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Autore: ReneesmeCullen    05/10/2011    1 recensioni
Due ragazzi alla apparenza normale, sono costretti ad un amore combinato. Lei una fata del Tempo e lui un vampiro. Due razze che sono sempre state in conflitto con loro, vengono unite dalla strana e misteriosa gravidanza di lei. Con il pericolo che incombe dal ex fidanzato che nasconde un segreto mai rilevato prima.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2
Svegliandomi dopo una lunga notte di sonno, chiedendomi cosa era successo. Si può chiamare sonno? Immobilizzata dalle fitte di dolore mi guardai attorno, per capire dove mi trovavo. Ero in una stanza dipinta completamente di azzurro, come il cielo, perfino il soffitto era della stessa fantasia. Il letto su cui mi trovavo, era in ferro battuto color ruggine. Le lenzuola di seta che si trovavano sopra di me, erano dello stessa fantasia del muro. Fuori dalla finestra stava calando il tramonto. Ma quanto avevo dormito allora? Non sapevo più che giorno era. Provai ad alzare un braccio ma non ci riuscì una forza maggiore me lo impediva. Voltandomi lentamente, per vedere cosa me lo impediva, trovai il braccio di Jasper che mi stringeva il polso. Chiedevo quanto cavolo era forte, e se dormiva profondamente. Dopo vari tentativi, ero riuscita a liberarmi dalla sua stretta mortale. Osservai il mio polso, aveva quattro segni viola, assomiglianti a delle dita. Aveva stretto talmente tanto, che mi aveva lasciato il segno della sua mano. Non riuscivo a muoverlo, per me era rotto in qualche punto. Osservando meglio Jasper aveva un corpo muscolo, e non presentava nessuna imperfezione. Rimasi colpita, solo da una  strana cicatrice che aveva sotto al mento. Sembrava quasi uno squarto come se qualcuno, gli avesse aperto a metà la gola. In quel momento molti pensieri mi passavano per la mente. Dovevo alzarmi da quel letto, dovevo andare al bagno, ma soprattutto non mi sentivo più le gambe, quindi dovevo alzarmi per sgranchirmele. Molto lentamente, mi sfilai da sotto le lenzuola. Misi un piede a terra, e il pavimento in legno mise un cigolio. Perfetto. Mi voltai lentamente, per vedere se il ragazzo si era svegliato, ma continuava a dormire. Appena mi alzai in piedi mi senti svenire, ma dovevo resistere, volevo raggiungere almeno il bagno. Lentamente avevo raggiunto la porta del bagno, dopo di che mi chiusi dentro. Sedendomi sul gabinetto, mi accorsi che le mie gambe erano piene di lividi. Che cavolo era successo l’altra sera? Iniziai a tremare, dallo spavento, volevo scappare. All’improvviso mi venne da vomitare. Non riuscendo ad alzarmi, vomitai sul pavimento. Dopo di che, riecco il senso di svenire, non feci intento a sedermi per terra che caddi sul pavimento freddo. Non so quanto rimasi lì, ma mi alzai solo per vomitare un'altra volta. Riuscì ad raggiungere la vasca e mi sfilai la vestaglia non mia che avevo indosso. Altri lividi erano presenti sul mio corpo. Avevo sempre più paura. Aprendo il getto d’acqua calda mi senti subito meglio. Avevo riempito la vasca fino all’orlo. Volevo stare li per sempre, mi sentivo meglio. Sotto al mobile del lavandino, notai la mia borsa nera. Mi allungai per prenderla, e cercavo il mio cellulare. Ti prego dimmi che c’è. Eccolo era li, nella sua custodia. La batteria era ancora carica, mancava una tacca sola. Segnava che era il 12 gennaio. Non era passato un giorno ma ben si una settimana dal mio compleanno. Chi sa cosa pensavano i miei genitori non vedendomi ritornare a casa? Tutti mi stavano cercando. Matteo. Il mio fratellino chi sa come soffriva a non avermi li con lui. Chiusi gli occhi, e non so quanto tempo rimasi li dentro. All’improvviso senti una pressione sulla fronte. Avevo paura di aprire gli occhi. Non volevo vederlo, avevo paura di lui.
