Capitolo
6:
Serata tra donne
«Come faccio a sapere che non
è solo una
scusa per stare con Blaine?».
Kurt stava davvero per perdere la
pazienza ma non voleva darlo a vedere. Da sempre sapeva che doveva
mantenere la
calma in ogni situazione, impedendo di dare soddisfazione a chi lo
faceva
arrabbiare. Ma in quel caso era un’impresa davvero ardua.
«Papà, devi solo fidarti di
me. Rachel e
Mercedes potranno confermarti che non ho intenzione di uscire con
Blaine di
nascosto».
«Sono le tue migliori amiche, Kurt. Non
credo che la loro opinione conti molto».
«Andiamo papà! Non ti sto
chiedendo
nulla di strano!». Burt non stava guardando il figlio ma
stava esaminando il
frigo, cercando qualcosa di decente da mangiare mentre Kurt lo
inseguiva
ovunque andasse come un cagnolino che ti accarezza le gambe fino a
quando non
ottiene ciò che vuole.
«Perché non le inviti qui,
invece?».
«Perché qui
c’è Finn!».
«Allora niente da fare». Kurt
si portò
una mano alla fronte, sapendo che, se fosse stato necessario, avrebbe
potuto
implorare il padre. Non voleva arrivare a tanto, gli sembrava ridicolo.
«Perché non inviti Blaine qui
a guardare
una partita di football con Finn, invece?» intervenne Carole
che aveva
ascoltato tutta la conversazione, cucinando per la cena.
«Questo andrebbe bene?» chiese
Kurt al
padre speranzoso, allungando il collo.
«Potrebbe».
«Carole, sei un angelo!»
esclamò Kurt,
abbracciando la matrigna da dietro e posandole un bacio dolce sulla
guancia.
«Che cosa ha fatto per essere un
angelo?» domandò Finn, entrando in cucina con il
borsone di football in spalla.
Lo gettò sul pavimento senza ritegno e tirò fuori
dal frigo una bottiglia di
succo d’arancia, bevendo direttamente da quella.
«Finn Hudson, quante volte ti ho detto
di non bere direttamente dalla bottiglia e di non lasciare le tue cose
in giro
per casa?!».
«Scusa» rispose Finn
immediatamente,
incurante.
«Allora vado a chiamare Blaine per
stasera!» annunciò Kurt saltellante prima di
uscire.
«E’ stato scagionato per buona
condotta?». Finn sembrava scettico.
«No. Blaine verrà qui per
guardare la
partita con te stasera». Al ragazzo servirono due minuti
buoni per elaborare la
notizia che il fidanzato di suo fratello sarebbe venuto a passare del
tempo con
lui per una serata intera. Gli stava simpatico Blaine, non era quello
il
problema, quanto il fatto che temeva la reazione di Kurt se gli avesse
fatto o
detto qualcosa di sbagliato. Addio ad una serata piacevole.
«Cosa?! No, non esiste!»
tentò di dire,
ma in quel preciso istante Kurt rientrò dicendo che Blaine
era entusiasta della
proposta e che aveva accettato. Finn pensò che solo i suoi
amici potevano
aiutarlo in una situazione del genere.
«Io vado a chiamare i rinforzi»
sussurrò
ancora sconvolto prima di andare in camera sua. Mandò un
messaggio a Puck e
Sam, implorandoli di venire a casa sua a vedere una partita di football
quella
sera e senza specificare la presenza di Blaine. Non poteva sapere come
avrebbero reagito, ma sapeva che i suoi amici sarebbero arrivati in suo
aiuto e
così fu. Quando arrivarono, qualche minuto dopo, Kurt
andò ad aprire il portone
d’ingresso per trovarsi di fronte i due ragazzi.
«Che ci fate voi qui?» chiese
immediatamente, senza invitarli nemmeno ad entrare.
«Ci ha invitato Finn»
spiegò Sam.
«Hai intenzione di farci entrare o
no?»
fece subito Puck, sentendo l’odore che proveniva dalla
cucina. Kurt si spostò
dalla soglia di casa e chiamò Finn a gran voce, incurante
dei poveri timpani di
Sam e Puck.
«Ragazzi!».
«Perché li hai
invitati?» passò subito
all’attacco Kurt.
«Tu vai ad una serata tra donne e io ho
organizzato la mia serata per soli uomini» si
giustificò Finn.
