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Autore: Bloodlily    05/10/2011    1 recensioni
I nostri eroi galleggiano in mezzo al mare senza cibo... Una vera tragedia, soprattutto per il capitano! E quando approdano a Starvig Island... già il nome non è molto rassicurante...[to starve, in inglese, vuol dire "morire di fame" nda] Per (s)fortuna pare ci sia qualcuno disposto ad aiutarli... sì, ma quale prezzo?
Dopo molto tempo, la sto postando di nuovo da capo, infatti sono avvenuti cambiamenti piuttosto radicali ^^' Auguro una buona lettura a tutti! Bloodlily
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 IIIrd Chapter: Il Risveglio

 

 

Una nave all'orizzonte.

"Strano, non molti riescono ad arrivare vivi fino a quest’isola...” pensò la ragazza, tirando fuori dalla borsa a tracolla un cannocchiale.

Lo puntò verso il mare, inquadrando la vela che aveva scorto in lontananza. Seguendo la linea dell'albero maestro, si fermò a fissare la bandiera. Sul Jolly Roger, un enorme teschio sorridente con un cappello di paglia in testa sembrò salutarla, mosso dal vento.

- Ah, sono loro... - mormorò appena, tra sé e sé.

Si sedette sull'erba del promontorio, posando il cannocchiale in mezzo ai vari lumacofoni, penne e taccuini fitti di appunti sparsi per terra, andando piuttosto a recuperare il plico degli avvisi di taglia che teneva sempre con sé. Iniziò a sfogliarlo velocemente, per infine tirarne fuori due in particolare. Li mise per terra uno accanto all'altro, studiandoli.

Monkey D. Rufy, ricercato per 100.000.000 Berry, vivo o morto.

Roronoa Zoro, ricercato per 60.000.000 Berry, vivo o morto.

Due membri della ciurma di Mugiwara, di cui uno il capitano.

"Mi sorprende solo che anche gli altri non abbiano una taglia sulla testa, dopo quello che hanno combinato ad Alabasta...”

Si aggiustò meglio gli occhiali sul naso.

- Che faccia da idiota che ha questo qui... - commentò ridacchiando, lanciando un'ultima occhiata alla foto di Rufy.

- Però dalla sua espressione si direbbe che è sicuramente molto felice di essere un pirata... -

Iniziò a raccogliere le sue cose, mettendole al sicuro dentro la borsa. Osservò ancora un po' la barchetta in lontananza, prima sdraiarsi a godersi il bel clima estivo.

Non dovette aspettare molto prima di scivolare nel sonno.

 

 

- Io. Lo. Uccido - scandì Sanji.

- Io. Lo. Disintegro - era già da un po' di tempo che continuava a ripetere quelle parole, come se fossero una specie di mantra.

Come suo solito si era svegliato presto per preparare la colazione per le sue due dee (e per il resto della ciurmaglia, eventualmente). Notò subito l'assenza di Rufy, e di fronte a quel fatto non poté fare a meno di iniziare a preoccuparsi, visto che durante la notte non c'era stato verso di staccarselo di dosso. La sua esperienza gli insegnava che se il capitano spariva dalla sua vista, c'era sempre, sempre un motivo ben preciso.

Ora spostava lo sguardo dal frigo alla dispensa, entrambi completamente svuotati.

Non era nemmeno rimasta una briciola di un qualsiasi qualcosa.

- Kami, nemmeno la farina ha risparmiato! - ringhiò ancora, un'oscura aura omicida che s'infittiva sempre di più intorno alla figura slanciata del cuoco, rendendo l'aria nella cambusa elettrica.

Ener gli avrebbe un baffo, in quel preciso istante.

La mano di Sanji andò in automatico a cercare il pacchetto di sigarette che teneva sempre con sé, continuando a fissare gli scaffali e il frigo. Rufy era anche riuscito a scoprire il doppio fondo dentro l'armadio della dispensa, si ritrovò a pensare.

Lucchetti e catenacci erano una reale necessità, e questa volta Nami non poteva più negare di comprarglieli negando l'evidenza, catalogandoli come una spesa eccessiva ed evitabile.

