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Autore: Herm735    30/09/2011    7 recensioni
“Credo che sia il momento opportuno per parlare della profezia.” [...] "Il suo cuore è puro, incontaminato. Dovrà affrontare un lungo viaggio, e alla fine la metà del suo cuore sarà con lei per sempre.” Aveva scoperto che avevano due possibili ipotesi su cosa significasse quella frase.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Ginny Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'WANTED'
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Ci siamo. Pensavo in tutta onestà che mi sarei fermata all'ultimo momento e non avrei mai mai mai trovato il coraggio di postare questo capitolo. Di solito non lo chiedo, ma gradirei che leggeste le poche parole che dirò a fine capitolo.

Buona lettura!




Non è una scelta


“Me ne sto andando” dichiarò, mentre l'ennesima lacrima cadeva dai suoi occhi e scendeva fino al suo collo. “E non tornerò indietro.”

Tutti guardarono Ginny come se fosse impazzita o stesse scherzando.
“E dove hai intenzione di andare?” chiese Ron, scettico.
Ginny scrollò le spalle.
“Ovunque.”
Ron pensò di non aver capito bene. “Ovunque?” ripeté.
“Sì. Ovunque sia la persona che amo, lì è il posto a cui appartengo.”
Ron fece un passo nella sua direzione.
“Non essere sciocca, Ginny. Non puoi andartene.”
“Perché no?” chiese Ginny sprezzante. “Non hai alcun diritto di scegliere tu per me, Ron. È la mia vita.”
Ron la guardò con incredulità. “È mio nipote” commentò con rabbia. “Credi che te lo lascerei portare via?”
“Ron!” gridò Luna indignata.
“Cosa?” chiese Draco, sperando di aver capito male.
“Glielo hai detto?” chiese Ginny alla bionda.
“Mi dispiace. Non credevo che fosse così stupido da dirlo difronte a Draco” si scusò lei.
Afferrò suo marito per un braccio e provò a tirarlo indietro, ma lui si liberò.
“Non hai il diritto di portargli via suo figlio” disse ancora con rabbia suo fratello, avvicinandosi ulteriormente.
Hermione sentì rabbia violenta che veniva emanata dal corpo di Ron.
“È mio?” chiese Draco in un sussurro. “Ginny, è mio figlio?”
Lei lo guardò come se fosse impazzito. “Credi che ti avrei tradito, forse?” chiese a sua volta con rabbia.
“Oh, e poi non sarebbe potuto essere comunque di nessun altro, vero, Ginny?” chiese Ron.
Hermione iniziò a preoccuparsi per la quantità di rabbia e violenza che percepiva provenire dalla mente di Ron. Non pensava di averlo mai visto così arrabbiato.
Ginny era senza parole. La sua bocca si spalancò con stupore.
“Che c'è? Credevi che non me ne fossi accorto?” chiese con disgusto. “Credevi che non vedessi il modo in cui vi guardavate? L'avevo capito Ginny. E se anche fossi stato stupido, ho trovato le vostre lettere.”
Ginny rabbrividì. La voce di Ron era intrisa di puro disgusto.
Ironicamente, gli ricordò il tono di voce che molti anni prima era solito usare Draco rivolgendosi ad Hermione.
Fu proprio Hermione che si fece avanti, proteggendo Ginny col proprio corpo.
“Sta indietro Ron. O giuro che ti farò indietreggiare io” estrasse la bacchetta, puntandola verso il rosso.
“Fatti da parte Hermione. Non sai chi stai proteggendo” rispose lui.
“Sì che lo so. L'ho sempre saputo Ron. E non ha mai importato niente per me. E sinceramente mi dispiace che importi a te, perché non puoi farci niente. E neanche Ginny può farci niente. Nessuno può, Ron.”
Lui scosse la testa.
“Credi davvero che se avessi potuto scegliere, non avrei preso la strada più semplice?” chiese Ginny, distrutta dalla reazione di suo fratello.
