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Autore: PULLA68    05/10/2011    3 recensioni
Che cosa ha allontanto Edward da casa? Che cosa gli è successo ? Riuscirà la famiglia Cullen a trovarlo e salvarlo dal destino che lo attende??
In una FF ambientata dopo BD, soltanto leggendo troverete le risposte alle domande e soltanto l'amore sarà la soluzione a questa storia dove il giallo del mistero si mescola al rosa dell'amore e al nero del thriller.
Posso solo aggiungere che il racconto è già finito e completo e che quindi se vorrete ne vedrete la fine.
Vi aspetto emozionatissima di poter condividere con voi la mia storia e aspetto i vostri commenti. Luisa
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Trilogia delle Nuvole'
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Ciao a tutte.  Eccomi di nuovo qua con un altro nuovo capitolo.  Abbiamo visto come Edward ha incontrato Alice e Jasper e  come inizi a ricordare malgrado la consapevolezza lo faccia star male fisicamente.  Immagino vi chiederete come mai  Bella non si è fatta vedere, ma vi chiedo di pazientare ancora un pochino mentre continuiamo a seguire  le vicende di Edward e un suo nuovo incontro.  
A presto e grazie ancora a chiunque mi segua.


Capitolo 28 -   E due


Edward


Se pensavo di poter starmene tranquillo a leggere i miei nuovi libri o ad ascoltare la musica mi sbagliavo di grosso. Aro mi aveva lasciato prendere fiato perché sapeva quello che mi aspettava. Passai i cinque giorni più pesanti di lavoro che potessi immaginare. I Signori dei Volturi erano alle prese con un lungo e spinoso processo a un clan di Marsiglia composto da cinque vampiri assai furbi e scaltri.

Fra imputati e testimoni veri e falsi ogni sera dovevo penetrare nei pensieri di una quindicina d'individui che si presentavano a volte anche in gruppo. Iniziavamo la sera quando il sole calava dietro le mura e Aro andava avanti anche tutta la notte. Ogni tanto mi concedeva qualche pausa ma i miei servigi erano richiesti fino al mattino successivo. Tutte le volte andavo avanti fino a che non crollavo e qualcuno mi portava a riposare in camera. Quando riprendevo lucidità spesso era pomeriggio inoltrato e non avevo quasi la forza di alzarmi da letto. Non seppi mai come andò a finire il processo perché l'ultimo giorno alle otto del mattino crollai per terra con la testa in fiamme desiderando solo di lasciarmi cadere nella nebbia mentale che mi stava avvolgendo lentamente dandomi la pace agognata.

Quando aprii gli occhi era sera e per la prima volta trovai Damiano seduto in fondo al letto. “Ti sei ripreso finalmente. Vado ad avvertire Aro che era in pensiero per te. Non sei mai stato così tanto a lungo in questo stato” e uscii. Io rimasi sdraiato privo di forze e con i sensi ancora annebbiati. Non vennero a chiamarmi per fortuna, non c'è l'avrei fatta. Rimasi sdraiato nel letto tutta la notte senza avere la forza di alzarmi.

Mi sentivo esausto e quando ripresi lucidità iniziai nuovamente a pensare alla mia uscita a Volterra. “Noi ti aspettiamo” mi aveva detto la coppia di vampiri. Chissà cosa intendevano. E poi c'era il mistero del lupo. Non riuscivo a capire … sapevo che qualcosa mi stava sfuggendo, qualcosa che avrei dovuto sapere.

Al mattino Felix entrò in camera e mi guardò sdraiato ancora sul letto. “Stai ancora male?” chiese scrutandomi.
“Sono solo stanco. Per il resto va bene.” gli risposi mentre mi tiravo a sedere.
“Te la senti di alzarti?”
“Credo di si. Dove devi portarmi?” speravo che la meta fosse il cortile, avevo bisogno di un po' d'aria pura.
“A Volterra. Te lo sei meritato” e mi porse il portafoglio. “Vestiti io e Demetri ti aspettiamo qua fuori.”

