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Autore: Martybet    30/09/2011    23 recensioni
«Invece come ti ho già detto, tu sei sempre uguale e il cervello ti assicuro che non è aumentato. »
«Ti sono cresciute le tette e le forme di mobydick sono sparite. »
Okay, basta.
Mi alzo dal tavolo, sfregandomi le mani perchého davvero l’impulso di tirargli uno schiaffo.
«Sai cos’è? Sono venuta qui per farti un favore,non per sentirmi insultare e prendere in giro come hai fatto per cinque lunghi
anni. Io sono cambiata, sono cresciuta.. sono migliorata. Tu,
Edward? Sei cambiato, ma soprattutto sei cresciuto dal bambino viziato eprepotente che eri un tempo? »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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DALLA PELLE, AL CUORE.



CAPITOLO 13
ALL THE RIGHT MOVES
All the right things in all the wrong places
Someday, we’re going down
They’ve got all the right moves and all the wrong faces
Someday, we’re going down










Spesso le persone quando devono descrivermi usano le parole: “assennata, responsabile, giudiziosa” e, dopotutto, non hanno tutti i torti. Sono sempre stata una ragazza cresciuta con dei sani principi e che non avrebbe mai deciso di fare sesso per puro divertimento con qualcuno, soprattutto se quel qualcuno fa di nome Edward Cullen.
Quanti incubi, quante notti insonni passate rivangando i suoi insulti e le sue prese in giro…  e io ho appena trascorso una notte a rotolarmici fra le lenzuola.
Se me lo avessero raccontato qualche anno fa probabilmente mi sarei messa a ridere fino a morire soffocata e disgustata.
Spazzolo i miei capelli lunghi davanti allo specchio cercando di non riportare alla mente i suoi commenti a riguardo, e fissando il mio aspetto nella superficie riflettente non posso non notare quanto sia distrutta.
Le labbra sono gonfie e arrossate, le guance sono quasi violacee e gli occhi lucidi e anche un po’ assonnati. Non so come farò ad uscire di casa oggi senza sembrare uno zombie, uno zombie appagato però, lo devo ammettere.
Anche se la cosa mi costa dirla, Edward è bravo sotto quel punto di vista, anzi forse la parola bravo è un eufemismo. Sono stata con un numero abbastanza alto di ragazzi ma mai nessuno di loro è riuscita a farmi godere in quel modo… in quel modo così totalizzante ed intenso.
Non posso credere di avergli davvero chiesto di continuare quella specie di rapporto puramente fisico. Voglio non essere una delle sue solite “amichette” ma la verità è che mi sto comportando esattamente come loro. Edward merita loro, di certo non me…
Devo chiudere con lui, devo dire che questa mattina ero lobotomizzata o avevo preso una botta in testa. Fare sesso con lui è meraviglioso ma la mia salute mentale è più importante di un bell’orgasmo.
Mi faccio sempre mille promesse ma poi…
Poi finisco sempre inguaiata fino al collo ad uno party per John Spike.
Dopo essermi data la crema per il corpo, mi sposto in camera cercando nel cassetto un paio di Jeans e un maglione caldo e una volta vestita armata di una pazienza immensa, vado in cucina certa come non mai di trovare Rosalie e Jessica.
Sedute sul divano non appena faccio il mio ingresso saltano sull’attenti e iniziano a sorridermi come due idiote.
Rose tossisce e inizia a sbattere le ciglia.
Jess accavalla le gambe, aspettando che io parli.
«Avete bisogno di qualcosa? »  chiedo con fare innocente, sedendomi fra di loro dopo aver preso una tazza di cereali.
«Sì, ho bisogno di sapere per quale assurdo motivo Edward Cullen si trovava nel tuo letto » risponde acida la mia migliore amica, trucidandomi con lo sguardo.
Sospiro e alzo gli occhi in gloria per un momento. «Cosa c’è di strano? »
«Pensavo non dicessi per davvero »  si intromette Jessica come al solito con una delle sue frasi poco felici.
«Mi dispiace di aver deluso le tue aspettative ma purtroppo è così »
«Purtroppo? »  mi riprende Rose alzando un sopracciglio. «Scusa ma da come urlavi stanotte il tuo “purtroppo” stona un po’… un po’ tanto »
«E’ bravo »  minimizzo. «Okay, è un po’ più di bravo… ma è solo sesso. E’ lo stesso figlio di puttana di dieci anni fa, è inutile che ci ricami sopra »
«Niente particolari? Tipo… la dimensione del suo amichetto lì sotto? »
«Rose! »
«Sì, anch’io sono interessata. Al tatto com’è? »
Posso morire in questo momento?
Esiste un modo per spegnerle contemporaneamente?
«Lo sa usare, va bene? »
«Cosa sa usare bene? » 
La voce di Jacob mi fa raggelare e spalancare le pupille contemporaneamente. E’ entrato con le chiavi di riserva che gli abbiamo imprestato e si trova in mezzo al nostro salotto con un’espressione che la dice alla lunga.
«Il membr… »  riesco a tappare la bocca di Jessica per un soffio.
«Niente, dimentica tutto » dico, sorridendo e alzandomi per andarlo  a salutare con un bacio sulla guancia.
Prendendomi di sprovvista però mi avvolge in uno dei suoi abbracci stritolatori che per poco non mi soffocano.
«J… jake, mi stai facendo male »  tossisco dandogli una pacca sulla spalla.
Sorride timido per poi farmi un buffetto sulla guancia con tenerezza.
«Allora andiamo? »  mi chiede facendomi alzare un sopracciglio, perplessa. Andare dove?
«Non ti seguo ».
«Non dirmi che ti sei dimenticata… ».
Inizio a pensare, cercando di spremermi le meningi ma non mi viene in mente nulla… tranne che sono una completa idiota!
«Do… dovevo accompagnarti a scegliere il regalo di compleanno per tua sorella e dovevamo mangiare insieme ».
«Non hai preso altri impegni, vero? »
«Ecco… io »  non riesco a finire la frase perché lo sguardo di Jake si fa subito cupo e non riesco a dire di no al mio migliore amico. «Sono liberissima, prendo la borsa e andiamo? »
Mi chiudo in camera sotto lo sguardo allucinato di Rosalie  e afferro il telefono inviando un sms ad Edward.
Devo mangiare con Jake oggi, mi sono dimenticata.
Faccio per metterlo in tasca ma lo sentò già vibrare. Possibile che sia così veloce?
Si unisce a noi e poi passi il pomeriggio con me…
Edward e Jacob allo stesso tavolo? Sta scherzando.
Non penso sia una buona idea.
Torno in sala tenendo il cellulare in mano e dopo aver salutato Rose e Jessica esco a braccetto con Jacob che continua a guardarmi stranito… come sapesse della mia notte di passione insieme ad Edward.
Dio santo, sono da ricovero.
«Allora cosa avevi pensato di prenderle? » 
«In verità speravo in te… lo sai che non sono bravo con queste cose »
«Beh, andiamo al centro commerciale poi si vedrà »-
Sento la mano vibrare e mi volto un secondo per leggere il messaggio.
Vi passo a prendere all’una.
 
