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Autore: CowgirlSara    11/03/2004    4 recensioni
Ammettiamolo: essere scaricati fa male. Ma siamo sicuri che l’idea di Orlando di rifugiarsi tra le brughiere della Scozia sia quella giusta? Tra maiali, tacchini e bellezze locali, la lotta per la sopravvivenza di un ragazzo di città.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billy Boyd, Dominic Monaghan, Elijah Wood, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVERTENZA: in questo e nei prossimi capitoli ci sarà uso di vocaboli volgari e/o scurrili, ma non credo di essere uscita dal

AVVERTENZA: in questo e nei prossimi capitoli ci sarà uso di vocaboli volgari e/o scurrili, ma non credo di essere uscita dal seminato, cmq, se vi dovesse dare fastidio… leggete un’altra ff! ^__-

 

4. I tre moschettieri (e che Dio ci aiuti...)

 

"Ahh, sentite! L'aria della vera Scozia!" Proclamò entusiasta Billy, quando furono scesi dal treno; Dom si grattò un orecchio col mignolo, sbadigliando.

"A me..." Disse poi. "...sembra cacca di mucca."

"Io..." Intervenne Lji, aggiustandosi il giubbino. "...sono cresciuto in città, e non sono molto esperto, ma... secondo me c'è pure un po' di cacca di cavallo."

Billy si girò verso i due amici con espressione molto poco divertita, posando le mani sui fianchi; sembrava notevolmente contrariato.

"Siete due rotti in culo." Dichiarò, poi gli diede le spalle, afferrando il proprio zaino.

"Dai Bill!" Esclamò Dominic, seguendolo mentre s'incamminava verso l'uscita. "Stavamo scherzando!"

"Non te la prendere!" Rincarò Eljiah accodandosi.

"Andiamo all'ufficio informazioni." Affermò Billy, senza dare troppo peso agli amici e continuando nella parte dell'indigeno offeso.

Si fermarono davanti al vetro della biglietteria, che era anche l'ufficio informazioni della piccola stazione; dietro c'era un ometto dalla faccia astiosa, con occhialetti tondi.

"Buongiorno." Gli fece Billy, che guidava il gruppetto.

"'giorno." Rispose quello, osservando i ragazzi con sguardo critico.

"Noi dovremmo andare nel villaggio di Fenboro..." L'uomo alzò un sopracciglio.

"Lei è scozzese?" Gli domandò interrompendolo.

"Sì!" Rispose entusiasta Billy.

"Ah." Fece solo l'altro, oltre il vetro; il ragazzo rimase interdetto.

"Mi scusi." Intervenne Lji, scansando Billy dal vetro. "Qui c'è un posto dove si può prendere una macchina a nolo?" Gli chiese.

"Una macchina a nolo?" Replicò l'uomo, quasi allibito.

"Un autobus?" Domandò allora Dom.

"Sì, quello sì." Annuì il bigliettaio.

"E dove si comprano i biglietti?" Billy si era riscosso, riprendendo parte al discorso.

"All'ufficio postale." Silenzio, i tre ragazzi lo guardavano in attesa.

"Che si trova?" Lo incitò Dom, con un gesto delle mani.

"In fondo alla strada." Rispose allora quello; Dominic girò i tacchi e se ne andò.

"Grazie per la collaborazione." Gli disse ironico Billy prima di andare.

"Lei è stato..." Aggiunse Lji. "...illuminante."

I tre ragazzi uscirono dalla stazione, incamminandosi lungo la strada principale della sonnolenta cittadina; poco dopo si accorsero di attirare gli sguardi delle persone che incrociavano.

"La gente ci guarda strano." Mormorò Lji dopo un po' che camminavano.

"Sarà colpa del tuo taglio di capelli." Ribatté Dom; Eljiah si fermò e, con espressione scocciata, guardò l'amico, poi si aggiustò la cresta di capelli dritti che aveva al centro della testa.

"Sappi, mio caro, che questo è un taglio all'ultima moda." Replicò infine. "Piuttosto, parliamo di quella ciabattina ossigenata che hai tu sulla fronte." Aggiunse indicando il liscio ciuffo di Dominic.

"Beh, che vuoi?" Fece provocatorio l'amico.

"Ragazzi, credo che la spiegazione sia più semplice." Intervenne Billy. "Penso che non siano molto abituati a vedere in giro persone di fuori." Spiegò poi.

