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Autore: Miza    04/10/2011    39 recensioni
Scesero dalla carrozza in silenzio.
Poi, ben stretti nei mantelli, alzarono lentamente lo sguardo.
Hogwarts era lì, davanti a loro, ancora una volta.
Si stagliava maestosa contro il cielo trapuntato di stelle, del tutto ignara del forte vento che la sterzava.
Le finestre illuminate brillavano, quasi volessero dar loro il bentornato.
-Cara vecchia Hogwarts- mormorò Ron con affetto.
Non si dissero nulla, ma tutti avevano il cuore gonfio, ed erano sicuri che gli altri si sentissero nello stesso modo.
-------
-Alla luce di quanto è successo ultimamente- continuò la preside -Il Comitato per la cooperazione internazionale tra maghi e l'Ufficio per gli sport e i giochi magici hanno ritenuto una buona, ma che dico, un'ottima idea...-
Fece una pausa in cui tutti la fissarono, attoniti.
-...Proporre nuovamente il Torneo tre maghi!-
Il boato che tuonò dai tavoli fu molto simile ad un'esplosione.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo Otto:

Innocent Little Secret.






L'ora di cena era trascorsa da un bel pezzo, eppure raramente la Sala Comune di Grifondoro era stata così popolata di studenti mangianti e beventi.
Nella tarda mattinata, terminata la prima prova, tutti quanti erano tornati al castello, e Ron era riuscito solamente dopo parecchio tempo a sgattaiolare nel proprio dormitorio per fare una bella doccia.
Dopodichè era crollato addormentato, e quando si era svegliato, diverse ore dopo, il sole era già tramontato.
Qualcuno, probabilmente Harry, gli aveva lasciato un piatto di tramezzini sul comodino, cosa che lo sorprese piacevolmente.
Ma la vera sorpresa doveva ancora arrivare:
Quando era sceso in Sala Comune, i suoi compagni erano saltati su urlando e acclamandolo, le corone di carta in testa, il tavolo carico di dolci e schifezze varie.
Da lì era stato un crescendo di euforia, di risate, di balletti stupidi, di Burrobirre ghiacciate e bollenti.
Le stelle brulicavano nel cielo dietro le grandi finestre, ma nessuno sembrava intenzionato a calmarsi.
Neville più di tutti, che forse aveva un po' esagerato con le Burrobirre.
-Vorrei fare un discorso!- urlò salendo su una sedia, un po' malfermo sulle gambe.
Molte teste si voltarono a guardarlo, curiose e ridacchianti.
-Allora!- continuò lui schiarendosi la voce -Oggi abbiamo avuto la riprova che Grifondoro non fa che sfornare talenti! Siamo talenti! Grifondoro talenti!-
Si guardò intorno, speranzoso, aspettando uno scoppio di entusiasmo, ma i compagni gli restituirono sguardi perplessi e un tantino divertiti.
Neville fece spallucce.
-Be'... Evviva Ron!- urlò trangugiando una lunga sorsata di Burrobirra.
Tutti urlarono e applaudirono, e nell'entusiasmo nessuno si accorse che si stava strozzando ed era caduto dalla sedia.
-Oh per l'amor del cielo!- esclamò Hermione correndo in avanti -Neville, stai bene?-
Mentre tutti ridevano, il ragazzo si tirò su, paonazzo in volto, e le fece un sorriso imbambolato.
-Sto benissimo, benissimo... Mi preoccuperei più che altro per te, Hermione, da quando hai due teste?-
Harry, lì accanto, scoppiò a ridere.
-Forse dovremmo mandare tutti a dormire- suggerì Hermione preoccupata -mi sembra che la situazione stia un po' degenerando...-
-Ma no, dai!- replicò Harry, schivando per un pelo un ragazzino del terzo anno che sventolava in aria un vassoio di frittelle -Dopotutto, è in onore di Ron! Guardalo, si sta divertendo così tanto!-
Udirono urla concitate, e si voltarono giusto in tempo per vederlo lanciare in aria dai compagni e battere la testa contro il soffitto.
-Tu dici, eh?- domandò Hermione sarcastica, osservando il capannello di studenti che ridevano, gli battevano sulla spalla e si allontanavano in cerca di cibo.
Harry sorrise alla vista dell'amico che si sedeva sul divano massaggiandosi la testa, e diede un colpetto sul braccio di Hermione.
-Oh sì, credo se la stia spassando. Anzi, fossi in te andrei a fargli un po' di compagnia!-
Afferrò due bottiglie di Burrobirra e andò a cercare Ginny.
Con un sospirò, Hermione si avvicinò al divano.
