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Autore: yukina_chan    10/06/2006    2 recensioni
La loro vita, il loro destino, tutto era già stato scritto: A levante stella, lei, brillante e vivace, riempirà il loro io di innocente purezza, e la via della quiete s’alzerà a grandi strade; nei loro occhi, allora, il riflesso, unico e solo il calore dell’amore. Ma a ponente stella, lei, dolce e mortuaria regina della notte, quello stesso riflesso di azzurro cielo tramuterà in riflesso di ramato rosso; spietato, crudele; e l’innocenza diverrà muta solitudine di mille corpi che si schiantano nella cruenta carneficina del male. §Ecco a voi la mia seconda fanfic su Shaman King. Una struggente storia d’amore e di morte, cupa e complessa… Non aspettatevi un lieto fine, perché non c’è…§ **Starring§TrioHana&Hao**
Genere: Romantico, Dark, Drammatico, Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Anna Kyoyama, Chocolove, Elisa, Faust VIII, Hao Asakura, Jun Tao, Lyserg Diethel, Manta Oyamada, Pirica, Redseb e Seyram, Ren Tao, Ryu, Tamao Tamamura, Tokagero, Trio Hanagumi, Yoh Asakura
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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§§**… The Final CountDown…**§§

§§**… The Final CountDown…**§§

Erano sempre state delle fanciulle un pò strane.

Fin da piccolissime, avevano dei volti pallidi e infantili talmente belli e allettanti da mettere una certa soggezione a coloro che le osservavano o che vivevano attorno a loro. I morbidi crini adagiati sulle spalle, a incorniciare quegli angelici visi dagli occhi tanto profondi e un filo diabolici; i corpi paffutelli di bambine, ma comunque armoniosi e aggraziati; i sorrisi incantatori, capaci di sciogliere qualsiasi barriera nei cuori altrui. Le voci flebili, dolci, un poco timide. Erano sempre state abbastanza riservate e solitarie come bambine. Non davano confidenza tanto facilmente, ma quando si riusciva a stimolare le loro più nascoste curiosità e i loro vispi cervelli si poteva esser certi di scatenare in loro un immortale interesse.

Erano sempre così assettate di informazioni, così curiose verso il mondo, del quale volevano sapere ogni minimo dettaglio. Perchè lo amavano con tutte le loro forze.

Amavano il mondo più di quanto non avessero mai amato loro madre, morta poco dopo la loro nascita. Amavano il mondo più di loro padre, che non avevano nemmeno mai conosciuto.

Erano sempre state sole. Il mondo era ciò che dava loro forza, l’ultima certezza che avevano, oltre all’amore che coltivavano l’un per l’altra. Amavano il mondo e volevano donargli tutto di loro. Conoscenze, poteri, amore, tutte le ricchezze che possedevano desideravano donarle al mondo che le circondava, per arricchirlo e in qualche modo, magari, migliorarlo.

Crescendo divennero sempre più belle, sempre più ricche d’amore, sempre più… inquietanti.

Infatti è inutile negarlo: per quanto fossero belle e irresistibilmente innocenti, questa loro impeccabile bellezza e perfezione incuteva paura.

Le Tre Sorelle della Rosa, talvolta, erano capaci di terrorizzare.

Quando le guardavi negli occhi, di sfuggita, potevi scorgere in loro molta forza, molta purezza; ma dietro a questo fragile vetro perfetto si nascondeva una crepa di dolore e sofferenza che faceva star male al solo percepirlo. Forse è vero che chi vive per far del bene è destinato irrimediabilmente a soffrire…

Streghe della Rosa, in vita, voi, chi eravate davvero?

Angeli perfetti caduti sul mondo sbagliato? O splendidi demoni celati da una corazza d’amore e di innocenza?

Chi eravate, qual’era il vostro nome? Qual’era il nome della vostra anima e dei vostri pensieri? Che suono avrebbe fatto se lo si fosse urlato nel silenzio dell’aria?

Qual’era il vostro nome?

*

Ora come ora farsi queste domande poteva parere stupido. Ma spesso ci affanniamo a cercare risposte nel nostro presente mentre magari una spiegazione ai nostri dubbi, molto più semplice e chiara, si trova proprio nel nostro passato.