"Siamo così strani?!" Domandarono in coro gli altri due.

"No, ma..." Rispose Billy. "E' solo che si vede lontano un miglio che non siamo di qui..."

"A proposito." Disse Dom. "Dove cazzo è questo ufficio postale?"

"Proprio dietro di te." Gl'indicò Lji; lui si girò, trovandosi davanti alla porta di vetro con l'insegna inconfondibile delle poste scozzesi.

"Beh, allora entriamo!"

Al banco c'era solo una ragazza con le trecce e le lentiggini, che gli sorrise cordialmente quando entrarono.

"Buongiorno, posso esservi utile?" Disse, appena la raggiunsero.

"Sì, grazie, molto gentile." Rispose Dom, posando le mani sul banco. "Noi vorremmo acquistare tre biglietti dell'autobus per... Com'è che si chiama, Bill?"

"Fenboro." Rispose l'amico.

"Per la corsa di stasera o di domattina?" Fece la ragazza, sempre sorridendo; almeno questa era gentile.

"A che ora è quella di stasera?" Chiese Billy.

"Alle sette." Rispose l'impiegata.

"Cavolo!" Sbottò Dominic. "Ma non ce n'è uno prima?"

"No." Negò lei. "Sono quelli dei pendolari, uno al mattino e uno la sera." Spiegò poi.

"Ma mi scusi." Intervenne Lji. "Non c'è un altro modo per andare a Fenboro, prima di quell'ora?" S’accorse che la ragazza non lo ascoltava e si era messa a scrutarli.

"Dove vi ho già visti?" Domandò infine; Lji levò gli occhi al soffitto.

"Probabilmente in qualche film." Rispose Dom, gongolando. "Siamo attori."

"Ma... ma, avete girato anche un film tutti insieme?" Continuò l'impiegata; i ragazzi si scambiarono un'occhiata, anche se ormai erano abituati ad essere riconosciuti perfino ai confini del mondo.

"Sì." Ammise arreso Billy. "Eravamo nel Signore degli Anelli..."

"Il Signore degli A..." La ragazza si girò all'improvviso verso Lji, spalancando la bocca e gli occhi. "Oh... oh..."

"Sì!" Si affrettò ad annuire lui. "Sì, sì sono io!" La bloccò alzando una mano.

"Beh, allora, in questo caso..." Disse la ragazza, facendosi tutta carina.

"Sì?" La incitò Dom, con il migliore dei suoi sorrisi.

"Il nostro furgone parte tra poco, magari il nostro autista vi può dare un passaggio..."

"Glielo chieda, per favore..." Intervenne Lji, sbatacchiando i suoi occhioni azzurri.

Pochi minuti dopo erano nel piazzale dell'ufficio postale; l'autista era un tipo taciturno e mingherlino, che li guardava come fossero alieni, coi loro vestiti firmati ed i capelli alla moda.

"Davanti non c'è posto per tutti, vi dovete mettere dietro." Gli disse, mentre caricava il furgoncino. "Insieme alla posta."

"Ok..." Rispose poco convinto Billy.

"Ragazzi..." Si voltarono, era l'impiegata. "Sarebbe un problema se, prima di andare, vi scattaste una foto con me?" Chiese timidamente.

"Eccome no!" Rispose subito Dom, trascinando gli altri due, un po' riluttanti. "E' un piacere!"

 

Una mezz'ora dopo, erano in viaggio verso Fenboro; naturalmente la ragazza aveva voluto anche gli autografi con dedica, ma in fondo erano abituati a certe cose.

"Porca puttana, ma che puzza è?!" Sbottò improvvisamente Dom. "Dico, ma la gente qui spedisce le forme di formaggio?"

"Di formaggio andato a male, direi..." Commentò sconsolato Billy; purtroppo nel retro del furgone non c'era alcun finestrino.

"Non è che qualcuno ha scoreggiato?" Domandò insospettito Dom.

"Forse tu..." Ipotizzò cautamente Billy; l'amico gli lanciò un pacco di lettere.

"Non ci credo..." Lji aprì per la prima volta la bocca, lo guardarono. "Sono su un furgone in mezzo alla brughiera, abbracciato ad un sacco delle poste Scozzesi..." Mormorò, guardando nel vuoto. "E' la cosa extra lavorativa più assurda che abbia fatto." Proclamò infine.

