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Autore: Beatrix Bonnie    03/10/2011    4 recensioni
-Seguito de La sorella perduta- Dopo aver assistito all'entusiasmante finale della Coppa del Mondo di Quidditch e dopo esser rimasti terrorizzati dalla comparsa del Marchio Nero, Mairead, Edmund e Laughlin torneranno al Trinity per affrontare il loro quarto anno, sperando, questa volta, di uscirne indenni. Ma non potranno certo immaginare che cosa è stato preparato per quell'anno! Tra altezzosi cugini purosangue, gelosie e invidie, misteriosi tornei, scuole di magia lontane e sconvolgenti novità, i tre amici metteranno a dura prova la loro amicizia...
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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CAPITOLO 11

Il Gargoyle





L'annuncio del professor Captatio sconvolse la sala per parecchi minuti. L'idea che il Torneo Trecolonie fosse stato riportato in vita e che si sarebbe tenuto proprio lì al Trinity era quanto di più eccitante gli studenti potessero pensare.

«Dobbiamo ammettere che potrebbe essere meglio del Quidditch!» ridacchiò Beatrix, seduta a fianco di Mairead.

«Forse niente mischie, ma è sicuramente grandioso!» ammise Mairead. «Soprattutto se vieni scelto come campione» aggiunse poi, già fantasticando sulla gloria eterna che sarebbe spettata al vincitore.

«Ehi, io ci sto!» esclamò Iulius, entusiasta, seduto di fronte a Beatrix. «Voglio provare a diventare il campione del Trinity!»

«Presumo che ci sarà una giuria che valuterà le capacità degli aspiranti» intervenne in tono logico Edmund.

«Silenzio, silenzio!» li richiamò il preside, in tono bonario. Dopo qualche secondo il brusio si spense e la sala si preparò ad ascoltare quello che il professore aveva da dire. L'uomo sorrise alla platea di studenti, poi spiegò: «Per frenare i vostri bollenti spiriti, vi avverto già che seri motivi di sicurezza ci hanno indotto ad introdurre un limite di età per gli aspiranti campioni ai 17 anni».

Quell'annunciò causò sonore proteste da tutti i tavoli: gli esclusi si sentirono in dovere di esprimere ad alta voce le proprie lamentele.

«Prima ci tolgono il Quidditch, poi ci impediscono di partecipare al Torneo!» sbottò indignata Beatrix, piuttosto risentita dal fatto che le sarebbero bastati pochi mesi per raggiungere la maggiore età.

«È per ragioni di sicurezza» intervenne saggiamente Edmund. «Captatio ha detto che ci sono stati dei morti!»

«Noi sapevamo già questo» si intromise il ragazzo di colore con le treccine. Aveva un accento particolare, duro, tipico degli africani che parlavano l'inglese. «Infatti noi aspiranti campioni siamo tutti maggiorenni» spiegò, accennando a sé e ai suoi amici.

«Noi saremmo dovuti nascere due anni prima» sbuffò invece Mairead, incrociando le braccia al petto.

Il professor Captatio li lasciò sfogare per qualche minuto, poi richiamò l'attenzione su di sé. «Mi dispiace ragazzi, ma è per la vostra sicurezza» spiegò in tono serio. «Comunque» aggiunse poco dopo, di nuovo allegro, mentre il custode Armandus attraversava la sala facendo fluttuare davanti a sé quello che sembrava il piedistallo di una statua. «Dovete sapere che non saremo noi a giudicare gli aspiranti campioni delle rispettive scuole» spiegò il preside Captatio, aspettando che Armandus posizionasse il piedistallo davanti al tavolo dei professori.

«Questo compito è affidato al Gargoyle!»

A quelle parole, un enorme gargoyle di pietra, che fino a quel momento era rimasto acquattato, senza essere visto, sopra la grande trifora sulla parete dietro il tavolo dei professori, spalancò le sue gigantesche ali e planò verso terra. Qualche studente dei primi anni si lasciò sfuggire un urlo per la sorpresa.

Il gargoyle andò ad accucciarsi sul piedistallo predisposto da Armandus e rimase immobile a scrutare gli studenti con il suo orribile ghigno da mostro.

