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Autore: Asuka Kazama    03/10/2011    3 recensioni
Andare d'amore e d'accordo non è sempre possibile, soprattutto quando ti ritrovi a vivere con un ragazzino presuntuoso che non ha alcun rispetto per gli altri... Riza ne sa qualcosa, perché nel momento in cui Roy entrerà a far parte della sua vita, tutto cambierà drasticamente. Tutte le certezze, la gioia di quegli anni si sgretolano in un istante e la convivenza diventa una vera impresa. Fra piccoli gesti e una grande avventura, i due impareranno ad aprirsi di più all'altro e stringere un legame indissolubile, quale l'amicizia. Un'avventura mozzafiato verso il futuro che li aspetta...
Genere: Fluff, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6
QUEL VIAGGIO CHIAMATO VITA


Il rumore di un tonfo seguito subito dopo da un altro rumore più forte.
Il pugnale cadde a terra, infilzandosi accanto al viso del futuro colonnello.
-Ugh…- Royal lasciò la presa liberando il giovane alchimista per poi accasciarsi su di lui.
-Ma… che…- mormorò il moretto scivolando via per poi osservarlo. Royal era a terra con una ferita alla testa. Si guardò intorno alla ricerca di chi lo aveva salvato e il suo sguardo si posò su una bambola bionda dai boccoli d’oro, grandi occhi castani e un vestitino scuro pieno di pizzi e merletti. Era a terra ansimante.
-Riz!- gridò correndo verso di lei per stringerla fra le braccia. -Tu… come… riesci a muoverti?-
-Non tanto bene…- ammise lei. -Sento ancora i muscoli intorpiditi… ma credo che a breve finirà l’effetto…-
La dose di prova stava lentamente svanendo e Royal data l’interruzione del giovane Mustang non aveva potuto sedarla ulteriormente. Quando si era resa conto di aver ritrovato la mobilità agli arti con fatica aveva afferrato il bicchiere sul tavolino e lo aveva lanciato contro Royal prima che quest’ultimo potesse uccidere il suo coinquilino. Lo sforzo però fu tale che cadde dalla sedia rovinosamente a terra, non avendo recuperato appieno il controllo sul suo corpo.
-È morto?- chiese Riz ansimante.
-Dall’espressione idiota che ha sul volto direi di no. L’hai solo tramortito. Al massimo si sveglierà con un mal di testa e qualche punto…- rispose Roy guardando il costruttore di bambole ancora svenuto al pavimento. Prese la siringa e gli somministrò la dose di atracurio e doxacurium.
-Che intenzioni hai?-
-Tranquilla, voglio solo rendergli pan per focaccia e renderlo innocuo fino all’arrivo della polizia, non voglio che fugga, tutto qui-, la tranquillizzò. -Credo che sia arrivato il momento di tornare a casa. La polizia arriverà a minuti e se vogliamo tenere la cosa nascosta a tuo padre, conviene non farci trovare qui-
-Sì, hai ragione-
Con un movimento veloce la prese in braccio, caricandola sulle sue spalle con molta dolcezza.
-Ah!-, esclamò la ragazza stupita da quel gesto.
-Be? Mi sembra ancora che tu non possa camminare e questa è l’unico modo per portarti via di qui…-
-Ma…- riprovò la biondina ma fu di nuovo azzittita dal moretto.
-Riz. a meno ché tu non voglia restare qui e farti accompagnare a casa dalla polizia, smettila di lagnarti e sta buona, è un ordine- le disse con tono autoritario.
Lei scoppiò a ridere con la sua dolce risata cristallina. -Saresti perfetto a lavorare nell’esercito…-
-Ora che mi ci fai pensare, hai ragione. Sarei fantastico al comando- si pavoneggiò lui, uscendo da quel postaccio dirigendosi verso casa.
