "intoccabili" lo aveva decisamente convinto.
Morgan, nonostante all'inizio fosse ovviamente restia a raccontare a tutti loro, che erano pur sempre degli sconosciuti, la sua storia, ora era contenta di averlo fatto. Nessuno di loro, Capitano in testa, si considerava pro-Alleanza, per cui, a parte Simon che era raggiante, gli altri non sembravano particolarmente turbati dal fatto di avere un bipede e due quadrupedi clandestini a bordo. Anche perchè Morgan aveva il sospetto di non essere l'unica fuorilegge sulla Serenity.
-Come hai intenzione di comportarti ora, Capitano?- chiese l'efficiente Zoe.
Mal rimase in silenzio qualche istante fissando il viso di Morgan e pensando a cosa sarebbe stato meglio fare, poi:
-Nessun cambiamento di programma! Si va a Boros e lei ci aiuterà a rubare gli ermellini all'Alleanza, dopo di che la portiamo a Calliphora.- Poi rivolto al pilota: -WASH!!- gridò come faceva sempre quando dovevano andare da qualche parte.
-Subito capo!!- ubbidì il pilota che non ebbe neanche bisogno di un ordine esplicito. Si alzò prontamente ed uscì dalla sala da pranzo diretto in cabina di comando. Il Capitano lo seguì a ruota dicendo:
-Allora la rotta è già prestabilita,  vero?-
I rossi capelli arruffati di Wash annuirono.
-Bene! Mettimi in comunicazione con Kit, voglio le piantine del magazzino dell'Alleanza!-
-Agli ordini capo!!- disse Wash da bravo soldatino.
-E smettila di chiamarmi capo!-
-Okay...capo!-
Mal alzò gli occhi al cielo, continuando a seguire il suo incorreggibile e pazzo pilota, rassegnandosi al suo senso dell'umorismo. Stava per raggiungere la cabina di comando dove Wash era al lavoro con la cloche già in mano, quando Morgan lo trattenne:
-Mal!-
Mal si voltò, e, per un secondo, rimase interdetto nel vedere lo sguardo della ragazza: i suoi occhi neri brillavano lucidi come un cielo notturno illuminato da una grande luna e milioni di stelle. Non rispose, riuscì solo a fissare quegli occhi scintillanti.
-Senti...- mentre parlava Morgan sembrava in difficoltà. Poi improvvisamente: -...quanto ci vorrà davvero per raggiungere Boros?-
-Ehm...un paio di giorni. Dopo il lavoro ripartiremo subito e arriveremo a Calliphora nel giro di quattro giorni, tranquilla!-
-Ah, okay...-
Mal fece per voltarsi e conquistare la cabina di comando, ma:
-Mal!!- ancora Morgan lo chiamò.
Ancora una volta il Capitano si voltò e non rispose, perso nel cielo di notte che erano quegli occhi che lo stavano fissando. Okay, quella ragazza aveva bisogno di dirgli qualcosa, ma non ci riusciva, forse non trovava il coraggio? Forse il suo orgoglio la frenava in qualche modo? Mal doveva sbloccare la situazione, primo perchè doveva parlare con Kit, le mappe del magazzino dell'Alleanza di certo non si sarebbero inviate da sole e se nessuno glielo avesse chiesto a quel cialtrone non sarebbe venuto in mente di inviarle, e secondo perchè anche lui aveva bisogno di qualcosa: aveva bisogno di sapere che cosa Morgan doveva dirgli. Fece un passo verso la giovane e, come sempre quando si sentiva in imbarazzo, parlò abbassando il tono di voce fino quasi a sussurrare:
-Dimmi...-
-Ehm...volevo solo ringraziarti per non avermi buttato fuori...- non aveva finito, ma Mal la interruppe, riacquistando il suo modo di fare spavaldo:
-Figurati....tutto pur di mettere i bastoni fra le ruote dell'Alleanza...e mettere nelle mie tasche altri ventimila...-
Detto questo fece per voltarsi un'altra volta, ma Morgan lo bloccò un'altra volta:
-Non ho finito! Accidenti perchè è così difficile dire certe cose!- sbottò spazientita e irritata con sè stessa più che altro. Poi respirò profondamente e si lanciò, parlando tutto d'un fiato: -Senti non mi lasciate là se mi prendono!  ...per favore...- concluse letteralmente implorando e prendendo a fissare con inconcueto interesse il pavimento di metallo del ponte fra la sala da pranzo e la cabina di comando.
Mal sorrise e, prima di rispondere, finse di pensare alle parole che gli erano appena state dette, come se dovesse valutare davvero la possibilità di andare a salvare Morgan in caso di una sua cattura o se sarebbe stato meglio lasciarla lì dov'era. Lei, dal canto suo, cominciò a tremare e le mani presero a pruderle dalla voglia di lasciare un segno a forma di cinque dita sulla faccia del Capitano per la sua esitazione. Si rilassò, solo quando lui rispose con apparente indifferenza:
-Uhm...sì va bene...in fondo per ventimila....-
In quell'occasione un nervoso pugno sulla spalla da parte di Morgan, al Capitano non glielo tolse nessuno.

(1) "Promised You a Miracle" - Simple Minds
  
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