«Questo sarà il giudice per scegliere il campione più adatto» spiegò il professor Captatio, indicando la statua. «Lui saprà valutare le vostre capacità magiche e sceglierà colui che riterrà più adatto a diventare il campione della propria scuola. Tutti coloro che intendono farsi avanti, non devono fare altro che mettere la mano destra nella bocca del Gargoyle e dire chiaramente il proprio nome e la scuola di appartenenza. Avete due giorni: durante il banchetto del giorno dei morti, il 2 novembre, il Gargoyle dichiarerà la sua scelta» continuò a spiegare il professore.

«Ma vi prego di fare molta attenzione!» soggiunse con un tono di voce accorato. «Il Gargoyle è perfettamente in grado di riconoscere la vostra reale età e non pensate di imbrogliarlo con pozioni invecchianti o altre diavolerie del genere. Non cercate di ingannarlo: saprà sempre riconoscere quanti anni avete effettivamente!»

I suoi occhi saettarono su tutta la sala e Edmund ebbe la spiacevole sensazione che stesse fissando proprio lui.

«Ma, bando alle ciance!» esclamò il professore dopo un attimo di silenzio. «Sarete affamati, immagino!»

E con quelle parole i Lepricani in livrea da camerieri fecero il loro ingresso nella sala reggendo i vassoi con le prelibatezze preparate dagli elfi domestici. Il banchetto fu particolarmente piacevole, perché i quattro ragazzi sudafricani che si erano seduti al tavolo dei Raloi si presentarono e raccontarono della loro scuola. Quello con le treccine si chiamava Hewa Wedge ed era un tipo affabile, anche se forse un tantino pieno di sé. Il ragazzo biondino, invece, disse di chiamarsi Koen Jansen e rivolò di essere un boero, un discendente degli antichi coloni olandesi. Mairead pensò che aveva l'aria un po' apatica e passiva, ma forse era solo un'impressione.

Laughlin, nel frattempo, si dilettava nel fare conoscenza delle studentesse indiane che si erano sedute vicino a lui e Dominique. Aveva evitato di specificare che aveva appena compiuto i quindici anni, visto che le ragazze dovevano essere tutte maggiorenni, per poter aspirare a diventare campionesse della Dashi Mahal. Poteva fingere di averne sedici, o comunque puntare su altre qualità che non fossero l'età.

In fondo, aveva un bel sorriso.


Nei due giorni successivi non si parlò d'altro. I quindici aspiranti campioni della Dashi Mahal si presentarono la mattina dopo in Sala Mor tutti impettiti e si misero in fila di fronte al Gaogoyle per dire il loro nome. Il preside Singh si posizionò a braccia incrociate di fianco alla statua e li osservò con aria compiaciuta, rivolgendo loro sorrisi incoraggianti.

Lo stesso cerimoniale avvenne all'ora di pranzo per gli studenti della Reclife High School, anche se la preside non attese in silenzio che i ragazzi dicessero il loro nome, ma anzi li incitava in una lingua che era un misto di inglese e sudafricano. Edmund fu anche abbastanza certo di sentire un insulto che suonava molto come “sterco di troll”.

I primi studenti del Trinity a presentarsi al Gargoyle furono Leonard Connery e Seamus O'Sharey, tutti e due compagni di squadra di Mairead. La sera del primo giorno di novembre, prima di cena, i due ragazzi entrarono in Sala Mor con un gran sorriso sulle labbra e un'aria tonfa. Gli altri studenti capirono subito che i due avrebbero tentato di proporsi come campioni e dal tavolo dei Nagard partirono alcuni fischi. Leonard non solo li ignorò, ma addirittura il disprezzo dei suo rivali lo rese ancora più desideroso di dire il suo nome al Gargoyle. Attraversò la sala a passo di marcia e, messa la mano in bocca al mostro di pietra, esclamò: «Leonard Connery, Trinity College».

Un applauso entusiasta partì dal tavolo dei Raloi, per sostenere il proprio candidato. Seamus imitò l'amico e poi i due furono accolti al tavolo come dei veri conquistatori.