In quel momento, purtroppo, per Hao il passato era uno splendido, lontano, irraggiungibile ricordo ormai perduto. La situazione era stata stravolta. Non si tornava più indietro.

Le Streghe erano morte. Ed erano morte piangendo, non solo con le lacrime materiali ma col cuore. Era questa la cosa che faceva più male al giovane Hao. Se fossero riuscite a perdere prima i sensi, nella loro incoscenza sarebbero forse riuscite ad abbandonare questo mondo perlomeno con la speranza ancora in corpo che le cose sarebbero potute cambiare. Certo che non era vero. Ma l’incoscienza a volte è così dolce e rassicurante che riesce a cancellare ogni altro male. Lo maschera. Peccato che non fosse andata così… Le Streghe erano morte con l’immagine impressa nelle iridi della loro crudele, dannata, maledetta verità.

…fa male…

*

Erano rimaste tuttora bellissime. Ma la loro bellezza era cambiata. Ora da angeli bianchi si erano trasformate in demoni neri sporchi del loro stesso sangue. Le Rose Nere che ricoprivano il loro corpo emanavano tetre aure mortali. I loro occhi erano maligni, completamente diversi da come erano stati fino ad allora. La loro morte e successiva rinascita, lì, su quel bianco balcone, aveva suscitato non poco stupore tra i presenti. E non solo quello. Hao sentì una profonda fitta al torace nel vedere le sue splendide Streghe trasformate così. Le sue docili bambole… Angeli perfetti… Dove siete finiti, ora?

“Ma bene bene… I comuni mortali. Ci è voluto del tempo, ma alla fine, finalmente, ci rincontriamo” sibilò tagliente Kanna, squadrando i presenti con un ghigno cattivo stampato sulle labbra. “Era da tempo che desideravamo tornare tra voi, poter sfogare la nostra rabbia e la nostra fustrazione…” continuò Marion accarezzandosi un codino biondo quasi con indifferenza “Frustrazione e rabbia per aver ceduto alla nostra parte pura, all’amore, ai buoni sentimenti e a quello sciocco, stupido, disgustoso ragazzino che ci osserva da lì in fondo…” terminò Mathild con aria schifata, indicando il giovane con aria di visibile disprezzo. “Ma da ora le cose cambieranno radicalmente… Niente più tempo per i desideri, le speranze e gli amori. Solo morte, sangue, sangue e ancora sangue!” aggiunse Kanna, folle nello sguardo.

Hao, Yoh e compagnia erano senza parole, immobili a osservare la scena, sentendosi impotenti e maledettamente inutili… Elisa sorrideva soddisfatta e non aveva smesso nemmeno per un secondo di farlo.

“Sì… Finalmente! Le mie creature del male, le mie Streghe predilette, figlie mie! Io vi ho create e io vi ho permesso di tornare a vivere! Finalmente la vostra vera natura è ricomparsa!” esclamò con voce rauca e fredda. Assomigliava sempre più a quella di una vecchia, e incuteva paura.

Le Tre Streghe si voltarono verso Elisa, i loro ghigni scomparvero totalmente.

“Streghe della Rosa, ora che siete tornate –e stavolta per sempre- potremo finalmente mirare alla riconquista del nostro mondo, il mondo che abbiamo sempre desiderato e ammirato. I miei poteri misti ai vostri possono tutto, mie care, ormai. Nulla ci potrà fermare… Uomini, spiriti, angeli e demoni: li uccideremo tutti, se necessario! Ma potremo finalmente coronare il sogno di tutte noi da sempre: possedere il mondo e il suo immenso potere!”

Kanna, Mathild e Marion non fiatarono per un po’. Il loro sguardo era fisso sulla Custode, incredibilmente cambiata rispetto a poco prima. La pelle era ricoperta di rughe fittissime, gli occhi sbiaditi e vuoti, i capelli esili e il corpo raggrinzito. Osservandola, Hao non potè non provare una nausea profonda, fisica e morale.

Il silenzio che aleggiava era raggelante. Finchè una risatina non spezzò l’aria…

“Mpf…. Eheheh… Ahahahah!” mano a mano, le voci delle tre Streghe si trasformarono in una fragorosa risata cattiva.