Quando sentì il pacchetto tra le dita, la tensione diminuì, anche se solo impercettibilmente. Lo aprì, rovistando al suo interno, e ci mise almeno un minuto buono per rendersi conto che aveva finito le sigarette.

L'informazione, infatti, prima di riuscire a raggiungere il cervello, dovette iniziare col superare la barriera dello shock per poi scavalcare innumerevoli pensieri omicidi.

Il pacchetto era vuoto.

Come il frigo.

Come la dispensa.

E gli altri pacchetti erano in camera.

La furia tornò a crescere dentro di lui, tanto che il corpo iniziò a tremare leggermente.

Merda, nemmeno una sigaretta si poteva fumare, in quel momento di disperato bisogno di nicotina!

Solamente lo shock della spiacevole sorpresa lo teneva ancora inchiodato lì. Altrimenti avrebbe già finito di setacciare ogni singolo anfratto della nave per cercare il capitano, trovarlo, e riempirlo di mazzate.

La porta della cambusa si aprì.

- Oi, cuocastro, è pronto il caffè? - Zoro fece la sua apparizione nella stanza.

Sanji gli dava le spalle, senza dar segno di averlo sentito.

Lo spadaccino inarcò un sopracciglio, di solito come minimo gli avrebbe risposto male, anche se alla fine trovava sempre la sua tazza fumante di caffè pronta sul tavolo per lui.

Avanzò nella cucina di qualche passo, poggiando il piatto vuoto della notte precedente sul tavolo. Tornò quindi a guardare la schiena di Sanji, sempre con sospetto. Era anche strano che la sua tazza di caffè non fosse ancora pronta.

Il cuoco si girò lentamente, per fissarlo.

Zoro non riuscì a reprimere un brivido, che gli percorse la schiena.

In quel momento, quando i loro sguardi si incrociarono, l'aura omicida proveniente dal nakama lo investì in pieno, come iniziò a percepire chiaramente l'elettricità che guizzava pericolosa nell'aria.

Strinse con forza la mano intorno alla sua fedele Wado Ichimonji, estraendola di un poco con un lieve “clack”.

Raramente aveva viso il cuoco così arrabbiato.

Meglio essere pronti a difendersi.

- Quell'idiota del nostro capitano ha mangiato anche la polvere del caffè, marimo - gli disse con una calma innaturale il cuoco, senza distogliere gli occhi dallo spadaccino.

- Quindi, niente caffè questa mattina - aggiunse poco dopo.

Se fosse arrivata Nami, si sarebbe calmato un po' con qualche moina.

La stessa cosa se fosse arrivata Robin.

Se fosse arrivato Chopper, difficilmente se la sarebbe presa con lui, e l'altruismo del medico lo avrebbe (forse) fatto desistere dal suo intento di uccidere Rufy.

Se fosse arrivato Usop, gliene avrebbe urlate dietro di tutti i colori, magari lanciandogli pure contro qualcosa, sbattendolo fuori dalla cucina, ma almeno si sarebbe sfogato.

Se.

Ma quella mattina, era arrivato Zoro.

Da una parte, se lo poteva anche aspettare, ogni volta che doveva fare il turno di guardia notturno, la mattina la stupida testa d'alga veniva in cucina a bersi il caffè prima di andare a sonnecchiare da qualche parte sulla nave.

E per quella volta, e solo per quella, il cuoco decise di cercare la complicità dello spadaccino, il cui volto si oscurò alle parole del nakama.

Estrasse ancora un po' di più la lama.

Questa volta non per difesa.

- Cosa vuol dire “anche”? - gli chiese.

Non era una vera e propria domanda. Infatti, sapeva già perfettamente la risposta.

- Ha mangiato il caffè come anche la farina, le uova, il pane, la pasta, il riso, le patate, il burro, lo zucchero, o comunque tutto quello che era rimasto di commestibile - disse il cuoco, sempre con calma.

La calma che precede la tempesta.

In questo caso, la calma che precede lo tsunami.

Passarono lunghi attimi di silenzio.

