AVVERTENZA:
in questo e nei
prossimi capitoli ci sarà uso di vocaboli volgari e/o scurrili, ma non credo di
essere uscita dal seminato, cmq, se vi dovesse dare fastidio… leggete un’altra
ff! ^__-
4.
I tre moschettieri (e che Dio ci aiuti...)
"Ahh,
sentite! L'aria della vera Scozia!" Proclamò entusiasta Billy, quando
furono scesi dal treno; Dom si grattò un orecchio col mignolo, sbadigliando.
"A
me..." Disse poi. "...sembra cacca di mucca."
"Io..."
Intervenne Lji, aggiustandosi il giubbino. "...sono cresciuto in città, e
non sono molto esperto, ma... secondo me c'è pure un po' di cacca di
cavallo."
Billy
si girò verso i due amici con espressione molto poco divertita, posando le mani
sui fianchi; sembrava notevolmente contrariato.
"Siete
due rotti in culo." Dichiarò, poi gli diede le spalle, afferrando il
proprio zaino.
"Dai
Bill!" Esclamò Dominic, seguendolo mentre s'incamminava verso l'uscita.
"Stavamo scherzando!"
"Non
te la prendere!" Rincarò Eljiah accodandosi.
"Andiamo
all'ufficio informazioni." Affermò Billy, senza dare troppo peso agli
amici e continuando nella parte dell'indigeno offeso.
Si
fermarono davanti al vetro della biglietteria, che era anche l'ufficio
informazioni della piccola stazione; dietro c'era un ometto dalla faccia
astiosa, con occhialetti tondi.
"Buongiorno."
Gli fece Billy, che guidava il gruppetto.
"'giorno."
Rispose quello, osservando i ragazzi con sguardo critico.
"Noi
dovremmo andare nel villaggio di Fenboro..." L'uomo alzò un sopracciglio.
"Lei
è scozzese?" Gli domandò interrompendolo.
"Sì!"
Rispose entusiasta Billy.
"Ah."
Fece solo l'altro, oltre il vetro; il ragazzo rimase interdetto.
"Mi
scusi." Intervenne Lji, scansando Billy dal vetro. "Qui c'è un posto
dove si può prendere una macchina a nolo?" Gli chiese.
"Una
macchina a nolo?" Replicò l'uomo, quasi allibito.
"Un
autobus?" Domandò allora Dom.
"Sì,
quello sì." Annuì il bigliettaio.
"E
dove si comprano i biglietti?" Billy si era riscosso, riprendendo parte al
discorso.
"All'ufficio
postale." Silenzio, i tre ragazzi lo guardavano in attesa.
"Che
si trova?" Lo incitò Dom, con un gesto delle mani.
"In
fondo alla strada." Rispose allora quello; Dominic girò i tacchi e se ne
andò.
"Grazie
per la collaborazione." Gli disse ironico Billy prima di andare.
"Lei
è stato..." Aggiunse Lji. "...illuminante."
I
tre ragazzi uscirono dalla stazione, incamminandosi lungo la strada principale
della sonnolenta cittadina; poco dopo si accorsero di attirare gli sguardi
delle persone che incrociavano.
"La
gente ci guarda strano." Mormorò Lji dopo un po' che camminavano.
"Sarà
colpa del tuo taglio di capelli." Ribatté Dom; Eljiah si fermò e, con
espressione scocciata, guardò l'amico, poi si aggiustò la cresta di capelli
dritti che aveva al centro della testa.
"Sappi,
mio caro, che questo è un taglio all'ultima moda." Replicò infine.
"Piuttosto, parliamo di quella ciabattina ossigenata che hai tu sulla
fronte." Aggiunse indicando il liscio ciuffo di Dominic.
"Beh,
che vuoi?" Fece provocatorio l'amico.
"Ragazzi,
credo che la spiegazione sia più semplice." Intervenne Billy. "Penso
che non siano molto abituati a vedere in giro persone di fuori." Spiegò
poi.