«Vai ad un pigiama-party, Hummel?
Così
ti trucchi e ti fai bello?» lo canzonò Puck,
ridendo.
«Finiscila!» esclamò
Kurt, liquidandolo
con un gesto della mano. «Finn, tra poco Blaine
sarà qui e non mi fido a
lasciarlo nelle vostre mani!».
«Un momento: viene anche il
fringuello?».
«Usignolo!» lo corressero Kurt,
Finn e
Sam automaticamente.
«Quello che è!».
«Finn ti giuro che se Blaine mi
riferirà
qualcosa che non quadra in questa serata ti ucciderò con le
mie stesse mani!
Sono già in punizione per colpa tua e non mi serve che mini
anche alla salute
mentale del mio ragazzo!». Finn lo guardava sbalordito: Kurt
sembrava un
bambino isterico che parlava come un trentenne. Non aveva colto il
significato
proprio di tutte le parole che aveva usato ma la minaccia era chiara.
Puck e
Sam si limitavano a guardarsi tra loro sorridendo e mimando dei fischi
per
commentare la reazione del piccolo Kurt che sembrava spaventare Finn in
quel
momento.
«Adesso capisco chi porta i pantaloni in
questa casa» commentò Sam, bonariamente.
«Lo puoi dire forte»
assicurò Kurt,
riacquistando la calma e aggiustandosi i capelli. «E ora, se
volete scusarmi,
devo andare a prendere il set di creme idratanti e sistemarle nel
borsone».
Entrambi i ragazzi gli fecero un cenno
con la mano per salutarlo mentre Finn tentava di riprendersi dalla
sfuriata del
suo fratellastro.
«Ora capite perché vi ho
chiamato
d’urgenza».
«Ma se viene il fringuello non
è più una
serata tra uomini» si lamentò Puck.
«Usignolo» lo corressero di
nuovo.
«Quello che è!».
«E comunque non è vero. A
Blaine piace
il football».
«Ma a Blaine non piace una cosa
essenziale...» disse Puck lasciando la frase in sospeso,
eloquente.
«Sei da censura» rise Finn.
«Grazie». Pochi minuti dopo
erano
spaparanzati chi sul divano e chi sul pavimento a guardare senza
attenzione la
televisione attendendo l’inizio della partita o che la madre
di Finn li
chiamasse per la cena o che Blaine facesse la sua comparsa. Quando Kurt
scese
con il suo borsone mastodontico lo salutarono senza staccare gli occhi
dallo
schermo e sentirono le ruote del suo SUV stridere sulla strada mentre
faceva
manovra per uscire dal vialetto. Trenta secondi dopo che fu uscito, i
cellulari
di Finn e Sam squillarono quasi nello stesso momento. Entrambi si
alzarono
scusandosi e dicendo che erano le rispettive ragazze. Puck rimase da
solo, di
fronte al televisore, guardando lo schermo con sguardo perso.
«Devo assolutamente trovarmi una
ragazza».
***
Blaine non era esattamente contento di
come era stata organizzata la sua serata. Perché Kurt non
gli aveva chiesto di
andare a casa sua a vedere la partita con Finn, gli aveva semplicemente
detto
che ci sarebbe andato.
Il che era molto diverso.
Era contento di avere qualcosa da fare
quella sera ma temeva che avrebbe messo in imbarazzo Finn. In fondo
l’unica
volta che erano stati insieme da soli era stato mentre Kurt provava il
suo
abito per il ballo e Blaine gli aveva solo chiesto se poteva cantare
con loro
al ballo. Non si era ancora fatto un’idea di Finn: era un
bravissimo ragazzo,
ovviamente, ma non sapeva come approcciarsi con lui anche
perché non gli
sembrava condividessero molti interessi.
Blaine stava guidando comunque alla
volta di casa Hummel, canticchiando come suo solito la canzone alla
radio,
quando squillò il suo telefono. Riconobbe subito la suoneria
e rispose con
entusiasmo.
- Ehy, Kurt! Già immerso in pop-corn e
lotta con i cuscini? -
«Spiritoso» commentò
l’altro,
sorridendo. «In realtà ti ho chiamato per
avvertirti. Finn ha invitato anche
Puck e Sam a casa stasera. Non temere: li ho già minacciati
a dovere».
Blaine rise di gusto pensando alla scena
di Kurt che ammoniva il suo fratellastro e i suoi due amici.
