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Autore: _Cassie    30/09/2011    10 recensioni
Gli unici passatempi preferiti di Isabella erano: cavalcare, nuotare e tormentare il giovane garzone della fattoria, dall’alba al tramonto.
Il suo nome era Edward, ma lei non lo chiamava mai così...
«Garzone, riempi questi secchi d’acqua. Poi lucida la sella di Cavallo; voglio vederci rispecchiare il mio viso».
Garzone. Questo era il nome con cui l’aveva ribattezzato dall’età di dieci anni.
Nulla al mondo piaceva di più a Isabella che dare ordini a Edward.
«Ai tuoi ordini» rispondeva il ragazzo ad ogni richiesta della giovane.
“Ai tuoi ordini” era tutto ciò che le avesse mai detto...
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 6





Sebbene il Principe avesse il potere e il diritto di scegliere chi sposare, le leggi Reali imponevano categoricamente che entrambi le parti avessero un titolo nobiliare. 
Il fatto che Isabella fosse una semplice contadinella di periferia, perciò, non passò inosservato a Corte. 
«Tra tutte le dame che ti circondano, tra tutte le fanciulle più potenti ed influenti che esistano sulla Terra, tu vuoi sposare una comune mortale?» la Regina Carmen avrebbe potuto far carriera come cantante lirica, a giudicare dagli acuti che emetteva la sua esile gola da circa un quarto d’ora. 
«Già» confermò semplicemente il figlio, sbadigliando. Dopo un’intensa giornata passata ad uccidere e massacrare, tutto ciò di cui aveva bisogno era solo silenzio e riposo. 
«“Già”? Ma come? Non puoi ignorare le leggi!» strillò ancora Carmen. 
Passarono tutta la notte a battibeccare, finché non si giunse ad un accordo: nominarono Isabella Principessa di Forksland, uno dei tanti possedimenti terrieri del Re. 
La vecchia Isabella Marie Swan ora dava il benvenuto alla nuova Isabella Marianne Swanson di Forksland. 
E questo titolo non le piaceva per niente. 
«Perché dovrei cambiare anche il mio nome?» chiese con irritazione a Caius, una delle rarissime volte in cui si vedevano. 
«Perché quello di prima non si addiceva ad una nobildonna». 
«Voglio mantenere il nome che avevo alla nascita. È l’unica cosa che mi lega al passato...» sussurrò l’ultima parte. 
«Va bene, tanto servi solo a darmi un figlio» commentò derisorio il Principe. 


A Palazzo non persero tempo; in meno di una settimana, vennero convocati i migliori educatori di tutto il Paese, allo scopo d’istruire la futura Regina a comportarsi come tale. 
«Isabella, questo è Mister Varner. Sarà il tuo nuovo maestro. E queste sono Miss Weber e Miss Hammer; dizione e postura» l’informò Caius. Bella lo guardò con sfida. 
«Pensavo di servire unicamente per darti un figlio» disse con disprezzo mal celato. 
«Infatti non era mia intenzione darti la possibilità di avere una cultura. Fosse stato per me, avresti potuto vivere per sempre nell’ignoranza, tanto vali poco. Ma mia madre non tollera ciò, quindi...» il suo tono divenne pian piano minaccioso. «E poi, credo proprio che ti insegnerò personalmente le buone maniere. Tanto per cominciare, nessuno può rivolgersi a me senza che sia interpellato, a parte i miei genitori». 
«Non chiederò mai il tuo permesso per dire quello che penso. Mai. Sono nata libera, e morirò libera» Caius si accostò al suo orecchio. 
«Se non tieni a freno la lingua, morirai liberamente in pochissimo tempo» sussurrò. Poi uscì dalla stanza. 
Da quel giorno, Isabella venne seguita passo dopo passo, studiando il protocollo, la storia di Florin, l’albero genealogico della famiglia Reale, e un sacco di altre cose straordinariamente noiose.
La sveglia era sempre alle sei – non che si lamentasse di questo, visto che alla fattoria si alzava anche alle cinque – e si cominciava subito con le letture classiche romane e greche. 
Seguiva poi la lezione di dizione quotidiana, che durava circa due ore, con breve pausa per la colazione. 
Poi la postura, come versare il té, come rivolgersi ad un altro nobile o un suddito, come salutare, e persino come alzarsi da tavola in presenza di ospiti. Infine, fino a sera, ascoltava Mister Varner per ore mentre raccontava ogni singolo avvenimento storico. 
Le regole, d’altra parte, erano assurde: non poteva affacciarsi dal balcone per nessun motivo, e non le era permesso di esporsi alla luce solare senza un ombrellino a farle ombra, poiché la pelle di una Principessa doveva essere perfetta e immacolata. 
Ad ogni singolo pasto, usava sempre più di cinque posate e tre bicchieri, mantenendo costantemente le spalle dritte e la schiena ben eretta.  
E la sua vecchia vita le mancava immensamente. 