L'impresa di Leonard e Seamus risvegliò gli animi eroici e il desiderio di gloria di altri studenti del Trinity: il giorno successivo, a colazione, Lucy Patterson, la giocatrice di punta dei Nagard, tentò l'impresa di proporsi come campionessa. Una volta detto il suo nome al Gargoyle, lanciò un'occhiata sprezzante al tavolo dei Raloi e in particolare alla sua avversaria Mairead, che tanto non aveva l'età adatta per partecipare.

Dopo di lei anche altri ragazzi dei Llapac e dei Raloi vennero a proporsi per la selezione. In particolare Titus Judge, il grosso battitore dei Llapac, fu accolto con grande entusiasmo dai suoi compagni di casa, che patteggiavano per lui come campione del Trinity.

Alla conclusione del pranzo di quel giorno, Deamundi si alzò dal tavolo dei Nagard e si diresse verso il Gargoyle, lanciando occhiatine di superiorità per tutta la sala. Mise la sua mano nella bocca della creatura e disse con voce incolore: «Eibhean Con Cetchthach Deamundi di Sir Eriu Temair, Tinirty College».

Ma la scena più divertente si verificò a metà pomeriggio, quando Cosimo Brandebelli, il Cacciatore dei Nagard, che era dello stesso anno di Dominique, si presentò con un ghignetto divertito in Sala Mor, attirando su di sé non pochi sguardi.

Dominique, che stava cercando Laughlin dopo la fine delle lezioni, lo squadrò con aria preoccupata. «Non credo che basti un po' di pozione invecchiante» commentò in tono critico, accennando al Gargoyle.

Ma Cosimo non gli diede retta. Attraversò la sala con aria furba, come se sperasse davvero di imbrogliare l'incantesimo che imponeva il limite d'età. Mise la sua mano nella bocca e per una frazione di secondo non successe nulla. L'intera sala trattenne il respiro, ma durò solo un attimo.

Perché il Gargoyle serrò di scatto la bocca, imprigionando la mano di Cosimo tra le sue fauci. Il ragazzo urlò per il dolore e strattonò per liberarsi il braccio, senza troppi successo, in realtà.

«Te l'avevo detto» commentò Dominique, con un sorrisetto divertito. Dopodiché, appurato che Laughlin non era in Sala Mor, se ne andò alla ricerca del suo amico.

Ritrovò Laughlin, Mairead e Edmund seduti nel giardino del chiostro interno, imbacuccati nei loro mantelli di lana, a cercare di catturare quei pochi raggi di sole che riuscivano a bucare la coltre di nubi. Edmund, tanto per cambiare, aveva appoggiato sulle gambe un libro dalle dimensioni ciclopiche.

«Ehilà!» li salutò Dominique, sedendosi con loro sull'erba leggermente umida. «Vi siete appena persi la scena di Brandebelli che cercava di dire il suo nome al Gargoyle».

«Che gli è successo?» domandò Laughlin, incuriosito.

Dominique scrollò le spalle e tirò fuori il libro di Trasfigurazione dalla borsa. «Il Gargoyle gli ha morso la mano e non credo che abbia intenzione di lasciarlo senza l'intervento di un professore» spiegò con disinteresse, cercando le pagine che il professor Cumhacht aveva assegnato loro da studiare.

«Che idiota!» commentò sarcastico Edmund. «Scommetto che avrà usato della pozione invecchiante sperando di farla franca».

«Già...» mormorò Dominique, sovrappensiero. «Voi chi vorreste che diventasse il campione del Trinity?» domandò poco dopo, giochicchiando con le orecchie delle pagine del suo libro di Trasfigurazione, per nulla invogliato a studiarle.

«A me van bene tutti, purché non sia Deamundi» sbottò Laughlin. «Non sopporterei la sua aria tonfa!»

In quel momento passarono per il portico Wedge e il boero Jansen così Mairead alzò una mano per salutarli. Wedge rivolse loro un sorriso radioso, ma anche un po' malizioso. Edmund li scrutò mentre si allontanavano, avendo come la sensazione che presto avrebbe avuto un buon motivo per odiare il sorrisetto di Wedge.

«E tu, Mairead?» domandò ancora Dominique, sbadigliando.

«Be', l'anno scorso avrei detto sicuramente Cecelia Allen, che aveva tutte le carte in regola per essere campionessa» rispose Mairead, non senza un pizzico di invidia per l'ex-capitana della squadra di Quidditch dei Llapac. «Ora come ora... direi Leonard Connery».

