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Autore: black dalia    03/10/2011    6 recensioni
Marineford, la guerra, la morte di Ace e Rufy che perde ogni speranza. Ma la morte stessa interviene, porta via Rufy e gli fà tre doni:
un nuovo corpo,un nuovo potere e la possibilità di tornare indietro e cambiare il passato.
Rufy accetterà? Riuscirà a cambiare il corso della storia e ha evitare la morte dei suoi fratelli?
Questa è una sfida che solo lui può vincere.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Ciao a tutti sono black dalia ho deciso d'incominciare a scrivere questa mia seconda storia.
Voglio avvertire tutti coloro che hanno pianto per la morte di Ace in questo mio primo capitolo si parlerà proprio di questo ma non preoccupatevi dopo tornerà tutto a posto per sapere come leggete la mia storia



 

                                           I DONI DELLA MORTE


Cap.1)La scelta


Sangue, morte e distruzione.
Queste le parole per descrivere quello che sta accadendo a Marineford, sede del quartier generale della marina, luogo dove si sta svolgendo la grande guerra tra i marines e i pirati di Barbabianca.
Le nuvole oscurarono il cielo mentre un grido si udì per tutto il campo di battaglia -NOOOO! ACE!- quel grido fermò ogni movimento: Portuguese D. Ace, l'unico figlio di Gold D. Roger, 2° comandante dei pirati di Barbabianca e fratello di Monkey D. Rufy era morto per mano dell'ammiraglio Akainu; il suo corpo era caduto a terra e il suo sangue versato su suo fratello Rufy.
Per lui tutto il mondo si ferma, tutto quello che riesce a pensare è che "Ace è morto" ripetuto più volte, nella testa, come un mantra e questo pensiero lo manda in stato di shock facendogli perdere i sensi.
-E' morto- disse un marines confermando il pensiero di tutti ma proprio dopo aver pronunciato quelle parole qualcosa si spezzò, un vento feroce spazzò il campo di battaglia e all'improvviso qualcuno comparve dietro Rufy: un uomo alto, con la carnagione bianca, i capelli lunghi color argento, indossava una tunica blu con ricami argentati ma quello che attirava di più l'attenzione erano gli occhi color rosso sangue e le due maestose ali, nere come la notte, che gli spuntavano dalla schiena. L'uomo abbassò lo sguardo su Ace -che spreco- la sua voce era un sussurro ma arrivò chiara e limpida alle orecchie di tutti poi il suo sguardo passò su Rufy, s'inginocchiò dietro di lui, nonostante questo ancora lo sovrastava con la sua statura e lo abbracciò stringendolo a sè; a quel tocco il corpo di Rufy si rilassò, chiuse gli occhi e la bocca abbandonandosi contro il corpo dell'altro -è ora di andare- disse l'uomo ed aprì le ali; a quel punto il vento colpì più forte il campo di battaglia oscurando, per un attimo, la visione di tutti e quando riprirono gli occhi i due erano spariti.


