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Autore: Samvise    13/06/2006    1 recensioni
In un futuro non molto lontane, Harry e company si ritrovano a riaffrontare le paure del passato...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Riunione – Seconda Parte

Ringrazio Loryrocker per aver recensito…scusate per l’attesa, ma per questo capitolo ci ho dovuto mettere un po’ di più…

 

Riunione – Seconda Parte

 

Gli occhi di Harry brillavano. Finalmente, dopo diciassette anni, avrebbe avuto la sua vendetta. Teneva la bacchetta premuta contro la guancia del suo nemico mortale, della causa delle morti di tutti i suoi cari, e non.

“Allora, Harry? Cosa aspetti? UCCIDIMI!” urlò Voldemort, con disprezzo.

Perché vuoi che ti uccida, Tom? Non vuoi vedere il grande Lord Voldemort piegarsi ai piedi un ragazzino di diciassette anni?” disse Harry, con ancor più disprezzo.

“Oh, vuoi giocare ancora, eh, Potter? Non capisci…non è merito tuo se sono qui, pronto a essere assassinato. Se non era per i tuoi amichetti, non avresti mai vinto”.

“Lo so, Tom. Una volta qualcuno me lo chiarì. Non sono i grandi poteri magici quelli che mi avrebbero fatto sconfiggere te”.

E che cos’è, Harry? L’amore? Pfff…Silente e le sue idiozie! Se tu sei così tanto pieno d’amore, perché stai per compiere…un omicidio?”.

Non sapeva se era una trappola di Voldemort, non sapeva se era una tattica di alcun genere, però Harry capì che aveva colpito nel segno. Aveva davanti a lui l’uomo che aveva ucciso i suoi genitori, aveva desiderato per tutta la vita di ucciderlo, eppure, ora, non ci riusciva.

 

“Allora, Potter…REAGISCI!” gridò ancora Voldemort, ridestandolo dai suoi pensieri.

Harry lo guardò. Anche se Tom Riddle, in quel momento, voleva sembrare ignaro del pericolo, era chiaramente colto dal panico. Harry sapeva bene che quell’uomo era sempre stato ossessionato dalla morte, ed ora, era ad un passo da lui. Harry guardò quegli occhi, pieni di odio, ma anche di paura. Ripensò all’anno prima, i ricordi che Silente gli aveva fatto guardare, la vita che era stato invitato a visionare, avevano portato all’uomo che aveva di fronte a lui, un uomo orgoglioso, anche nel momento della morte, ma pieno di sofferenza e di odio.

“POTTER! COLPISCIMI!” urlò Voldemort, e la sua voce si propagò per tutta la stanza.

Harry lo fissò, ancora una volta.

“No”, e abbassò la bacchetta.

No. Non sarebbe diventato come lui. Le loro vite erano simili, ma avrebbero preso strade diverse.

Draco, esterrefatto, si lasciò cadere le braccia, lasciando Lord Voldemort libero, ancora una volta.

Cosa?! TU! Tu osi avere pietà di me? Tu osi fare questo a me, a Lord Voldemort?” gridò Riddle, fuori di sé.

Tirò fuori la bacchetta, e la puntò contro il viso di Harry, che non fece un minimo movimento.

“Avanti, Tom, colpisci”.

La situazione era stata invertita, perché in quel momento Voldemort non colpì il ragazzo che aveva deciso di uccidere alla sola età di un anno. Aveva esitato, per un piccolo attimo della sua vita, Voldemort aveva esitato nell’uccidere qualcuno, nell’uccidere Harry Potter.

“AVADA KEDAVRA!” gridò una voce.

Un lampo accecante, verde e luminoso, sfiorò Harry, e colpì in pieno viso Tom Riddle, che si accasciò a terra, morto. Harry si girò di scatto, e vide Peter Minus sudato, stanco e affannante, con la bacchetta ancora alzata e puntata contro l’uomo che aveva causato atroci sofferenze a innumerevoli maghi e Babbani. Ma ora quell’uomo non avrebbe più fatto alcun danno, Lord Voldemort era morto.