«Quello sbruffone di Connery?» la rimbeccò immediatamente Edmund, storcendo il naso.

«Senti, io non so che cosa tu abbia contro di lui, ma sarebbe un ottimo campione!» replicò Mairead, in un tono piuttosto acido. «È bravo, è carino ed è un Raloi. Praticamente perfetto».

Edmund si alzò di scatto da terra, facendo cadere il libro che aveva sulle ginocchia. «Vuoi sapere una cosa?» sbottò in un tono molto poco aggraziato. «Anche io sarei un ottimo campione».

«Non fare l'idiota, Captatio ha preso tutte le misure per impedire ai minorenni di partecipare» rispose Mairead, con uno sbuffo per quella sciocca pantomima.

«Credo che Brandebelli perderà l'uso della mano per un bel po'» commentò Dominique, cercando di essere ragionevole. «Vuoi fare la sua stessa fine?»

«Mi stai paragonando a Brandebelli?» lo rimbeccò Edmund, ormai visibilmente scocciato. Al momento non gli era importato un gran che della storia del Torneo, ma qui lo stavano apertamente sfidando. E Edmund Burke non si tira mai indietro di fronte ad una sfida.

«Sono più furbo di lui, troverò il modo!» decretò alla fine, prendendo il libro da terra e mettendoselo in borsa. Non che ci tenesse a diventare campione, ma era una questione di principio: nessuno poteva dirgli che era meno di quel pallone gonfiato di Leonard Connery.

Con quelle parole, lasciò il cortile diretto verso la biblioteca, stampandosi in faccia un'aria tonfa.

«Idiota» sbuffò Mairead, scuotendo la testa.


Quando, quella sera, Edmund si presentò in Sala Mor, la notizia che volesse presentarsi come campione aveva già fatto il giro della scuola; e anche per chi non ne era ancora stato informato, era bastato guardare il suo volto determinato e il sorrisetto beffardo che gli attraversava le labbra per capire che cosa fosse sul punto di fare.

«Ehi, Burke, attento al moncherino!» sghignazzò Finan Best, il piccoletto tanto amico di Ailionora Diablaiocht, sventolando il braccio destro, dopo aver ritirato la mano dentro la manica. Il suo commento suscitò parecchie risatine per tutta la sala, ma Edmund non se ne curò.

Mairead sbuffò quando lo vide percorrere lo spazio che lo separava dal Gargoyle con aria tonfa. Una parte di lei sperava che fosse riuscito a trovare il modo di superare il limite di età, perché fallire sarebbe stato estremamente doloroso e imbarazzante, ma l'altra parte era desiderosa di vederlo a terra in ginocchiato nel fango, perché odiava quel suo sorrisetto beffardo e la sua sciocca coraggiosa determinazione nel voler dimostrare che aveva sempre ragione e che era più bravo degli altri.

Lato che, tra l'altro, era inconfondibilmente Raloi.

E anche terribilmente affascinante.

Il tempo parve come fermarsi quando Edmund allungò il braccio verso il Gargoyle e gli infilò lentamente la mano in bocca. Tutta la sala trattenne il fiato e si sporse per vedere meglio.

Passò una frazione di secondo.

Passò una manciata di secondi.

E le fauci del Gargoyle rimasero perfettamente immobili.

Un beffardo sorriso di vittoria si disegnò sulle labbra sottili di Edmund. Ce l'aveva fatta.

Nemmeno sentì l'applauso ammirato che si levò dal tavolo dei Raloi. Semplicemente disse: «Edmund Burke, Trinity College».



Su, avanti, diteglielo anche voi, a Edmund, che è un idiota... dice il suo nome al Gargoyle solo per ripicca, ma non sa a cosa sta andando incontro! Comunque, voi per chi tifate? Chi volete che diventi il campione del Trinity? ;-)

QUI, l'immagine del capitolo, ovvero il caro Edmund con la mano destra nelle fauci del Gargoyle.

Ora, piccola nota tecnica: dalla settimana prossima comincio ad aggiornare di martedì pomeriggio, perché lunedì sono in università!

Alla prossima,

Beatrix


   
 
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