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Autore: ColferAddict    02/10/2011    8 recensioni
“Due anni fa un volo nel cassonetto, l’anno scorso una granita dritta in faccia...”
E' questo il pensiero di Kurt varcando l'entrata del liceo McKinley per il suo ultimo primo giorno di scuola.
Se quello precedente per lui è stato "un anno niente male", come sarà l’ultimo anno di liceo?
Negli ultimi due anni ha conquistato amicizie importanti, ha trovato la sua anima gemella, ha combattuto il bullismo, ma sarà abbastanza?
Inoltre...
Santana vorrebbe concretizzare quell'amicizia che la lega a Brittany e trasformarla in qualcosa di più...
Dave sta cercando di trovare il coraggio per compiere il grande passo...
Artie desidera riavvicinarsi a Tina, non più sicura del suo amore per Mike...
Sam e Mercedes hanno discussioni che sembrano far capire loro che sono troppo diversi per stare insieme...
Rachel teme la fine dell'anno scolastico sicura che Finn non riuscirà a seguirla a NY...
Puck non ha sentito Lauren per tutta l'estate e si chiede se valga ancora la pena continuare a corteggiarla...
Quinn vorrebbe riavvicinarsi ad una sua vecchia fiamma ma non sa come fare...
Ci saranno nuovi membri nel Glee Club? I ragazzi arriveranno alle Nazionali? Vinceranno l'ambito premio?
Lo scopriremo!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6: Serata tra donne

 

«Come faccio a sapere che non è solo una scusa per stare con Blaine?».

Kurt stava davvero per perdere la pazienza ma non voleva darlo a vedere. Da sempre sapeva che doveva mantenere la calma in ogni situazione, impedendo di dare soddisfazione a chi lo faceva arrabbiare. Ma in quel caso era un’impresa davvero ardua.

«Papà, devi solo fidarti di me. Rachel e Mercedes potranno confermarti che non ho intenzione di uscire con Blaine di nascosto».

«Sono le tue migliori amiche, Kurt. Non credo che la loro opinione conti molto».

«Andiamo papà! Non ti sto chiedendo nulla di strano!». Burt non stava guardando il figlio ma stava esaminando il frigo, cercando qualcosa di decente da mangiare mentre Kurt lo inseguiva ovunque andasse come un cagnolino che ti accarezza le gambe fino a quando non ottiene ciò che vuole.

«Perché non le inviti qui, invece?».

«Perché qui c’è Finn!».

«Allora niente da fare». Kurt si portò una mano alla fronte, sapendo che, se fosse stato necessario, avrebbe potuto implorare il padre. Non voleva arrivare a tanto, gli sembrava ridicolo.

«Perché non inviti Blaine qui a guardare una partita di football con Finn, invece?» intervenne Carole che aveva ascoltato tutta la conversazione, cucinando per la cena.

«Questo andrebbe bene?» chiese Kurt al padre speranzoso, allungando il collo.

«Potrebbe».

«Carole, sei un angelo!» esclamò Kurt, abbracciando la matrigna da dietro e posandole un bacio dolce sulla guancia.

«Che cosa ha fatto per essere un angelo?» domandò Finn, entrando in cucina con il borsone di football in spalla. Lo gettò sul pavimento senza ritegno e tirò fuori dal frigo una bottiglia di succo d’arancia, bevendo direttamente da quella.

«Finn Hudson, quante volte ti ho detto di non bere direttamente dalla bottiglia e di non lasciare le tue cose in giro per casa?!».

«Scusa» rispose Finn immediatamente, incurante.

«Allora vado a chiamare Blaine per stasera!» annunciò Kurt saltellante prima di uscire.

«E’ stato scagionato per buona condotta?». Finn sembrava scettico.

