Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: elrohir    11/06/2006    5 recensioni
La musica, la scuola, i sogni. La vita. L'amore. Ma come è difficile quando hai diciott'anni e hai perso la testa per il tuo migliore amico. Come è difficile se tutto sembra assurdo, come una lastra di vetro nero che, improvvisamente spezzandosi, rivela tanti, minuscoli frammenti bianchi...
Genere: Generale, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Alessandro

Alessandro- specchiarsi sotto il sole

 

-Ale! Ale! Ale cazzo passami quella palla!

Sbuffo, asciugandomi la fronte con il polso. Blue si ferma al mio fianco, ansante. –Ehi, tutto bene?

Lo guardo di sfuggita, gli regalo un sorriso. Lui mi spettina i capelli e posa il braccio sulle mie spalle. –Allora, come va con il tuo bel rosso?

Abbasso gli occhi, entrando nello spogliatoio. Odio parlare di Fra con Blue. Quasi quanto odio parlare di Blue con Fra.

-Non me la conti giusta, dolcezza. Guarda che lo so che stanotte l’hai passata da lui… lo indovino sempre quando tu e lui… beh, ci siamo capiti, no?- Dio, lo detesto quando fa così. Mi mette a disagio.

E poi quel bastardo lo fa apposta, lo so. É questo che mi rompe più di tutto.

Tutto soddisfatto mi si avvicina di nuovo.

-Sei arrossito… che carino! Sei così tenero che viene voglia di mangiarti…- sorride predatore e mi imprigiona contro la parete della doccia.

Sospiro, chiudendo gli occhi. Poi, con un gesto deciso, lo spingo via.

-E piantala, Blue, levati dalle palle.

Lui si porta una mano al petto con espressione addolorata. –Ale, perché devi distruggere così le speranze di un povero cuore?

-Blue, tu non ce l’hai il cuore- gli ricordo, infilandomi sotto la doccia e aprendo l’acqua.

Mi segue a ruota. –Vero- ammette di buon grado –Ma ti giuro che se ce l’avessi sanguinerebbe per la tua bellezza, mio angelo.

-Ma vaffanculo- borbotto, dandogli le spalle.

Lo sento, che mi guarda. Non sono idiota come Fra si ostina a credere. E non sono neanche ingenuo com’era Nico un anno fa. Non più, almeno. La ferita di mio fratello ha scottato anche me. E certe lezioni non te le dimentichi facilmente.

Ma questo caso è diverso. Non riesco proprio a capire perché dovrei rinunciare ad un’amicizia così bella soltanto per assecondare l’irragionevole gelosia del mio ragazzo. Blue mi piace, con lui sto bene, e riesce a farmi ridere anche quando la lontananza di Niki sembra scavarmi lo stomaco.

Poi, è assolutamente innocuo. Non ci ha provato seriamente nemmeno quella volta che si è ritrovato con me completamente sbronzo sdraiato nel suo letto, durante l’ultima trasferta. (Anche nel basket esistono le trasferte, vero? Vero? In caso di risposta negativa, consideratela una licenza poetica. Volevo metterli in gita scolastica, ma Ale e Fra vanno a scuola insieme, quindi era piuttosto improbabile che Mister Gelosia permettesse al suo bellissimo fidanzato di passare la notte del letto del suo peggior rivale, vi pare? Sorry per l’interruzione, ndRoh)

Non che me l’abbia fatta passare liscia, in ogni caso. Mi rinfaccia ancora adesso quell’episodio, additandolp come inequivocabile testimonianza del mio desiderio ‘inconscio e represso di sottomettermi totalmente a lui’- sue parole, chiaramente.

In ogni caso, quella volta ho dovuto ringraziarlo davvero, perché ubriaco com’ero le cose sarebbero potute andare molto male. E lui mi ha stupido, accarezzandomi la guancia gentilmente e scrollando le spalle, assicurandomi che era tutto ok. Che non poteva permettermi di fare cazzate. Credo sia stato allora, che la nostra amicizia ha preso una piega più profonda, sincera.