"Siamo
così strani?!" Domandarono in coro gli altri due.
"No,
ma..." Rispose Billy. "E' solo che si vede lontano un miglio che non
siamo di qui..."
"A
proposito." Disse Dom. "Dove cazzo è questo ufficio postale?"
"Proprio
dietro di te." Gl'indicò Lji; lui si girò, trovandosi davanti alla porta
di vetro con l'insegna inconfondibile delle poste scozzesi.
"Beh,
allora entriamo!"
Al
banco c'era solo una ragazza con le trecce e le lentiggini, che gli sorrise
cordialmente quando entrarono.
"Buongiorno,
posso esservi utile?" Disse, appena la raggiunsero.
"Sì,
grazie, molto gentile." Rispose Dom, posando le mani sul banco. "Noi
vorremmo acquistare tre biglietti dell'autobus per... Com'è che si chiama,
Bill?"
"Fenboro."
Rispose l'amico.
"Per
la corsa di stasera o di domattina?" Fece la ragazza, sempre sorridendo;
almeno questa era gentile.
"A
che ora è quella di stasera?" Chiese Billy.
"Alle
sette." Rispose l'impiegata.
"Cavolo!"
Sbottò Dominic. "Ma non ce n'è uno prima?"
"No."
Negò lei. "Sono quelli dei pendolari, uno al mattino e uno la sera."
Spiegò poi.
"Ma
mi scusi." Intervenne Lji. "Non c'è un altro modo per andare a
Fenboro, prima di quell'ora?" S’accorse che la ragazza non lo ascoltava e
si era messa a scrutarli.
"Dove
vi ho già visti?" Domandò infine; Lji levò gli occhi al soffitto.
"Probabilmente
in qualche film." Rispose Dom, gongolando. "Siamo attori."
"Ma...
ma, avete girato anche un film tutti insieme?" Continuò l'impiegata; i
ragazzi si scambiarono un'occhiata, anche se ormai erano abituati ad essere
riconosciuti perfino ai confini del mondo.
"Sì."
Ammise arreso Billy. "Eravamo nel Signore degli Anelli..."
"Il
Signore degli A..." La ragazza si girò all'improvviso verso Lji,
spalancando la bocca e gli occhi. "Oh... oh..."
"Sì!"
Si affrettò ad annuire lui. "Sì, sì sono io!" La bloccò alzando una
mano.
"Beh,
allora, in questo caso..." Disse la ragazza, facendosi tutta carina.
"Sì?"
La incitò Dom, con il migliore dei suoi sorrisi.
"Il
nostro furgone parte tra poco, magari il nostro autista vi può dare un
passaggio..."
"Glielo
chieda, per favore..." Intervenne Lji, sbatacchiando i suoi occhioni
azzurri.
Pochi
minuti dopo erano nel piazzale dell'ufficio postale; l'autista era un tipo
taciturno e mingherlino, che li guardava come fossero alieni, coi loro vestiti
firmati ed i capelli alla moda.
"Davanti
non c'è posto per tutti, vi dovete mettere dietro." Gli disse, mentre
caricava il furgoncino. "Insieme alla posta."
"Ok..."
Rispose poco convinto Billy.
"Ragazzi..."
Si voltarono, era l'impiegata. "Sarebbe un problema se, prima di andare,
vi scattaste una foto con me?" Chiese timidamente.
"Eccome
no!" Rispose subito Dom, trascinando gli altri due, un po' riluttanti.
"E' un piacere!"
Una
mezz'ora dopo, erano in viaggio verso Fenboro; naturalmente la ragazza aveva
voluto anche gli autografi con dedica, ma in fondo erano abituati a certe cose.
"Porca
puttana, ma che puzza è?!" Sbottò improvvisamente Dom. "Dico, ma la
gente qui spedisce le forme di formaggio?"