“Tutto bene?” La sua voce, mi risuono nella mente. Volevo riuscire a dirgli qualcosa, ma il mio corpo, la mia mente me lo impediva. Mi sollevò dalla vasca, e mi porto a letto coprendomi con una grossa coperta. Non avevo ancora intenzione di aprire gli occhi. Ma lui accarezzandomi la guancia, fui costretta ad aprirli. Ritrovai i suoi occhi a fissarmi. Volevo scappare, ma qualcosa mi attirava a lui. Perché ero così attratta da lui? Aveva usato il mio corpo come fossi stata un manichino, volevo delle spiegazione. “Perché l’hai fatto?”. Lui mi sorrise, e poi incomincio a raccontarmi una storia che non sapevo della mia terra. “Luna devi conoscere la mia e la tua storia assieme per capire meglio”. “Ma io, non volevo farti male, ma ho dovuto farlo in un certo senso.”. “Raccontami ti prego”. “Sai perché i vampiri sono giunti nel tuo mondo, circa 250anni fa?”. Scossi la testa. “I vampiri sono arrivati per portare un messaggio al vostro, regno, ma senza risultato. I vampiri vennero sterminati dal vostro mondo, per pericolo che il vostro regno fosse messo sotto il nostro regno. Il messaggio era che nel nostro regno era arrivata una potenza che nemmeno i vampiri riuscirono a fermarla.” “Quale potenza Jasper?”. “I licantropi”. Sbiancai, mia mamma aveva parlato di queste creature pericolose, sia per noi che per i vampiri a quanto pare. Persone normali, in apparenza, ma con l’avvenire della luna piena si trasformano in lupi. “Ma una famiglia di vampiri è sopravvissuta”. “La tua?”. “Si, e vive accanto al vostro regno”. “Scusami, Jasper ma cosa centro io in questa situazione? Perché mi ha trattato così?”. Volevo sapere tutto di lui. “Si scusami, mi sento veramente un cretino, avrei dovuto parlartene prima, forse avresti acconsentito”. Non mi guardava in faccia. “Avrei acconsentito a cosa?”. Ero sempre più incredula alle sue parole, ma in un certo senso mi fidavo di lui. si volto e mi prese le mane fra le sue. “Luna tu sei la principessa del regno del tempo, e io sono il principe del regno dei vampiri”. Non riuscendo a parlare lui continuò. “Noi dobbiamo, beh sposarci… per salvare il mio regno e il tuo.”. “Ma… ma, le fate e i vampiri non sono incompatibili?”. “Si, ma tu sei speciale”. “Perché sono speciale? “Nel tuo sangue, scorre sangue di vampiro”. “Sangue di vampiro?”. “Si, per questo è stato stipulato il patto che noi due ci dobbiamo sposare, per poter portare avanti la mia e la tua generazione. Ero sempre più sconvolta. “Posso farti una domanda Jasper?”. “Certo tutte quelle che vuoi”. “Tu mi ami?” “Luna, io… ti amo da quando sei nata”. Non riuscivo a credergli. “Mi ami da quando sono nata?”. “Si, essendo che quando sei nata, era l’anno peggiore per entrambi i nostri regni, tua madre ti ha portato dalla mia famiglia, per accordare il patto.”. “Il patto cosa prevede oltre che noi due ci dobbiamo sposare?”. “I vampiri non avrebbero attaccato le fate, e viceversa”. “Ora mi è tutto più chiaro”. “Eh tu mi ami?”. Non mi guardava in viso. Gli presi il viso fra le mani. “So che può essere assurdo, ma sono innamorata di te. Tu almeno puoi dirmi di conoscermi da vent’anni.”. Entrambi sorridemmo. All’improvviso mi venne da vomitare. “Scus…”. Non feci in tempo a raggiungere il bagno, che vomitai sul pavimento. “Luna tutto bene?”. Sentivo dalla sua voce che era preoccupato. “Si ora mi sento meglio, sarà il ciclo”. “Ah”. “Scusa”, “No nulla”. “Dovresti mangiare qualcosa è da una settimana che dormi.”. “Si mi sa che è giunto il momento di mangiare, dai usciamo”. “Forse è meglio che ti vesti prima”. “Oh cavolo, devo chiamare i miei genitori e la mia amica saranno andati nel panico”. “Li ho fatto un incantesimo”. Mi sorrise come fa un bambino quando fa un dispetto. “Jasper”. “Tranquilla, per loro sei sempre stata a casa con loro”. “Beh meglio”. “Vado in bagno, a fra poco”. 
   
 
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