«Vostra Maestà, quante volte dobbiamo ancora ripeterglielo?» disse retorico Mister Varner, in un pomeriggio di nove settimane dopo. 
«Ma siamo in estate. Perché non posso aprire un po’ la finestra e godere dell’aria fresca?» domandò Bella. 
«Vostra Altezza, non sta bene che una Principessa apra le finestre da sé. Ci sono i servi per questo. E in secondo luogo, l’aria estiva è portatrice di influenze. Vi prego, continuiamo la lezione». 
«Non mi sembra tanto normale...» borbottò a bassa voce Bella, ma Varner non la sentì. 




Cinque anni dopo... 

La Piazza Grande di Florin era affollata come non mai.
Tutti attendevano con ansia la presentazione della futura sposa del Principe. 
Uomini, donne, bambini e anziani erano accorsi da tutte le parti del Paese, per assistere a questo evento. 
Nessuno aveva mai visto la Principessa, ma le voci sulla sua bellezza erano diffusissime.
Verso mezzogiorno, Caius comparve dal balcone principale con un’andatura fiera e rigida.
«Miei sudditi» esordì con un vocione rimbombante. «Come ben sapete, la nostra Nazione fra tre mesi festeggerà il cinquecentesimo anniversario. Al tramonto di quel giorno, io prenderò in moglie la Principessa Isabella Marie Swan di Forksland. Voi non la conoscete, ma la conoscerete adesso» ad un suo gesto teatrale della mano, le porte alle sue spalle si aprirono e Bella lo affiancò. 
E la folla rimase letteralmente senza fiato. 
La Principessa ventiduenne aveva di gran lunga surclassato la diciassettenne campagnola che era un tempo. 
La sua pelle era del colore della panna d’inverno, con le guance rosee e vellutate. 
I suoi occhi color cioccolato erano grandi, profondi, malinconici. 
Le sue labbra carnose, in passato rosee, adesso erano rosse come ciliegie mature. 
E i suoi capelli castani erano cresciuti fino alla vita, ricadendo in delicate onde sinuose. 
Sembrava quasi che la luce del sole danzasse con lei, regalandole un’aura soave ad ogni minimo movimento. 
Qualsiasi difetto, anche il più banale, era scomparso. 
Il Principe le prese la mano delicata, sollevandola in alto, mentre tutti esultavano entusiasti.  
«Vorrei camminare tra di loro...» disse Bella. 
«Non puoi, chi ti dice che non ci siano dei folli malintenzionati?» la rimproverò Caius. 
«Non accadrà nulla. Conosco questa gente, ero una di loro. So che non mi faranno del male» ribatté decisa.          
Scomparve dal balcone, e in pochi minuti eccola comparire sull’ampia scalinata del Castello, da sola.       
Avanzò lentamente, vagando dappertutto con lo sguardo. 
Ovunque andasse, la folla si apriva per lasciarla passare. 
Gli uomini la guardavano estasiati; le donne ammirate; i bambini volevano toccarla e parlarle. 
E lei lo fece. 
Comportandosi come una Regina, mantenendo la postura dritta e un sorriso cortese sulle labbra, ascoltò tutto ciò che volessero dirle, grata di poter mescolarsi ancora tra le gente comune.  
Tutti l’adoravano già.
Ma... 
... nell’angolo più lontano della Piazza Grande...
... nell’ edificio più alto del Paese... 
... sprofondato nell’ombra più oscura...
... l’uomo in nero aspettava. 
Neri gli stivali di cuoio. Neri i pantaloni e la camicia. Nera la maschera che indossava, più dell’ala di un corvo. 
Ma neri più di tutto splendevano i suoi occhi. 
Lampeggianti, crudeli, mortali... 








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Undici giorni che non posto. Quanto faccio pena da uno a dieci? Puah!
Il fatto è che stavo scrivendo altro e non avevo mai tempo per finire questo capitolo.
Comunque... c'è stato un bel salto temporale, ma non dovete preoccuparvi di questo.
Bella è diventata ancora più bella (suggerisco di fare un saltino al capitolo 1 e rileggere la sua descrizione per rinfrescarvi la memoria), e il matromonio si avvicina.
ATTENZIONE, ATTENZIONE PREGO: SI ACCETTANO SCOMMESSE SU CHI DIAVOLO SIA L'UOMO IN NERO DELL'ULTIMA PARTE. OGNI TEORIA È BENVENUTA, ANCHE LA PIÙ  ASSURDA XD!
Ringrazio di tutto cuoricino le angiole (?) che commentano, preferiscono, seguono e ricordano 'sta roba.
Mi dileguo ^^!



Cass


P.S. (non c'entra nulla con la storia, ma chi se ne frega): ho cambiato il nick da "Cassie89" a "Cassie9", perché si creava confusione.
Io non ho ventidue anni, quel numero ha solo un significato per me.

Bye bye!







 




   
 
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