"No, non mi pare." Disse Billy. "Ti ricordi quella volta che siamo andati a rubare le mele, in Nuova Zelanda?" Domandò poi; Dom spalancò gli occhi.

"Quel tizio ci ha sparato addosso!" Esclamò.

"Mi correggo, non è la cosa più assurda che abbia mai fatto..." Rettificò Lji, atono; in quel momento il furgone sobbalzò in maniera violenta. "Cazzo!" Imprecò il ragazzo.

"Che c'è?" Gli fece Billy, preoccupato dal suo tono, mentre Dom si massaggiava il sedere.

"Il mio povero culo..." Si lamentò, facendo per spostarsi.

"NO, FERMO!!!" Gli gridò Lji, fermandolo a metà del gesto, in una posizione impossibile oltre che scomoda. "Ho perso una lente!"

Con delle manovre degne dello sbarco in Normandia, la lente a contatto di Lji fu ritrovata integra, e Dom si poté risedere. La seconda metà del viaggio passò abbastanza tranquilla, ed i ragazzi ringraziarono Dio, Buddha, o chi per loro, quando riuscirono a scendere dal furgone prima che l'ossigeno finisse.

Ad aspettare c'era il postino locale, un tizio basso, magro e con due orecchie da paura.

"Cacchio." Commentò Lji a bassa voce. "Questo ha le orecchie più grandi di te, Dom..."

"Oh, ma che cazzo vuoi!" Esclamò offeso l'amico.

"Beh, dai, ammettilo..." Rincarò Billy. "...non è che le tue orecchie siano proprio piccole..." Dom gli lanciò uno sguardo inceneritore.

"Anche Orlando ha le orecchie grandi, ma nessuno glielo fa mai presente." Replicò poi. "Si può sapere perché!?"

"Le porta con più discrezione..." Ipotizzò Lji

"E poi non sono così, passami il termine, evidenti, come le tue." Aggiunse Billy.

"Ma guarda che cazzo di amici mi dovevo trovare!" E con questo giudizio rassegnato si allontanò di qualche passo; Lji e Billy scoppiarono a ridere.

Pur con le lacrime agl'occhi, i due ragazzi riuscirono a chiedere al postino la strada per la fattoria della zia di Orlando; usciti dal paese, c'era un bivio che, tramite una strada sterrata in aperta campagna, li avrebbe portati, dopo un'oretta di cammino a piedi, all'allevamento. Lasciarono i bagagli all'ufficio postale e, nonostante i lamenti di Dom, s'incamminarono in un bel pomeriggio primaverile.

Arrivati al bivio, Eljiah spalancò gli occhi, bloccandosi dove l'asfalto lasciava spazio alla terra battuta; evidentemente il giorno prima doveva essere piovuto, poiché c'era una discreta fanghiglia.

"Io non ci passo di lì." Dichiarò risoluto il ragazzo.

"E perché?" Ribatté Billy alzando le sopracciglia.

"Ma scherzi!?" Sbottò l'altro. "Questi jeans sono di Ralph Laurent!" Indicò i suoi pantaloni che, come moda dettava, arrivavano precisamente alla suola delle scarpe.

"Hu, che palle!" Esclamò Dominic. "Sei un fighetto!"

"Ma scusa..." Disse Billy. "...perché non arrotoli l'orlo?" Gli altri due lo guardarono.

"Un genio!" Fece entusiasta Dom, indicandolo. "Abbiamo qui un genio, e tu me lo vuoi sminuire!"

"Vabbene, ho capito..." Affermò rassegnato Lji, poi si chinò e arrotolò il bordo dei suoi preziosi jeans.

Dopo un'oretta di cammino, a passo sostenuto, e uno sconveniente incontro del cavallo dei pantaloni di Dom con le fauci di una pecora invadente, mentre erano rimasti incastrati in un gregge che attraversava la strada, i tre attori raggiunsero la fattoria. Era tutto deserto, in apparenza; si guardarono un po' intorno.

"Beh, che si fa?" Domandò Lji, mentre Billy girava l'angolo in cerca di qualcuno.

"Che ne so io, bussiamo." Rispose Dom.

"Ahhh!" L'urlo di Billy li fece girare; l'amico gli correva incontro inseguito da un tacchino gigante.

Tutti e tre, con una coordinazione da far invidia alla nazionale di nuoto sincronizzato, saltarono su una panca di legno che era a lato della porta.