«No. Blaine verrà qui per guardare la partita con te stasera». Al ragazzo servirono due minuti buoni per elaborare la notizia che il fidanzato di suo fratello sarebbe venuto a passare del tempo con lui per una serata intera. Gli stava simpatico Blaine, non era quello il problema, quanto il fatto che temeva la reazione di Kurt se gli avesse fatto o detto qualcosa di sbagliato. Addio ad una serata piacevole.

«Cosa?! No, non esiste!» tentò di dire, ma in quel preciso istante Kurt rientrò dicendo che Blaine era entusiasta della proposta e che aveva accettato. Finn pensò che solo i suoi amici potevano aiutarlo in una situazione del genere.

«Io vado a chiamare i rinforzi» sussurrò ancora sconvolto prima di andare in camera sua. Mandò un messaggio a Puck e Sam, implorandoli di venire a casa sua a vedere una partita di football quella sera e senza specificare la presenza di Blaine. Non poteva sapere come avrebbero reagito, ma sapeva che i suoi amici sarebbero arrivati in suo aiuto e così fu. Quando arrivarono, qualche minuto dopo, Kurt andò ad aprire il portone d’ingresso per trovarsi di fronte i due ragazzi.

«Che ci fate voi qui?» chiese immediatamente, senza invitarli nemmeno ad entrare.

«Ci ha invitato Finn» spiegò Sam.

«Hai intenzione di farci entrare o no?» fece subito Puck, sentendo l’odore che proveniva dalla cucina. Kurt si spostò dalla soglia di casa e chiamò Finn a gran voce, incurante dei poveri timpani di Sam e Puck.

«Ragazzi!».

«Perché li hai invitati?» passò subito all’attacco Kurt.

«Tu vai ad una serata tra donne e io ho organizzato la mia serata per soli uomini» si giustificò Finn.

«Vai ad un pigiama-party, Hummel? Così ti trucchi e ti fai bello?» lo canzonò Puck, ridendo.

«Finiscila!» esclamò Kurt, liquidandolo con un gesto della mano. «Finn, tra poco Blaine sarà qui e non mi fido a lasciarlo nelle vostre mani!».

«Un momento: viene anche il fringuello?».

«Usignolo!» lo corressero Kurt, Finn e Sam automaticamente.

«Quello che è!».

«Finn ti giuro che se Blaine mi riferirà qualcosa che non quadra in questa serata ti ucciderò con le mie stesse mani! Sono già in punizione per colpa tua e non mi serve che mini anche alla salute mentale del mio ragazzo!». Finn lo guardava sbalordito: Kurt sembrava un bambino isterico che parlava come un trentenne. Non aveva colto il significato proprio di tutte le parole che aveva usato ma la minaccia era chiara. Puck e Sam si limitavano a guardarsi tra loro sorridendo e mimando dei fischi per commentare la reazione del piccolo Kurt che sembrava spaventare Finn in quel momento.

«Adesso capisco chi porta i pantaloni in questa casa» commentò Sam, bonariamente.

«Lo puoi dire forte» assicurò Kurt, riacquistando la calma e aggiustandosi i capelli. «E ora, se volete scusarmi, devo andare a prendere il set di creme idratanti e sistemarle nel borsone».

Entrambi i ragazzi gli fecero un cenno con la mano per salutarlo mentre Finn tentava di riprendersi dalla sfuriata del suo fratellastro.

«Ora capite perché vi ho chiamato d’urgenza».

«Ma se viene il fringuello non è più una serata tra uomini» si lamentò Puck.

«Usignolo» lo corressero di nuovo.

«Quello che è!».

«E comunque non è vero. A Blaine piace il football».

«Ma a Blaine non piace una cosa essenziale...» disse Puck lasciando la frase in sospeso, eloquente.

«Sei da censura» rise Finn.