“C'è sempre una scelta.”
“Già. Potevo scegliere di vivere nascondendomi. E ci ho provato Ron. Mi hai visto provare! Ma non ci sono riuscita” rispose, dispiaciuta. “E non voglio più rinnegare quello che sono.”
“Quello che sei?” rispose con disgusto. “Tu non sei così, Ginny. Tu sei meglio di così.”
Lei non riuscì neanche a rispondergli. Si limitò a scuotere la testa.
“Ma non è con te che dovrei prendermela. È con chi ti ha fatto diventare quello che sei.”
Si voltò verso Amanda, solo per vederla fare un passo avanti ed estrarre a sua volta la bacchetta, come aveva fatto Hermione poco prima.
“Dovrai passare sul mio cadavere” gli intimò la strega.
“Ok, cerchiamo di calmarci tutti, ok?” disse Harry, sperando che sia Hermione che Amanda avessero riposto le bacchette.
Ma, al contrario, Ron estrasse la sua.
“Togliti di mezzo” ordinò ad Amanda il rosso.
Lei rise in modo sarcastico e sprezzante.
“Costringimi.”
Il rosso strinse così tanto la bacchetta che le nocche della sua mano destra diventarono bianche.
Provò a schiantare Amanda, ma lei, ovviamente, riuscì a deviare facilmente l'incantesimo, disarmando poi Ron con un gesto secco del polso, facendo volare la sua bacchetta a più di dieci metri di distanza.
“Avrei dovuto aspettarmelo. Perché combattere se tu puoi combattere al posto suo, giusto?” chiese retoricamente Ron.
Amanda mosse il braccio, preparandosi a colpire il rosso e farlo tacere.
Ma una mano afferrò il suo polso, bloccandola.
“No, Amanda. Non puoi combattere battaglie d'altri.”
Fu Pansy a bloccare il polso di Amanda e a parlare.
Draco avanzò, guardando Blaise con rancore.
“Come hai potuto farmi questo, Blaise? Eri il mio migliore amico ai tempi di Hogwarts.”
Lui scosse la testa.
Harry prese le spalle di Draco, cercando di trascinarlo indietro e calmare gli animi. Ma Blaise parlò di nuovo.
“Draco, io e te siamo troppo diversi. Se anche io fossi stato innamorato di Ginny, lei non avrebbe mai potuto amare me. E tu hai sempre saputo molto bene che ad un'altra donna è sempre appartenuto il mio cuore.”
Tutti capirono che si stava riferendo a Pansy.
“Ma proprio come te, anche io ho capito che non sarei mai stato capace di renderla felice. È un destino simile, il nostro. Ma a differenza vostra io non incolpo nessuno, perché come dice Hermione, nessuno può farci niente.”
“Stronzate” sussurrò Ron. “Scommetto che un pugno in faccia risolverebbe un sacco di cose.”
“Allora fatti sotto. Dammi pure un pugno se questo ti farà sentire meglio” si fece avanti Ginny.
Ma Hermione fu più veloce di lei, frapponendosi di nuovo tra il suo corpo e quello di suo fratello.
Draco indietreggiò di diversi passi, costretto dalla forte presa di Harry sulle sue spalle.
Adesso i due maghi erano affianco a Silente e Luna, mentre Ron, qualche passo avanti a loro, era sempre faccia a faccia da una parte con Hermione e dall'altra con Amanda.
“Ho passato così tanto tempo con te, Draco, perché voi due siete così simili” spiegò Ginny. “Mi ero illusa che forse sarei riuscita ad amarti nello stesso modo.”
Lui rimase colpito dalla fragilità che vedeva in Ginny.
“Se avessi ancora in mano la mia bacchetta ti ucciderei” sibilò velenosamente Ron, guardando le proprie scarpe.
Pansy estrasse la propria bacchetta. Tutti rimasero immobili, trattenendo il fiato.
Fece due passi avanti, puntandola contro il petto di Ron.
Poi la lanciò brevemente in aria, riafferrandola per la punta e porgendola al mago.