- Mi sento molto più tranquillo ora -
«Ne sono felice. Non esitare a chiamarmi
se fanno qualsiasi cosa che possa infastidirti».
- Kurt, non sono dei serial-killer -
rise Blaine. - Starò bene - Ora che sapeva della presenza di
Sam e Puck era
decisamente più tranquillo. Insomma con il primo aveva un
rapporto più stretto,
per quanto potesse esserlo, e Puck sembrava essere simpatico e capire
Finn al
volo. Si prospettava sicuramente una serata quantomeno interessante.
«Grazie ancora per aver
accettato».
- Non che avessi scelta -
«Ti prometto che quando sarò
libero ti
porterò ovunque vorrai per una settimana intera».
- Ci conto -
«Sto entrando nel vialetto di
Rachel».
- Buona serata -
«Anche a te» disse Kurt.
«Non vedo l’ora
di rivederti». Blaine percepì che quella frase era
costata molto a Kurt perché
la sua voce tradiva un certo imbarazzo.
- Anche io, Kurt. Ti amo - rispose con
tono sicuro, prima di chiudere la chiamata. Dopo tutto quello che era
successo
a scuola non la smetteva di sorridere e, quando sua madre gli aveva
chiesto
cosa avesse, aveva risposto solo che era stata una bella giornata a
scuola e
che si era divertito molto alla riunione del Glee Club. Ricordava fin
troppo
bene l’imbarazzo provato nel dover spiegare alla madre di chi
erano i jeans con
i quali era tornato da scuola qualche giorno prima e, soprattutto,
perché i
suoi si fossero sporcati. Nonostante le scuse accampate, Blaine sapeva
perfettamente che sua madre non era una stupida e che probabilmente si
era resa
conto di ciò che era successo. Non aveva voluto indagare,
però, e di questo
Blaine gliene fu grato.
Immerso nei propri pensieri si rese
conto di essere arrivato nel vialetto degli Hummel e smontò
subito dalla sua
macchina, infilando le chiavi in tasca. Bussò al portone di
ingresso e Carole
venne ad aprirgli quasi come sempre, d’altronde.
«Ciao Blaine. Accomodati» lo
invitò
gentilmente. Lui non poté fare a meno di sorriderle e si
avviò in salotto con
lei dove trovò Finn e Puck seduti sul divano mentre Sam era
ancora al telefono
con Mercedes. Probabilmente stavano litigando perché Sam
teneva una mano sulla
bocca per evitare di disturbare con sussurri nervosi e irritati.
«Salve ragazzi» disse subito,
abbassando
il tono della voce per non dare fastidio a Sam. Carole si
congedò dicendo di
dover finire di preparare la cena.
«Vieni, Blaine, siediti» disse
Finn,
tentando di mettere il ragazzo a suo agio. Non aveva ancora dimenticato
le
parole di Kurt e il fatto che anche Rachel, dopo che le aveva parlato
della
serata che si prospettava, si fosse raccomandata con lui, lo aveva
messo ancora
più in agitazione. Cosa avrebbe potuto fare di male a
Blaine? Non era mica un
maniaco o cose del genere!
«Grazie». Si
accomodò accanto a loro sul
divano, dopo una lotta interiore piuttosto accesa.
Poltrona o divano?
La poltrona sarebbe sembrata troppo
distante e quindi lo avrebbe fatto apparire come freddo e lui non era
di certo
così. Aveva optato infine per il divano nonostante gli altri
potessero pensare
che così stavano più stretti di quanto non
fossero già prima. Ma nessuno disse
nulla. Si limitarono solo a guardare il televisore in attesa che Sam si
staccasse da quel telefono e li raggiungesse. Cosa che avvenne da
lì a qualche
minuto mentre Puck e Finn si erano lanciati in una fitta discussione su
un
touch-down che secondo Finn era stato memorabile seppur Puck sostenesse
di aver
fatto di meglio. Blaine aveva riso ogni tanto delle battute che si
scambiavano
i due ragazzi ma non li aveva interrotti fino a quando Finn non gli
aveva
chiesto se aveva mai giocato a football.
«Andiamo, ti sembro tipo da giocare a
football?» rispose lui, dando il via ad un altro ciclo di
risate quando Sam si
avvicinò.
«Che mi sono perso?»
domandò, sfoggiando
il miglior sorriso falso che si potesse fare.