"Di
formaggio andato a male, direi..." Commentò sconsolato Billy; purtroppo
nel retro del furgone non c'era alcun finestrino.
"Non
è che qualcuno ha scoreggiato?" Domandò insospettito Dom.
"Forse
tu..." Ipotizzò cautamente Billy; l'amico gli lanciò un pacco di lettere.
"Non
ci credo..." Lji aprì per la prima volta la bocca, lo guardarono.
"Sono su un furgone in mezzo alla brughiera, abbracciato ad un sacco delle
poste Scozzesi..." Mormorò, guardando nel vuoto. "E' la cosa extra
lavorativa più assurda che abbia fatto." Proclamò infine.
"No,
non mi pare." Disse Billy. "Ti ricordi quella volta che siamo andati
a rubare le mele, in Nuova Zelanda?" Domandò poi; Dom spalancò gli occhi.
"Quel
tizio ci ha sparato addosso!" Esclamò.
"Mi
correggo, non è la cosa più assurda che abbia mai fatto..." Rettificò Lji,
atono; in quel momento il furgone sobbalzò in maniera violenta.
"Cazzo!" Imprecò il ragazzo.
"Che
c'è?" Gli fece Billy, preoccupato dal suo tono, mentre Dom si massaggiava
il sedere.
"Il
mio povero culo..." Si lamentò, facendo per spostarsi.
"NO,
FERMO!!!" Gli gridò Lji, fermandolo a metà del gesto, in una posizione
impossibile oltre che scomoda. "Ho perso una lente!"
Con
delle manovre degne dello sbarco in Normandia, la lente a contatto di Lji fu
ritrovata integra, e Dom si poté risedere. La seconda metà del viaggio passò
abbastanza tranquilla, ed i ragazzi ringraziarono Dio, Buddha, o chi per loro,
quando riuscirono a scendere dal furgone prima che l'ossigeno finisse.
Ad
aspettare c'era il postino locale, un tizio basso, magro e con due orecchie da
paura.
"Cacchio."
Commentò Lji a bassa voce. "Questo ha le orecchie più grandi di te,
Dom..."
"Oh,
ma che cazzo vuoi!" Esclamò offeso l'amico.
"Beh,
dai, ammettilo..." Rincarò Billy. "...non è che le tue orecchie siano
proprio piccole..." Dom gli lanciò uno sguardo inceneritore.
"Anche
Orlando ha le orecchie grandi, ma nessuno glielo fa mai presente." Replicò
poi. "Si può sapere perché!?"
"Le
porta con più discrezione..." Ipotizzò Lji
"E
poi non sono così, passami il termine, evidenti, come le tue." Aggiunse
Billy.
"Ma
guarda che cazzo di amici mi dovevo trovare!" E con questo giudizio
rassegnato si allontanò di qualche passo; Lji e Billy scoppiarono a ridere.
Pur
con le lacrime agl'occhi, i due ragazzi riuscirono a chiedere al postino la
strada per la fattoria della zia di Orlando; usciti dal paese, c'era un bivio
che, tramite una strada sterrata in aperta campagna, li avrebbe portati, dopo
un'oretta di cammino a piedi, all'allevamento. Lasciarono i bagagli all'ufficio
postale e, nonostante i lamenti di Dom, s'incamminarono in un bel pomeriggio
primaverile.
Arrivati
al bivio, Eljiah spalancò gli occhi, bloccandosi dove l'asfalto lasciava spazio
alla terra battuta; evidentemente il giorno prima doveva essere piovuto, poiché
c'era una discreta fanghiglia.
"Io
non ci passo di lì." Dichiarò risoluto il ragazzo.
"E
perché?" Ribatté Billy alzando le sopracciglia.
"Ma
scherzi!?" Sbottò l'altro. "Questi jeans sono di Ralph Laurent!"
Indicò i suoi pantaloni che, come moda dettava, arrivavano precisamente alla
suola delle scarpe.