"Ma che cos'è!?" Gridò Dominic, schiacciandosi contro la parete.

"Un tacchino, non lo vedi!" Rispose Billy.

"Ah! Molla! Molla!" La bestia aveva agganciato l'orlo dei pantaloni di Lji, e lui scalciava per farlo staccare.

"Hey Bill." Chiamò una voce di donna; i tre si voltarono in quella direzione, accorgendosi di una donna di mezz'età che gli veniva incontro.

"Ci conosciamo?" Chiese Billy.

"No, il tacchino." Indicò la donna.

"Ah, si chiama Bill, il bastardo!" Esclamò Eljiah, quando l'animale finalmente mollò la presa e si diresse soddisfatto verso la padrona.

"Vattene Bill." Gli disse la donna; quando il tacchino se ne andò, lei si avvicinò ai ragazzi. "Ora potete scendere, non tornerà."

"Sicura?" Fece Dom, aggrottando le sopracciglia; lei annuì.

"Immagino che voi siate gli amici di Orlando." Loro annuirono, mentre scendevano dalla panca. "Io sono Clara Burton, piacere." A turno le strinsero la mano.

"Orlando?" Le domandò poi Dominic.

"Dovrebbe tornare a momenti, è fuori con Amy..." A quel nome femminile, ai ragazzi si alzarono le antenne. "...vado a preparare per il the." Gli disse poi, dirigendosi verso la porta. "Voi lo aspettate qui?" Annuirono.

"Amy..." Commentò Billy, scambiando con gli altri un'eloquente occhiata.

"E così, c'è una misteriosa presenza femminile..." Aggiunse Lji, con un sorrisino retorico.

"Vi giuro che se è poco meglio di una scorfana, io non lo perdono." Dichiarò Dom; a quel punto sentirono risate e rumore di zoccoli.

Due cavalli arrivarono per la stessa strada che avevano fatto loro per giungere alla fattoria; su uno più scuro c'era una bionda fragola dal sorriso smagliante, mentre sull'altro c'era Orlando che rideva allegramente. Dominic sentì che cominciava a ballargli un occhio.

"Hey, ragazzi!" Esclamò contento l'amico quando li vide. "Siete arrivati finalmente!" Aggiunse fermandosi e scendendo di sella. "Che bello rivedervi!" Continuò abbracciandoli; anche loro salutarono, tranne Dom. "Vi presento Amy..." Gl'indicò la ragazza. "Amy, loro sono Billy, Eljiah e Dominic."

"Salve." Fece lei, continuando a mantenere il suo sorriso abbagliante. "E' un piacere conoscervi di persona."

"Piacere nostro." Rispose educatamente Billy.

"Adesso sarà meglio che vada a mettere su il the." Affermò la ragazza.

"Ci sta pensando la signora..." Le disse Lji.

"Le do una mano, allora." Annuì Amy, entrando; Orlando tornò a guardare gli amici.

"Allora? Come state?" Gli domandò allegro. "Io ho una fame pazzesca, vi va un panino col culatello?" Silenzio; le facce perplesse di Lji e Billy su quella rilassata di Orlando. All'improvviso scattò Dominic.

"Ma io te lo rompo il culatello!" Prese Orlando per un braccio e gli mollò un calcio nel sedere.

"Oh, ma che fai!" Protestò l'amico; un'altra pedata. "Sei stronzo!"

"Stronzo? Qui di stronzi ci sei solo te!" Scapaccione tra capo e collo. "Mi fai credere di essere sull'orlo di un esaurimento nervoso, faccio un viaggio di merda, e ti trovo bello bello, vestito come il piccolo lord..." Orlando osservò il suo maglione nero a collo alto, i pantaloni da cavaliere color sabbia, gli stivali lucidi. "...che te ne vai in giro ridendo insieme ad una ragazza mooolto carina, con sorriso a 158 denti che sembra un elefante!"

"Dom, gli elefanti hanno solo quattro denti..." Precisò Eljiah, interrompendo, con quel poco congruo commento, la violenza dell'amico; lui si girò.

"Ah, complimenti..." Fece sarcastico. "Devi girare un documentario per In the wild?" Gli chiese; Lji sorrise acidamente.

"Sì, faccio un reportage su uno degli ultimi esemplari di Sborone Inglese dalla Testa di Cazzo..." Ribatté infine.