Rufy aprì gli occhi e si guardò attorno: si trovava disteso su una spiaggia in un luogo a lui sconosciuto. Cercò di muoversi e lentamente s'alzò "dove sono?" si chiese -questo posto è chiamato l'isola della vita- gli rispose una voce -l'isola della vita... - ripetè a se stesso: a quella rivelazione ampilò gli occhi mentre i ricordi si riaffacciavano alla mente specialmente uno che lo fece cadere in ginocchio: il corpo di Ace a terra davanti a lui.
-NO! ACE! DOV'E' ACE?!- gridò cercando di alzarsi ma il suo corpo non rispose, ad un tratto l'uomo con le ali nere apparve davanti a lui -smettila di sforzarti- disse ma Rufy non lo ascoltò continuando a cercare di rimettersi in piedi ma senza successo. -NO! ACE E' MIO FRATELLO! DEVO SALVARLO!-
-è troppo tardi- a quelle parole Rufy si fermò: il suo corpo iniziò ad essere scosso da violenti tremiti e, poco dopo, il ragazzo scoppiò a piangere urlando a squarcia gola. Appena riuscì a ricontrollarsi alzò la testa guardando l'uomo di fronte a lui con uno sguardo disperato - c-chi sei?- gli chiese singhiozzando -sono la Morte- rispose lui, a quella rivelazione Rufy sbattè un paio di volte le palpebre, cancellando le lacrime, ed inclinò la testa -la Morte?- gli chiese guardandolo -ma non dovresti essere spaventoso? Perchè per me non sei spaventoso- a quelle parole un piccolo sorriso increspò le labbra della Morte -seguimi- disse voltandosi ed incamminandosi verso una foresta che cresceva al limite della spiaggia -e-ehi, aspetta!- disse Rufy riuscendo a rialzarsi e a seguirlo barcollando.
-Dove stiamo andando?- chiese Rufy dopo un pò di tempo che stavano camminando -siamo quasi arrivati- rispose la Morte. poco dopo uscirono, finalmente, dalla foresta e si trovavano in una radura dove, al centro, si estendeva un grande lago -questo è il lago della rinascita- disse la Morte -perchè mi hai portato quì?-chiese Rufy avvicinandosi alla riva, la Morte gli si avvicinò da dietro, gli mise le mani sulle spalle e gli sussurrò in un orecchio -per farti rinascere- dopodiche lo spinse in acqua. Appena cadde dentro al lago l'acqua incominciò a turbinare intorno a lui "così morirò" pensò agitandosi mentre l'aria gli usciva dai polmoni ma quando sentì che non ce la faceva più un paio di braccia lo tirarono fuori dall'acqua e lo adagiarono sulla riva. -Perchè- coff, coff -hai cercato di annegarmi?!- gli chiese tossendo -guarda il tuo riflesso- fù la risposta della Morte, Rufy gli lanciò un'occhiata come per dirgli che pensava fosse pazzo ma poi si avvicinò di nuovo alla riva, si specchiò e rimase senza parole: riflessa sulla superficie dell'acqua c'era l'immagine di una ragazza bellissima, con capelli neri come la notte lunghi fino al sedere, la carnagione leggermente abbronzata, il seno della giusta misura, e un corpo per cui qualunque uomo sarebbe morto ma ciò che catturò la sua attenzione erano i suoi occhi color rosso sangue.
-Chi è?- chiese Rufy ma subito dopo si mise una mano sulla bocca quando dalle sue labbra uscì una voce di donna -semplice tu sei lei e lei è te- disse la Morte -COSA?!- l'eco della sua voce risuonò per tutta l'isola.
Dopo qualche secondo di shok Rufy guardò la Morte con rabbia -perchè mi hai trasformato in una ragazza?!- gli chiese adirato -perchè questo è uno dei miei doni- gli rispose, Rufy inclinò la testa -uno dei tuoi doni?-
-sì, Monkey D. Rufy tu sei il prescelto che avrebbe conquistato la nuova era ma a Marineford quando ho sentito il tuo cuore spezzarsi ho capito che le cose non dovevano andare così per questo sono intervenuto, vedi i posso fare tre doni al prescelto: il primo, che ti ho appena dato, è il corpo-
-ma perchè proprio quello di una ragazza? Così non potrò diventare il re dei pirati- protestò Rufy -non hai mai sentito dire che le piratesse sono le più temibili? E poi chi dice che non ci può essere una regina dei pirati-Rufy riflettè su quello che aveva appena detto la Morte -quali sono gli altri due doni?- gli chiese -il secondo dono è il potere, ti darò un nuovo frutto del diavolo, non chiedermi quale lo scoprirai a suo tempo; il terzo è il più importante, ti farò tornare indietro fino al giorno della tua nascita così potrai cambiare le cose che non vuoi che accadano-
-davvero?!- chiese Rufy con occhi speranzosi e la Morte annuì; allora Rufy si fermò a pensare: certo sarebbe rinato ragazza ma avrebbe potuto evitare la morte dei suoi fratelli e anche la perdita del braccio sinistro di Shanks. A quel punto la sua determinazione si accese -bene accetto, questa è la mia scelta!- disse e dopo aver pronunciato quelle parole il suo corpo incominciò a brillare e a svanire -sì cambia il futuro Monkey D. Rufy con la forza che è dentro di te e con il potere che ti darò; otterrai amici, alleati, rivali, nemici e alcuni potenziali amanti- poi la Morte rise -ci rivedremo presto- disse guardando il corpo di Rufy svanire completamente.