Rimase sorpresa del fatto che trovasse Ron così bello anche con quella corona tutta storta sui capelli spettinati e quella smorfia di dolore mentre si massaggiava il capo.
Sentì il volto avvamparle.
-Ehi- lo chiamò dolcemente.
Ron si voltò a guardarla e le sorrise.
-Ehi!- rispose -Dov'eri finita? E come mai sei tutta rossa?-
Hermione si strinse nelle spalle.
-Prestavo soccorso ad un Neville piuttosto su di giri!- rispose ignorando deliberatamente la seconda domanda.
Ron rise, e le fece cenno di sedersi accanto a lui.
-Allora, campione? Soddisfatto?- domandò lei con un sorriso, accomodandosi.
Il ragazzo fissò il fuoco nel camino per qualche istante, buttando giù un sorso di Burrobirra.
Poi si voltò a guardarla con un sorrisetto.
-Piuttosto soddisfatto, sì. E Mrs Campione, è soddisfatta?-
Hermione rise piano e gli posò la testa sulla spalla.
-Mrs Campione è più che soddisfatta, e lo sarebbe stata comunque, lo sai benissimo.-
Ron le baciò i capelli e vi posò sopra la guancia.
-E' stata dura- sospirò, chiudendo gli occhi -Però, insomma, ventiquattro punti su trenta, contro i ventisette di Krum...-
-Sei stato bravissimo, te l'ho detto- lo interruppe Hermione intrecciando le proprie dita con le sue -e ora non dovrai più preoccuparti fino al venti Gennaio!-
Ron sorrise, rilassandosi.
-Non dovevate organizzare tutto questo!- disse -E' fantastico, grazie, ma non ce n'era assolutamente bisogno!-
Hermione sbuffò.
-Certo, come no, così poi ti saresti lamentato per sempre del fatto che non ti avevamo organizzato nulla!- disse ridendo.
Ron le diede una piccola gomitata, poi prese a giocherellare con le sue dita.
-E invece sono serio!- disse piano, tracciando ampi cerchi sul palmo della mano di Hermione con la punta dell'indice -Mi sarebbe bastato molto meno... anche stare soltanto con te ed Harry...-
Hermione sorrise.
-Oppure, meglio ancora- riprese Ron con un ghigno -stare da solo con te. E riprendere da dove eravamo rimasti nell'aula di Trasfigurazione, magari...-
Hermione tolse la testa dalla sua spalla, raddrizzandosi di scatto.
Lo fissò con gli occhi spalancati, incredula, il viso in fiamme.
-Ron!- esalò, sconvolta -M-ma ti sembrano cose da dire?!-
Il ragazzo scoppiò a ridere, tirandola nuovamente a sé.
-Rilassati, stavo scherzando!- le disse con un sorriso. Poi le sfiorò le labbra con le dita, osservandola rabbrividire.
-Oppure no, Granger... chissà!-
Non le diede modo di ribattere. Posò le labbra sulle sue e la baciò con irruenza, quasi con urgenza.
Le proteste di Hermione si spensero in un mugolio flebile, ben presto sostituite da un bacio altrettanto travolgente.
Rimasero avvinghiati sul divano per un po', ignari del fatto che stavano attirando diverse occhiate indiscrete, fin quando un insistente tossicchiare li costrinse ad alzare lo sguardo.
-Ginny!- protestò Ron, le orecchie rosse -Che diavolo vuoi?-
La ragazza li osservava con le braccia incrociate, a metà tra il divertito e l'imbarazzato.
-Scusate tanto, pastrugnatori, ma in quanto Caposcuola temo proprio di dovervi ricordare che ci sono diversi mocciosi in questa stanza!-
Hermione si allontanò da Ron, osservando mortificata i ragazzini dei primi anni che ridacchiavano senza contegno.
-Ma quali mocciosi!- borbottò Ron -Hanno undici anni, io ad undici anni non mi sarei certo scandalizzato per un bacetto!-
-Be', quando si è trattato di me ed Harry ne avevi sedici di anni, fa un po' tu!- disse Ginny con un'alzatina di spalle.
Fece un ghigno poco lusinghiero e si allontanò.
Hermione, ancora imbarazzata, si voltò a guardare Ron.
Il ragazzo fissava a bocca spalancata il punto nel quale, pochi istanti prima, c'era sua sorella.
-Ma...ma l'hai sentita?!- balbettò -Che cosa stava insinuando? Come può...-
-Su, tranquillo Ron- disse Hermione trattenendo una risatina -Non intendeva dire nulla.-
Lo osservò borbottare qualcosa, paonazzo in volto, e non potè trattenere un sorriso.
-Tu mi porterai sulla cattiva strada, Weasley- disse raddrizzandogli la corona di carta.