*** * ***
 
Quando ho detto a Jacob dell’invito di Edward non è stato molto felice, anzi se devo essere totalmente sincera ha imprecato sotto voce non censurandosi nemmeno un po’.
Sa che Edward  è un idiota ed è preoccupato. E’ un comportamento normale per un migliore amico.
Anche io lo sarei.
La mattinata a parte quella piccola parentesi sul pranzo è andata bene,  abbiamo trovato il regalo perfetto per Rachel ovvero due biglietti per il concerto dei Coldplay e dopo di che ne ho approfittato per comprare qualcosina anche per mio padre.
Mancano pochi minuti alla fatidica ora X, siamo fuori dal mio alloggio. Io continuo a dondolarmi da una gamba all’altra torturando il mio povero labbro inferiore mentre Jacob ha un’espressione imperturbabile.
«Devi stare tranquillo, okay? »  provo a calmare le acque prima che parta con il piede sbagliato.
«Sono tranquillissimo ».
«Mi dispiace, se non vuoi andare annullo tutto ».
«Perché? I tuoi amici sono amici miei ».
«Lui n… non è  mio amico »Brutta mossa Isabella.
Alza un sopracciglio e so di essermi messa nei guai.
«Voglio dire… è presto per definirsi amici »  mi correggo cercando di non dare a vedere l’irreparabile.
«Ci sei andata a letto, vero? »  tuona facendomi rabbrividire e puntandomi un dito contro. Sembra più alto e  muscoloso.
Oh cazzo.
«E’ solo un ragazzo con cui… mi piacerebbe fare conoscenza, tutto qui »
Fa spallucce e io incrocio le braccia sotto il petto cercando di non dare a vedere quanto quella conversazione mi stia mettendo a disagio.
Non capisco perché debba così arrabbiarsi con me per cose che non lo riguardano.
Gioco con la chiusura della zip del mio giubbotto finché non sento il rumore di un clacson vicino a noi. E’ arrivato.
Alzo lo sguardo e trovo Edward appoggiato contro la sua volvo metallizzata, i capelli scombinati come al suo solito dal vento e una fitta di desiderio mi pervade lo stomaco.
Quanto vorrei avvicinarmi e sbattermelo contro quella macchina…
Okay, decisamente io e la sanità mentale siamo lontane anni luce.
«Ehi »  dico avvicinandomi e salutandolo con un semplice gesto della mano. Jake mi segue senza scalfire la sua maschera di imperturbabilità.
«Jacob »  dice Edward.
«Edward »  risponde Jacob.
Più chiari di così, si muore.
Grazie al cielo quel momento imbarazzante non dura a lungo perché iniziamo a camminare verso il ristorante.
«Tu studi? »
«Di tanto in tanto »  risponde facendogli l’occhiolino Edward e vederlo così ilare quasi mi fa spaventare. Non è da lui comportarsi in questo modo.
«E la laurea tuo padre te l’ha già comprata oppure devi aspettare ancora qualche anno? »
«Divertente » continua sempre mantenendo un sorriso sghembo, quel sorriso che stranamente adoro e non trovo insolente.
Una volta arrivati sento la tensione accumularsi a tal punto che percepisco un leggero tremore alle gambe, soprattutto nel momento in cui sono costretta a sedermi a capo tavola in modo da stare in mezzo ad entrambi.
Sono la regina delle situazioni imbarazzanti.
A pranzo per parlare di un’ipotetica amicizia con un extra di benefici, insieme al mio migliore amico.
«Tu invece che cosa studi, Jacob? ».
«Studio legge ma sono qui per la squadra di rugby » .
«Interessante » risponde Edward. «E quante volte alla settimana ti alleni? ».
«Perché ti interessa? ».
«La prossima settimana un mio amico dà un party, potrebbe interessarti fare da cameriere ».
Ed ecco che l’Edward spocchioso e pieno di sé torna fuori, facendomi amaramente pentire di aver pensato che potesse cambiare.
Gli pesto un piede con violenza e mugola un “ahi” quasi impercettibile.
«No, grazie »
Prendo la testa fra le mani, guardando prima Edward e poi Jacob.
Che sarà un pranzo particolarmente fastidioso non ci sono dubbi.
 