-Isole Sabaody (17 anni prima della guerra di Marineford)
-Ueeehhh- era notte, ed in una piccola casa, in uno dei numerosi groove di Sabaody, risuonava il pianto di un bambino.
-Ecco! E' nata! Guarda Sasha è una bellissima bambina!- disse una donna mentre teneva tra le mani una bambina appena nata facendola vedere alla madre.
-oh... Presea... è stupenda... guarda com'è piccola!- disse una giovane donna distesa su di un letto, stremata dalle fatiche del parto -sì, è meravigliosa! Scommetto che da grande sarà uguale a te!- rispose la donna, conosciuta come Presea, mentre stava lavando, in una bacinella di acqua tiepida, la piccola per poi avvolgerla in un asciugamano porgendola poi a sua madre.
Sasha accolse la piccola tra le braccia dandogli un bacino sulla testolina acquietando così il suo pianto -shhh, non piangere piccola mia quì c'è la tua mamma- sussurrò Sasha alla bambina -non sai quanto sono felice di averti tra le braccia mia piccola Uphy-
-così vuoi chiamarla Uphy?- le chiese Presea con un dolce sorriso sulle labbra, sasha annuì -Monkey D. Uphy... questo sarà il suo nome- poi fece una pausa mentre delle lacrime iniziarono a formarsi hai lati degli occhi -mi dispiace...- disse stringendo la bambina al suo petto -mi dispiace doverti lasciare Uphy-
-Sasha...- Presea la chiamò -sei davvero sicura di volerla lasciare a me?-
-sì, tu sei la mia migliore amica ed in più conosci la mia storia... con te sarà al sicuro-
-e se lui scoprisse che hai avuto una figlia? La cercherà e tu non sarai al suo fianco per proteggerla-
-per scoprirlo dovrebbe prima catturare me e nel caso ci riuscisse allora ci penserà Minerva a proteggerla, me lo ha promesso-
-ma Sasha...-
-basta Presea! Mi dispiace ma non cambierò idea! E' troppo pericoloso per Uphy rimanere con me.... ora, se non ti dispiace, vorrei passare da sola quest'ultima notte insieme alla mia bambina- Presea guardò l'amica affranta -come vuoi...- le disse ed uscì dalla stanza lasciando sole madre e figlia.
Dopo che vide la porta della stanza chiudersi dietro alla sua amica, Sasha riportò la sua attenzione su Uphy che, intanto, aveva aperto gli occhi rivelando delle iridi rosso sangue -piccola mia... probabilmente questa sarà l'unica volta in cui io e te potremmo stare insieme anche se spero che, un giorno, potremmo rivederci... voglio che tu sappia quanto ti amo e che faccio tutto questo solo per proteggerti... uphy, figlia mia, io non ti dimenticherò mai... sarai sempre nei miei pensieri fino alla fine dei miei giorni- finì Sasha dandogli un lieve bacio sulla testolina mentre le lacrime le rigavano le guance.

Il mattino seguente, Presea entrò nella stanza dove Sasha e Uphy avevano dormito e, proprio come si aspettava, vi trovò solo la bambina profondamente addormentata, sulo cuscino accanto a lei c'era un biglietto con poche righe:
"Ti ringrazio di tutto, addio Sasha"

-oh, Sasha...- sospirò Presea leggendo il biglietto -spero un giorno di riuscire a rivederti amica mia- dopodiche si mise il biglietto in tasca e prese Uphy, sollevandola delicatamente dal letto in modo da non farla svegliare, ed uscì dalla stanza.

  
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