«Grazie». Pochi minuti dopo erano spaparanzati chi sul divano e chi sul pavimento a guardare senza attenzione la televisione attendendo l’inizio della partita o che la madre di Finn li chiamasse per la cena o che Blaine facesse la sua comparsa. Quando Kurt scese con il suo borsone mastodontico lo salutarono senza staccare gli occhi dallo schermo e sentirono le ruote del suo SUV stridere sulla strada mentre faceva manovra per uscire dal vialetto. Trenta secondi dopo che fu uscito, i cellulari di Finn e Sam squillarono quasi nello stesso momento. Entrambi si alzarono scusandosi e dicendo che erano le rispettive ragazze. Puck rimase da solo, di fronte al televisore, guardando lo schermo con sguardo perso.

«Devo assolutamente trovarmi una ragazza».

 

***

Blaine non era esattamente contento di come era stata organizzata la sua serata. Perché Kurt non gli aveva chiesto di andare a casa sua a vedere la partita con Finn, gli aveva semplicemente detto che ci sarebbe andato.

Il che era molto diverso.

Era contento di avere qualcosa da fare quella sera ma temeva che avrebbe messo in imbarazzo Finn. In fondo l’unica volta che erano stati insieme da soli era stato mentre Kurt provava il suo abito per il ballo e Blaine gli aveva solo chiesto se poteva cantare con loro al ballo. Non si era ancora fatto un’idea di Finn: era un bravissimo ragazzo, ovviamente, ma non sapeva come approcciarsi con lui anche perché non gli sembrava condividessero molti interessi.

Blaine stava guidando comunque alla volta di casa Hummel, canticchiando come suo solito la canzone alla radio, quando squillò il suo telefono. Riconobbe subito la suoneria e rispose con entusiasmo.

- Ehy, Kurt! Già immerso in pop-corn e lotta con i cuscini? -

«Spiritoso» commentò l’altro, sorridendo. «In realtà ti ho chiamato per avvertirti. Finn ha invitato anche Puck e Sam a casa stasera. Non temere: li ho già minacciati a dovere».

Blaine rise di gusto pensando alla scena di Kurt che ammoniva il suo fratellastro e i suoi due amici.

- Mi sento molto più tranquillo ora -

«Ne sono felice. Non esitare a chiamarmi se fanno qualsiasi cosa che possa infastidirti».

- Kurt, non sono dei serial-killer - rise Blaine. - Starò bene - Ora che sapeva della presenza di Sam e Puck era decisamente più tranquillo. Insomma con il primo aveva un rapporto più stretto, per quanto potesse esserlo, e Puck sembrava essere simpatico e capire Finn al volo. Si prospettava sicuramente una serata quantomeno interessante.

«Grazie ancora per aver accettato».

- Non che avessi scelta -

«Ti prometto che quando sarò libero ti porterò ovunque vorrai per una settimana intera».

- Ci conto -

«Sto entrando nel vialetto di Rachel».

- Buona serata -

«Anche a te» disse Kurt. «Non vedo l’ora di rivederti». Blaine percepì che quella frase era costata molto a Kurt perché la sua voce tradiva un certo imbarazzo.

- Anche io, Kurt. Ti amo - rispose con tono sicuro, prima di chiudere la chiamata. Dopo tutto quello che era successo a scuola non la smetteva di sorridere e, quando sua madre gli aveva chiesto cosa avesse, aveva risposto solo che era stata una bella giornata a scuola e che si era divertito molto alla riunione del Glee Club. Ricordava fin troppo bene l’imbarazzo provato nel dover spiegare alla madre di chi erano i jeans con i quali era tornato da scuola qualche giorno prima e, soprattutto, perché i suoi si fossero sporcati. Nonostante le scuse accampate, Blaine sapeva perfettamente che sua madre non era una stupida e che probabilmente si era resa conto di ciò che era successo. Non aveva voluto indagare, però, e di questo Blaine gliene fu grato.

Immerso nei propri pensieri si rese conto di essere arrivato nel vialetto degli Hummel e smontò subito dalla sua macchina, infilando le chiavi in tasca. Bussò al portone di ingresso e Carole venne ad aprirgli quasi come sempre, d’altronde.