Elisa tacque d’improvviso, stupita da tale comportamento. “Suonava come un accordo, un patto, dico bene ragazze?” disse tra una risata e l’altra Kanna verso le sorelle. “Eh già. La brava vecchietta ci sta proponendo un’alleanza!“esclamò Mathild in seguito. “Colei che ci ha reso l’esistenza un inferno ora ci crede così stupide da cascare nel suo tranello!”

Elisa mormorò tremante “Ma cosa dite? Io voglio aiutarvi… Sono le vostre anime pure che ho dannato, ma il mio scopo era quello di creare voi, voi nella vostra maligna perfezione, è a voi che ho donato la vita in quell’alba di sangue”

Le Streghe sprizzarono energia maligna da tutti i pori. “Ci fai solo ridere, tu! Tu, Sacerdotessa del Villaggio da noi maledetto, Cervello delle Anziane che ci hanno dannate, tu dici di averci create, di averci donato la vita?!” esclamò Mathild senza smettere di ridere. “Tu non ci hai donato la vita… Tu sei solo colei che ci ha fornito dei corpi, delle prigioni in cui vivere nell’agonia e nella repressione. Tu non ci hai dato proprio niente!” continuò fredda Marion.

Hao e gli altri osservarono la scena con sempre più stupore. Intanto la massa di persone presenti sembrava essersi immobilizzata, forse non capendo bene il significato di ciò che stava accadendo. L’avambraccio del giovane ricominciò a pulsare, mentre l’intero corpo ormai ricoperto di sangue fresco ribolliva di qualcosa di non ben definito, dormiente dentro di lui…

…Vuole uscire…

“E’ tempo di pareggiare un po’ di conti… Non è così, sorelle?” disse illuminandosi di tetro potere la Terza. “Siamo con te… Eliminiamo tutta questa gentaglia… Spargiamo sangue…” mormorò folle nelle ridi la Seconda. La Prima alzò le mani al cielo, che era diventato ormai un tornado di nera magia e tempesta furiosa. Un fulmine scattò spezzando il cielo e andando a colpire le pallide mani della giovane donna, percorrendo poi l’intero suo corpo. Un’intensa luce si sprigionò da essa, spazzando a qualche metro di distanza i presenti. Quando il potere finì, la ragazza era ricoperta di energia Nera, e con occhi freddi come non erano mai stati, mormorò ghignando: “Inizia da ora l’Epoca delle Rose Nere…”

*

“Ferme! Io voglio aiutarvi!” urlò furiosa la vecchia correndo verso di loro. Non ebbe il tempo di raggiungerle che Kanna gettò verso di lei un fulmine nero dal potere spaventoso. “Aaarghhh!!” per un istante, gli sguardi della donna e della Strega si incrociarono. Con aria schifata, la Prima storse la bocca e mormorò soltanto:

Le Rose sono rosse… Crepa, puttana”

Con un urlo straziante, la vecchia venne gettata lontano dalle Streghe fino a precipitare dal bianco balcone, ormai sporcato dall’atmosfera di morte che aleggiava…

*

A quel punto, la folla esplose in grida di terrore, e una fuga precipitosa e confusa cominciò nel Castello. “Hao!” urlò Yoh ancora ferito, mentre la folla lo scavalcava calpestandolo e spingendolo, e l’intero palazzo cominciava a tremare. “Yoh! Dove sei?!” urlò Ren mentre teneva stretta a sé la giovane Tamao. “Dobbiamo restare uniti!”affermò Tokageroh spintonando a lato le persone che gli venivano addosso violentemente. Lui, Ren, Tamao, HoroHoro e Pilica cercavano di tenersi il più stretti possibile, per evitare di essere travolti dalla folla impazzita. “Faust! Dov’è Faust?!” esclamò HoroHoro, ma non ricevette risposta. In quel mentre si ergevano aldisopra di tutti tre figure illuminate di energia incredibilmente potente, e un’esclamazione si levò nell’aria “La nostra Guerra comincia ora. La Guerra tra le Rose e il genere umano!” a quelle parole, ogni fiore, pianta e singolo arbusto presente nel Castello prese vita, muovendosi minacciosi e inquietanti come mostri deformi, tra le urla terrorizzate delle masse. Era il caos. Le voci continuarono a parlare, ridendo “Non insultate più, ora, uomini? Non sputate, non colpite, non bruciate?! Dov’è finita tutta la vostra arroganza?! Siete solo degli esseri piccoli e inutili. Il vostro tempo è finito! Condanniamo a morte l’intera umanità!!”