“Tieni. Avanti, prendila” lo incoraggiò, finché lui, sbalordito, non la prese. “Uccidimi.”
“Lei?” chiese Draco esterrefatto. “No, mi state prendendo in giro” rise, ma nella sua voce non vi era divertimento.
“Avanti” ripeté Pansy in direzione di Ron. “Mantieni la tua promessa. Hai chiesto una bacchetta, e adesso ce l'hai. Uccidimi. Forza, non posso neanche difendermi. Sarà facile.”
Ron strinse la bacchetta con mano tremante.
Poi l'alzò verso di lei, puntandola contro il suo petto.
“Ron, che diavolo stai...” Luna era incredula. “Ron, è disarmata!”
Ginny scivolò davanti a lei, tentando di allontanarla. Ma Pansy fu decisa, e la sua maggiore forza fisica le permise di forzare Ginny dietro se stessa.
Hermione disarmò Ron senza secondi pensieri, schiantandolo.
Il rosso si rialzò velocemente.
“Sei impazzita?” chiese ferocemente.
“Sei un idiota!” rispose lei con altrettanta rabbia. “Che diavolo ti prende, Ron? Sono innamorate, tutto qua, tutti noi lo siamo stati. Non è una questione così drammatica e non capisco perché ti stai comportando come se il mondo stesse crollando” si sfogò Hermione.
“Non è naturale!” urlò lui.
“Oh, sta zitto Ron” gli intimò Draco, spostando la sua attenzione su Ginny.. “Questo è il motivo per cui sei stata con me?” le chiese. “Perché io e lei siamo simili? Non mi hai mai amato?”
“Ti ho amato Draco. Davvero, l'ho fatto. E non perché sei come lei, ma perché sei una persona straordinaria. Però quello che all'inizio era amore è diventato affetto, capisci?”
Lui annuì.
Ron sbuffò.
“Stai scherzando, vero? Tutto qui? Sei un pazzo per farti andare bene questa cosa. E tu, Hermione, per tutto questo tempo lo sapevi ed invece di cercare di aiutarla...”
“Io ho cercato di aiutarla, Ron. Ho cercato di esserci per lei perché sapevo che tu non ci saresti stato.”
Mentre Draco e Ginny parlavano, Hermione si era messa davanti a Pansy, proteggendo sia lei che Ginny. Quasi immediatamente era stata affiancata da Amanda.
Pansy, al contrario, non si era spostata. Era rimasta immobile, con Ginny alle sue spalle. La rossa aveva le mani sulle sue spalle ed era premuta contro di lei, mentre uno dei bracci dell'altra donna le cingeva la vita, tentando di rassicurarla con quel semplice gesto. E, in parte, riuscendoci.
“A papà prenderà un colpo. Era già preoccupato perché convivevi con un uomo con il quale non eri sposata. Cosa credi che penseranno di te adesso, i nostri genitori? I nostri fratelli?”
“Non lo so Ron!” urlò disperata Ginny. “Ma non capisci che è per questo che avevo così paura di essere me stessa? Per te, per mamma e papà, per Fred e George...Non credi che se avessi potuto fare qualcosa, qualsiasi cosa, per cambiarlo, non avrei provato?”
Ron scosse la testa.
“Non hai provato abbastanza.”
Ginny sapeva che non sarebbe stato facile.
Aveva immaginato che le cose sarebbero andate male. Ma non tanto male da non riuscire a far ragionare Ron.
Si sarebbe aspettato una reazione del genere da Draco. Forse da suo padre. Ma Ron? No, quello l'aveva davvero colta di sorpresa.
“Mi disgusti.” Seguì una breve pausa. “Preferirei vederti morta piuttosto che così.”
Il dolore che riempì gli occhi di Ginny era indescrivibile.
Per diversi secondi tutti rimasero immobili.
Nessuno sapeva cosa dire.
Nessuno sapeva spiegare quando li facesse star male lo sguardo di puro dolore di Ginny, il fatto che quelle due semplici parole dovessero averla spezzata.
La strega iniziò silenziosamente a piangere.