Ron fece un mezzo sorriso sbieco, osservandola alzarsi in piedi.
-Sei tu che ti lasci coinvolgere- rispose ridendo -Non starai diventando un po' troppo libertina?-
-Forse!- sbadigliò Hermione -Ma adesso me ne vado a letto... è dura essere la fan numero uno di una star!-
Lo guardò ridere e lasciò che le baciasse il palmo della mano; poi vide il suo volto illuminarsi quando lo sguardo gli cadde al centro del suo petto.
-Il ciondolo!- esclamò Ron con gioia -Allora ti è proprio piaciuto, eh?-
Indicò la pallina luccicante, appesa al collo sottile di Hermione, e lei sorrise.
-Non lo tolgo mai- ammise arrossendo un po' -Mi da sicurezza... l'hai detto tu, no? E' un po' come averti sempre con me...-
Il ragazzo le fece un sorriso enorme, il candore dei denti contrastante col rosso acceso delle orecchie.
Hermione piegò il capo di lato e gli restituì il sorriso.
-Sogni d'oro, Ronald- mormorò poi, e si allontanò in direzione del dormitorio.
Ron si tolse la corona e la posò accanto a lui.
Si sentiva soddisfatto, sereno, felice come non lo era da tanto tempo.
Aveva Hermione, aveva dei compagni che lo festeggiavano felici e aveva una Burrobirra.
Con un sospiro si voltò a studiare i riflessi del fuoco sulla scritta luccicante della corona di carta.
Scolò i residui della bevanda dal fondo della bottiglia
, e pensò che si sarebbe dovuto ricordare di ringraziare Luna.



*



-Ora che avete concluso la Pozione Invecchiante, siate così gentili da riempirmene una fialetta col vostro nome e portarmela!-
Horace Lumacorno fece un sorriso cordiale e sedette dietro la cattedra.
Quel mattino l'aula di pozioni era pervasa da una nebiolina plumbea che si levava dai calderoni, e gli studenti avevano i volti arrossati per via dell'intenso calore.
-Pozione Invecchiante!- borbottò Ron, strofinandosi il naso sporco di fuligine -Io qui di vecchio vedo solo queste maledette pentole!-
Tappò con forza la propria provetta e scarabocchiò il proprio nome di malagrazia.
-Pozione invecchiante.- ripetè -Come pretende che riusciamo a preparare qualcosa di decente se...-
Hermione alzò gli occhi al cielo.
-Ronald- disse in un sospiro -E' riuscita quasi a tutti, quindi non fare il melodrammatico. Avrai sbagliato qualche dose!-
Riempì la propria fiala e la portò all'insegnante; l'espressione compiaciuta che aveva al ritorno fece presagire ad Harry che avesse ricevuto qualche complimento.
Non si poteva certo dire la stessa cosa per Ron, che tornò dalla cattedra più imbronciato che mai.
-'Un bel verde, Weasley!'- grugnì, in una credibile imitazione di Lumacorno -'Peccato dovesse essere argentea!' Glielo do io, l'argento...-
-Coraggio- disse Harry comprensivo -la prossima volta andrà meglio. Non siamo mai stati due maghi delle pozioni...-
-Parli bene, tu!- borbottò Ron mentre risalivano dai sotterranei -Nonostante non usi più il libro del Principe Mezzosangue, Lumacorno ormai ti ha preso sotto la sua ala protettiva e te le perdona tutte...-
Hermione fece un piccolo sbuffo.
-Ron, non fare il piagnisteo. Se ci tieni tanto, stasera te la rispiego la pozione!-
Harry e Ron si lanciarono uno sguardo allarmato.
-Ehm, sai, credo che le darò un'occhiata per conto mio... un'altro giorno!- tossicchiò quest'ultimo.
Harry ridacchiò ed Hermione scosse il capo, esasperata.
-Abbiamo mezz'ora di tempo libero prima della lezione della Framboos- disse Harry mentre attraversavano la Sala d'Ingresso -Andiamo in cortile o...?-
-Io devo salire in dormitorio a prendere i libri!- lo interruppe Hermione -Li ho dimenticati stamattina, venite con me o mi aspettate giù?-
Cercò di dare un contegno alla lunga treccia spettinata, in attesa di una risposta, ma Ron alzò lo sguardo oltre la sua spalla e sorrise.
-Jaqueline!- esclamò -Come stai!?-
Harry ed Hermione si voltarono.
La campionessa di Beauxbatons avanzata con cautela, i capelli raccolti, un sorriso tranquillo stampato sul viso.
-Ehi, Ron!- salutò allegra -Sto bene, grazie... complimenti per la prova! Non ci siamo più incontrati da quel giorno!-
Ron si strinse nelle spalle, compiaciuto. -Be', grazie... abbiamo saputo che ti sei fatta male! Che cosa è successo?-
Jaqueline arricciò il naso.