"Hu,
che palle!" Esclamò Dominic. "Sei un fighetto!"
"Ma
scusa..." Disse Billy. "...perché non arrotoli l'orlo?" Gli
altri due lo guardarono.
"Un
genio!" Fece entusiasta Dom, indicandolo. "Abbiamo qui un genio, e tu
me lo vuoi sminuire!"
"Vabbene,
ho capito..." Affermò rassegnato Lji, poi si chinò e arrotolò il bordo dei
suoi preziosi jeans.
Dopo
un'oretta di cammino, a passo sostenuto, e uno sconveniente incontro del cavallo
dei pantaloni di Dom con le fauci di una pecora invadente, mentre erano rimasti
incastrati in un gregge che attraversava la strada, i tre attori raggiunsero la
fattoria. Era tutto deserto, in apparenza; si guardarono un po' intorno.
"Beh,
che si fa?" Domandò Lji, mentre Billy girava l'angolo in cerca di
qualcuno.
"Che
ne so io, bussiamo." Rispose Dom.
"Ahhh!"
L'urlo di Billy li fece girare; l'amico gli correva incontro inseguito da un
tacchino gigante.
Tutti
e tre, con una coordinazione da far invidia alla nazionale di nuoto
sincronizzato, saltarono su una panca di legno che era a lato della porta.
"Ma
che cos'è!?" Gridò Dominic, schiacciandosi contro la parete.
"Un
tacchino, non lo vedi!" Rispose Billy.
"Ah! Molla! Molla!" La bestia aveva agganciato l'orlo dei
pantaloni di Lji, e lui scalciava per farlo staccare.
"Hey
Bill." Chiamò una voce di donna; i tre si voltarono in quella direzione,
accorgendosi di una donna di mezz'età che gli veniva incontro.
"Ci
conosciamo?" Chiese Billy.
"No,
il tacchino." Indicò la donna.
"Ah,
si chiama Bill, il bastardo!" Esclamò Eljiah, quando l'animale finalmente
mollò la presa e si diresse soddisfatto verso la padrona.
"Vattene
Bill." Gli disse la donna; quando il tacchino se ne andò, lei si avvicinò
ai ragazzi. "Ora potete scendere, non tornerà."
"Sicura?"
Fece Dom, aggrottando le sopracciglia; lei annuì.
"Immagino
che voi siate gli amici di Orlando." Loro annuirono, mentre scendevano
dalla panca. "Io sono Clara Burton, piacere." A turno le strinsero la
mano.
"Orlando?"
Le domandò poi Dominic.
"Dovrebbe
tornare a momenti, è fuori con Amy..." A quel nome femminile, ai ragazzi
si alzarono le antenne. "...vado a preparare per il the." Gli disse
poi, dirigendosi verso la porta. "Voi lo aspettate qui?" Annuirono.
"Amy..."
Commentò Billy, scambiando con gli altri un'eloquente occhiata.
"E
così, c'è una misteriosa presenza femminile..." Aggiunse Lji, con un
sorrisino retorico.
"Vi
giuro che se è poco meglio di una scorfana, io non lo perdono." Dichiarò
Dom; a quel punto sentirono risate e rumore di zoccoli.
Due
cavalli arrivarono per la stessa strada che avevano fatto loro per giungere
alla fattoria; su uno più scuro c'era una bionda fragola dal sorriso
smagliante, mentre sull'altro c'era Orlando che rideva allegramente. Dominic
sentì che cominciava a ballargli un occhio.
"Hey,
ragazzi!" Esclamò contento l'amico quando li vide. "Siete arrivati
finalmente!" Aggiunse fermandosi e scendendo di sella. "Che bello
rivedervi!" Continuò abbracciandoli; anche loro salutarono, tranne Dom.
"Vi presento Amy..." Gl'indicò la ragazza. "Amy, loro sono
Billy, Eljiah e Dominic."
"Salve."