- Ha mangiato addirittura le verdure che erano rimaste! - sussurrò Sanji, questa volta non riuscendo a nascondere una leggera nota di isteria nella voce.

Zoro non poté non spalancare leggermente gli occhi dalla sorpresa, a quella rivelazione.

Ora iniziava a capire il motivo per cui il cuoco fosse così arrabbiato, ma soprattutto adesso si spiegava lo shock.

Pensò al suo caffè.

E per quella volta, e solo per quella, lo spadaccino decise di diventare il complice del cuoco.

I due nakama si scambiarono un breve sguardo di intesa, che risparmiò loro la seccatura di dover parlare.

Una delle poche cose buone nella loro amicizia, era che spesso bastava anche solo uno sguardo, per capirsi.

In un secondo, si ritrovarono entrambi sul ponte.

- Rufy!! - sbraitarono all'unisono, lo spadaccino che aveva già recuperato le altre due spade. Non si sa bene il come, ma in quel breve lasso di tempo era anche riuscito ad indossare la sua bandana nera dai riflessi verdi.

Da qualche parte in un angolo nascosto della nave, Rufy si premette le mani sulla bocca, come se quel fatto lo aiutasse a celare la sua presenza. Respirava appena, anche il rumore del suo respiro poteva tradirlo, ed essere trovato da quei due non sarebbe stato molto piacevole. Beh, poteva sempre provare a mentire.

Con tutto il casino che i due facevano, inutile dire che avevano svegliato tutta la ciurma.

- Insomma, che diavolo vi salta in mente di fare tutto questo casino all'alba? - Nami uscì sul ponte come una furia sbraitando e puntando il dito contro i due che ancora stavano cercando il capitano, ancora vestita con il pigiama.

Dietro di lei emersero Usop e Chopper, ancora mezzi addormentati e sicuramente privi dell'energia della navigatrice.

- Dove diavolo si è cacciato...? - borbottò Zoro, facendo guizzare gli occhi neri da tutte le parti. Si diresse quindi nella stiva, senza degnare di uno sguardo la mocciosa. Prima che potesse scoppiare, Sanji intervenne, avvicinandosi a lei.

- Perdonaci, Nami cara, ma quell'idiota di Rufy ha fatto fuori tutte le scorte di cibo rimaste - il cuoco era vicino a lei, e la osservava estasiato.

- Sei così carina anche vestita con il pigiama - asserì con l'occhio a cuore, mentre una pericolosa venuzza si gonfiò sulla tempia della navigatrice.

- E tu cosa ci stavi a fare, a dormire in cucina? Non dovevi proteggere le provviste?? - urlò la navigatrice, tirando un furioso pugno sulla testa di Sanji, prima di andare a cercare pure lei il capitano.

Usop, nel frattempo, era caduto in ginocchio sul ponte della nave, piangendo disperato con le mani nei capelli.

- Moriremo! Moriremo tutti di fame! Me lo sentivo che sarebbe andata a finire così!! - continuava a urlare, senza controllo.

La piccola renna, facilmente impressionabile, sentendo le parole del cecchino cadde nel panico più totale, iniziando a correre intorno all'albero maestro, agitando le braccia e lasciando una scia di lacrime.

- Waaaaaa, moriremo! Moriremo! -

Nel frattempo Zoro era riuscito a trovare il ragazzo di gomma, e adesso lo stava massacrando insieme a Sanji, alzando un gran polverone.

A guardare da fuori, sembrava che fosse scoppiata una guerra, su quella nave.

Robin uscì solo in quel momento da sottocoperta.

Si guardò intorno, studiando con attenzione tutta quella confusione, non riuscendo a trattenere un lieve sorriso alla vista di quanto stava succedendo. Con molta calma, prese a camminare verso il castello di prua, appoggiandosi con le braccia sulla balaustra della nave accanto alla polena. Scrutò per un po' l'orizzonte, per poi inclinare la testa leggermente di lato e sorridere di nuovo.

- Terra - disse semplicemente, scostando una ciocca di capelli neri dal viso, riportandola con la mano dietro all'orecchio.