-Avvincino- esclamò con disprezzo -Mi ha morsa su un fianco, mi è rimasto il segno, guardate!-
Tirò su la maglietta per mostrare la ferita. Hermione inarcò le sopracciglia, scettica.
-Caspita!- esclamò Harry osservando i piccoli fori sulla pelle candida -Gli Avvincini sono proprio una rottura, anche a me hanno dato problemi alla mia seconda prova...-
-Già, peccato che tu abbia rischiato di affogare, Harry!- intervenne Hermione bruscamente.
Ron, Jaqueline ed Harry le lanciarono sguardi perplessi.
-Vado a prendere i libri- borbottò lei, e li superò senza degnarli di uno sguardo.

Non le piaceva il modo in cui Ron e quella Jaqueline avevano legato.
Poteva avere delle amiche, chiaro, per lei non c'era alcun problema.
Ma tirare su la maglietta così sfacciatamente?
Davanti a tutti!?
E poi cos'erano quegli occhioni verdi e tutti quei capelli colorati così... fastidiosamente modaioli?
Si chiuse la porta del dormitorio alle spalle, stizzita.
Quasi le veniva da rimpiangere Fleur, con tutto che all'epoca Ron era talmente perso da aver bisogno di una bacinella in cui sbavare.
Si diresse al baule, che si aprì con uno scatto, e prese a frugarvi dentro con foga.
Doveva assolutamente ricordarsi di riordinare i libri per ordine alfabetico, c'era un autentico caos lì dentro.
Finalmente trovò quelli di Difesa contro le arti oscure; fece per estrarli, ma lo sguardo le cadde su un foglio di pergamena piegato con cura in una busta da lettere.
La afferrò, titubante, sfiorandone la superficie levigata.
E quando dispiegò il foglio il cuore le fece una capriola all'indietro.
Sapeva benissimo cos'era quella lettera.
Era da quell'estate che la teneva nascosta, senza nemmeno ben sapere perchè.
Sedette sul letto, il foglio aperto sulle ginocchia.
Non era grave, non era nulla di troppo scandaloso.
Eppure quella lettera la faceva sentire terribilmente in colpa, tanto da non averla mai mostrata a nessuno, tanto da tenerla blindata nel baule.
Fece un lungo sospiro, la mano sugli occhi.
Era una codarda, una vigliacca, altro che Grifondoro.
Non aveva il coraggio nemmeno di confessare...
-Hermione, che stai facendo?-
Una voce la fece sobbalzare.
Si voltò verso la porta, terrorizzata, una mano al cuore.
-G-Ginny!- esclamò con voce strozzata -Che cosa ci fai qui?!-
Nel panico cercò di far sparire la lettera sotto la gonna della divisa.
Ginny inarcò le sopracciglia.
-Sai com'è, è anche il mio dormitorio... sono salita a prendere... Hermione, ma ti senti bene?-
Con mani tremanti, Hermione si torturò la treccia.
-Bene, benissimo, davvero!- squittì -Stavo soltanto... io...-
Ginny incrociò le braccia, gli occhi ridotti a due fessure.
-Hermione- disse con una lentezza esasperante -Che cosa hai nascosto sotto la gonna?-
Il cuore di Hermione mancò un colpo.
L'aveva vista, inutile cercare di mentire.
Conoscendo Ginny, non avrebbe mollato. Le avrebbe frugato anche nelle mutande, se necessario.
Chiuse gli occhi e deglutì a fatica.
-D'accordo...- mormorò -D'accordo. Non giudicarmi, però.-
Ginny aveva gli occhi spalancati. Sedette sul proprio letto, di fronte ad Hermione.
La ragazza prese la lettera e gliela tese, imponendosi di restare calma.
Ginny aprì il foglio, incrociò le gambe e lesse.
Rosicchiandosi un'unghia, Hermione osservò il viso dell'amica venire attraversato da una vasta gamma di espressioni: dalla sorpresa, allo stupore, alla perplessità, nuovamente alla sorpresa, alla concentrazione, e infine alla riflessività.
Quando Ginny abbassò il foglio e la fissò, diversi minuti dopo, Hermione aveva la nausea.
-Allora?- domandò piano, facendosi forza -Cosa ne pensi?-
Ginny parve riflettere per qualche istante, torturandosi una ciocca fiammante.
-Hermione- disse poi -Lo hai detto a Ron?-
Hermione sentì un groppo salirle in gola. Abbassò lo sguardo, colpevole.
-No- mormorò con voce strozzata -No, non gli ho detto niente.-
Rimasero in silenzio per qualche istante, Ginny intenta a rileggere la lettera.
