Qualcosa di infrangibile
"Ecco, amore. Bevi un po' di tè. La mamma me lo faceva bere sempre dopo che vomitavo. 'Un cucchiaino ogni quarto d'ora', diceva sempre", mi dice James con voce nervosa e lo sguardo colpevole.
Io alzo gli occhi, ma non la testa e lo vedo per quello che è: giovane, ingenuo e buono. Lui è così buono con me.
Prendo la tazza di tè tra le mani ed il calore che si trasferisce nella mia pelle mi da la forza di alzare il capo dalla tavoletta del WC. Lo fisso negli occhi. E quelli mi osservano tristi.
Merlino, smettila, penso. Smettila di fissarmi. Smettila di essere buono.
Odiami, perché io ti sto odiando.
Sono indecisa se tirargli la tazza di tè addosso o baciarlo, ma, dato che dubito che ora vorrebbe la mia bocca sporca sulla sua, opto per la prima.
Il suo sguardo scosso e indignato è impagabile. Gli sta bene. Merlino, se gli sta bene.
"Okay, me ne vado", borbotta, prima di girare i tacchi e sparire nel corridoio di casa nostra. Lo sento sbattere la porta della camera da letto.
E so che non importa, che in questa casa possiamo sbattere tutte le porte che ci pare e rompere qualunque cosa vogliamo, perché quello che ci lega è qualcosa di infrangibile. E' il secondo cuore che batte dentro di me, e finché quello batterà, so che James mi aspetterà sempre sdraiato sul letto, la sera, con espressione imbronciata e le braccia incrociate sul petto, pronto a spalancarle appena gli sorriderò col mio miglior sorriso malandrino.