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Autore: Ayame Yui    30/09/2011    5 recensioni
Ventun lettere...mille emozioni...Soul e Maka diventeranno mai una cosa sola?!
MakaxSoul
[AVVISO: Rating Arancione per la prima parte del cap.17]
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: Salve genteeee!!!  Vi lascio qui il chappy con la lettera “C” :D
Spero tanto che vi piaccia, fatemi pure sapere cosa ne pensate e se avete qualche consiglio ancora meglioooo  ;P
Grazie a tutti!!! ^__^
 
 


C come Cafone


Non bastavano mai i miei Maka-chop, Soul rimaneva sempre e comunque il solito burino, maleducato e buzzurro.
Presto l’avrei ammazzato, o mandato all’ospedale, e questo era un bel problema visto che della mia Buki avevo bisogno.
Faceva un gran caldo, così tanto che se avessi potuto mi sarei strappata via di dosso anche la pelle, invece portavo rigorosamente pantaloncini e canottiera.
Mi stavo a dir poco per squagliare, oltre tutto io, nonostante fossimo in vacanza, mi davo da fare con le pulizie, mentre quel beduino sfaticato se ne stava bellamente sul divano a guardare quei suoi assurdi programmi televisivi.
E non era finita li, se ne stava steso e rilassato, con addosso solo un paio di maledettissimi boxer.
Avevo appena finito di stendere il bucato, così iniziai a pulire il salotto, mi piazzai davanti al televisore per spolverare le mensole sopra di questo e…
«Maka, accidenti! Non vedo niente così!» si lamentò quello scansafatiche.
«Piantala, Soul, almeno io mi sto dando da fare!» gli risposi ignorando le sue lamentele.
«E chi te l’ha chiesto?!» chiese strafottente.
«Cosa? Chissà che porcile sarebbe questa casa se facessi come te!».
Lo sentii alzarsi e trascinarsi in cucina, farneticando qualcosa su quanto era ordinata la sua stanza.
Finito di sistemare quel disastro di salotto, mi avviai anch’io verso la cucina, avevo una gran sete con quel caldo spossante, persino il sole boccheggiava quel giorno.
Briciole, piccoli pezzetti di pane erano sparsi su tutto il pavimento, quel pavimento che avevo ardentemente lucidato quella mattina presto, mentre il signorino era ancora nel mondo dei sogni. Alzai lo sguardo adirata e vidi Soul che beveva dal cartone del latte e  mi osservava con indifferenza.
Irritante, insopportabile, un vero e proprio cafone e…e un incivile nudista, visto che il mio sguardo era inconsciamente sceso su quegli stupidi boxer.
«Che hai fatto, Maka?» mi domandò ghignando.
Ero avvampata, sentivo le guance in fiamme nonostante ci fosse già caldissimo, ma che diavolo mi succedeva?
«N-niente! Qua-quante volte ti ho detto di bere nel bicchiere!» balbettai imbarazzata.
«Hm» trangugiò un altro sorso.
«E-e mettiti qualcosa addosso per la miseria!!! Sei peggio di Blair!» mi si alzò la voce di parecchie ottave, facendo trasparire la mia confusione.
Lo stava per dire, lo sapevo, così mi voltai di spalle e presi il primo libro che capitò a tiro.
«Ahh Maka, ti sei accorta di quanto sono fig-» non riuscì a finire la frase perché lo azzittii con un Maka-chop che poteva davvero far concorrenza al Sommo Shinigami!
 


C come Coraggio

La guardavo, osservavo ogni suo movimento, in qualsiasi cosa facesse, lei ce la metteva sempre tutta, anche ora mentre cercava di fare dei perfetti Onigiri per la cena.
In quegli splendidi occhi verdi vi era sempre quel lampo di audacia e volontà, quel color smeraldo brillava di una luce eccezionale, se li guardavi non potevi più scordarli.
Sbuffò prendendo con decisione quella pallina di riso che si stava facendo beffe di lei.
Chiusi per un momento i miei occhi e mi tornò alla mente tutto, o meglio il ricordo della battaglia contro il Kishin che mi travolse facendomi rabbrividire.
Focalizzai una sola parola: Coraggio.
Maka ne aveva a non finire, ne possedeva così tanto da riuscire a rendere un pugno più forte, ne discorreva così tanto che aveva affrontato il Kishin da sola, con il suo coraggio, lei, aveva battuto la paura.
La Shibusen non era un posto per codardi, Maka era una pazza, il coraggio alla fine non era così differente dalla follia.
La mia Shokunin era una folle spericolata, una screanzata, una partner perfetta per un figo come me.
«Soul? Soul! Mi stai ascoltando?» mi chiamò.
«Ah si, dimmi?» cercai di tornare alla realtà.
«Ti va se questa sera ceniamo fuori?».
Diedi un’occhiata a quel pasticcio che aveva combinato: c’erano chicchi di riso sparsi per tutto il ripiano da lavoro della cucina.
«Hum…bèh direi di si, guarda che casino hai combinato, pensavo che una secchiona come te riuscisse a preparare dei semplicissimi onigiri!» la schernii.
«Tu non ci hai nemmeno provato, Soul!» si difese.
«Non sarebbe affatto cool, Maka!» dicendole ciò mi avvicinai, togliendole il chicco di riso che aveva appiccicato alla guancia, lasciandola leggermente sconcertata.
 
   
 
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