Fece lei, continuando a mantenere il suo sorriso abbagliante. "E' un
piacere conoscervi di persona."
"Piacere
nostro." Rispose educatamente Billy.
"Adesso
sarà meglio che vada a mettere su il the." Affermò la ragazza.
"Ci
sta pensando la signora..." Le disse Lji.
"Le
do una mano, allora." Annuì Amy, entrando; Orlando tornò a guardare gli
amici.
"Allora?
Come state?" Gli domandò allegro. "Io ho una fame pazzesca, vi va un
panino col culatello?" Silenzio; le facce perplesse di Lji e Billy su
quella rilassata di Orlando. All'improvviso scattò Dominic.
"Ma
io te lo rompo il culatello!" Prese Orlando per un braccio e gli mollò un
calcio nel sedere.
"Oh,
ma che fai!" Protestò l'amico; un'altra pedata. "Sei stronzo!"
"Stronzo?
Qui di stronzi ci sei solo te!" Scapaccione tra capo e collo. "Mi fai
credere di essere sull'orlo di un esaurimento nervoso, faccio un viaggio di
merda, e ti trovo bello bello, vestito come il piccolo lord..." Orlando
osservò il suo maglione nero a collo alto, i pantaloni da cavaliere color
sabbia, gli stivali lucidi. "...che te ne vai in giro ridendo insieme ad
una ragazza mooolto carina, con sorriso a 158 denti che sembra un
elefante!"
"Dom,
gli elefanti hanno solo quattro denti..." Precisò Eljiah, interrompendo,
con quel poco congruo commento, la violenza dell'amico; lui si girò.
"Ah,
complimenti..." Fece sarcastico. "Devi girare un documentario per In
the wild?" Gli chiese; Lji sorrise acidamente.
"Sì,
faccio un reportage su uno degli ultimi esemplari di Sborone Inglese dalla
Testa di Cazzo..." Ribatté infine.
"Bellissima!"
Esclamò Orlando. "Sembra una battuta mia!" Aggiunse ridendo.
"Tu
stai zitto!" Gli gridò Dominic.
"Eddai,
non rompere le palle..." Ma l'amico reagì; Orlando si dette alla fuga, ma
Dom gli saltò sulla schiena, cercando di aprirgli la testa.
"E'
pronto." Annunciò Amy, spuntando sulla porta, ma quando vide i due ragazzi
menarsi nel cortile spalancò gli occhi. "Che stanno facendo!?" Chiese
allibita.
"Niente."
Rispose Billy, scuotendo il capo. "Si salutano."
"Era
tanto che non si vedevano." Spiegò tranquillamente Lji.
"Ehh,
si vogliono bene..." Aggiunse Billy; Amy osservò i due accanto a lei e poi
Dom e Orlando, poi strinse le labbra, preoccupata.
Dopo
cena, i quattro amici erano riuniti in salotto; Amy e Clara erano impegnate a
rassettare la cucina. Orlando e Dominic sembravano aver recuperato un certo
accordo.
"Allora
ragazzi..." Esordì Orlando. "...che notizie dal mondo
civilizzato?"
Dominic
era seduto al tavolo, mentre Billy era sul divano e Lji su una poltrona;
Orlando era in piedi, tentando di trovare qualcosa di decente in tv.
"Sai
l'ultima di Londra?" Gli chiese Billy; lui negò. "Dicono che Kate ti
ha mollato perché hai avuto una storia con quella cantante bionda che si trucca
pesante, sai quella col cognome italiano..."
"Ah,
ho capito." Fece Orlando. "Non la conosco..."
"Bella
forza, comunque, quella si è fatta un'autostrada di cazzi." Commentò Dom
alzandosi e raggiungendo Orlando al centro della stanza.
"Come
sarebbe un'autostrada di cazzi?" Domandò incuriosito Lji, sporgendosi
dalla spalliera della poltrona.