Nel giro di cinque minuti ero pronto e li seguii ancora stanco ma felice. Quando uscimmo sulla piazza del Duomo, era di nuovo nuvoloso. Mi guardai intorno soddisfatto e i miei occhi si fermarono a guardare una coppietta seduta sulla fontana intenta a scambiarsi effusioni. 
La ragazza era bellissima, bionda e alta sembrava una modella, mentre il ragazzo con lei poteva essere benissimo un attore o visti i muscoli un giocatore di football. Per un attimo li fissai affascinato dal modo in cui si guardavano. Erano innamorati e lo stavano urlando al mondo intero. Io invece mi sentivo solo e per un attimo desiderai avere anch'io una compagna con cui confidarmi e dividere il mio tempo libero. Non certo con quella biondona, troppo appariscente, ma un altra vampira mi avrebbe fatto piacere. Mi voltai per dirigermi alla via principale quando nella mia testa rimbombò il vocione del ragazzo “Ciao, Edward. Hai l'aria stanca. Va tutto bene?” mi voltai di scatto e vidi la ragazza fissarmi con preoccupazione “Facci un cenno ti prego. Stiamo impazzendo è una settimana che non avevamo più notizie. Ti hanno punito? Alice ha esagerato glielo avevamo detto di andarci piano” Li guardai e dovevo avere lo sguardo terrorizzato perché il ragazzo mi parlò di nuovo “Ehi Ed. Non avere paura. Calmati, altrimenti i bastardi capiranno. Tranquillo ragazzo. Va tutto bene” No!!! urlò la mia mente, non andava tutto bene per niente! Chi era quella coppia, cosa volevano da me??!! I loro occhi... occhi gialli... come i miei... come quelli di ...mia sorella... Alice. 

Arretrai sbattendo contro Felix che si era avvicinato, le mani sulla testa per evitare che scoppiasse di nuovo. Pulsava e faceva male, avrei voluto staccarmela.
“Stai male Edward. Forse ti abbiamo fatto uscire troppo presto. Andiamo indietro, riposati ancora un po'”
“No! Ti prego Felix, dentro starò anche peggio. Adesso passa, dammi tempo un attimo”

Demetri e Felix si guardarono un secondo, ma non avevo la forza di leggere nelle loro menti e aspettai la loro risposta.
“Va bene, proviamo. Ma un giro veloce solo un oretta poi torni in camera e ti riposi. Senza discussioni”.

Si era la cosa migliore e sapevo anche dove volevo andare. Mi voltai ma la coppietta era sparita. Deciso mi diressi al negozio di musica. “Ti aspetteremo qui” avevano detto e adesso volevo delle risposte, dovevo incontrarli nuovamente anche a rischio di finire in punizione o stare per giorni con il mal di testa.


Cercai di fare le cose con calma per non insospettire i miei guardiani, feci finta di vedere due vetrine, mentre scrutavo ogni passante annusando attentamente l'aria come un segugio. Niente. Arrivai al negozio di musica e m'infilai velocemente. Felix e Demetri mi guardarono per niente tranquilli, avevano capito che c'era qualcosa di strano nel mio comportamento ma pensavano fosse dovuto alla stanchezza. Era comodo poter leggere nelle loro menti.

Andai dritto dal settore della musica classica e mi guardai intorno. In fondo c'era Alice. Mi avvicinai circospetto annusando l'aria.
Lei alzò gli occhi e mi guardò sorridendo. “Hai fatto presto Edward. Ti stavo aspettando”
“Cosa vuoi da me e chi erano i due in piazza prima?” chiesi quasi rabbioso
Fece la faccia triste e mi guardò accigliata “Non li hai riconosciuti? Emmett e Rosalie ci rimarranno male anche se li avevamo avvertiti”

Fu come se mi avesse tirato un pugno nello stomaco. Mi piegai in preda a dei dolori fortissimi mentre la testa esplodeva. “Oh no ! Edward” e mi si avvicinò tendendomi la mano come per aiutarmi.

“Stai indietro, non mi toccare” arretrai di qualche passo boccheggiando, cercando di schiarirmi la vista. Davanti ai miei occhi riapparve il ragazzo grosso che mi sfidava a giocare con lui alla lotta. Aveva detto che si chiamava Emmett. La bionda che adesso sapevo chiamarsi Rosalie ci guardava ridendo. Alice avanzò “Ti voglio solo aiutare” . Avevo paura per quello che mi stava accadendo e istintivamente mi misi in posizione di difesa ringhiandole contro. Fu in quel momento che il compagno biondo si parò come un fulmine davanti a lei, rispondendo al mio ringhio “No Jasper, non mi attaccherà. Io l'ho visto, non ci farà del male” la guardai anche se avevo la vista annebbiata . Era così fragile, così indifesa. In un secondo tutto si fece nero era notte e la vidi combattere per gioco con il suo compagno. Veloce e micidiale. Non ci mise molto a vincere mentre ridendo lo baciava sul collo. Fu un attimo e mi ritrovi a fissarli nuovamente. Non si erano allontanati ma il guerriero aveva lasciato la posizione di difesa “Calmati, non ti voglio fare del male. Devi andare adesso o si insospettiranno. Cerca di ricordare, sforzati anche se fa male.” 