«Ciao Blaine. Accomodati» lo invitò gentilmente. Lui non poté fare a meno di sorriderle e si avviò in salotto con lei dove trovò Finn e Puck seduti sul divano mentre Sam era ancora al telefono con Mercedes. Probabilmente stavano litigando perché Sam teneva una mano sulla bocca per evitare di disturbare con sussurri nervosi e irritati.

«Salve ragazzi» disse subito, abbassando il tono della voce per non dare fastidio a Sam. Carole si congedò dicendo di dover finire di preparare la cena.

«Vieni, Blaine, siediti» disse Finn, tentando di mettere il ragazzo a suo agio. Non aveva ancora dimenticato le parole di Kurt e il fatto che anche Rachel, dopo che le aveva parlato della serata che si prospettava, si fosse raccomandata con lui, lo aveva messo ancora più in agitazione. Cosa avrebbe potuto fare di male a Blaine? Non era mica un maniaco o cose del genere!

«Grazie». Si accomodò accanto a loro sul divano, dopo una lotta interiore piuttosto accesa.

Poltrona o divano?

La poltrona sarebbe sembrata troppo distante e quindi lo avrebbe fatto apparire come freddo e lui non era di certo così. Aveva optato infine per il divano nonostante gli altri potessero pensare che così stavano più stretti di quanto non fossero già prima. Ma nessuno disse nulla. Si limitarono solo a guardare il televisore in attesa che Sam si staccasse da quel telefono e li raggiungesse. Cosa che avvenne da lì a qualche minuto mentre Puck e Finn si erano lanciati in una fitta discussione su un touch-down che secondo Finn era stato memorabile seppur Puck sostenesse di aver fatto di meglio. Blaine aveva riso ogni tanto delle battute che si scambiavano i due ragazzi ma non li aveva interrotti fino a quando Finn non gli aveva chiesto se aveva mai giocato a football.

«Andiamo, ti sembro tipo da giocare a football?» rispose lui, dando il via ad un altro ciclo di risate quando Sam si avvicinò.

«Che mi sono perso?» domandò, sfoggiando il miglior sorriso falso che si potesse fare.

«Amico, tutto bene?» si informò subito Finn.

«Io non la capisco proprio!» iniziò a sfogarsi il ragazzo, probabilmente lieto a Finn di avergliene dato la possibilità. «Prima le chiedo di venire con me al cinema e accetta con piacere e ora mi dice che non può venire solo perché in televisione danno uno stupido speciale su Aretha Franklin e mi ha chiesto di andare a casa sua per vederlo insieme. Ma cosa cavolo me ne importa a me di Aretha Franklin?!».

«Magari voleva solo restare a casa da sola con te» ipotizzò Puck, credendo di conoscere a fondo l’animo femminile.

«Ci avevo pensato anch’io ma quando ha detto che sua sorella sarebbe rimasta con noi, ho perso le staffe».

«Ti capisco». Finn non riusciva ancora a rassegnarsi sul fatto che Rachel fosse sempre più fermamente convinta della sua posizione riguardo l’argomento “sesso”.

«Almeno le hai detto che volevi stare da solo con lei?» intervenne Blaine al che tutti lo fissarono, increduli.

«Perché avrebbe dovuto?» chiese Puck, scettico.

«Perché così l’avrebbe addolcita e magari avrebbe accettato di andare al cinema» spiegò Blaine risoluto.

«Ma poi che film volevi andare a vedere?» domandò Finn.

«Final Destination 5 in 3D, ovvio». Blaine scosse la testa capendo perfettamente perché Mercedes avesse rifiutato l’invito.

«Non puoi portare una ragazza a vedere un film del genere».

«Ascoltalo» suggerì Puck all’amico. «Lui in fatto di ragazze se ne intende» lo schernì. Finn gli diede una gomitata nelle costole, come a volergli ricordare la minaccia di Kurt.