 

BROOOM!

Che diavolo sta succedendo?” gridò Draco, mentre l’intero castello di Hogwarts tremava.

Harry si girò di scatto, guardandosi intorno.

“E’ stato lui! Piton!” urlò Harry, notando la sua scomparsa.

“Non c’interessa se Piton vuole essere spiaccicato sotto queste mura, noi dobbiamo scappare, e in fretta, qui sta per crollare tutto!” disse Peter Minus, prendendo sulle sue spalle il corpo inerme di Ginny Weasley.

Harry notò quel gesto, e mormorò un “grazie” prima di iniziare a correre, fuori dai sotterranei della scuola di Hogwarts.

Harry! Sei qui? Cosa sta succedendo?” urlarono delle voci.

Ginny!” urlarono delle altre.

Dietro di loro c’erano Ron, Hermione, Neville, Luna, la McGrannit, Hagrid, Aberforth Silente, Bill, Fleur, Charlie, Fred e George…i loro volti segnati da una estenuante battaglia. Avevano combattuto anche loro, e avevano vinto. Avevano vinto la battaglia contro il male, avevano vinto la battaglia contro Lord Voldemort.

 

Uscirono affannati e stanchi dal castello, che piano piano cadeva giù. Il rumore assordante dei mattoni che cadevano sul terreno li accompagnò per tutta la corsa, prima di raggiungere la luce del sole, prima di raggiungere il cancello, che una volta Harry varcava, felice e allegro, preparato ad un nuovo anno ad Hogwarts. Quella volta, però, l’entrata di Hogwarts non era affollata da urla di ragazzi in festa, ma da una miriade di maghi, giunti lì, al suono della battaglia. Quando guardarono uscire tutta quella gente, senza la minima traccia dell’Oscuro Signore, urlarono di gioia, mentre il castello di Hogwarts sprofondava al suolo.

“E’ finita! E’ finita!” sentì gridare Harry.

Poi una bambina corse verso di loro, abbracciando Hermione Granger.

“Grazie” mormorò.

“Non è me, che devi ringraziare, ma loro” indicò Hermione, indicando Harry, Draco e Peter, con Ginny tra le braccia.

“Voi! Voi ci avete salvati” disse una donna, con le lacrime che rigavano le guance, per la gioia.

La gente li fissò, piano piano qualche mago iniziò a riconoscerli.

Avete visto, c’è Harry Potter! Lo sapevo che quel ragazzino ci avrebbe salvato”.

“Quello non è Draco Malfoy, non era un Mangiamorte?”.

Peter Minus…pensavo fosse un vile, e invece…”.

“Viva Harry Potter! Viva Draco Malfoy! Viva Peter Minus!” urlarono, tutto ad un tratto, accalcandosi attorno a loro, in festa.

“No!” disse Draco, e la gente ammutolì, di botto.“Gli eroi non sono quelli sopravvissuti alla battaglia! Gli eroi sono quelli che danno la vita, per fare un grande gesto” e detto questo indicò Ginny, senza vita, tenuta saldamente da Minus.

La gente allora gridò, ancora più forte, ancora più felice, ancora più in festa: “Viva i Quattro Eroi!”.

Nel mondo dei maghi, quel giorno, si festeggiò, come non si festeggiava da secoli. Il male era stato battuto, da tre ragazzini e un uomo, dai Quattro Eroi.

 

Passò una settimana. I festeggiamenti durarono per tutti i sette giorni. L’ottavo giorno, però, Rufus Scrimgeour, il Ministro della Magia (ancora per poco, mormorava la gente) istituì una celebrazione funebre per ricordare tutte le vittime della battaglia contro Voldemort, e i suoi Mangiamorte, che si sarebbe tenuta in un ampio bosco, al sicuro dalle orecchie indiscrete dei Babbani.

Gran parte del mondo magico si riunì, attorno al Ministro della Magia, quella notte. C’erano anche Harry, Ron ed Hermione, e tutti i loro vecchi compagni di scuola.

“Signor Potter, signore! Lo sapevo che ce l’avrebbe fatta!” strillò una voce felice.