- Hai detto qualcosa, Robin? - Nami, dopo essersi sfogata un po' anche lei, la raggiunse, mentre Zoro e Sanji con una mossa combinata spedirono il loro capitano in mare.

- Waaaaaa, ma così affogherà! - urlò Chopper, sporgendosi un po' oltre il bordo della nave, osservando in preda al panico le bollicine che salivano sulla superficie dell'acqua.

- Se lo è andato a cercare - gli rispose Sanji, sistemandosi la cravatta.

Notò le sue adorabili dee tutte felici a prua, quindi in un trottolio di cuoricini si trovò in mezzo alle due splendide ragazze.

- Mie meravigliose sirene, luci della mia vita, qual è il motivo di cotanta felicità sui vostri bellissimi visini? -

Le due si girarono a guardarlo, sorridendo.

L'occhio a cuore di Sanji schizzò fuori dall'orbita.

- Aaah, siete così carine quando sorridete!! -

Da lontano Zoro osservava la scena.

- Tsk, l'idiota si è fatto abbindolare di nuovo - disse scocciato, ma in quel momento il cuoco era troppo impegnato con le due donzelle per prestargli attenzione. Altrimenti sarebbe finita con un'ennesima litigata.

Con tutta calma, lo spadaccino si riannodò la bandana intorno al braccio, per poi posare con estrema cura, quasi con dolcezza, le sue katane sul ponte.

Voleva aspettare un po' prima di andare a salvare un capitano a caso che stava rischiando di affogare.

Del resto era colpa sua se quella mattina non era riuscito a bere il suo caffè.

Si tuffò in acqua, nei pressi delle bollicine che ancora si vedevano salire in superficie.

Dopo aver ripescato Rufy e portatolo di nuovo al sicuro sul ponte, lo spadaccino notò che anche Chopper e Usop avevano raggiunto gli altri a prua. Parevano tutti molto agitati.

Annoiato si avvicinò pure lui, non prima di aver assicurato nuovamente le sue tre spade al fianco destro, abbandonando al suo destino il ragazzo di gomma, che sputava fuori acqua come una fontanella.

Si grattò dietro alla testa, lanciando un'occhiata interrogativa ai suoi nakama.

Il sole, ormai sorto da parecchio, aveva già iniziato ad asciugare i suoi vestiti.

- Allora, cosa avete da essere così agitati? - chiese con il solito tatto.

- La mia dolcissima Robin-chan ha avvistato terra! - esclamò Sanji senza degnarlo di uno sguardo, troppo preso a tessere lodi e complimenti alla bella archeologa.

- Terra?! - la voce di Rufy li raggiunse, come anche il capitano stesso, che allungando le braccia dal ponte era schizzato a prua. In meno di pochi istanti era seduto sulla polena, carico di entusiasmo.

- Che bello, si mangia!! - esclamò ancora tutto eccitato, senza staccare gli occhi dall'isola, impaziente di arrivare.

- Come se tu non avessi già ripulito il frigo!! - gli urlarono all'unisono i suoi nakama, puntandogli l'indice contro con i denti a squalo.

Il capitano si voltò verso la ciurma, rivelando un sorriso che gli attraversava il volto da un orecchio all'altro.

- Però siamo fortunati e adesso lo possiamo riempire di nuovo, shishishi -

Gli altri non poterono non sorridere di rimando, di fronte a tutto quell'entusiasmo. La rabbia impallidì di fronte allo spirito di avventura della ciurma.

Rufy tornò a guardare l'isola, alzandosi in piedi sulla polena.

- Forza, ciurma, si sbarca!! - urlò a pieni polmoni, e tutti si diedero da fare per avvicinare la Going Merry all'isola.

Terra, finalmente!