"Sai,
dieci centimetri oggi, dieci domani, fai i chilometri..." Spiegò Dominic
serio, professionale.
"Dieci
centimetri!?" Esclamò divertito Billy, alzandosi a sua volta; Orlando lo
guardò.
"Evidentemente
fa riferimento al suo." Affermò poi, con un mezzo sorrisetto.
"Sì,
scherza pure, mister meraviglia." Disse Dom, piazzandosi davanti ad
Orlando. "Io l'ho visto il tuo, non è questo granché." Dichiarò
fissandolo negl'occhi, con espressione acida; poi raggiunse Billy vicino al
pianoforte.
"E
quand'è che te lo avrebbe visto?" Gli domandò Lji, passandogli accanto.
"Non
indagare, per l'amor di Dio!" Lo pregò Orlando, alzando le mani; l'amico
rise.
"Hu,
guarda queste foto!" L'esclamazione di Billy li attirò tutti al
pianoforte.
"Questo
è Orlando!" Indicò Dom, riconoscendo l'amico in un bambino grassottello
coi capelli corti, poi scoppiò a ridere.
"Che
faccia a kiuulo!" Commentò Billy, anche lui ridendo.
"Che
stronzi..." Mormorò l'amico. "Non ho la faccia a culo." Disse
poi, corrucciando la fronte.
"Questa,
invece, è Amy." Lji indicò la ragazza in una spilungona con la bocca
luccicante.
"Ma
cos'ha in bocca?" Chiese Dom.
"L'apparecchio,
idiota."
"Anche
questo sei tu." Billy aveva preso un'altra foto; Orlando gli diede
un'occhiata.
"Quella
foto l'ho fatta ai tempi di Wilde..." Disse poi. "Non credevo zia
Clara ne avesse una copia." Anche Dom si era spostato per vederla, mentre
Lji guardava quelle vecchie.
"Ammazza,
carina questa ragazza che è con te!" Esclamò Dominic. "Me la presenti?"
"Col
cazzo!" Rispose Orlando, accompagnando le parole con un eloquente gesto.
"Quella è mia sorella, e tu non le metti le tue manacce su mia
sorella..."
"Sì,
però tu su quella di Lji ce le hai messe eccome!" Protestò Dom.
"No,
aspetta un attimo..." Orlando alzò le mani.
"Cosa
hai fatto tu, con mia sorella?" Chiese minaccioso Lji.
"Ma
niente!" Si difese lui.
"Come!
Me lo ricordo anch'io!" Intervenne Billy. "Quando e venuta in Nuova
Zelanda, e la sera abbiamo bevuto come... irlandesi ad un funerale!"
"Voi
mi state mettendo in mezzo!" Si difese il ragazzo.
"Confessa,
cosa hai fatto a mia sorella!?" Continuò Eljiah, sempre più incazzato.
"Ma
come te lo devo dire: NIENTE!" Gridò Orlando. "O, perlomeno..."
Fece poi, più titubante. "...nulla che mi ricordi, ma ero fuori come un
culo..."
"Io
ricordo che l'hai baciata..." Disse Dom, che si stava gustando una specie
di vendetta molto strategica.
"Ahhh!"
Gridò Lji spalancando gli occhi.
"Lji,
mi fai paura..." Affermò titubante Orlando, alzando le mani.
"Confessa!"
Gli ordinò l'amico, facendo un passo di avvicinamento; lui indietreggiò.
"Vabbene!"
Sbottò infine. "Vabbene, forse l'ho baciata e... magari... le ho
palpeggiato un po' il seno..."
"Hai
toccato le tette di mia sorella!" Orlando sussultò. "Ti avverto, che
se ti sei fatto mia sorella, io mi farò la tua, e siamo pari." Dichiarò
Lji.
"Hai
capito, che furbino..." Commentò Billy, scambiando un'occhiata con Dom.
