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Autore: Josie_    02/10/2011    1 recensioni
Ora permettetemi di introdurvi i nostri personaggi, i protagonisti di questa storia semplice ma turbolenta, di amicizia e di amore. Due giovani ragazzi con una passione ed un taglio di capelli in comune che senza neanche accorgersene illuminarono pian piano l'uno il mondo dell'altro.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se vi state chiedendo cosa ci faccia Jack Barakat in giro per la scuola durante la pausa pranzo la risposta è molto semplice: sta cercando Alex.
Si erano dati appuntamento quella stessa mattina e il ragazzo non poté evitare un sorriso ripensando all'espressione buffa di Alex quando aveva sentito la richiesta di mangiare con lui per evitare di passare la pausa pranzo con Elly. Avrebbe dovuto spiegargli meglio la sua teoria che vedeva protagoniste le ragazze, un tavolo e le troppe chiacchiere. 
Sbuffò dirigendosi verso l'unico posto della scuola rimasto inesplorato: il cortile sul retro. Se fosse stato un po' più attento avrebbe sentito le grida di quei brutti ceffi già da quella distanza, ma siccome era impegnato a valutare quanto fosse lunga la linea della vita sulla sua mano, si accorse della rissa che era scoppiata solo quando svoltò l'angolo. In un primo momento pensò di girare i tacchi e sparire alla svelta, ma una voce familiare lo pietrificò esattamente dov'era. Alex si teneva in equilibrio tenendo una mano sul ginocchio e l'altra a stringergli la pancia. Doveva aver appena preso un bel pugno, appurò Jack facendosi più vicino. Guardandosi intorno si fece un'idea della situazione: erano tre contro uno. Fantastico. Alex disse qualcosa che riguardava la madre di qualcuno e la stretta conseguenza fu un altro pugno dritto in faccia. 
"Ehi!" -gridò Jack nel momento esatto in cui Alex cadde a terra con un tonfo- "Lasciatelo stare!"
I tre ragazzi si voltarono contemporaneamente verso di lui e il più grande si fece avanti con un sorriso beffardo sul volto.
"E tu che vuoi? Non t'impicciare." ringhiò ad un centimetro dal suo viso.
"Jack, vattene." intervenne subito Alex sputando sangue e risultando così molto più minaccioso di quanto avrebbe voluto.
"Ma, Alex! Loro sono in tre!"
"Non sei tu che ti sei fatto sua sorel..." non fece in tempo a finire la frase che il cavernicolo si era scaraventato su di lui riversandogli una scarica di pugni e calci mal coordinati.
Jack era impietrito. Non sapeva cosa fare. Sentiva il cuore martellargli nel petto e le mani sudargli in modo esagerato. Avrebbe voluto scappare, chiamare aiuto o riuscire a farli smettere in qualche modo. Ma cosa diavolo poteva fare un ragazzo goffo e magro come lui contro uno del genere?
Chiuse gli occhi e corse verso quella montagna che stava scaricando tutta la sua rabbia su un Alex incapace di difendersi e gli tirò un calcio che fece più male a lui che all'altro. 
"Smettila!" riuscì a gridare e in un millesimo di secondo gli altri due gli furono addosso.
Quello che successe in quegli istanti fu tutt'altro che chiaro. Alex faceva persino fatica a respirare e Jack si stava esibendo in una strana lotta rotolandosi avanti e indietro insieme a quei brutti tipi. 
Il più grosso intanto si era rialzato e bastò un cenno per far ritornare al suo fianco gli scagnozzi.
"Non perdete tempo con quello sfigato. E' di lui che dobbiamo occuparci." e sputò su di Alex prima di scoppiare a ridere.
Jack non si diede per vinto e si rialzò pronto per difendere il suo nuovo amico.
"Ho idea che ve ne siate già occupati..." -disse infine un po' incerto- "Insomma, non si regge nemmeno in piedi! Non siete soddisfatti?"
Uno dei due tirapiedi sbadigliò candidamente e diede ragione a Jack aggiungendo un distratto "ho fame". Il 'capo' della banda esaminò Alex sdraiato su un fianco che tossiva a fatica, gli si accovacciò accanto e lo sollevò prendendolo per il colletto della camicia. 
"Tocca ancora mia sorella e sei morto." -gli gridò per poi lasciarlo andare in malo modo e fissare Jack- "E tu la prossima volta fatti i cazzi tuoi che se no fai la stessa fine!"
Finalmente si voltò e con un altro cenno ai compagni si allontanarono ridendo e spintonandosi.
Jack contò fino a dieci cercando di ristabilizzare il respiro e il battito cardiaco, si sedette per terra e fissò Alex incredulo.
"Ma dico! Sei impazzito?!"
Alex aveva gli occhi chiusi e per un istante Jack temette che non avesse nemmeno la forza per parlare.
"Non dovevi intervenire." sussurrò invece.
"Con tutte le ragazze che ci sono, proprio la sorella di quel tipo dovevi farti?"
Sorprendentemente il ragazzo rise. Una risata debole ma sincera che sconvolse completamente il più giovane. Non lo aveva mai visto ridere, come poteva farlo in quella situazione? In quelle condizioni?
"Non so nemmeno chi sia sua sorella!"
Jack sgranò gli occhi. Non capiva.
"Tu sei proprio un coglione! Perché lo stavi provocando, allora? Dio! Non puoi pretendere che ti aiuti in una rissa! Mi hai visto? Appena mi hanno toccato sono volato per terra! Cosa diavolo avevi in testa?"
Alex si mise a sedere cercando di nascondere qualche smorfia -che però non sfuggì allo sguardo attento di Jack- e si pulì la bocca con la manica non più candida della camicia.
"Ho una teoria, Jack." -sorrise- "Al dolore ci si può abituare."
Il ragazzo lo fissò ancora una volta stupito e si trattenne dall'imprecare ad alta voce.
"Non capisci?" -continuò allora Alex- "Esiste un modo per smettere di soffrire!"
Jack scosse la testa. Quel ragazzo doveva essere pazzo. Quello che diceva non aveva alcun senso, probabilmente aveva preso una bella botta cadendo. Ciò che sembrava più strano era il sorriso insanguinato che Alex sfoggiava orgoglioso e il tono trionfante della sua voce. Era convinto della sua teoria e la stava mettendo in pratica.
"Alex..." -sussurrò Jack facendosi più vicino- "tu hai bisogno di aiuto."
  
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