«Amico, tutto bene?» si
informò subito
Finn.
«Io non la capisco proprio!»
iniziò a
sfogarsi il ragazzo, probabilmente lieto a Finn di avergliene dato la
possibilità. «Prima le chiedo di venire con me al
cinema e accetta con piacere
e ora mi dice che non può venire solo perché in
televisione danno uno stupido speciale
su Aretha Franklin e mi ha chiesto di andare a casa sua per vederlo
insieme. Ma
cosa cavolo me ne importa a me di Aretha Franklin?!».
«Magari voleva solo restare a casa da
sola con te» ipotizzò Puck, credendo di conoscere
a fondo l’animo femminile.
«Ci avevo pensato anch’io ma
quando ha
detto che sua sorella sarebbe rimasta con noi, ho perso le
staffe».
«Ti capisco». Finn non riusciva
ancora a
rassegnarsi sul fatto che Rachel fosse sempre più fermamente
convinta della sua
posizione riguardo l’argomento “sesso”.
«Almeno le hai detto che volevi stare da
solo con lei?» intervenne Blaine al che tutti lo fissarono,
increduli.
«Perché avrebbe
dovuto?» chiese Puck,
scettico.
«Perché così
l’avrebbe addolcita e
magari avrebbe accettato di andare al cinema»
spiegò Blaine risoluto.
«Ma poi che film volevi andare a
vedere?» domandò Finn.
«Final Destination 5 in 3D,
ovvio».
Blaine scosse la testa capendo perfettamente perché Mercedes
avesse rifiutato
l’invito.
«Non puoi portare una ragazza a vedere
un film del genere».
«Ascoltalo» suggerì
Puck all’amico. «Lui
in fatto di ragazze se ne intende» lo schernì.
Finn gli diede una gomitata
nelle costole, come a volergli ricordare la minaccia di Kurt.
«Sto solo dicendo che magari sarebbe
stata più incline a venire se l’avessi portata a
vedere un film diverso, più
romantico».
«Ma credevo che alle ragazze piacesse
aggrapparsi al nostro braccio nel momento terrificante del
film» disse Sam,
grattandosi la testa con fare confuso.
«Partendo dal presupposto che questo
avveniva anni fa, ora le ragazze sono più orgogliose. E poi
Final Destination
non è un horror. Ti mostra solo tanti modi per morire e fa
schifo, non paura».
Blaine sembrava così padrone dell’argomento da
lasciare a bocca aperta gli
altri tre che, più lo ascoltavano, più si
rendevano conto di quanto le cose che
dicesse fossero giuste.
«Hai capito il fringuello!»
esclamò
Puck.
«Usignolo!» dissero in coro
Finn e Sam.
«Ragazzi, non preoccupatevi: ormai ci ho
rinunciato» rise Blaine, contento che la serata stesse
prendendo quella piega.
«La cena è pronta!»
urlò Carole dalla
cucina e i quattro ragazzi si diressero a tavola. Blaine
salutò Burt che gli
rispose educatamente, prima di sedersi di fronte a lui. Parlarono di
tutto e di
niente, soprattutto di scuola e di football, facendo di Carole una
povera
martire.
«Mi manca Kurt!»
asserì prima di alzarsi
e sparecchiare. Tutti risero prima di alzarsi e riprendere posto in
salotto.
Questa volta non accesero il televisore, però. Puck aveva
avuto una delle sue
idee strampalate e avevano deciso di assecondarlo.
«Visto che l’usignolo
qui è così esperto, perché non
approfittarne?».
«Non voglio responsabilità su
rotture o
litigi futuri» si affrettò a dire Blaine,
sorridendo. Tutti risero e lo fecero
sedere sul divano con Sam al suo fianco e Puck sulla poltrona con Finn
sul
bracciolo.
«Allora... come fa Finn a farsela dare
da Rachel?» esordì Noah, facendo ridere Sam e
Blaine.
«Che ne sai che non lo abbiamo
già
fatto?» si difese subito l’interessato.
«Andiamo, amico! Con quella faccia, tu
non hai fatto nulla dopo la scappatella con Santana». Tutti
risero ancora di
più mentre Finn arrossiva imbarazzato.
«Io credo che Rachel sia semplicemente
frenata dalle sue convinzioni. Magari crede nel sesso dopo il
matrimonio o cose
così» ipotizzò Blaine. «Non
credo che sia particolarmente pudica».