Ciò non toglie che non riuscirei a vivere senza sfotterlo.

E devo ammettere che le sue attenzioni a volte mi lusingano. Altre invece…

-Blue smettila di fissarmi il culo.

-Non è colpa mia se tu offri quel panorama al pubblico. I miei occhi si rifiutano di distogliersi da una tale meraviglia.

Gli lancio la spugna bagnata sul viso e lo mollo da solo sotto l’acqua.

Gli altri si stanno già cambiando. Sto bene con loro, davvero. Insieme ridiamo, scherziamo, quando litigo con Fra offrono una spalla su cui piangere, o una bella scazzottata per calmare i nervi. E mandano affanculo Blue da parte mia quando questi, molto generosamente, si offre volontario per ‘una scopata liberatoria’. Nonostante le battute pesanti, riesce sempre a tirarmi su di morale. E a volte mi trovo a pensare che sia l’unico che davvero mi capisca.

Anche se siamo quanto di più diverso possa esistere al mondo.

Prendete l’amore, ad esempio. Blue mi sfotte, chiamandomi ‘romantico’, ma io credo fermamente nei sentimenti, nelle storie vere e profonde. E anche se a volte Fra mi fa incazzare di brutto, non riuscirei a immaginare la mia vita senza di lui. Fra… Fra c’è sempre stato, e ci sarà sempre, credo, anche se quel che abbiamo condiviso in quest’anno dovesse finire. Il solo fatto che mi sia innamorato perdutamente proprio del mio migliore amico deve far riflettere sul mio bisogno di certezze, di costanti e fiori di terra.

Blue invece è cinico, disilluso, brusco quasi, arido, guarda la vita con occhi asciutti e non si ferma a sognare i tramonti. Per lui vivere significa giocare a basket, e fare cazzate con gli amici. La sera, entrare in un locale, abbordare un ragazzo carino e finirci a letto nel minor tempo possibile. Una sera che si sentiva particolarmente ispirato, mi ha detto che solo nel sesso riesce a costruire un armonia con quel caos di accordi che sono la sua vita. Eppure, altro che il sesso non cerca. Si accontenta di viaggiare tra la gente come uno straniero di passaggio, godendo di quel che la sua bellezza gli regala.

Perché Blue è bello, di una bellezza commovente a volte, eppure strafottente.

E sono sicuro che, non ci fosse Fra a riempire la mia vita, non avrei esitato a lanciarmi nelle sue braccia, bruciandomi di quel fuoco leggero.

Chiaramente, morirei prima di ammetterlo davanti a lui. O davanti al mio gelosissimo ragazzo.

-Quanto sei bello quando sogni a occhi aperti, Ale.

Ecco, il demente ha finito di vestirsi. Sta appoggiato allo stipite con la borsa sulla spalla, aspetta me per uscire.

-Quando lo vedi il tuo rosso?

-Non sono cazzi tuoi.

-Senti, ti fermi con me? Devo aspettare un amico…

Li conosco, gli ‘amici’ di Blue. Così sollevo un sopraciglio malizioso, e lui mi tira un pugno giocoso sul braccio. –Ehi, ma che malpensante! È davvero solo un amico… viene in classe con me, deve aiutarmi con inglese.

Ridacchio –Incredibile, questa sì che è una notizia! Hai deciso di metterti a studiare? Cos’è, non ti è piaciuto farti segare l’anno scorso?

Mi guarda offeso e si lascia cadere a terra, con la schiena contro il muro della scuola. Poi sorride. -Piuttosto che sparare cazzate, girati, e guarda quello lì, dimmi se non ha un culo da favola!

Gli lancio un’occhiataccia e lui alza le mani in segno di difesa –Sì, lo so, lo so che tu sei impegnato, ma cazzo, una sbirciatina ti sarà pur permessa, no? Vabbè la fedeltà e tutto, ma qui si tratta solo di guardare! Mica lo tradisci con gli occhi, no? Dai, non puoi perdertelo quello spettacolo! È quasi ai tuoi livelli, quel tizio!