 

 

- Non se ne parla neanche! -

- Dai, Nami, è per una giusta causa, io ho fame! -

- Tu ha sempre fame, Rufy, quindi non fai testo! -

- Avara strozzina... -

- Prova a ripeterlo, spadaccino squattrinato!! -

- Sei una strega avara e strozzina! -

- Mia adorata Nami-chan, almeno dammi i soldi per fare un po' di spesa... -

- Ma stiamo scherzando?! Qui chiedono 100.000 Berry a piatto nella bettola più infima della città! Non oso nemmeno immaginare quanto ci possa costare fare la spesa qui! Non mi meraviglia che si chiami Starving Island! -

- Ma... -

- Il discorso finisce qui! Aspetteremo che il Log Pose si riposizioni, e dopo partiamo! Nel frattempo, mangeremo quello che si trova sull'isola! Sono stata abbastanza chiara? -

Mugolii contrariati seguirono la navigatrice, mentre la ciurma la seguiva verso la nave.

- E dopo siamo noi i pirati... - continuava a borbottare Nami tra sé e sé, lanciando occhiatacce ad ogni locanda che incontrava sulla strada.

Gli abitanti di quell'isola avevano fatto del cibo la loro fonte di ricchezza. Starving Island da raggiungere richiedeva molto tempo, e spesso gli equipaggi delle navi di passaggio si trovavano senza cibo prima di arrivarci. E tutti erano disposti a pagare a peso d'oro anche un pezzo di pane ammuffito.

Tutti tranne Nami.

Sanji camminava silenzioso, a dir poco indignato da quella situazione.

Quel modo di vedere le cose andava contro ogni suo principio.

Avrebbe voluto a prendere a calci ogni singolo proprietario di ogni singola locanda.

Non gli piaceva per niente quell'isola.

Nami si fermò di colpo, girandosi verso i suoi nakama con un sorriso molto poco rassicurante sul volto.

Chopper rabbrividì, “nascondendosi” dietro alle gambe di Usop.

Il cecchino guardò la faccia della navigatrice.

- Ohi ohi, non mi piace per niente quella espressione... - disse a mezza voce.

- Potremmo sempre consegnare la testa di quella zucca vuota di Zoro... con tutti i berry che mi deve quello squattrinato... -

Quando si trattava di soldi, Nami sapeva essere davvero perfida.

- Non se ne parla nemmeno! - esclamò subito Rufy, infilandosi il mignolo nel naso.

Solo in quel momento Sanji si guardò un attimo intorno.

- Ehi, ma dov'è finito quel grossissimo idiota? -

 

 

Non si era perso.

Solo, non conosceva ancora bene il luogo.

Stava seguendo gli altri, ma doveva aver girato nel vicolo sbagliato.

Dopo aver percorso più volte lo stesso tratto di strada senza accorgersene, si ritrovò su un promontorio che dava sul mare, fuori città.

Si grattò la testa, guardandosi attorno.

Bah, tanto prima o poi sarebbe arrivato alla nave lo stesso.

Continuò a camminare, ma ad un tratto si trovò steso per terra, a pancia in giù.

- Ma che diavolo... - cominciò ad imprecare, poggiando gli avambracci per terra per sollevare un po' il busto. Girò la testa di lato, per vedere su cosa fosse inciampato.

O per meglio dire, chi.

- Chi è il cretino che non guarda dove cavolo mette i piedi? -

La ragazza non si era mossa di un millimetro, nonostante il brusco risveglio. Teneva ancora gli occhi chiusi, le mani intrecciate dietro alla nuca.

Zoro si sentì punto nell'orgoglio ad essere stato insultato in quel modo.

- Non stavo guardando - borbottò di rimando, irritato.

La ragazza fece una breve pausa. Quindi aprì gli occhi, e spostò leggermente il volto per incontrare lo sguardo dello spadaccino.

Lo guardò per qualche momento.

- Potresti almeno avere la cortesia di levarti di mezzo? Pesi, Roronoa - gli disse con pungente sarcasmo. Infatti Zoro stava ancora per metà sdraiato sopra di lei.

Lui la osservò per un attimo, studiando i suoi occhi verdi dietro agli occhiali.

Poi sorrise beffardo.

- Così la mia fama è giunta fino a qui - disse sornione, iniziando a levarsi dalla ragazza. Si alzò in piedi, sistemando le katane al suo fianco. Prese dunque ad allontanarsi, non le interessava più di tanto quella ragazzina.