*

Hao era fermo contro un muro, in un angolo, con le persone che nel panico fuggivano via passandogli davanti, urlandogli contro, camminandogli addosso; ma lui non sentiva e non vedeva nulla. Ora riusciva finalmente a vedere ciò che l’odio e la cecità degli uomini, nella loro arrogante ignoranza possono causare. Ora sentiva la paura, ora sentiva l’odore del sangue intorno a lui, ora vedeva la guerra da vicino, per la prima volta. Una lacrima gli bagnò il viso, nel pensare che tutto ciò era stato causato anche da lui, nella sua dolce e ingenua incoscenza…

“Hao!” Yoh era riuscito a trascinarsi vicino al fratello, e lo scuoteva ora con furia e disperazione. “Dobbiamo andarcene di qui, è pericoloso!” gli urlò. Il giovane si voltò verso di lui, ancora piangendo, e affranto disse “Per che cosa vale ancora la pena di lottare? Guarda che cosa ho fatto…” Yoh si morse un labbro, ma poi esclamò “Non sei stato tu a causare questo. L’amore causa solo amore, e il dolore causa sempre più dolore. Ricordi le parole di nostra madre? Te le ricordi?” Hao annuì flebilmente. “Tu sei partito nella tua impresa per amore, fratello mio. Fin dal principio, fin dall’inizio di questo tuo viaggio sei stato spinto solo e soltanto dall’ideale dell’amore. Questo già ti rende innocente!” Hao non smise un attimo di fissarlo. “Ora però devi reagire, Hao. Perché nel bene e nel male, ciò che è stato fatto o detto non può essere cambiato. Al diavolo il passato, ora dobbiamo pensare al futuro! Quello si può ancora cambiare, Hao!” A quelle parole, incredulo del suo stesso gesto, Hao riuscì a trovare dentro di sé una forza sconosciuta. La ferita faceva così male che al minimo movimento sentiva la pelle dell’avambraccio lacerarsi. Tutto il suo corpo grondava sangue. Ma nonostante questo, continuò ad alzarsi…

“Yoh! Hao! Venite, svelti!” li chiamarono Ren e gli altri, mentre i due fratelli li raggiungevano correndo senza fiato, imbucandosi poi tutti in una scalinata laterale. C’erano aghi di pino che provenivano da ogni direzione, spezzando l’aria come lame, e ferendo più volte il gruppo di sventurati. Cercarono di trovare un posto riparato, ma ovunque c’era qualche piccola pianta omicida che riusciva a ferirli in qualche modo. Videro voraci piante carnivore fare strage di uomini e donne, e mostruosità simili per tutto il Castello. Per questo si sforzavano di correre a sguardo dritto, liberando la mente da quelle immagini, o avrebbero potuto perdere il controllo.

*

“Faust, Manta e Chocolove mancano all’appello” esclamò Hao d’un tratto. “Ora dobbiamo solo pensare a uscire di qui!”gridò Tokageroh per farsi sentire.

Dopo numerose scale e lotte per liberarsi dalle piante assassine, il gruppo si ritrovò fuori dalle mura maledette, e di fronte a loro un’immensa prateria di guerra si estendeva infinita. Piante sanguinarie di ogni forma e dimensione lottavano contro uomini, donne e bambini, con un cielo ora rosso sangue a fare da sfondo. Sembrava di assistere sul serio alla fine del mondo. Sì, quella doveva essere l’Apocalisse

*

Pilica sentì d’improvviso un dolore lancinante alla schiena, come se piccoli naimaletti l’avessero morsa in massa. “Ah!! Aiuto, qualcosa mi ha colpita!”il fratello tirò fuori i lunghi artigli, e con un colpo allontanò dalla schiena ferita della sorella delle piccole piantine viola… Hao le guardò con stupore “Violette…?” le piantine che si dimenavano a terra, con dentini aguzzi che spuntavano dalla corolla ricoperti di sangue, non erano le stesse amiche con cui aveva a lungo chiacchierato tutti quei pomeriggi. Nel vederle così, pensò che tutti gli altri ‘dipendenti’ delle Streghe si sarebbero trovati nella stessa situazione in quel momento. Tutti i fiori e le piante che si era fatto amiche. Anche Manta e Chocolove, forse, in quel mentre stavano ammazzando qualcuno. In che modo nemmeno voleva pensarci. Si sentì incredibilmente male, ma non aveva più tempo per queste sue debolezze.

