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Autore: Dark soul_    03/10/2011    1 recensioni
Roberta doveva fare la brava bambina, e per fare la brava bambina doveva stare fuori dai coglioni.
Genere: Dark, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I fiori del male -2
I FIORI DEL MALE

Awaiting the dawn of life

Dolcemente abbracciate, come madre e figlia dovrebbero stare, da ormai venti minuti. Roby non riusciva a piangere guardava sua madre e non riusciva a versare lacrime semplicemente la fissava. Morta. Overdose. Aveva lasciato il mondo durante la notte ... probabilmente, o così speravano, non se ne era neanche accorta. Resta il fatto che aveva lasciato sua figlia e il marito ... ma a quanto pareva al marito non interessava molto la morte della moglie, non era presente al funerale, era in riunione per "cause di forza maggiore", ovvero decidere quale carta igienica sarebbe stata più morbida per pulire il culo dei ricchi signori che la volevano pure ricamata.
Però a stringere la piccola manina infreddolita di Roberta c'era Sara, non i suoi genitori ... solo lei. Così dopo due mesi di amicizia aveva capito che erano davvero unite... fra loro c'era un feeling particolare, il loro rapporto era puro e sincero e non si sarebbero mai lasciate. Mai.

Stavano sedute sul pavimento della casetta sull'albero che il padre di Sara aveva costruito come rifugio per sua figlia e le sue amiche. E ora loro erano lì a bere the e mangiare biscotti... non una parola. Roby non si era depressa più di tanto dopo l la morte della madre... sapeva che sarebbe successo, prima o poi, l'aveva capito quando sua padre le aveva detto: " prima o poi tutti ce ne andiamo ... e forse la mamma sarà tanto fortunata da lasciare questo mondo prima di noi". Tutti pensavano che dopo la morte ci sarebbe stata di nuovo la vita ... eterna... pensavano che probabilmente dopo la morte ci sarebbe stato un campo di girasoli enorme su cui potersi riposare ... e se invece fosse andata all'inferno? Fuoco e fiamme e dannazione eterna... una vita fatta di sofferenze... ma forse dopo un po' ci si abitua al dolore e non si soffre più ... ma allora si inizia a essere tristi perché tornano alla mente i ricordi di quando si era in vita...
Mentre questi pensieri aggrovigliavano la mente di Roberta, Sara decise che era ora di rompere il ghiaccio e di tirare fuori la prima cazzata che le fosse passata per la testa:
- Tu non ne hai paura?
Roberta sollevò leggermente il capo dalla tazzina e si mise a fissare l'amica
- Di ... di cosa?
- Delle cose buie ... che ci sono di notte... quando non puoi vedere perché le luci sono tutte spente
- No, direi di no ... non c'è nulla col buio che non ci sia anche con la luce.... perché.. tu ne hai paura?
Sara fece una smorfia, come se si vergognasse di rispondere ... decise di aggirare la domanda e cambiare argomento
- Allora cosa ti fa paura?
- Gli insetti ... non mi piacciono, ho il terrore che mi mordano e che possano essere velenosi ...
- Sì .. sono proprio brutti
calò un silenzio leggermente imbarazzante, nessuna delle due bambina aveva la minima idea di quale fosse un buon argomento di discussione. Entrambe avevano paura di sbagliare e di creare ancora più imbarazzo di quanto non ce ne fosse già fra loro. Scesero dal rifugio e si rintanarono in cucina. Pioveva. La pioggia aveva iniziato a cadere: prima più lentamente e poi sempre più insistentemente bagnando qualsiasi cosa incontrasse, senza lasciare scampo alla gente colta sprovvista d'ombrello e che ora correva frettolosamente verso la propria auto o verso casa loro. Era triste il cielo, con nuvole pesanti che ricoprivano il sole e creavano una sensazione di stanchezza.
Roby sarebbe rimasta a casa di Sara a dormire, entrambe sapevano che non avrebbero fatto la lotta con i cuscini e, sicuramente, non avrebbero fatto qualche gioco stupido tipo verità o penitenza. Sarebbero andate a dormire, come se fossero state due sorelle e quella fosse stata la routine quotidiana.
Roberta fissava il cielo. Guardava le nubi e la pioggia cadere. Si stava chiedendo dove fosse ora usa madre, iniziava a mancarle ... puzza di legno marcio. Gli infissi di quella casa se ne stavano andando a puttane, appoggiò la testa contro il vetro. Aspettava. Come sempre, aspettava pazientemente... perché era l'unica cosa che poteva fare ... aspettare ... aspettare che il sole sorga, aspettare l'alba ... l'alba che, forse, prima o poi sarebbe arrivata anche nella sua vita.

  
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