«Sto solo dicendo che magari sarebbe stata più incline a venire se l’avessi portata a vedere un film diverso, più romantico».

«Ma credevo che alle ragazze piacesse aggrapparsi al nostro braccio nel momento terrificante del film» disse Sam, grattandosi la testa con fare confuso.

«Partendo dal presupposto che questo avveniva anni fa, ora le ragazze sono più orgogliose. E poi Final Destination non è un horror. Ti mostra solo tanti modi per morire e fa schifo, non paura». Blaine sembrava così padrone dell’argomento da lasciare a bocca aperta gli altri tre che, più lo ascoltavano, più si rendevano conto di quanto le cose che dicesse fossero giuste.

«Hai capito il fringuello!» esclamò Puck.

«Usignolo!» dissero in coro Finn e Sam.

«Ragazzi, non preoccupatevi: ormai ci ho rinunciato» rise Blaine, contento che la serata stesse prendendo quella piega.

«La cena è pronta!» urlò Carole dalla cucina e i quattro ragazzi si diressero a tavola. Blaine salutò Burt che gli rispose educatamente, prima di sedersi di fronte a lui. Parlarono di tutto e di niente, soprattutto di scuola e di football, facendo di Carole una povera martire.

«Mi manca Kurt!» asserì prima di alzarsi e sparecchiare. Tutti risero prima di alzarsi e riprendere posto in salotto. Questa volta non accesero il televisore, però. Puck aveva avuto una delle sue idee strampalate e avevano deciso di assecondarlo.

«Visto che l’usignolo qui è così esperto, perché non approfittarne?».

«Non voglio responsabilità su rotture o litigi futuri» si affrettò a dire Blaine, sorridendo. Tutti risero e lo fecero sedere sul divano con Sam al suo fianco e Puck sulla poltrona con Finn sul bracciolo.

«Allora... come fa Finn a farsela dare da Rachel?» esordì Noah, facendo ridere Sam e Blaine.

«Che ne sai che non lo abbiamo già fatto?» si difese subito l’interessato.

«Andiamo, amico! Con quella faccia, tu non hai fatto nulla dopo la scappatella con Santana». Tutti risero ancora di più mentre Finn arrossiva imbarazzato.

«Io credo che Rachel sia semplicemente frenata dalle sue convinzioni. Magari crede nel sesso dopo il matrimonio o cose così» ipotizzò Blaine. «Non credo che sia particolarmente pudica».

«Ma io sto impazzendo! E’ sempre la stessa storia, anche con Quinn» si lamentò Finn.

«In effetti non è che con Mercedes sia molto diverso».

«Vi prego non parliamo di Lauren! Ha fatto la preziosa per un anno intero e poi, quando finalmente sono riuscito a farla smuovere, è finita la scuola e non mi ha calcolato per tutta l’estate!».

Blaine si limitò ad ascoltare, non aggiungendo nulla semplicemente perché non aveva nulla da dire a riguardo.

E fu la peggior cosa che potesse fare.

«Qui il fringuello non apre bocca! Mi sa che qui quello che se la passa meglio è proprio lui!». Puck si alzò e lo affiancò, facendo cadere Sam dal divano e dando a Blaine una pacca sulla spalla.

«Andiamo, vogliamo i dettagli sconci!». Blaine arrossì immediatamente pensando anche solo a quello che era successo quella mattina.

«Ma che dici?! Non c’è nessun dettaglio sconcio!» mentì spudoratamente, attirando ancora di più l’attenzione dei suoi amici.

«Oddio! Io credevo di scherzare quando facevo riferimento ad un rapporto intimo tra te e Kurt!» esclamò Finn scandalizzato.

«Ma se Kurt è più pudico di tutte le ragazze messe insieme!» dissentì Sam.