Lo incenerisco, ma non posso evitare di voltarmi nella direzione che indica.

E lì resto fermo.

Senza saper respirare.

Senza saper parlare.

Senza saper tremare.

Senza saper fare nulla, a parte ascoltare il cuore aumentare progressivamente i battiti, fino a esplodere impazzito nel mio petto, in un tripudio di colori.

Non posso crederci.

Alto, snello, un paio di pantaloni sdruciti e una maglietta scura.

Mani in tasca, e spalle leggermente curve. Come sotto il peso di qualche fardello insostenibile.

Mi scoppia nel cuore una tenerezza incrinata.

Vorrei scattare avanti a raggiungerlo di corsa, stringerlo, stringerlo così forte da schiacciarlo, da polverizzare quella sua anima vagabonda, per poterla respirare insieme all’aria e non lasciarla mai più andare. Mai più scappare.

Per non lasciare che si allontani mai più da me.

E poi lui si volta, con esasperante lentezza, e guarda dritto verso di me. Mi inchioda a terra con la luce dei suoi occhi verdi, e poi sorride un sorriso tremulo e incerto.

Sento qualcosa di bagnato sulle guance.

Il sole sulla mia testa ride, e io sotto il sole piango.

Io sotto il sole piango e Nico sotto il sole sorride.

Noi due sotto il sole ci guardiamo.

E finalmente, io respiro.

Mio fratello è tornato a casa.

 

Mi schianto contro di lui, e rido forte mentre lo abbraccio. In questo momento vorrei baciarlo. Vorrei mordere il suo naso e affondare la bocca nei suoi capelli, sentire l’odore di mare che quelle sue trecce continuano a portare, scoprire uno per uno tutti i granelli di sabbia che gli sono rimasti incollati alla pelle, dopo ogni nuotata.

Barcolla, sotto il mio peso, e le ginocchia gli cedono. Io lo faccio cadere a terra, attento che non si faccia male.

Rotoliamo un po’ nel prato, ridendo, e io mi sdraio sopra di lui e circondo il suo corpo esile con le braccia, poso l’orecchio sul suo petto e sento il suo cuore, batte follemente, falena imprigionata, e in questo momento non c’è niente che possa farmi male, niente che possa togliermi il sorriso dalle labbra, perché sotto, davanti, intorno a me c’è Nico, ci sono i suoi occhi, i suoi zigomi, la sua bocca, ci sono le sue mani sulla mia schiena, le sue mani che conoscono ogni centimetro di questa carne, e la sua pelle, bollente, abbronzata, segnata dal dolore, la sua pelle impolverata, la sua pelle salata, e quest’odore che mi era mancato, questo suo odore, l’odore di mio fratello.

-Sei tornato- sussurro e lui annuisce, e chiude gli occhi e abbandona la testa contro l’erba, con me ancora arrampicato addosso, e sospira, come un gatto soddisfatto, e anche io sospiro, siamo di nuovo due cuccioli accoccolati, e non mi ero accorto realmente di quanto mi fosse mancato, non me n’ero accorto fino adesso, adesso che lui è tornato. Da me.

Dio, Nico, non lo fare mai più, non partire mai più senza di me, non lasciarmi indietro…

-Sei vivo.- dico, scioccamente, e lui sorride.

-Adesso sì.

 

Un tossicchiare fintamente imbarazzato, e la faccia di Blue mi compare davanti.

-Ehi Ale! Che, non mi presenti?

Chiudo gli occhi e nascondo il viso contro la maglietta di mio fratello. Come si permette quell’idiota di rovinare questo momento?

Sento Nico ridacchiare, e io mi sciolgo, ascoltando il suo petto vibrare di gioia.

Quanto lo amo!

Però mi danno fastidio quegli occhi scrutatori… e poi non mi piace l’idea dello sguardo affamato di Blue che vola sul corpo del mio adorabile gemellino…

Così mi tiro a sedere, e piuttosto contrariato, faccio le dovute presentazioni.