"Allora,
sei stato a letto con Anna?" Domandò Eljiah, nello stesso momento; Orlando
aggrottò la fronte, preoccupato.
"No!"
Rispose poi, negando col capo.
"Non
ci credo." Proclamò l'altro, dandogli le spalle. "Ora la
chiamo." Lo guardarono uscire nell'ingresso; dopo uno scambio di sguardi
lo seguirono.
"Cos'è
che fai?" Gli chiese Orlando, quando lo raggiunsero vicino al telefono.
"Tranquillo,
la telefonata la pago." Disse Lji, mentre componeva il numero di New York.
"Non
era per quello..." Mormorò rassegnato l'amico.
"Anna?
Sì, sono io... no, ti volevo chiedere una cosa..." Esordì il ragazzo,
sotto lo sguardo degli altri tre. "Senti, per caso, sei stata a letto con
Orlando? ...come: Orlando chi? Ma quanti ne conosci? ...hai presente quel mio
amico alto, capelli scuri, gran faccia da impunito..." Terminò la frase
guardando Orlando con aria acida; lui alzò gli occhi al cielo. "Quando?
Sai quella volta che sei venuta in Nuova Zelanda, e abbiamo bevuto come... come
irlandesi a un funerale..." Citò Billy. "Ah, ti ricordi... Meno
male... Ah... Ahah..." Annuiva, poi si girò, nascondendosi agli amici.
"Hm... ho capito, grazie..." Si voltò di nuovo, con un sorriso.
"Ciao, bacino bacino." E riagganciò.
"Allora?"
Chiese Billy, divorato dalla curiosità.
"Beh,
dice che avete pomiciato per un po', niente di che..." Orlando fece un
sorrisino retorico. "...e poi ti sei addormentato e non è più riuscita a
svegliarti, forse eri in coma..."
"Che
volevi che facessi!?" Sbottò l'amico, allargando le braccia. "Avevo
bevuto da fare schifo, e il giorno dopo ho pure vomitato sul set!"
"Sì!
Mi ricordo anche quello!" Intervenne Billy allegramente. "Hai rimesso
sugli stivali di Viggo!"
"No."
Lo corresse Orlando. "Erano gli stivali di Karl, e ho dovuto
lavarli."
"Fossero
stati quelli di Viggo, se li sarebbe messi col vomito, faceva più realistico..."
Commentò Lji; tutti annuirono.
"Dai,
andiamo a prendere i nostri zaini, altrimenti stanotte non si dorme."
Affermò Dom, che cominciava ad avvertire il peso del viaggio.
Presero
il furgoncino di Clara e andarono a riprendere le cose dei ragazzi all'ufficio
postale; gli aprì Tim, il postino, che viveva proprio sopra al suo posto di
lavoro. Orlando dovette ammettere che la descrizione delle sue orecchie, fatta
da Amy, rispecchiava la realtà; forse quel tizio poteva davvero contattare gli
alieni...
Per
fortuna Billy, Dom e Lji avevano portato i sacchi a pelo, perché non c'erano
altri letti alla fattoria; Amy gli disse che due potevano dormire in salotto e
uno sopra con Orlando. Cominciò la discussione su come si sarebbero divisi.
"Io
con Dom non ci dormo." Dichiarò Eljiah, mani sui fianchi.
"E
perché?" Replicò l'interessato.
"Scoreggi."
"Non
è vero!" Protestò l'amico indignato.
"E
non dormo nemmeno con Orlando." Continuò, ignorando Dom; il ragazzo più
alto spalancò gli occhi. "L'ultima volta mi ha buttato dalla finestra un
portachiavi da 80 dollari!" Spiegò allora, mentre tutti lo guardavano.
"Lji,
quel coso s'illuminava e suonava come una centrale nucleare con una
perdita!" Gli ricordò Orlando allargando le mani.
"Lo
potevi mettere in un cassetto..." Suggerì l'amico con indifferenza.
"Giusto!"