    
 
«Tu e Bella siete amici da molto tempo? »
Jacob alza un sopracciglio e storcendo le labbra inizia a pensarci su. «Circa  tre anni. L’ho conosciuta l’ultimo anno di liceo, e voi come vi siete avvicinati? »
Edward ridacchia e posa un braccio sulla mia spalla iniziando a toccarmi i capelli e ad attorcigliarli con il dito.
Inizialmente non mi rendo conto di quel gesto ma visto che continua per più di qualche secondo, gli tolgo la mano imbronciata.
Non oso girarmi e constatare che l’espressione di Jake sia proprio come mi aspetto, arrabbiata.
«Andavamo alle elementari insieme ma non era esattamente come adesso »  ridacchiò facendomi rabbrividire. Non posso credere che stia parlando di quel periodo a Jacob, non posso credere che ne parli scherzando quando per me sono state la rovina.
Vorrei arrabbiarmi, alzarmi e tirargli uno di quegli schiaffi capaci di far perdere l’udito ma l’unica cosa che faccio invece è guardarlo fisso negli occhi e rispondere a tono.
«Si, Edward si divertiva ad insultarmi per il mio peso, non è vero? »
Lui annuisce lentamente, abbandonando il sorriso.
«No, non mi divertivo affatto »  dice con un velo di… rabbia?
«Hai un bel coraggio… scommetto che tu non ti sia nemmeno scusato con lei, vero? »
Edward boccheggia e poi si ammutolisce del tutto. Da un lato sono contenta che Jake sia venuto con me, è raro che Edward Cullen venga azzittito da qualcuno
«Sono cose che non ti interessano » risponde senza la minima inflessione di tono.
«Bella mi interessa. E’ la mia migliore amica »  pronuncia quelle parole con rancore quasi sputandole.
«Anche io sono interessato a Bella. » 
Non sento più niente, credo che anche la vista sia un po’ annebbiata ma non ne sono molto sicura.
Forse ho qualche problema di udito perché le probabilità che abbia detto quelle cose sono davvero minime.
«Bene, il pranzo è finito, se permetti ce ne andiamo ».  Jacob si alza dal tavolo, aspettando che lo segua ma mi volto un secondo con un’espressione perplessa verso Edward.
«Ti chiamo dopo »  mormora piano e io annuisco alzandomi dal tavolo e andando verso l’uscita.
Raggiungo la porta ma proprio in quel momento sento la voce di Jake rivolgersi un’ultima volta verso di lui.
«Se non ci tieni a lei, faresti meglio ad uscire dalla sua vita » .
«Non è così, infatti » .
 