«Ma io sto impazzendo! E’
sempre la
stessa storia, anche con Quinn» si lamentò Finn.
«In effetti non è che con
Mercedes sia
molto diverso».
«Vi prego non parliamo di Lauren! Ha
fatto la preziosa per un anno intero e poi, quando finalmente sono
riuscito a
farla smuovere, è finita la scuola e non mi ha calcolato per
tutta l’estate!».
Blaine si limitò ad ascoltare, non
aggiungendo nulla semplicemente perché non aveva nulla da
dire a riguardo.
E fu la peggior cosa che potesse fare.
«Qui il fringuello non apre bocca! Mi sa
che qui quello che se la passa meglio è proprio
lui!». Puck si alzò e lo
affiancò, facendo cadere Sam dal divano e dando a Blaine una
pacca sulla
spalla.
«Andiamo, vogliamo i dettagli
sconci!».
Blaine arrossì immediatamente pensando anche solo a quello
che era successo
quella mattina.
«Ma che dici?! Non
c’è nessun dettaglio
sconcio!» mentì spudoratamente, attirando ancora
di più l’attenzione dei suoi
amici.
«Oddio! Io credevo di scherzare quando
facevo riferimento ad un rapporto intimo tra te e Kurt!»
esclamò Finn
scandalizzato.
«Ma se Kurt è più
pudico di tutte le
ragazze messe insieme!» dissentì Sam.
«Non stavamo parlando di
ragazze?» provò
a cambiare argomento Blaine, sempre più rosso in viso.
«Eh, no! Tu non me la racconti proprio
giusta! Ora vogliamo sapere tutto! Avete già fatto
sesso?». Puck sembrava così
interessato da spaventare Blaine che prese seriamente in considerazione
la
proposta di Kurt di chiamarlo quando ce ne fosse stato bisogno.
«No!» urlò
scandalizzato. «Puoi
abbassare la voce? Non oso immaginare se dovesse sentirti il signor
Hummel».
«Cosa devo sentire?» chiese
lui, entrando
in salotto con una bacinella di pop-corn tra le mani.
«Niente!» si affrettarono a
dire tutti
in coro.
Blaine pensò che forse il terzo grado
era finito per il momento. Tirò un sospiro di sollievo e si
chiese se i
discorsi delle ragazze con Kurt si avvicinassero minimante ai loro.
***
«Va bene, va bene» rispose
Kurt,
gettandosi sui tanti cuscini disposti a terra.
«Cosa facciamo allora?» chiese
Rachel,
per nulla scoraggiata. Sia lei che Mercedes erano già
provviste di treccine e
Kurt aveva già fatto le unghie ad entrambe, rammaricandosi
di non potersele far
fare anche lui. Rachel aveva detto che c’erano molti ragazzi
con le unghie curate
ma lui non aveva voluto sentire ragione: un conto era limarle alla
perfezione,
un altro metterci dello smalto.
«Che ne dite di una sana sfida di
karaoke?» buttò lì Kurt, vagliando
già le sue possibili scelte nella sua mente.
Rachel aveva tutte le tracce che lui adorava e sarebbe stata una
passeggiata
battere lei e Mercedes.
«Non ho voglia di sentire voi due che
cantate le vostre canzonette da musical» ribatté
la ragazza di colore, acida.
Entrambi la fissarono quasi scandalizzati, senza capire quale fosse il
problema
perché Mercedes non era così: aveva sempre
sopportato di buon grado le isterie
dei suoi due migliori amici, aveva sempre apprezzato le loro esibizioni
e non
si era mai spazientita così velocemente con loro.
«Mercedes, c’è
qualcosa che non va?»
sussurrò Kurt avvicinandosi a lei.
«Tutto a posto». Il ragazzo le
passò un
braccio intorno alle spalle e si sforzò di catturare il suo
sguardo, rivolto
verso il pavimento dove erano comodamente seduti.
«Andiamo, tesoro»
continuò Rachel. «Si
vede che ti è successo qualcosa».
«Io e Sam abbiamo discusso prima che
venissi qui» confessò tutto d’un fiato
Mercedes a quel punto. Kurt e Rachel si
guardarono come se avessero finalmente realizzato la fonte del malumore
della
loro amica.
«Non vi sarete lasciati?»
domandò
Rachel, improvvisamente più interessata.
«No! Certo che no!».