-Sì, peccato che non lavoreresti mai pigro come sei e passeresti le giornate facendo il lecchino, vantarti con tutti e importunare le ragazze!-
-Ehi, è questo il modo di parlare a colui che ti ha appena salvato la vita?- la rimproverò affettuoso Roy fingendosi offeso. Era la prima che parlavano senza litigare, che insieme si divertivano seppur si punzecchiassero a vicenda.
-A dire la verità sono stata io a salvarti la vita- precisò lei. -Se non fossi intervenuta adesso saresti uno spiedino-
-E tu una bambola, direi che siamo pari-
A quelle parole Riza rabbrividì. Solo il ricordo di quell’avventura le fece gelare il sangue nelle vene. Istintivamente poggiò la testa sulla spalla di Roy raggomitolandosi contro il corpo di quest’ultimo alla ricerca di protezione. Il ragazzo si limitò a sorridere, consapevole di non essere visto e non disse nulla felice di essersi avvicinato almeno un po’ a quella ragazza.
-A quanto pare siamo una bella squadra io e te. Grazie per avermi coperto le spalle-, aggiunse lui.
Si limitò a sorridere, troppo presa ad annusare il profumo di quel ragazzo. Non si era mai resa conto di quanto fosse delizioso.
-Roy… avevi ragione-
-Riguardo a cosa?-
-Al fatto che nessun ragazzo mi vorrà mai. Solo un pazzo come Royal può trovare bello un maschiaccio come me…-
-No, non è vero-
-Hai ragione. Neanche a lui piacevo visto la quantità di trucchi che mi ha messo sul viso. Avevo più robaccia io in faccia che un clown!-
-No, non è affatto vero. Sei solo una ragazza che deve ancora sbocciare tutto qui e quando fiorirai, tutti i ragazzi faranno la fila per avere la tua mano- rispose il ragazzo voltandosi per sorriderle.
Lei sollevò la testa dalla sua spalla e gli sorrise a sua volta. -Quindi quello che hai detto prima… è tutto vero?-
-Beh… ecco…- iniziò a farfugliare il ragazzo imbarazzato preso in contropiede. Non voleva ammettere che in fondo quella ragazza le era simpatica così cercò di inventarsi una scusa il più presto possibile. -Diciamo che devi lavorare sul tuo caratteraccio. Sei troppo manesca per noi dire poi di quanto tu sia fredda e inflessibile… ahi!-
Riza gli tirò uno scappellotto dietro la nuca.
-Vedi è proprio questo quello di cui parlavo…-
Un nuovo scappellotto.
-Se la smettessi di tirarmi gli schiaffi forse…-
Ed ecco che prontamente arrivò l’ennesimo scappellotto.
-D’accordo, sto zitto- mugugnò Roy rabbuiandosi lievemente in volto.
-Finalmente!- esclamò lei per poi scoppiare a ridere.
-Vedo che lentamente stai recuperando la mobilità…- gli fece notare lui un po’ aspro per via dei tanti rimproveri fisici ricevuti. Lei non rispose, timorosa che Roy la mettesse a terra costringendola a camminare da sola sulle gambe o al massimo, appoggiata a lui. Non sapeva spiegarsi il perché ma in quel momento si sentiva felice, al punto da voler restare ancora un po’ sulle spalle di quel ragazzo, sentirne il profumo…
-In ogni caso… quelle… quelle cose che ho detto a Royal… le… le penso realmente…- mormorò Roy guardando fisso davanti a sé imbronciato.
Lei sorrise e lo baciò velocemente sulla guancia. -Grazie-
In un primo momento rimase confuso poi sorrise avvicinandosi sempre più al tramonto.
Chissà forse da quel momento, la convivenza non sarebbe più stata così brutta come prima. Certo, per andare d’accordo avevano ancora molta strada da fare ma quell’avventura li aveva avvicinati molto e il cammino della convivenza pacifica non gli sembrava più così arduo da percorrere.
Così insieme avrebbero voltato pagina, scrivendo insieme un nuovo capitolo di quel libro chiamato, Vita.
   
 
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