-Be', sai... in fondo non è nulla di grave- esclamò dopo un po', andandosi a sedere accanto all'amica.
-Solo che lo sai com'è fatto. Io credo che avrebbe voluto saperlo.-
-Oh, lo so!- esplose Hermione, disperata -Lo so, ho sbagliato! Ma non volevo agitarlo per nulla, sai quant'è ansioso sull'argomento!-
Portò il viso tra le mani, la testa che ronzava.
-Pensavo che la cosa sarebbe morta lì!- gemette -Non avrei mai potuto immaginare che... come potevo saperlo!? E poi me lo ha anche domandato...e ho mentito... Oh, Ginny!-
Con un sospiro, Ginny battè qualche colpetto sulle spalle dell'amica.
-Coraggio, non reagire così- le disse con dolcezza -Diciamo che non hai fatto la scelta migliore, avresti potuto dirlo per lo meno ad Harry, o a me, che so!-
-Mi dispiace!- borbottò Hermione riemergendo dalle proprie mani -Ma è di questa estate, sono successe così tante cose! Non volevo tediarvi con questa stupidaggine, io...-
-...Tu ti preoccupi sempre troppo di dar fastidio, Hermione. E così finisci per tenerti tutto dentro.- concluse Ginny.
Hermione prese la lettera e le rivolse uno sguardo disgustato.
Poi fece un lungo sospiro e si rivolse a Ginny.
-Che cosa devo fare?- domandò con voce spenta -Glielo dico?-
Ginny si grattò il naso, pensierosa.
-Non dire niente- ipotizzò alla fine -Avresti dovuto farlo subito, dirglielo adesso equivarrebbe a scatenare un putiferio. Nascondi quella lettera, anzi distruggila se puoi, e comportati normalmente.-
Hermione annuì piano, a disagio.
-Mi sento in colpa- pigolò gettando la lettera sul fondo del baule.
Ginny sospirò.
-Lo so, capisco. In fin dei conti, però, tu non hai fatto niente di male Hermione. Sta serena.-
La aiutò a radunare i libri e uscirono insieme nella Sala Comune.
Quando furono davanti al ritratto della Signora Grassa, Hermione si voltò a guardare l'amica.
-Grazie, Ginny- sospirò.
-E mi raccomando... non una parola. Con nessuno.-



Il vento si era calmato quel pomeriggio, e nonostante il freddo era piacevole passeggiare all'aperto e godersi gli ultimi raggi di sole.
Ron ed Harry avevano deciso di oziare un po', ma ebbero non poche
difficoltà nel trovare un angolino libero in uno dei cortili interni: evidentemente molti degli studenti avevano avuto la loro stessa idea.
-Miseriaccia!- esclamò Ron sedendosi finalmente sul prato gelato -Sembra che non abbiano mai avuto delle ore di tempo libero!-
Harry annuì, stringendosi nel mantello, e sedendo accanto all'amico si guardò intorno.
-Ci toccherà ghiacciarci le chiappe- sospirò -Tutte le panchine sono occupate!-
-Be', ci rassoderemo!- ridacchiò Ron -D'altronde senza Quidditch ci stiamo un po' rammollendo!-
Sorrise e posò il capo contro la parete alle sue spalle.
Harry gli lanciò un'occhiata: gli faceva piacere vederlo così rilassato, così di buonumore come non era da tempo.
-Ti gira bene in questi giorni, eh?- domandò con un sorrisetto.
Ron si strinse nelle spalle, tranquillo.
-Mettiamola così- esclamò gettando indietro i capelli scarmigliati -non vorrei esagerare, ma credo di poter definire questo periodo come uno dei migliori degli ultimi anni, per quanto mi riguarda!-
Harry inarcò le sopracciglia, ammirato.
-Addirittura?- domandò.
Ron annuì, il naso sprofondato nella sciarpa.
-Fai due calcoli!- disse -Lo studio sta andando benone, non possiamo lamentarci; ho superato la prima prova e non dovrò preoccuparmi della seconda fino a Gennaio...-
-A proposito!- lo interruppè Harry -Hai idea di quale potrebbe essere la seconda prova?-
Ron arricciò il naso, pensieroso.
-Non saprei proprio- disse lentamente -ci ho pensato, ma quella chiave non mi suggerisce proprio nulla... Ehi, non distrarmi dal mio elenco di positività!- aggiunse con enfasi.
Si raddrizzò e riprese ad elencare.
-Dicevo, prima prova superata. Poi, Malfoy non è tornato a scuola, e questa è proprio una delle cose che metterei in cima alla lista!-
Harry ridacchiò.