«Che cosa è successo
esattamente?»
chiese Kurt con più delicatezza.
«Mi aveva invitata al cinema a vedere
Final Destination 5 in 3D» spiegò Mercedes,
fissandoli con uno sguardo eloquente.
Entrambi sgranarono gli occhi con aria indignata come se il gesto di
Sam fosse
stato un affronto.
«Se Finn mi avesse mai invitata a vedere
un film del genere, non gli avrei rivolto la parola per giorni! Sembra
che non
ti conosca!» inveì Rachel, per dare supporto
all’amica senza rendersi conto di
star peggiorando le cose.
«E’ lo stesso che ho detto
anch’io!»
concordò l’altra.
«Okay, okay. Non scendiamo a conclusioni
affrettate!» le frenò Kurt, pur sapendo che
avrebbe reagito allo stesso modo
con Blaine se gli avesse proposto di vedere un film del genere.
«Magari voleva
solo stare un po’ da solo con te».
«Kurt, tu non sei mai venuto al cinema
con noi: non stacca gli occhi dal film per un secondo e quando accenno
a dire
qualcosa mi intima di stare zitta!».
«Inaccettabile!».
«Rachel, vuoi chiudere il
becco?!»
esclamò Kurt esasperato. «Siamo qui per aiutarla,
non per aizzarla contro il
suo ragazzo!».
«Scusa».
«Comunque ha ragione» disse
Mercedes.
«Forse ma, andiamo, non vorrai lasciare
Sam per così poco! E’ un bravo ragazzo!
L’unico forse che è sempre gentile con
tutti e che non ha mai attaccato volontariamente nessuno!»
cercò di difenderlo
Kurt.
«Lo so, Kurt... Ma questo per me
significa un amico non un ragazzo. Io ho delle esigenze».
«Tutti ne abbiamo» rispose il
ragazzo
risoluto. «Ma guardaci adesso e pensa a come stavamo
l’ultima volta che abbiamo
fatto un pigiama-party. Rachel pensava di pagare cento dollari alla
bancarella
dei baci di Finn per ottenere cento baci. Io sbavavo dietro a Blaine
che aveva
in programma di
cantare una canzone
d’amore ad un altro e tu... bhè, tu non avevi
nessuno che ti interessasse».
«L’anno scorso sembravamo
disperati»
commentò Rachel.
«Tu, semmai, cara mia!» la
schernì
subito Kurt.
«Parla quello che prese un due di picche
a San Valentino!». Il ragazzo fece una linguaccia alla sua
migliore amica non
che fidanzata di suo fratello per evitare di aggiungere altro e di
offenderla.
Una cosa del genere avrebbe decretato la fine della serata e non aveva
voglia
di sorbirsi Finn e le sue prediche. Mercedes sorrise del loro
battibecco ma non
commentò, limitandosi a fare da spettatrice come spesso
accadeva.
«Comunque non voglio più
parlarne.
Cambiamo argomento».
«Okay! Vi ho parlato di
quell’assolo
che...» cominciò subito l’altra ragazza,
alzandosi sulle ginocchia entusiasta.
«Rachel!» la ammonirono in coro
Mercedes
e Kurt, stanchi di sentire sempre gli stessi discorsi.
«Okay, okay!».
«Allora, Kurt, parlaci piuttosto di te e
Blaine. Come va?» chiese Mercedes, informandosi sugli ultimi
gossip.
«Bene» rispose Kurt
immediatamente,
arrossendo leggermente. «Benissimo» aggiunse,
ripensando immediatamente a ciò
che era successo quella mattina.
«Oooooh!» fecero subito
Mercedes e
Rachel, avvertendo qualche pettegolezzo piccante nell’aria.
«Tu non ce la racconti giusta!»
lo
accusò la prima.
«Sono d’accordo!»
continuò la seconda.
«Cosa volete che vi dica?».
«Per esempio cosa avete fatto
perché la
tua relazione vada, e cito testualmente,
“benissimo”».
«Non sarete mica arrivati già
a quello?!»
esclamò Rachel, curiosa e
scandalizzata allo stesso tempo.
«NO!» urlò quasi
Kurt, vedendo il suo
colorito passare dal bianco più candido al rosso
più puro.
«Meno male, sei troppo giovane per
quello». Mercedes e Kurt la fissarono come se stesse
scherzando, seppur non
sorpresi da Rachel che aveva da sempre difeso la sua posizione
sull’argomento.