- Come è famoso il tuo pessimo senso dell'orientamento... - iniziò a dire lei con noncuranza.

- Si dice che tu riesca a perderti anche seguendo qualcuno - aggiunse con tono canzonatorio.

Zoro si fermò, dandole ancora le spalle. Quella ragazzina non gli piaceva per niente.

- Ma non sapevo fossi anche così rozzo e maleducato - concluse scuotendo la testa.

Subito dopo, la fredda lama della Wado Ichimonji premeva leggermente sulla sua gola, per adesso senza tagliarla.

- Cosa diavolo vuoi da me - chiese Zoro freddamente, senza troppi giri di parole.

Un ghigno soddisfatto si dipinse sul volto di lei.

- Portami dal tuo capitano - fu la risposta.

Zoro la studiò. Non trovò sul suo volto nessuna traccia di paura, solo determinazione.

- Dammi una sola buona ragione per cui dovrei farlo - le intimò, premendo ancora un po' la lama sul suo collo.

Poteva essere una cosa così facile, ucciderla.

E lei ne era perfettamente consapevole.

Voleva metterla alla prova, ma lei non batté ciglio, alla pressione della lama.

Una goccia di sangue andò a sporcare l'erba del prato.

Da una parte si sentiva irritato alla mancanza della reazione desiderata, ma dall'altra non poteva non ammirare il suo coraggio. Una forte convinzione doveva bruciarle dentro, per permetterle di sostenere così facilmente lo sguardo della morte.

Per un attimo, rivide sé stesso.

Ma questo non toglieva il fatto che non la sopportasse.

Il sorrisetto sul volto della ragazza si allargò.

- Voi non avete cibo. Prima che il vostro Log Pose si posizioni, devono passare tre mesi. E non aspettatevi un aiuto da parte degli abitanti. Perché vi faranno morire di fame, se necessario - mentre parlava, la lama della katana continuava a sfregare contro la sua pelle.

Il sangue continuava a scorrere. Ma pareva non le importasse più di tanto.

- Io posso aiutarvi - si fece dunque silente, attendendo una risposta.

Zoro inarcò un sopracciglio. Non si fidava per niente di lei.

- E che cosa vorresti in cambio? - chiese, mantenendo la spada nella stessa posizione.

La ragazza sbuffò divertita.

- Almeno queste cose non ti sfuggono, Roronoa - disse ridacchiando, per poi tornare seria.

- Voglio un passaggio fino alla prossima isola. Il mio Log Pose è già posizionato, ed ho abbastanza cibo per affrontare il viaggio -

Zoro ascoltò le sue parole, quindi rinfoderò la katana.

La ragazza si alzò da terra, passandosi una mano sui vestiti per spolverarli un poco. Si sistemò quindi i lunghi capelli biondi, senza badare alla sua ferita al collo. Infatti, aveva già smesso di sanguinare, e il taglio era così sottile che sarebbe guarito in fretta senza lasciare segni.

Lo spadaccino la osservò per qualche istante.

Indossava una canottiera nera, ed una gonna piuttosto corta dello stesso colore. Intorno alla vita, due cinture di cuoio borchiato. Indossava anfibi neri, e calze fino al ginocchio. Disegnini di teschi sparsi un po' dappertutto. Appesa alla spalla destra, una borsa a tracolla, a cui era attaccato un nastro rosso con un campanellino, che tintinnava lievemente ad ogni suo movimento.

La ragazza avvertì il suo sguardo attento su di sé

- Cos'hai da guardare? - gli chiese bruscamente.

Zoro si voltò dall'altra parte, incamminandosi.

- Muoviti, ragazzina - sbottò.

- Guarda che la nave è dall'altra parte - replicò lei graffiante, offesa per essere stata chiamata in quel modo.

Si congelò nella sua posizione, stringendo forte l'impugnatura di una delle katane.

Cosa, cosa gli impediva di zittirla?

Prese un respiro profondo per controllarsi, quindi si voltò per seguirla, imprecando a bassa voce ogni tanto.

Lei infatti si era già incamminata.