**  * **
 
La passeggiata di ritorno verso l’alloggio trascorre in silenzio e in tranquillità anche se Jacob, prendendomi alla sprovvista, afferra la mia mano e la stringe nella sua.
E’ un gesto che ha già fatto altre volte, eppure.. Eppure in quel momento sembra estremamente più intimo e calcolato.
Mi mordo il labbro inferiore, entrando in paranoia quando vedo i suoi occhi fissarmi con qualcosa che non riconosco.
Amicizia?
Negli ultimi anni sono sempre stata certa di una cosa.
La mia solida e duratura amicizia con Jacob Black.
Adesso anche quell’ultima certezza sta vacillando.
Una volta arrivati davanti alla mia porta sento il petto battere furiosamente mentre le gambe diventano improvvisamente molli e le guance arrossate.
Perché non la smette di guardarmi in quel modo?
Abbasso lo sguardo per qualche secondo ma poi capisco che non posso rimanere così per sempre. Mi volto verso di lui mentre sento la paura divorarmi lo stomaco, spero anzi prego che non dica niente e  mi saluti con un semplice bacio sulla guancia.
E' risaputo però, che le cose non vanno mai come vorresti.
«Bella » , dice posando un dito sulla mia guancia tramutando quel contatto in una carezza che mi fa quasi rabbrividire.
«Tu mi piaci e vorrei che fossimo qualcosa di più che semplici amici » .
Una “o” di stupore compare sulle mie labbra e questa volta credo davvero che potrei iniziare a prendere un martello e cominciare a darmelo sulla testa.
«No »  dico senza collegare il cervello alla lingua. «Tu… cosa? »
«Io… non so perché te lo sto dicendo adesso. Ho visto come ti guarda quell’idiota e non mi piace. Non mi piace che guardi te, in quel modo. Penso di essere innamorato di te, Bella » .
 E le sue mani contornano il mio viso mentre preme con forza le sue labbra calde, per la prima volta, sulle mie.
Oh porca puttana.
Non faccio tempo a collegare i pensieri con le azioni che cerco di allontanare il suo corpo dal mio. Non è ciò che voglio, lui è… lui è il mio migliore amico.
Scuoto la testa mentre sento gli occhi farsi man mano più umidi e la paura di incontrare il suo sguardo deluso mi divora lo stomaco.
«Jake dovresti andare a casa » mormoro facendo ritornare finalmente i nostri corpi alle giuste distanze.
«Sì, penso di sì» .
Con lo sguardo fisso chissà dove, indietreggia fino ad arrivare alle scale e senza aggiungere una parola di più se ne va, lasciandomi sconvolta sulla soglia della mia camera.
 
** * * *
Quel giorno  non ho chiamato Edward, né tantomeno ho risposto alle sue telefonate o ai suoi messaggi.
Non avevo voglia di sentire nessuno.
Ora però, distesa sul divano, ho voglia di qualcosa.
Sì, desidero fare sesso con Edward Cullen, di nuovo.
Sono un caso perso ma credetemi, una volta che avete iniziato è difficile smettere. Quel ragazzo crea dipendenza dal suo corpo.
Guardo l’ora sul tavolino da caffè  e con i nervi a fior di pelle, afferro il telefono, componendo con rabbia il suo numero.
Nei messaggi ieri aveva scritta che avremmo dovuto parlare, metterci d’accordo ma al momento parlare mi sembra uno spreco di energie inutili.
Ho appena perso l’unica persona insieme a Rosalie  che si importava davvero di me, ora ho la necessità di sfogarmi.
«Ehi, lentiggini… »
Sorrido istantaneamente, felice che abbia risposto al primo squillo.
«Se ti dicessi di venire qui, non per parlare… cosa mi risponderesti? »
Da quando sono diventata così disinibita? A dire la verità però, non mi interessa più di tanto.
«Ti risponderei di sdraiarti sul letto, completamente nuda ad aspettarmi » .

 

 

 

 

 Note:
*tossisce*
Scusate per il ritardo, ma come ho già detto questo è un periodo proprio "no" per me. Non riesco a scrivere e quello che scrivo non mi piace per nulla ( vedi questo capitolo ).
Non so perchè, probabilmente la scuola, gli allenamenti, preoccupazioni varie mi prosciugano l'ispirazione.
Comunque, venendo a noi.
In questo capitolo Jacob fa un passo avanti, lo avreste mai detto? Penso di si.
Bella è confusa, mooolto confusa e non sa come comportarsi. Edward per ora le serve come valvola di sfogo e le va bene così.
Staremo a vedere.
Ricordo che massimo dopo domani dovrei aggiornare   la mia originale romantica   HIC ET NUNC.
Un bacio,
Martina.

 

   
 
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