«E tu, quanto tempo avrai ancora
intenzione di far penare Finn?» domandò Kurt,
felice di aver rigirato la
frittata in suo favore.
«Non sono affari tuoi e comunque Finn
è
felice così com’è».
«Glielo hai mai chiesto?».
Mercedes come
Kurt era scettica a riguardo.
«Non ne ho bisogno. Noi ci capiamo senza
bisogno di parole» assicurò lei, alzando lo
sguardo con fare superiore e
incrociando le braccia. Kurt e Mercedes scoppiarono a ridere senza
riuscire a
trattenersi mentre Rachel continuava a sostenere che fossero solo
gelosi di
quello che avevano lei e Finn.
«Rachel, sei davvero
esilarante!»
commentò Kurt, tentando di calmare le risa.
«Ma cosa vuoi saperne tu?».
«So che vi siete lasciati tante di
quelle volte perché non riuscivate a capirvi che uscirsene
con una frase del
genere è stato esilarante!» continuò,
sghignazzando.
«E ci siamo rimessi insieme tante volte
quante ce ne siamo lasciati» gli ricordò lei.
«Non ne dubito» rise Mercedes,
godendo
dell’espressione semi-offesa di Rachel. Continuarono a
scherzare in quel modo
per qualche altro minuto quando Kurt ricevette un messaggio sul suo
i-phone.
Serata
conclusa. E’ stato divertente passare un po’ di
tempo con i ragazzi per conoscerli
meglio. Spero ti stia divertendo. Buona notte. Un bacio –B
Sorrise all’istante, immaginando il suo
ragazzo che tornava a casa e si infilava sotto le coperte per riposare.
Al solo
pensiero che quel week-end sarebbe passato senza che potesse vederlo,
si incupì
per un po’ ma le sue amiche seppero come tirarlo su di
morale, iniziando a
commentare tutti gli abiti di tutti gli invitati dell’ultimo
matrimonio reale
di Montecarlo, a detta di Kurt imparagonabile a quello dei reali
inglesi.
D’altronde aveva pur sempre trascorso
l’estate a scrivere un musical sulla sorella della
neo-duchessa di Cambridge.
Continua...
NDA: Niente Klaine questa volta, eh? Ma vabbè, non
preoccupatevi! Tra poco ne avremo in abbondanza! =)
Questo capitolo inizialemente doveva essere solo la fine di quello
precedente ma poi mi sono resa conto che insieme erano veramente troppo
lunghi e ho dovuto separarli!
Quindi, ricampitolando un po': Puck ha perso di vista Lauren. Sam e
Mercedes non vanno proprio d'accordo su tutto (non sono una fan della
Samcedes, deal with it! xD). Finn e Rachel... bhè, loro sono
sempre allo stesso punto! Ma, non temete, si smuoveranno
anche lì!
Questa volta, eccezionalmente, vi darò un piccolo spunto di immaginazione sul prossimo capitolo:
"«Che vuoi? Sei di nuovo incinta, per caso?»."
"«Ma se è dovuto arrivare a chiederti se state ancora insieme vuol dire che le cose non stanno andando tanto bene!»."
"Sarebbe
uscito allo scoperto e avrebbe
vissuto la sua vita libero di essere se stesso.
Mentre anche lui usciva dallo spogliatoio si chiese solo se questo
fosse umanamente possibile..."
"«Ho intenzione di riproporre la sfida di ogni anno! Ragazzi contro ragazze!» annunciò quando ebbe ottenuto il silenzio. Tutti si fissarono con delle espressioni del tipo “Ma non è capace di inventare niente di meglio?”, senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo."
Okay!!
Forse ho esagerato!!! Vediamo un po' chi indovina a chi si riferiscono
le frasi e chi le dice! Sfida aperta!
Ovviamente, Lusio,
sei pregato di astenerti! xD
Infine un grazie speciale a Medea00, Crisscolferaddict, KlaineLover e LaTuM, oltre che al mio mitico beta Lusio, che hanno recensito con assiduità ogni santo capitolo!!! Grazie mille!
E poi ad aurinella ed Evy78 che commentano sempre seppur abbiano scoperto la storia un po' più tardi!!! Grazie mille anche a voi!
Mi
raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate anche voi che leggete in
silenzio! Per me sarebbe un vero piacere conoscere la vostra opinione!
=)
Federica