-Sai che suo padre è ad Azkaban?- disse -Ma a quanto pare non ci resterà per troppo tempo: il fatto che lui e la sua famiglia si siano ritirati dalle schiere prima della sconfitta di Voldemort è cosiderata una sorta di buona condotta.-
-Già- replicò Ron -ma spero che gliela facciano pagare per tutto ciò che ha combinato in precedenza. Dovrebbe ringraziare Merlino per il fatto che Kingsley è diventato ministro! Ha migliorato anche Azkaban... in confronto a prima, stare lì è un piacevole soggiorno!-
Rimasero in silenzio a riflettere per qualche istante.
-E Dracuccio?- domandò Ron poco dopo -Come mai non è tornato?-
Harry si strinse nelle spalle.
-Pare che non reputi importante concludere la sua istruzione.- spiegò- Capirai, Mammina lo starà coccolando e viziando più che mai. Non mi stupisco che non sia tornato, d'altronde lo sai che non ha mai avuto un'alta opinione di Hogwarts...-
Ron fece una smorfia  e si grattò la nuca.
-Be', allora trovasse qualcosa alla sua altezza, in Guatemala, magari. Spero soltanto che si diano una calmata adesso che V...che Voldemort è morto.-
Si voltò verso Harry e fece un sorriso furbo.
-A proposito, prossimo punto sull'elenco delle cose che vanno bene: non abbiamo nessun pazzo intenzionato a farci fuori alle calcagna!-
Harry rise.
-E ultimo punto- continuò Ron -Ho una ragazza! E...-
-Be', già l'hai avuta una ragazza!- osservò Harry -Non è questa gran novità!-
Ron inarcò le sopracciglia.
-Lasciami finire!- esclamò -Ho una ragazza, ed è Hermione! E questa è una bella novità!-
Harry trattenne una risatina e lanciò all'amico uno sguardo malizioso.
-Lavanda si sta riprendendo dall'attacco di Greyback, sai? Non ti mancano i tempi di Ron-Ron e Lav-Lav?-
Ron storse il naso.
-Mai al mondo!- esclamò -Povera Lavanda, sono contento che stia bene, ma tenesse le proprie moine per qualcun'altro!-
-Che rubacuori!- lo prese in giro Harry scuotendo il capo -E dire che l'hai mollata così, da un giorno all'altro...-
-Miseriaccia, non ripendiamo questo argomento!- sbuffò Ron -Lo sai benissimo com'è andata... Lavanda era una ragazza, ma non era LA ragazza.-
Harry lo osservò, in attesa.
-E invece, Hermione lo è?- lo stuzzicò.
Ron gli diede una gomitata e arrossì.
-Piantala, Harry!- protestò ridendo -Non fare troppo lo spiritosone, ti ricordo che potrei togliere la mia benedizione a te e a mia sorella!-
-Ma che paura!- ridacchiò Harry. Poi tornò serio. -No dai, dico davvero. Sembrate davvero felici tu ed Hermione.-
-Be', lo siamo.- ammise Ron timidamente -Io lo sono, per lo meno. E' che lei mi fa sentire... diverso. Mi fa sentire bene.-
Puntò lo sguardò nel vuoto, un sorriso sognante stampato sul volto.
-Lo sai quanto sono stato stupido con lei, e nonostante questo adesso sta con me. Lavanda era una ragazza, ma non era Hermione. Hermione... Hermione è LA ragazza. E' lei. E' sempre stata lei.-
Ci mise un po' a rendersi conto che Harry lo fissava, sorridendo con l'aria di chi la sa lunga.
-Non fare quella faccia!- gli intimò Ron, sentendo le orecchie prendergli fuoco -E... e non dirle mai queste cose che ti ho detto!-
-E perchè?- domandò Harry -Dovresti dirgliele tu, secondo me le farebbe piacere...-
-Non credo sia una buona idea!- borbottò Ron, paonazzo.
-Io credo di sì!- insistette Harry -Dovrebbe proprio venirlo a sapere da qualcuno...-
Ron si voltò di scatto a guardare l'amico, che sorrideva malizioso.
-Non... non oseresti, Harry!- balbettò.
-Io credo di sì!- rise lui.
-Che cos'è che Harry non oserebbe fare?-
Entrambi si voltarono simultaneamente: Hermione li fissava con vivo interesse, i libri tra le braccia, la lunga treccia frustata dal vento.
-Nulla!- esclamò immediatamente Ron -Stavamo parlando di... del...-
-In realtà una cosa ci sarebbe!- lo interruppe Harry -Vedi, Ron mi stava giusto dicendo...-
Fece per alzarsi in piedi, ma Ron lo placcò e gli tappò la bocca.