E quella fu probabilmente la goccia che fece traboccare il vaso.
Tutti osservarono Pansy avanzare verso Ron e colpirlo, con il massimo della forza di cui fu capace, con un pugno in pieno volto.
Poi si chinò e raccolse la propria bacchetta da terra.
Ginny abbracciò velocemente Hermione.
“Grazie per aver provato.”
“Voglio avere tue notizie Ginny. Lo esigo” sussurrò così sommessamente che solo lei fu in grado di udirla.
“Le avrai.”
Non sembrava molto sincera.
Pansy le offrì una mano.
“Andiamo” il suo tono era quello di una domanda.
E probabilmente lo era.
Ron, che nel frattempo si era rialzato da terra, ebbe almeno la decenza di non parlare.
Ginny prese la sua mano e, nonostante la quantità incalcolabile di lacrime che aveva pianto in quei giorni, riuscì a sorridere.
Ed era un sorriso sincero, pulito.
Era un sorriso che nessuno le aveva visto fare da anni. Perché quel sorriso era il sorriso di una persona che sa di tenere la mano della sua anima gemella.
“Andiamo.”
Lei si avvicinò, avvolgendo Ginny tra le sue braccia e smaterializzandosi subito dopo.
E così se ne erano andate.
Avevano perso tutto, ma in cambio avevano ottenuto la sola cosa che rimanendo non avrebbero mai potuto avere. La libertà.
La libertà di amarsi, di essere chi erano e nient'altro. La libertà di essere felici.
Una libertà di cui troppo a lungo erano state private.
Hermione si guardò attorno. Molti di loro l'avevano delusa, quel giorno.
“In cinque anni lontano dal campo” iniziò “mai una sola volta ho rimpianto la scelta di andarmene” li informò. “Ma lo faccio adesso. Lo faccio perché se fossi rimasta avrei fatto sì che Ginny avesse considerato la sua casa come un posto in cui poter essere se stessa, non un posto dove nascondere chi fosse.”
Molti di loro distolsero lo sguardo da quello deluso della bruna.
“Se non riuscirò a riportare indietro Ginny, sappi che l'unica persona che incolpo sei tu, Ron. Per tutto questo, tu sei il solo responsabile. L'unica persona da biasimare. Spero che tu sia felice adesso.”
Poi incontrò tutti i loro sguardi, facendogli percepire quanto fosse amareggiata, in quel preciso momento, dal loro precedente comportamento.
“Ci stupiamo che gli uomini siano spaventati da noi maghi. Ci meraviglia che ci trattino come bestie. Ma se anche noi siamo in grado di provare disgusto nei confronti di altri esseri umani per qualcosa che non hanno scelto di essere, allora non siamo migliori di loro.”
Nessuno di loro aveva scelto di essere un mago. Eppure eccoli lì, tutti a doverci fare i conti.
Ed Hermione non riusciva a capire come facevano a non rendersene conto.
Non era stata una scelta.
Non si era mai trattato di scegliere.
Si era trattato solo di dover imparare a conviverci.
E lo stavano tutti facendo.




I miei dubbi su questo capitolo riguardavano in parte il fatto che probabilmente perderò quel paio di recensori che mi sono rimasti. Ho realizzato che non mi importa. Era qualcosa che sentivo giusto scrivere, per chiarire la mia posizione in materia. La discriminazione è sbagliata, di qualsiasi tipo essa sia. È qualcosa che i libri di Harry Potter mi hanno insegnato.

Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, sia che siate d'accordo sia che non lo siate, ciò che non mi piace è l'indifferenza.

Detto questo, passando a temi più leggeri, il prossimo capitolo conclude la seconda parte di Wanted...Dispiaciuti? Felici? Io non sono ancora riuscita a decidere!




  
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