Lo guardai con rabbia, volevo delle risposte, non potevano sparire di nuovo.

“Devo sapere” ansimai “ Chi sono la coppia di ragazzi dalla fontana? E il ragazzone con gli occhi marroni e l'odore strano, chi è? E cosa c'entra con i lupi? E soprattutto cosa volete da me? Almeno questo ditemelo, prima che impazzisca del tutto” mi ero appoggiato con la schiena a uno scaffale per riuscire a stare in piedi e li guardavo ansimando con la vista appannata e la testa in subbuglio.

Fu il guerriero a parlare per primo “I due ragazzi sono Emmett e Rosalie e sono anche loro tuoi... fratelli. Il ragazzone è Jacob ed ....è un amico.”
“No Jasper digli tutto.” intervenne Alice
“E' meglio di no, Alice. Guardalo è al limite, e sono già entrati a cercarlo”
Lei si guardò intorno “Jacob è … un amico … in un certo senso... ma soprattutto è un licantropo. Si può trasformare in lupo a suo piacimento. Un lupo dal pelo rosso.” mi guardò aspettando a vedere come reagivo, poi veloce mi mise un cd in mano “Questo ti piacerà. Ti aspettiamo nella libreria al piano di sotto. Prendi il corridoio per la toilette e seguilo. In fondo c'è un magazzino con una seconda uscita. Ti aspetteremo li'. A presto Edward” si voltarono e si allontanarono veloci come un lampo.

Rimasi lì imbambolato con il cd in mano a pensare all'accaduto. La testa mi doleva e la vista era appannata ma ero lucido.

Le miei guardie personali arrivarono subito dopo, e si avvicinarono guardandosi intorno per capire cosa mi stava succedendo.
“Tutto bene Edward? - chiese Felix- sembra che tu abbia visto un fantasma.”

Scossi la testa. No non era un fantasma quello che mi perseguitava ma un incubo nel quale avevo l'impressione di affogare.

“Andiamo, torniamo alla Rocca” mi sollecitò Demetri.

Guardai il cd in mano era di Debussy, e mi diressi alla cassa scortato da Demetri chiaramente sulle spine.

Quando uscimmo si sistemarono ai miei lati, probabilmente pronti a prendermi al volo, se avessi inciampato. Non erano molto lontani dalla verità, infatti facevo fatica a camminare perché la mia testa si rifiutava di funzionare correttamente. I sensi erano appannati, era come se avessi avuto la testa sott'acqua, mentre spesso mi dimenticavo di respirare. Entrai nella loro testa solo un attimo perché mi faceva male usare quel senso ma volevo capire cosa stessero pensando “E' stanco, l'abbiamo fatto uscire troppo presto, dovevamo lasciarlo riposare ancora. Probabilmente quando è in mezzo alle persone viene assalito dai pensieri di tutti e la testa non regge. Speriamo che riesca ad arrivare fino a casa, sarebbe un problema se mi crollasse in mezzo alla strada.” Più o meno pensavano la stessa cosa e questo fu un sollievo, non si erano accorti del mio incontro con i vampiri dagli occhi gialli. Il mio segreto era al sicuro.

Mentre procedevano lentamente, (non volevano stancarmi) davanti ai miei occhi si susseguivano lampi che mi mostravano in compagnia dei miei...fratelli. Potevo vedermi giocare a baseball con loro o fare una gara di corsa, ma qualcosa mi mancava era come un puzzle in cui c'erano troppi pezzi mancanti. Quando passammo davanti alla libreria, mi ricordai delle parole di Alice.

Dovevo provarci. Dovevo provare ad incontrarli nuovamente. “Felix, Demetri, sto un po' meglio, posso andare in libreria?”