“Presto, andiamocene di qui!” tutti corsero dietro a un enorme masso, dove la zona sembrava più tranquilla, e si sedettero esausti ma sempre all’erta, aspettandosi un agguato da un momento all’altro. “Questo è l’inferno… Dobbiamo trovarci per forza nel mondo degli inferi!” esclamò Tokageroh fuori di sé. Il Drow lo guardò con occhi di ghiaccio “Io e mia sorella questo inferno lo viviamo da sempre… Ora capisci finalmente, Hao, il motivo del nostro odio verso quelle tre donne?”il ragazzo annuì flebilmente. Gli altri chiesero non capendo “Odio? Di che parlate?” Pilica, a sguardo basso, mormorò “Siamo gli eredi di quella dannata Elisa. Coloro che hanno dannato quelle povere ragazze secoli fa sono i nostri antenati. Noi eravamo destinati dalla nascita a vivere ogni notte le stesse pene che avevano vissuto le Tre Streghe a causa loro. Il nostro destino era quello di giungere fino al loro Castello e eliminarle. Un Drow e un’Anziana. Gli Eredi Maledetti…”Tamao osservò l’amica con le lacrime agli occhi. La abbracciò mormorando “Oh, Pilica, amica mia… Non credevo covassi dentro di te tanta sofferenza”Tutti i presenti erano ammutoliti. Il Cacciatore si apoggiò alla roccia con un’aria un po’ seccata “Di recente i colpi di scena sono un po’ troppi per i miei gusti…”

Proprio mentre pronunciava quelle parole, una mano raggrinzita ma incredibilmente forte afferrarò di colpo il collo di Yoh, quasi soffocandolo. “Yoh!” urlarono gli altri. Alle sue spalle, si ergeva Elisa, ricoperta di sangue e con numerose fratture lungo tutto il corpo, le iridi luminose come fari nella notte. La sua voce non sembrava nemmeno più quella di una vecchia. Sembrava la voce del demonio. “Non ho ancora fallito… Mi ciberò delle vostre anime e riacquisterò potere, in questo modo sarò finalmente in grado di possedere le anime di quelle Tre maledette!” Hao strinse i pugni fremente d’ira, l’avambraccio che scalpitava. “Addio, fratello di Hao Asakura…”con un ghigno, Elisa serrò la presa pronta ad uccidere il ragazzo. Spalancò la bocca che sembrò trasformarsi in due enormi fauci.

Un istante, e tutto terminò.

*

Una giovane voce tranquilla di donna, alle loro spalle, spezzò il silenzio “Questo non lo avevi predetto, brutta stronza…?”Elisa cadde a terra mollando la presa. Una chiazza di sangue si spargeva intorno a lei. Tremava e sputava sangue, mentre il suo corpo di vecchia tornava quello bello e giovane di prima. Le iridi smisero di brillare, tornando finalmente normali. “I miei occhi… Io… Non vedo…” La donna alle sue spalle disse tranquilla “I tuoi occhi sono umani, ora. Ringraziami. Ti ho reso di nuovo libera” “Tsk… Maledizione… Proprio ora che andava tutto liscio…” Dei passi si avvicinarono a lei. Passi di uomo. “Chi sei? Non riesco a vederti… Non vedo… ” Una pistola si caricò. L’uomo che la impugnava la puntò verso la nuca della Custode distesa. Una voce fredda e folle parlò sopra di lei “Non mi hai mai visto veramente. Ti ho amata. Addio”

*

Faust gettò la pistola ora non più carica. Non pianse. Si sentiva strano. Finalmente libero. In pace. Anna gli passò vicino mettendogli una mano sulla spalla. “Hai fatto la cosa giusta…”