Quando sentì i passi di Zoro alle spalle, ghignò soddisfatta.

Alla fine era riuscita a spuntarla.

Dopo un po', però, non sentì più la sua voce brontolare.

Lanciò una breve occhiata oltre le sue spalle, solamente per scoprire che lo spadaccino era sparito.

Sgranò gli occhi, presa alla sprovvista da quella scoperta.

- Non credevo fosse davvero capace di perdersi seguendo qualcuno... - mormorò a mezza voce, per poi cedere ad un moto di stizza.

Tornò indietro per cercarlo.

- Quell'idiota mi farà perdere un mucchio di tempo! -

 

 

Ormai i due erano giunti in prossimità del porto, dopo due ore dal loro incontro. In condizioni normali, dal promontorio al villaggio ci si metteva mezzora, anche di meno, mantenendo un passo sostenuto.

Ma la ragazza aveva avuto qualche difficoltà con lo spadaccino.

Alla fine aveva deciso di legare i loro polsi insieme per evitare di perderlo per l'ennesima volta.

Si era decisamente stufata di corrergli dietro e di cercarlo dappertutto.

Camminavano il più distante possibile l'uno dall'altra, per quanto il nastro rosso lo consentisse. Il campanello tintinnava in mezzo a loro.

Zoro era a dir poco nero dalla rabbia.

E lei non era da meno.

Avevano litigato tutto il tempo, ma adesso pareva ci fosse un momento di stasi.

Erano ormai prossimi alla nave.

Nami stava sul ponte della Merry, osservando il porto.

Appena vide Zoro avvicinarsi, il suo sguardo si indurì.

L'aveva fatta un po' preoccupare, anche se sapeva che il suo nakama sapeva benissimo cavarsela da solo.

- Si può sapere dove diavolo ti eri cacciato?? - gli urlò dalla nave, per poi posare lo sguardo sulla ragazza che lo accompagnava.

- E lei chi è? - chiese ancora, notando il nastro che li univa.

Robin alzò gli occhi dal libro che stava leggendo, distratta dalle parole della navigatrice. Spostò lo sguardo verso la banchina, e al notare la ragazza spalancò leggermente gli occhi.

- Lei è... - mormorò appena.

L'accompagnatrice di Zoro fece scorrere il suo sguardo sulla nave, per infine incrociare lo sguardo con l'archeologa. Anche lei sgranò gli occhi, sorpresa.

- Miss All Sunday, o meglio, Nico Robin - disse, senza staccare gli occhi da lei.

L'archeologa non rispose, indurendo lo sguardo.

- Credevo fossi morta ad Alabasta - continuò la ragazza.

Nami lanciò una veloce occhiata verso Robin.

Le due parevano conoscersi.

Zoro fissava la ragazza con ulteriore sospetto, incrociando le braccia al petto.

La situazione si fece improvvisamente tesa, e la ragazza ridacchiò, tornando a guardare lo spadaccino.

- Bene, è ora che io vada. Tu conosci la mia proposta - detto questo, aspettò che lo spadaccino slegasse il nastro dal suo polso.

Una volta libera, si incamminò verso il villaggio, consapevole che gli altri tre avevano gli occhi puntati sulla sua schiena.

Preso un vicolo, sparì dalla loro vista.

I tre nakama rimasero ancora un po' a fissare il vuoto, poi Nami tornò a guardare l'archeologa, che aveva un'espressione indecifrabile sul volto.

- Robin? - la chiamò, mentre in silenzio Zoro salì sulla nave.

- Si può sapere chi è quella ragazza? -

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Ed ecco che si inizia ad entrare un po' nel vivo della storia... Chiedo venia se i precedenti due capitoli possano essere risultati un po' noiosi, ma mi servivano ad introdurre in modo appropriato il resto della trama, che dal prossimo capitolo prenderà una bella accelerata.
Un grazie a chi mi lascia sempre un commento, e chi segue la mia storia!
Alla prossima!!
S t a y T u n e d !
Bloodlily

ps: Fatemi sapere che cosa ve ne pare del nuovo personaggio! ;)

 

  
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