Mi guardarono stupiti. Probabilmente ai loro occhi non stavo decisamente meglio. “Non mi sembra proprio il caso Edward. Andiamo forza.” Felix era chiaramente preoccupato di non attirare l'attenzione e un vampiro sconvolto era un pensiero per lui. Demetri mi guardò un attimo studiandomi. Gli sorrisi, raddrizzando le spalle per mostrare sicurezza. “Sto bene, veramente. Lasciatemi andare chissà fra quanto tempo avrò di nuovo il permesso di uscire per Volterra.” era indeciso, potevo sentire la suoi pensieri combattere. Poi sospirò “E va bene. Edward. Hai però solo un quarto d'ora. Poi ti vengo a prendere e ritorniamo di corsa nella Rocca. In cambio però voglio la tua parola che non farai problemi per i prossimi giorni a startene bravo, bravo in camera tua.” Questo non mi piaceva, odiavo stare al chiuso, ma... dovevo entrare lì dentro per cui acconsentii. “Va bene, dammi venti minuti” Felix sbuffò, odiava farmi da baby-sitter e si annoiava ad aspettarmi quando entravo nei negozi. Demetri annui ed io mi girai veloce ed entrai.

Mi sentivo bene, probabilmente era l'emozione o solo l'avere qualcosa su cui concentrarsi, ma ero perfettamente vigile ed attento. Segui le istruzioni di Alice e mi ritrovai in una piccola stanza ingombra di casse.

Mi guardai intorno annusando l'aria stantia. E trovai subito quello che cercavo.

Alice e il suo compagno erano in fondo alla stanza sorridenti ma dall'odore non erano soli.

Mi avvicinai lentamente, con prudenza e da dietro l'angolo sbucò una vampira dagli occhi gialli e dal sorriso aperto e sincero. Si fermò a guardarmi poi si portò una mano alla bocca come per trattenere un singhiozzo e si lanciò verso di me per abbracciarmi “Edward, finalmente come stai figlio mio?”. Io arretrai, spaventato dalla sua foga e ancora di più dalle sue parole. Il compagno di Alice che sapevo chiamarsi Jasper, la bloccò gentilmente. “No Esme. Non avvicinarti. E' meglio non toccarlo, reagirebbe troppo male. E' troppo dolorosa la consapevolezza. Lasciagli il tempo di capire. Troppe emozioni lo sconvolgono.” Iniziai ad ansimare, e arretrai in posizione di difesa. Nessuno aveva più parlato, aspettavano che le sue parole mi entrassero nella testa. La guardai e vidi l'amore che le traboccava dal cuore e i suoi pensieri mi colpirono come una mazzata. “Non avere paura Edward. Sono tua mamma, ti voglio bene. Mi sei mancato tantissimo. Ti prego abbracciami. Guardami negli occhi e dimmi come stai.”

Scrollai la testa con violenza non volevo sentire i suoi pensieri, era pericoloso perdermi nelle loro menti. “Smettetela. Non chiamatemi mentalmente. Non c'è la faccio, non lo reggo. La testa mi scoppia” Ubbidirono, mentre mi guardavano in silenzio.

Un lampo e mi vidi con la testa sulla sua spalla, singhiozzante “Dovevo farlo mamma, mi spiace, lo so che me ne pentirò per tutta la mia vita. Ma che scelta avevo? Devo partire, non posso più stare qui. Non voglio più metterla in pericolo. Ti prometto che vi telefonerò, ma lasciami andare è meglio... per tutti.” lei mi accarezzava teneramente i capelli “Lo so Edward. Lo so quanto l'amavi e quanto ti mancherà. Ma noi siamo qui, io sono qui e quando sarai pronto a tornare saremo qui ad aspettarti, come sempre.” poi mi aveva baciato sulla guancia ed io mi ero allontanato con la morte nel cuore.

Scrollai la testa con forza per allontanare quell'immagine. Quanto amore c'era nella sue parole!! La guardai di nuovo, volevo abbracciarla sentirmi consolare, ma avevo paura delle conseguenze, avevo paura d'impazzire. Sapevo che le sue parole erano vere, sapevo nel mio cuore che quella vampira di nome Esme era in qualche modo mia madre. Ma dovevo allontanarmi. L'avrei ferita, lo sapevo, ma dovevo fuggire da lì. Dovevo avere tempo per accettare la verità ...per pensare... per capire.

Feci per voltarmi e fuggire quando una voce familiare mi chiamò “Edward aspetta. Dicci almeno come stai.”

Mi voltai e mi trovai davanti... il mio Angelo Biondo.

Era reale. Non era il fantasma della mia testa. Era qui di fronte a me con lo sguardo tenero e preoccupato “Chi sei?” mormorai. Avevo paura della sua risposta ma dovevo sapere. E quando sentii la sua voce, la mia testa scoppiò, incapace di contenere e riordinare tutto quello che la mia mente aveva sempre saputo, ma dimenticato.

“Mi chiamo Carlisle e sono tuo padre e il tuo creatore”

Le gambe mi cedettero, e non vidi più nulla. Ero perso dentro di me.

   
 
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