«Non stavamo parlando di ragazze?» provò a cambiare argomento Blaine, sempre più rosso in viso.

«Eh, no! Tu non me la racconti proprio giusta! Ora vogliamo sapere tutto! Avete già fatto sesso?». Puck sembrava così interessato da spaventare Blaine che prese seriamente in considerazione la proposta di Kurt di chiamarlo quando ce ne fosse stato bisogno.

«No!» urlò scandalizzato. «Puoi abbassare la voce? Non oso immaginare se dovesse sentirti il signor Hummel».

«Cosa devo sentire?» chiese lui, entrando in salotto con una bacinella di pop-corn tra le mani.

«Niente!» si affrettarono a dire tutti in coro.

Blaine pensò che forse il terzo grado era finito per il momento. Tirò un sospiro di sollievo e si chiese se i discorsi delle ragazze con Kurt si avvicinassero minimante ai loro.

 

***

«Basta! Non vi sopporto più! Aboliamo il film! Facciamo qualcos’altro!» esclamò la povera Mercedes esasperata. Credere che la discussione in macchina su quale film scegliere si fosse esaurita lì era una speranza vana anche perché il litigio era imperversato fino alla sera, quando nonostante fossero arrivati a contendersi solo due titoli, non riuscivano ancora a farla finita.

«Va bene, va bene» rispose Kurt, gettandosi sui tanti cuscini disposti a terra.

«Cosa facciamo allora?» chiese Rachel, per nulla scoraggiata. Sia lei che Mercedes erano già provviste di treccine e Kurt aveva già fatto le unghie ad entrambe, rammaricandosi di non potersele far fare anche lui. Rachel aveva detto che c’erano molti ragazzi con le unghie curate ma lui non aveva voluto sentire ragione: un conto era limarle alla perfezione, un altro metterci dello smalto.

«Che ne dite di una sana sfida di karaoke?» buttò lì Kurt, vagliando già le sue possibili scelte nella sua mente. Rachel aveva tutte le tracce che lui adorava e sarebbe stata una passeggiata battere lei e Mercedes.

«Non ho voglia di sentire voi due che cantate le vostre canzonette da musical» ribatté la ragazza di colore, acida. Entrambi la fissarono quasi scandalizzati, senza capire quale fosse il problema perché Mercedes non era così: aveva sempre sopportato di buon grado le isterie dei suoi due migliori amici, aveva sempre apprezzato le loro esibizioni e non si era mai spazientita così velocemente con loro.

«Mercedes, c’è qualcosa che non va?» sussurrò Kurt avvicinandosi a lei.

«Tutto a posto». Il ragazzo le passò un braccio intorno alle spalle e si sforzò di catturare il suo sguardo, rivolto verso il pavimento dove erano comodamente seduti.

«Andiamo, tesoro» continuò Rachel. «Si vede che ti è successo qualcosa».

«Io e Sam abbiamo discusso prima che venissi qui» confessò tutto d’un fiato Mercedes a quel punto. Kurt e Rachel si guardarono come se avessero finalmente realizzato la fonte del malumore della loro amica.

«Non vi sarete lasciati?» domandò Rachel, improvvisamente più interessata.

«No! Certo che no!».

«Che cosa è successo esattamente?» chiese Kurt con più delicatezza.

«Mi aveva invitata al cinema a vedere Final Destination 5 in 3D» spiegò Mercedes, fissandoli con uno sguardo eloquente. Entrambi sgranarono gli occhi con aria indignata come se il gesto di Sam fosse stato un affronto.

«Se Finn mi avesse mai invitata a vedere un film del genere, non gli avrei rivolto la parola per giorni! Sembra che non ti conosca!» inveì Rachel, per dare supporto all’amica senza rendersi conto di star peggiorando le cose.

«E’ lo stesso che ho detto anch’io!» concordò l’altra.