Yoh, incredulo, mormorò “Anna… Ma cosa… Che ci fai qui?” la Sacerdotessa si avvicinò a lui, dicendo “Tze! Lo dici come se ti dispiacesse” “Affatto. Sei la cosa più bella che potesse capitarmi in questo momento” “Sdolcinato come al solito” “Ti amo” “Forse mi facevo un favore a non intervenire…”Yoh abbracciò la giovane donna con sentimento, mentre anche lei si lasciava sfuggire un sorriso rincuorato. Ma un attimo dopo si distaccò dal marito affermando più seria che mai “Ora però non c’è tempo da perdere. La situazione è precipitata, per questo sono dovuta intervenire io stessa. Voi due non avete voluto darmi ascolto, e gli effetti sono stati quelli che sono, per cui dobbiamo trovare al più presto una soluzione. Se le Streghe non verranno fermate gli effetti saranno catastrofici non solo in questo mondo ma anche in quello che c’è fuori. Sono stata nella Foresta Spinata, le Custodi sono quasi prive di coscienza, non sono riuscita a strappar loro informazioni, ma per quello che ho percepito la Foresta si sta espandendo anche nel mondo degli uomini, perciò presto sarà invaso dalle piante assassine delle tre Streghe della Rosa”

Colto da un’improvvisa ispirazione, Hao esclamò “Le Custodi non sono impazzite come le altre piante e le creature di questo luogo?” “Per quello che ne so no” Il giovane iniziò a camminare a passo spedito verso la Foresta, mentre gli altri gli urlavano “Dove vai, Hao? Cos’hai in mente?!”Lui si voltò affermando “Devo parlare con lei. Non fermatemi” “Lei?”

*

Jun era immobile, abbandonata sotto quell’albero dalle infinite spine, lo sguardo vacuo e spento. La Foresta non era ancora stata colpita dalla battaglia, ma ben presto lo sarebbe stata. Le nuvole di tempesta si stavano muovendo anche verso quel luogo.

Non badava più al dolore che provava. Non badava più a nulla. Tanto ormai era finita. A che serviva combattere? Il loro destino era stato scritto da tempo… Nessuno sarebbe venuto a slavarli… O forse… Un giovane ragazzo. Del quale ora poteva scorgere la sagoma. Un suono indistinto. Una voce…

“Jun! Ti prego, rispondimi, so che sei ancora viva!” La Custode mosse le labbra in un gemito di sopresa, ma non ne uscì alcun suono. “Jun, sono io, Hao! Rispondimi, ti prego… Sono disperato” le aveva preso la nuca scuotendola un poco. La ragazza gli afferrò di colpo il polso riuscendo a mormorare “E’ troppo tardi…” “No, non è vero! Tu di sicuro conosci un altro modo per risolvere questa orrenda situazione, deve esserci una soluzione alternativa!” La Custode lo guardò incredula e un po’ seccata “Quale soluzione? La soluzione sarebbe stata quella di dimenticare le Streghe e scomparire per sempre, giovane Hao… E’ ciò che ti abbiamo detto tutti fin dall’inizio, ma tu non avevi orecchie per ascoltarci…” Il ragazzo si morse con violenza un labbro, carico di rabbia. “Lo so! Sono stato stupido, e solo ora riconosco il mio sbaglio… Ma agli sbagli si può anche rimediare, giusto?” La donna pianta storse le labbra in un sorriso triste. “Sì… Infatti…” “E allora dimmi, cosa posso fare?!”

La ragazza lo afferrò per il colletto avvicinandolo a sé, fino a raggiungere il suo orecchio. Strinse gli occhi con le lacrime che continuavano a bagnarle le guance, e dopo qualche attimo di esitazione gli sussurrò:

Così sarà fino a che un giovane uomo penetrerà nelle loro vite con dolcezza, facendo loro scoprire il vero senso dell’amore e facendo ricordare ai loro fragili cuori come si ama. Egli sarà loro maestro premuroso… e loro allievo fedele… Colui che sarà in grado di donare al loro io la più intensa delle felicità, e che quando finalmente accetterà di amarle, potrà porre fine alle loro agonie togliendo loro la vita, utilizzando la Sacra Spada ch’egli porta dentro di sé…”

Hao non potè trattenere un gemito di puro terrore. Solo ora aveva ben chiaro cosa avrebbe dovuto fare.

“Hao… Devi ucciderle”Jun aveva preso a singhiozzare.

Uccidile…”

  
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