Harry abbassò gli occhi. Dobby lo guardava, con i suoi grossi occhioni, ora lucidi di gioia.

Dobby! Sono contento di vederti. Come va?”.

“Oh, per noi Elfi Domestici sta andando a gonfie vele. Dobbiamo tutti ringraziare il C.R.E.P.A. per quello che sta facendo per noi! Molti elfi si stanno rendendo conto di come ci trattano, sapete…sto per mettere su famiglia…ho trovato una compagna molto simpatica” disse Dobby, un po’ imbarazzato.

“Sono contentissima per te, Dobby” disse Hermione, con un ampio sorriso.

Quelli un po’ più tristi, anche dopo quei grandi giorni di festa, erano i Weasley. Ron si era rinchiuso nella sua camera per cinque giorni e cinque notti. Non fu facile convincerlo a partecipare alla serata.

“Stanno facendo una cosa carina, tutto sommato. Qualche volta il Ministero fa una cosa buona” mormorò Ron, quasi a se stesso.

“A Ginny sarebbe piaciuto che tu fossi qui, Ron, molto più che vederti chiuso in camera, per ore” lo confortò, mettendogli una mano sulla spalla.

“Hai ragione, Harry, Ginny l’avrebbe voluto” disse Dean Thomas, dietro di loro.

Harry si girò, e gli sorrise, stringendogli la mano.

“Buonasera” disse ad un certo punto Rufus Scrimgeour, con la voce modificata dall’incantesimo Sonorus. “Siamo qui per ricordare tutte le vittime di Lord Voldemort, le vittime di questa guerra tra bene e male, guerra vinta dal bene, guerra vinta dai Quattro Eroi, che hanno subito avuto una ricompensa…”.

“Ricompensa?” domandò Seamus Finnigan.

“Sì, ma non l’ho accettata. L’ho data ai Weasley” rispose Harry.

“Che grande gesto, Potter” disse Draco Malfoy, appena arrivato.

“Meglio di te, che hai subito comprato un castello, Malfoy”.

A quanto pare anche dopo aver sconfitto Voldemort insieme, continuate a litigare, eh? Vi siete dimenticati perché siamo qui?” li rimproverò Hermione, e subito si zittirono.

Il Ministro della Magia si era subito inoltrato nel leggere ad uno ad uno i nomi dei morti, e le loro circostanze.

“Lily e James Potter, uccisi da Lord Voldemort, mentre proteggevano il proprio figlio, Harry Potter”, e i maghi applaudirono.

Sirius Black, ucciso dalla Mangiamorte Bellatrix Lastrange, in un attacco interno al Ministero della Magia” e anche questa volta ci fu l’applauso.

Alastor Moody, ex Auror, ucciso dal Mangiamorte Nott, mentre cercava di catturarlo”, e la folla subito applaudì.

Ninfadora Tonks, uccisa dalla Mangiamorte Bellatrix Lastrange, mentre tentava di scoprire il nascondiglio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato”, e anche questa volta fu accompagnato da un applauso.

Remus Lupin, ucciso da Lord Voldemort in persona, dopo aver eliminato la Mangiamorte Bellatrix

 Lastrange” e un altro fragoroso applauso accompagnò la voce del Ministro.

Albus Percival Wulfric Brian Silente, ucciso dal Mangiamorte Severus Piton, attaccato nella Scuola di Hogwarts” e un applauso, forse il più forte di tutti, finì l’elenco delle vittime del Signore del Male.

“E’ lì, in quell’elenco, che inizia e finisce la Storia del Male” pensò Harry, mentre batteva le mani, ricordando tutti i suoi cari, morti.

 

La cerimonia era finita, e i maghi iniziarono a Smaterializzarsi via, nelle loro case. Mentre anche Harry si accingeva ad andarsene, una mano gli afferrò il braccio.

“Aspetta, Harry, ti devo parlare” disse il Ministro della Magia.

Il ragazzo fece cenno ai suoi amici di allontanarsi.

“L’abbiamo già fatto un paio di volte, e non ricordo che la discussione sia finita bene” disse poi Harry, ricordando le due occasioni in cui aveva litigato con Scrimgeour.