«Okay, okay. Non scendiamo a conclusioni affrettate!» le frenò Kurt, pur sapendo che avrebbe reagito allo stesso modo con Blaine se gli avesse proposto di vedere un film del genere. «Magari voleva solo stare un po’ da solo con te».

«Kurt, tu non sei mai venuto al cinema con noi: non stacca gli occhi dal film per un secondo e quando accenno a dire qualcosa mi intima di stare zitta!».

«Inaccettabile!».

«Rachel, vuoi chiudere il becco?!» esclamò Kurt esasperato. «Siamo qui per aiutarla, non per aizzarla contro il suo ragazzo!».

«Scusa».

«Comunque ha ragione» disse Mercedes.

«Forse ma, andiamo, non vorrai lasciare Sam per così poco! E’ un bravo ragazzo! L’unico forse che è sempre gentile con tutti e che non ha mai attaccato volontariamente nessuno!» cercò di difenderlo Kurt.

«Lo so, Kurt... Ma questo per me significa un amico non un ragazzo. Io ho delle esigenze».

«Tutti ne abbiamo» rispose il ragazzo risoluto. «Ma guardaci adesso e pensa a come stavamo l’ultima volta che abbiamo fatto un pigiama-party. Rachel pensava di pagare cento dollari alla bancarella dei baci di Finn per ottenere cento baci. Io sbavavo dietro a Blaine che aveva in  programma di cantare una canzone d’amore ad un altro e tu... bhè, tu non avevi nessuno che ti interessasse».

«L’anno scorso sembravamo disperati» commentò Rachel.

«Tu, semmai, cara mia!» la schernì subito Kurt.

«Parla quello che prese un due di picche a San Valentino!». Il ragazzo fece una linguaccia alla sua migliore amica non che fidanzata di suo fratello per evitare di aggiungere altro e di offenderla. Una cosa del genere avrebbe decretato la fine della serata e non aveva voglia di sorbirsi Finn e le sue prediche. Mercedes sorrise del loro battibecco ma non commentò, limitandosi a fare da spettatrice come spesso accadeva.

«Comunque non voglio più parlarne. Cambiamo argomento».

«Okay! Vi ho parlato di quell’assolo che...» cominciò subito l’altra ragazza, alzandosi sulle ginocchia entusiasta.

«Rachel!» la ammonirono in coro Mercedes e Kurt, stanchi di sentire sempre gli stessi discorsi.

«Okay, okay!».

«Allora, Kurt, parlaci piuttosto di te e Blaine. Come va?» chiese Mercedes, informandosi sugli ultimi gossip.

«Bene» rispose Kurt immediatamente, arrossendo leggermente. «Benissimo» aggiunse, ripensando immediatamente a ciò che era successo quella mattina.

«Oooooh!» fecero subito Mercedes e Rachel, avvertendo qualche pettegolezzo piccante nell’aria.

«Tu non ce la racconti giusta!» lo accusò la prima.

«Sono d’accordo!» continuò la seconda.

«Cosa volete che vi dica?».

«Per esempio cosa avete fatto perché la tua relazione vada, e cito testualmente, “benissimo”».

«Non sarete mica arrivati già a quello?!» esclamò Rachel, curiosa e scandalizzata allo stesso tempo.

«NO!» urlò quasi Kurt, vedendo il suo colorito passare dal bianco più candido al rosso più puro.

«Meno male, sei troppo giovane per quello». Mercedes e Kurt la fissarono come se stesse scherzando, seppur non sorpresi da Rachel che aveva da sempre difeso la sua posizione sull’argomento.

«E tu, quanto tempo avrai ancora intenzione di far penare Finn?» domandò Kurt, felice di aver rigirato la frittata in suo favore.

«Non sono affari tuoi e comunque Finn è felice così com’è».

«Glielo hai mai chiesto?». Mercedes come Kurt era scettica a riguardo.