Intervenne Dom. "Così non avrei dovuto seguirti a cercarlo nella giungla
neozelandese!"
"Dom..."
Lo chiamò Billy. "Forse, se non fossi stato tu a dirgli di buttarlo dalla
finestra..."
"Non
era un giungla, comunque." Fece distrattamente Orlando. "Era un
bosco."
"Ma
è stata quella volta che Sean Bean ti ha minacciato con una torcia lunga 50
centimetri?" Domandò Billy a Dom; l'altro annuì.
"Veramente
non mi ha solo minacciato..." Ricordò Dominic. "...ha cercato proprio
di aprirmi la testa..."
"Forse
se tu avessi fatto un po' meno casino, invece di blaterare e smadonnare alle
tre di notte, quando il giorno dopo ci dovevamo alzare all'alba..."
Commentò Lji.
"Ho
capito, ma cazzo! prova tu ad avere alle calcagna Sean, hai presente
quell'armadio, in mutande e canottiera, incazzato come una biscia, che
brandisce una torcia enorme... Eccheccazzo, faceva veramente paura!"
Replicò Dom.
"E
che poi, quando io e Sean (Astin - n.d.Sara) siamo usciti per sistemare la
faccenda, ci è venuto quasi un colpo!" Esclamò Eljiah; ad Orlando tornò in
mente la scena e venne da ridere. "Quel pazzo di Viggo uscì dal fitto del
bosco, tutto vestito da ramingo, con le foglie tra i capelli, lo spadone al
fianco..."
"Avete
urlato come vite tagliate!" Affermò Orlando ridendo.
"Avrei
voluto vedere te, sembrava un fantasma!"
"Però,
non so se mi ricordo bene..." Intervenne Billy. "...lo ritrovò lui,
il portachiavi."
"E
ci credo!" Ribatté Lji. "Lo aveva preso in fronte!" Orlando
ormai era piegato in due dalle risate.
"Nemmeno
se avesse preso la mira, lo avrebbe centrato così bene!" Disse Dom, anche
lui ridendo.
"E
questo rincoglionito..." Lji indicò Orlando, che si appoggiava al muro.
"...si contorceva dal ridere!"
"Madonna,
la faccia di Viggo non me la dimenticherò mai!" Esclamò Dominic.
"Dai,
ad ogni modo, poi Vig mi ha perdonato." Fece infine Orlando, cercando di
riprendere un contegno.
"E
ci credo, gli hai fatto un paio delle tue moine, e lui, che è buono di cuore,
s'è subito ammorbidito!" Sbottò Lji. "Lasciatelo dire, OB, tu ti
approfitti dell'ascendente che hai sulle persone." Aggiunse serio, con
tono di rimprovero.
"Non
sempre gli riesce, però, specie con le donne." Commentò allusivo Dom.
"Chiudi
quella fogna piena di merda." Lo minacciò l'amico.
"Dai,
adesso basta, andiamo a letto." Intervenne saggiamente Billy.
"Lji-palla al piede-Wood me lo prendo io." Aggiunse, passando un
braccio sulle spalle dell'amico, che fece una smorfia acida.
"E
così noi siamo insieme." Fece Orlando a Dom, fissandolo negl'occhi con
espressione tipo cowboy nella sfida mortale.
"Sì..."
Rispose lui, con la stessa espressione. "...ma per stasera non facciamo le
cosacce!" Concluse la frase assumendo una posa da sciantosa e facendo la
boccuccia a cuore; Orlando scosse la testa ridendo.
"No,
cara..." Ribatté poi, atteggiandosi anche lui. "Non credo che dopo
questo viaggio reggeresti una delle mie prestazioni..." Ridendo si presero
per le spalle e si avviarono per le scale; Billy e Dom si scambiarono
un'occhiata allarmata.
"A
volte mi fanno paura." Commentò Boyd.
"Pure
a me." Confermò Lji annuendo.
CONTINUA...