-Mi ha det...mmpff... lui...- tentò il ragazzo divincolandosi e ridendo.
-Non ti azzardare!- sbraitò Ron, il viso paonazzo, stringendo la presa -Harry, ti uccido, lo giuro!-
Hermione, perplessa, assistette a qualche minuto di lotta selvaggia, nella quale i due amici  si torcevano come tentacoli di Tranello del Diavolo.
-Mi domando quanto sia normale il fatto che abbiate iniziato a comportarvi peggio di quando avevate undici anni- osservò con le sopracciglia inarcate.
Ron, sfinito, lasciò andare Harry e si lasciò andare contro la parete.
-Se parli...- ansimò -le racconto di quel sogno riguardante la Framboos!-
Harry parve cedere alla minaccia, perchè ridacchiò e si limitò a scuotere il capo.
-Bene, mmh, non credo mi interessino le vostre fantasie- esclamò Hermione disgustata, sedendosi accanto ad Harry -Piuttosto, siete ancora qui fuori? Tra poco sarà buio, e oltretutto il prato è gelato!-
-Aspettavamo te e Ginny- spiegò Harry, ancora affannato - Da quando te la trascini dietro a Rune Antiche dobbiamo sempre...-
-Non me la trascino dietro!- protestò Hermione offesa -Si è appassionata, ecco tutto!-
-E a quanto pare, c'è anche qualcun'altro che si è appassionato a qualcosa...- borbottò Ron.
Fissava con ostilità la panchina a qualche metro da loro, ed Hermione e Harry seguirono il suo sguardo:
Victor Krum sedeva composto, qualche libro in grembo, gli occhi fissi su Hermione.
-Non dire sciocchezze, Ronald- replicò lei arrossendo -Sta semplicemente guardando in questa direzione, è normale, ci conosce e quindi ci guarda!-
-A me risulta che stia guardando solo te!- rispose lui, scontroso.
Hermione alzò gli occhi al cielo.
-E va bene, ora gli faccio un cenno di saluto da qui, così tornerà a guardare i propri libri, d'accordo?-
Raddrizzò le spalle, tentando di mascherare l'agitazione, e sventolò leggermente una mano.
Krum rispose con un sorriso timido, e dopo qualche istante le fece cenno di avvicinarsi.
-Ah!- urlò Ron trionfante, voltandosi a guardarla -Hai visto!? Altro che libri, ti segue!-
-N-non essere ridicolo!- balbettò Hermione non troppo convinta -E' qui fuori da prima che arrivassi io!-
-Perchè sapeva che saresti venuta!- esclamò Ron puntandole un dito contro -Conosce ogni tua mossa e spostamento!-
Harry, che in quei momenti tendeva sempre a restarsene zitto, non potè fare a meno di pensare che però, in effetti, quando erano con Hermione, Krum era sempre nei dintorni.
Ma si guardò bene dal dirlo.
-Conosce ogni mia... Oh Ronald, per l'amor del cielo!- disse Hermione secca, alzandosi in piedi -Smettila di comportarti da stupido! Ora vado lì a sentire cosa vuole e torno subito!-
Ron spalancò la bocca, esterrefatto.
-Ci vai veramente?!- boccheggiò furioso -Non posso crederci! Hermione, hai intenzione...-
-E' soltanto un amico!- sbottò lei, il viso in fiamme -E non mi pare che tu ti faccia tanti problemi a chiacchierare con la tua amichetta francese, o sbaglio?!-
Sotto lo sguardo basito e curioso di Harry, e quello furioso ed esterrefatto di Ron, si allontanò velocemente verso la panchina del ragazzo.
Ron ed Harry rimasero in silenzio per un po', finchè quest'ultimo non lo ruppe con un piccolo colpo di tosse.
-Ehm... dai, sta tranquillo Ron- disse, battendogli sulla schiena -lo sta soltanto assecondando, vedi? Lo sai che Hermione tende ad essere gentile con tutti...-
-Gentile?- replicò Ron -Gentile?!? Be', non mi pare che io mi permetta di fare il gentile con le mie spasimanti o che so io! E... e lui è...-
Si interruppe, incapace di proseguire, e strappò via un ciuffo d'erba con tanta rabbia che fece volare via diverse zolle di terra.
-Caspita, qualcuno è nervoso?- domandò una voce familiare.
Senza attendere risposta, Ginny si chinò a baciare Harry e poi puntò gli occhi sul fratello.
-Che succede? Qualcuno ha perso la tua corona da campione?- domandò rivolgendogli un sorrisetto sarcastico.
Ron non rispose, e continuò a fissare cupo Hermione e Krum che chiacchieravano.
Quando Ginny li vide fece un lungo sospiro comprensivo.