«Non ne ho bisogno. Noi ci capiamo senza bisogno di parole» assicurò lei, alzando lo sguardo con fare superiore e incrociando le braccia. Kurt e Mercedes scoppiarono a ridere senza riuscire a trattenersi mentre Rachel continuava a sostenere che fossero solo gelosi di quello che avevano lei e Finn.

«Rachel, sei davvero esilarante!» commentò Kurt, tentando di calmare le risa.

«Ma cosa vuoi saperne tu?».

«So che vi siete lasciati tante di quelle volte perché non riuscivate a capirvi che uscirsene con una frase del genere è stato esilarante!» continuò, sghignazzando.

«E ci siamo rimessi insieme tante volte quante ce ne siamo lasciati» gli ricordò lei.

«Non ne dubito» rise Mercedes, godendo dell’espressione semi-offesa di Rachel. Continuarono a scherzare in quel modo per qualche altro minuto quando Kurt ricevette un messaggio sul suo i-phone.

Serata conclusa. E’ stato divertente passare un po’ di tempo con i ragazzi per conoscerli meglio. Spero ti stia divertendo. Buona notte. Un bacio –B

Sorrise all’istante, immaginando il suo ragazzo che tornava a casa e si infilava sotto le coperte per riposare. Al solo pensiero che quel week-end sarebbe passato senza che potesse vederlo, si incupì per un po’ ma le sue amiche seppero come tirarlo su di morale, iniziando a commentare tutti gli abiti di tutti gli invitati dell’ultimo matrimonio reale di Montecarlo, a detta di Kurt imparagonabile a quello dei reali inglesi.

D’altronde aveva pur sempre trascorso l’estate a scrivere un musical sulla sorella della neo-duchessa di Cambridge.

 

Continua...


NDA: Niente Klaine questa volta, eh? Ma vabbè, non preoccupatevi! Tra poco ne avremo in abbondanza! =)
Questo capitolo inizialemente doveva essere solo la fine di quello precedente ma poi mi sono resa conto che insieme erano veramente troppo lunghi e ho dovuto separarli! 
Quindi, ricampitolando un po': Puck ha perso di vista Lauren. Sam e Mercedes non vanno proprio d'accordo su tutto (non sono una fan della Samcedes, deal with it! xD). Finn e Rachel... bhè, loro sono sempre allo stesso punto!  Ma, non temete, si smuoveranno anche lì! 

Questa volta, eccezionalmente, vi darò un piccolo spunto di immaginazione sul prossimo capitolo: 

"«Che vuoi? Sei di nuovo incinta, per caso?»."

"«Ma se è dovuto arrivare a chiederti se state ancora insieme vuol dire che le cose non stanno andando tanto bene!»."

"Sarebbe uscito allo scoperto e avrebbe vissuto la sua vita libero di essere se stesso.
Mentre anche lui usciva dallo spogliatoio si chiese solo se questo fosse umanamente possibile..."

"«Ho intenzione di riproporre la sfida di ogni anno! Ragazzi contro ragazze!» annunciò quando ebbe ottenuto il silenzio. Tutti si fissarono con delle espressioni del tipo “Ma non è capace di inventare niente di meglio?”, senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo."

Okay!! Forse ho esagerato!!! Vediamo un po' chi indovina a chi si riferiscono le frasi e chi le dice! Sfida aperta! 
Ovviamente, Lusio, sei pregato di astenerti! xD

Infine un grazie speciale a Medea00, Crisscolferaddict, KlaineLover e LaTuM, oltre che al mio mitico beta Lusio, che hanno recensito con assiduità ogni santo capitolo!!! Grazie mille!

E poi ad aurinella ed Evy78 che commentano sempre seppur abbiano scoperto la storia un po' più tardi!!! Grazie mille anche a voi!

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate anche voi che leggete in silenzio! Per me sarebbe un vero piacere conoscere la vostra opinione! =)Al prossimo capitolo!!!

Un bacio,
Federica

   
 
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