-Blue, mio fratello Nico. Niki, un mio compagno di basket, Blue.

Blue tende la mano –Piacere Niki…

Gli lancio un sassolino contro la gamba –Ehi, vedi di andarci piano. Poca confidenza… per te lui è Nico.

-Niki, non sai quanto mi hanno parlato di te…- continua imperturbabile il demente –Anche se non mi avevano detto che eri così bello…

-Ma se è spiccicato a me, coglione- replico scocciato. Blue ci guarda con aria critica –Effettivamente… Ale perché non ti fai anche te le treccine? Saresti sexi da morire con quella pettinatura… voglio dire, ancora più di adesso!

Nico ride, e questa è musica per le mie orecchie. –Fra come lo vede, bro?- chiede malizioso, e io alzo gli occhi al cielo.

Blue schiocca le dita –Ma certo, ecco qual è il tuo difetto! Sei già impegnato! Non che a me importi, sia chiaro, ma dato che tu ti ostini a considerarlo un impedimento a una storia tra noi… Niki dimmi, tu ce l’hai il ragazzo?

Guardo mio fratello. I suoi occhi brillano vivi mentre dice di no.

Blue alza un pugno in aria con gesto vittorioso –Lo sapevo che non eri noioso come tuo fratello! Si vede subito che tu sai cosa vuol dire vivere! Ora però non dirmi che sei etero perché mi crolla il mondo addosso…

Nico ha quasi le lacrime agli occhi dal troppo ridere, mentre scuote la testa.

Prima che Blue si azzardi a invitarlo fuori, portandomelo via, intreccio le dita a quelle di mio fratello e lo tiro in piedi. –Benissimo, adesso se vuoi scusarci Blue io e Niki avremmo molte cose da dire e da fare… Ci vediamo domani agli allenamenti…

E trascino via Nico, lasciandogli appena il tempo di sventolare la mano in saluto.

-Carino il tuo amico, com’è che non me ne hai mai parlato?

Scuoto la testa –Gioca con noi da poco. Ma dimmi di te, adesso. Quando sei arrivato?

Si lascia cadere sul mio letto, come era solito fare prima di partire. Si stiracchia –Poche ore fa. Ho posato le valigie e sono venuto a cercarti subito.

Ci mancherebbe altro penso, ma non lo dico. Invece, assumo un’aria seria -Quindi lui non l’hai ancora visto.

Il suo bel viso si indurisce per una frazione di secondo, e gli occhi si fanno ombrosi. –No.- tace, poi, cercando mi mascherare la tensione aggiunge -Come sta?

-Bene… bene, credo. A volte… a volte mi sembra lontano. Come in un altro mondo.

Scrolla le spalle. Mi siedo dietro di lui, e comincio a massaggiargli i muscoli della schiena, del collo. Lui rovescia la testa all’indietro, come un gatto.

Ridacchio. –E del bell’inglesino che mi dici?- sussurro malizioso al suo orecchio.

Trasale. –Come sai di lui?

-È passato di qui due settimane fa…

Mi specchio nei suoi occhi verdi. Si mordicchia le labbra –E… come ti sembra?

Scrollo le spalle –Bacia da dio, questo devo concedertelo.

Mi godo lo spettacolo di mio fratello che impallidisce, per poi arrossire violentemente. Scoppio a ridere, crollando addosso a lui –Dio Nikita sei fantastico…

-Cazzo significa me lo spieghi?

Sembra terrorizzato. Meglio rassicurarlo, prima che si faccia venire un infarto.

-E Fra come l’ha presa?- mi chiede, dopo il resoconto.

-Male. Ma abbiamo fatto pace, poi- sogghigno. Lui fa una smorfia, affonda il viso nel cuscino–Non dirmi come.

-Sicuro di non volere i particolari?

-Pervertito…- borbotta mio fratello, guardandomi storto. Poi scoppiamo entrambi a ridere.