-Capito.- disse -Gelosia portami via, eh?-
Ron rimase di nuovo in silenzio, limitandosi a incrociare le braccia tra loro più strette che mai.
-E' un tantino suscettibile sull'argomento- spiegò Harry stringendosi nelle spalle.
Ginny scosse lentamente il capo, i lunghi capelli rossi svolazzanti.
-Ron- disse con calma -non devi reagire così ogni volta che si rivolgono la parola!-
Finalmente Ron alzò lo sguardo sulla sorella.
-Ah, no?!- disse con forzata calma -Ma che magnifico consiglio, mille grazie, Gin! Cosa farei senza di te!-
Ginny inarcò le sopracciglia, piccata.
-Vacci piano, fratello!- esclamò -Tieni le piume basse e non prendertela con me!-
Ron borbottò qualcosa di indecifrabile, e prese a fissare nuovamente Hermione e Krum.
-Non devi farle tutta questa pressione- riprese Ginny -Non fa nulla di male, e poi è già così agitata per quella lettera...-
Spalancò gli occhi, spaventata, e si portò entrambe le mani alla bocca.
Harry e Ron la fissarono, perplessi.
-Lettera?- domandò Ron -Quale lettera?-
Ginny si mordicchiò un'unghia, angosciata, lo sguardo che correva dal fratello ad Hermione.
-Nulla!- si affrettò a dire -Non volevo dire lettera, ho sbagliato, mi stavo riferendo ad un'altra cosa!-
-Quale lettera, Ginny?!- insistette Ron con forza, lo sguardo duro.
Anche Harry continuava a fissarla, con una strana espressione dipinta sul volto.
Ginny parve riscuotersi.
Raddrizzò il mento, altera, e guardò Ron.
-Io non ne so nulla!- affermò con determinazione -Non sono affari miei e voi due dovete assolutamente cancellare quella parola dalla vostra testa, sono stata chiara?-
Raccolse la propria borsa e alzò lo sguardo verso il cielo ormai spento.
-Sta facendo buio, fa freddo qui fuori. Io me ne vado dentro, e dovreste fare lo stesso.-
Se ne andò in fretta, la borsa in spalla, e quando Ron le urlò dietro -Quale lettera?!-,
non si voltò.
-Per le più consunte mutande di Merlino!- sbottò guardando Harry -Di cosa diavolo stava parlando?!-
Harry scosse il capo, a disagio.
-Non ne ho idea- rispose -Ma non credo sia una buona idea domandarlo ad Hermione!-
La ragazza stava tornando verso di loro, stretta nel mantello, un'espressione di trionfo dipinta sul viso.
-Hai viso?- disse con voce altezzosa fermandosi davanti a Ron -Voleva soltanto domandarmi quali sono gli ingredienti del...-
-Dacci un taglio.- borbottò Ron.
Sotto lo sguardo basito di Hermione si alzò in piedi e le lanciò un'occhiata gelida, che le fermò il cuore per qualche istante.
Non aggiunse una sola parola, le diede le spalle e si allontanò, il mantello scuro svolazzante dietro di lui.
Hermione restò a guardare il punto in cui pochi istanti prima era seduto Ron, sconvolta.
-Ma che cosa è successo?- domandò in un sussurro, osservando Harry alzarsi in piedi.
Il ragazzo scosse lentamente il capo, e la sospinse con gentilezza verso l'arco di pietra.
-Non ne ho idea- rispose -Magari avrete modo di parlarne domani, stasera lascialo sbollire.-
Hermione deglutì parecchie volte prima di riuscire ad annuire.
Non disse più nulla, ma nella luce fioca delle lanterne del corridoio, Harry le vide sul viso un'espressione ferita.
E in quel momento ebbe la netta impressione che non ci fosse da presagire nulla di buono.





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Eccomi finalmente riemersa dalla mia mole omicida di studio!
Mi sono liberata degli ultimi esami, quindi ora sono una persona QUASI normale! :P
Dunque, avrete notato che il capitolo non è tra i migliori, è un po' più breve ed anche piuttosto "transitorio", ma vi prego di cercare di capirmi:
è stato scritto in un periodo non troppo bello, avevo questi esami da preparare disperatamente e una certa personcina ha deciso di tornare a rovinarmi la vita dopo due anni.
Beeeene.
Vi chiedo scusa quindi, e questa è la stessa ragione per cui non ho risposto alle ultime recensioni.
Scusatemi tantissimo, mi rifarò al prossimo capitolo!
Bene, spero di avervi stuzzicati almeno un pochino e sono curiosissima di leggere i vostri pareri!
Un bacio enorme, miei sempre meravigliosi lettori! <3

Miza











   
 
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