04/10/2011
3 recensioni
Una compagna fedele.
Ancora una volta, il dolore si irradiava in tutto il suo corpo.
Ancora una volta, la macchia di sangue si spandeva sotto di lui.
Ancora una volta era morto.
Ancora una volta circondato dall’ oscurità, da tenui bagliori oscuri, da mani gelide che si avvolgevano su di lui con un voluttuoso silenzio, ancora, circondato dall’ angoscia.
Una sagoma, più buia di quell’ oscurità assoluta, si avvicinava lentamente, oscillando, sembrava che lo facesse con cautela, nella paura di cadere. Ma come poteva cadere se tutto intorno a lei c’ era solo che oscurità.Cos' è che occupiamo noi, è materiale il nostro essere? O siamo silenzio vanificato nell' indifferenza?
Siamo incastonati nel buio del non dire. Naufraghi del pensiero taciuto. Fu quella figura a parlare con una voce femminile, quella figura senza volto e senza esistenza che continuava ad avvicinarsi lentamente, rispose al suo muto pensiero con mute parole.
Ancora una volta ci incontriamo. solo in quel momento si accorse di essere disteso, e ora quella figura oscura incombeva su di lui come… come la Morte.
Lentamente si delineava il viso, non era che un teschio macchiato di oscurità tirato in un mordente sorriso.
Una mano senza ne pelle ne carne si protese verso di lui, sfiorandogli i capelli scuri.
Un’ ondata di gelo si irradiò in tutto il suo corpo, per poi svanire lentamente quando la mano scheletrica si ritirò.
Chi sei? Quella figura scura rise, o così gli sembrò di percepire.
Ma come, non lo sai? Io sono sempre con te, e questa non è la prima volta che ci vediamo. Le mani si nascosero nell’ oscurità di quel corpo deforme. Il gelo che emanava toglieva il fiato, anche se in quell’ infinita oscurità sembrava impossibile cogliere un singolo sospiro.
Sono una compagna di cui ti puoi sempre fidare. Eppure gli trasmetteva una certa familiarità, davvero si erano già incontrati prima, forse non così, ma era davvero sempre stata al suo fianco.
Lo sapeva anche lui, si era una compagna fedele, aveva camminato sempre dietro di lui, e tutte le volte che si era voltato era caduto in quell’ abisso di oscurità e sofferenza.
Allora? Che fai ancora qui? Gli altri ti aspettano. Davvero, cosa ci faceva ancora in quel posto desolato e buio, solo una pausa un po’ più lunga delle altre, solo una attimo di tregua da quel mondo pieno di sangue.
Forse semplicemente non aveva voglia di svegliarsi da un’ altra morte.
Forse voleva semplicemente starsene li, tanto anche se si fosse svegliato non sarebbe cambiato niente, lui era già morto, lo era da tanto tempo ormai, da troppo.
Anche lui come chi in quel momento gli stava davanti, era solo un mucchio di ossa vagante.
Non è ancora arrivato il tuo momento. No il suo momento era arrivato ormai da tempo, e l’ aveva sempre saputo.
Ma io sono già morto da tempo. Era morto quel giorno di tanto tempo fa, nell’ istante in cui aveva ucciso Alma, quando si era ritrovato le mani coperte del sangue del suo unico amico.
Dimmi, sei mai stato davvero vivo?
Angolo autrice: Ecco una one-shot su Kanda, era da tanto che desideravo scriverne una, ed occola finalmente (una schifezza triminzita ç_ç) spero che vi possa piacere. La figura nera con cui parla (non mi sembra neanche il caso di dirlo) è ovviamente la morte. Spero che commentiate, magari senza tirarmi pomodori… anche se probabilmente li meriterei u.u Vi aspetto :) sarebbe potuta essere una flash-fic ma c’erano 15 parole di troppo >.<