“Sì, ma questa volta è diverso, le circostanze sono più felici”.

“Avanti, cos’ha da dirmi?” disse Harry, per niente felice.

“Oh, sì, dopo quello che hai fatto, vorremo farti Auror, al Ministero, dopotutto sappiamo delle tue ambizioni”.

“Quello che ho fatto? Non ho ucciso io Lord Voldemort”.

“Sì, però so che sei stato molto decisivo, e poi ci è andato secco anche Severus Piton”.

“No, Severus Piton non è morto”.

“Beh…Hogwarts è rasa al suolo, dove vuoi che sia finito?”.

“Non sarò certo che l’assassino di Ginny è morto, finchè non vedrò il suo cadavere!”.

“Per favore, Harry, non iniziare con le tue paranoie…”.

“Le mie cosiddette paranoie, a quanto ricordo, soprattutto negli ultimi anni, sono state piuttosto sottovalutate, non trova? Due anni fa non vi avevo detto che Voldemort era morto, e mi avete preso per pazzo? L’anno scorso non consigliai a tutti di tenere d’occhio ciò che Malfoy e Piton stavano combinando…e Silente è morto?”.

“Sì, ma di Piton…di Piton non è stato trovato niente”.

“Esatto!”.

Ma…”.

“No, Ministro. Il motivo per cui ogni volta mi viene a parlare non è ancora mutato, non è vero? Voi volete che venga a dare lustro al Ministero, per salvare la sua carriera, ma si sbaglia”.

“Non diventerai mai un Auror, se volti le spalle al Ministero”.

“Si sbaglia, signor Scrimgeour” disse una voce coraggiosa.

Tutti e due si girarono, di scatto. Neville e Luna erano lì, ad aspettarli, e sembravano aver sentito l’ultima parte della discussione, a giudicar dalle loro facce, deluse e arrabbiate.

Hermione ci ha detto di venire a chiamarti, Harry” spiegò Luna.

Cosa ha detto, Paciok?” disse Scrimgeour, con aria di sfida.

“Ho detto che Harry ed io, potremmo dar la caccia ai Maghi Oscuri, anche senza l’appoggio di uomini come voi!” disse, infuriato.

Harry lo guardò, confuso. Aveva sentito bene? Neville aveva detto che voleva diventare un Auror, con lui?

“Tu? Neville Paciok, un Auror? Morirò molto prima di vedere Neville Paciok cacciare Maghi Oscuri”.

“Allora morirà molto presto” disse Harry, sicuro.

Neville lo guardo, rallegrato, e fece un sorriso malizioso al Ministro, che subito se ne andò, mormorando “Non durerete neanche un secondo”.

Harry, stai…stai dicendo sul serio?” domandò Neville Paciok, più sorpreso dell’amico.

“Sì, Neville. Diventeremo Auror, mettendoci in proprio…” affermò lui.

Auror Privati…bello! Beh…avrete bisogno di una segretaria, no?” disse Luna, subentrando nella discussione.

Perché…no?” disse Neville.

Ma…ma certo!” esclamò Harry.

“Sì…sarà bello lavorare con voi” disse Luna.

E così raggiunsero i loro amici, pronti a delle nuove avventure.

 

“La Storia del Male non è ancora finita” pensò Harry, amareggiato, sette anni dopo.

Lord Voldemort era ritornato e già altri due nomi si erano aggiunti alla lista delle sue vittime.

Ma se è iniziata, ancora…finirà molto presto! Te lo prometto, Ginny, te lo prometto” pensò ancora Harry, deciso a vendicarsi. “Severus PitonTom Riddle…aspettatemi, sto arrivando”.

“Ehi, guardate là”.

Cosa c’è!”.

“I cespugli…si muovono!”.

Gridarono delle voci, spaventate. Harry subito fissò il giardino dei Weasley. I cespugli si mossero ancora, e un uomo alto, insanguinato e stanco, uscì, all’improvviso.

Percy Weasley aveva raggiunto la Tana.

  
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