Guardo fuori dalla finestra. C’è il solito via vai di gente, di auto e pullmann e bambini.

Improvvisamente, torno a rivolgermi a mio fratello. –Niki… con Dani come va?

Una smorfia –E che ne so. Non lo sento da mesi…

-Ma adesso che sei tornato…

-Dovrò vederlo, lo so. Devo prepararmi emotivamente, però.

Cazzo. E ora come glielo dico? Guardo di nuovo fuori dalla finestra, mi mordo le labbra –Niki?

-Che c’è bro?

-C’è che faresti bene a prepararti in fretta.

Solleva su di me quei suoi enormi occhi innocenti. –E perché?

-Perché Dani sta per suonare alla porta.

Gli occhi innocenti improvvisamente si riempiono di terrore. Mi porto vicino a mio fratello, lo sostengo, perché ho paura possa svenire, tanto velocemente è impallidito.

Gli bacio la tempia veloce, e mi si stringe il cuore nell’ascoltare il suo ‘No’ sgomento.

Ma altro non posso fare, perché Dani è già comparso sulla porta, anche se tiene la testa bassa, concentrato su un libro, e quindi non si è accorto di Niki.

Vedo mio fratello respirare profondamente, e guardarmi deciso.

Ha occhi da guerriero, adesso, il mio Nikita, occhi da samurai e da monaco combattente.

Si volta verso Daniele, e la voce trema appena, mentre parla –Ciao Dani.

Un tonfo sordo. Il libro è caduto.

E Daniele ha sollevato la testa di scatto, il respiro intrappolato in gola.

Poi si scioglie in una corsa e si getta addosso a Niki, simile a me appena due ore fa, e ride e piange e tiene gli occhi serrati, come se avesse paura che riaprendoli Nikita potssa sparire, e lo abbraccia con dolcezza, con venerazione, con frenesia, sussurrando come in una preghiera –Sei tornato, sei tornato.

E Niki resta immobile, cercando di non spezzarsi, e io assisto impotente alla battaglia interiore tra i mille sconosciuti che è stato e il bambino che ha ormai ucciso, e incredibilmente è proprio questo ad avere la meglio, a prevalere, perché alla fine le braccia di mio fratello si chiudono intorno al corpo di mio cugino, e anche gli occhi di Niki si serrano, mentre una lacrima solitaria bacia la guancia, scivolandogli in bocca.

E Niki senza parlare e senza guardarmi allunga una mano, e io l’afferro, le nostre dita si intrecciano e io mi avvicino, lo abbraccio da dietro, e restiamo così, avvinghiati come bambini durante un temporale, cercando nel nostro calore un rifugio ai tuoni che lacerano il cielo.

Eppure, tutti e tre sappiamo che, questa volta, la tempesta non finirà in poche ore.

 

Okkkei… ora Nikita è tornato all’ovile. I gemelli sono soddisfatti, accoccolati nel letto vicini, e questo mi basta. Poi, mi diverto a scrivere di Blue… e non sarà sempre idiota come in questo capitolo.

Mi spiace che Fra compaia poco, Anarchy, ma volevo dare spazio ai fratellini… Non sono riuscita a fare neanche l’one on one, sarà per la prossima volta… prometto che un giorno te lo scrivo. In effetti, mi è venuta appena adesso un’idea… vedrò come sistemarla, ok? Spero che ti sia divertita comunque… e GRAZIE per i commenti! Lo sai che mi fanno un piacere enorme, vero?

Ciao Siz! Sono contenta di risentirti… anche a me piace la miciosità di Ale… i gemelli mi ricordano davvero i gatti: passano dal far le fusa a graffiare nello spazio di un secondo! Quanto a Dani, invece, non lo so, mi sta un po’ sfuggendo. Però volevo far notare che a Cate ci tiene davvero, non è solo un riempitivo.

Boh, adesso vi saluto. Bacioni a tutti, a presto, Roh

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: elrohir