"Bellissima!" Esclamò Orlando. "Sembra una battuta mia!" Aggiunse ridendo.

"Tu stai zitto!" Gli gridò Dominic.

"Eddai, non rompere le palle..." Ma l'amico reagì; Orlando si dette alla fuga, ma Dom gli saltò sulla schiena, cercando di aprirgli la testa.

"E' pronto." Annunciò Amy, spuntando sulla porta, ma quando vide i due ragazzi menarsi nel cortile spalancò gli occhi. "Che stanno facendo!?" Chiese allibita.

"Niente." Rispose Billy, scuotendo il capo. "Si salutano."

"Era tanto che non si vedevano." Spiegò tranquillamente Lji.

"Ehh, si vogliono bene..." Aggiunse Billy; Amy osservò i due accanto a lei e poi Dom e Orlando, poi strinse le labbra, preoccupata.

 

Dopo cena, i quattro amici erano riuniti in salotto; Amy e Clara erano impegnate a rassettare la cucina. Orlando e Dominic sembravano aver recuperato un certo accordo.

"Allora ragazzi..." Esordì Orlando. "...che notizie dal mondo civilizzato?"

Dominic era seduto al tavolo, mentre Billy era sul divano e Lji su una poltrona; Orlando era in piedi, tentando di trovare qualcosa di decente in tv.

"Sai l'ultima di Londra?" Gli chiese Billy; lui negò. "Dicono che Kate ti ha mollato perché hai avuto una storia con quella cantante bionda che si trucca pesante, sai quella col cognome italiano..."

"Ah, ho capito." Fece Orlando. "Non la conosco..."

"Bella forza, comunque, quella si è fatta un'autostrada di cazzi." Commentò Dom alzandosi e raggiungendo Orlando al centro della stanza.

"Come sarebbe un'autostrada di cazzi?" Domandò incuriosito Lji, sporgendosi dalla spalliera della poltrona.

"Sai, dieci centimetri oggi, dieci domani, fai i chilometri..." Spiegò Dominic serio, professionale.

"Dieci centimetri!?" Esclamò divertito Billy, alzandosi a sua volta; Orlando lo guardò.

"Evidentemente fa riferimento al suo." Affermò poi, con un mezzo sorrisetto.

"Sì, scherza pure, mister meraviglia." Disse Dom, piazzandosi davanti ad Orlando. "Io l'ho visto il tuo, non è questo granché." Dichiarò fissandolo negl'occhi, con espressione acida; poi raggiunse Billy vicino al pianoforte.

"E quand'è che te lo avrebbe visto?" Gli domandò Lji, passandogli accanto.

"Non indagare, per l'amor di Dio!" Lo pregò Orlando, alzando le mani; l'amico rise.

"Hu, guarda queste foto!" L'esclamazione di Billy li attirò tutti al pianoforte.

"Questo è Orlando!" Indicò Dom, riconoscendo l'amico in un bambino grassottello coi capelli corti, poi scoppiò a ridere.

"Che faccia a kiuulo!" Commentò Billy, anche lui ridendo.

"Che stronzi..." Mormorò l'amico. "Non ho la faccia a culo." Disse poi, corrucciando la fronte.

"Questa, invece, è Amy." Lji indicò la ragazza in una spilungona con la bocca luccicante.

"Ma cos'ha in bocca?" Chiese Dom.

"L'apparecchio, idiota."

"Anche questo sei tu." Billy aveva preso un'altra foto; Orlando gli diede un'occhiata.

"Quella foto l'ho fatta ai tempi di Wilde..." Disse poi. "Non credevo zia Clara ne avesse una copia." Anche Dom si era spostato per vederla, mentre Lji guardava quelle vecchie.

"Ammazza, carina questa ragazza che è con te!" Esclamò Dominic. "Me la presenti?"

"Col cazzo!" Rispose Orlando, accompagnando le parole con un eloquente gesto. "Quella è mia sorella, e tu non le metti le tue manacce su mia sorella..."

"Sì, però tu su quella di Lji ce le hai messe eccome!" Protestò Dom.

"No, aspetta un attimo..." Orlando alzò le mani.

"Cosa hai fatto tu, con mia sorella?" Chiese minaccioso Lji.

"Ma niente!" Si difese lui.

"Come! Me lo ricordo anch'io!" Intervenne Billy. "Quando e venuta in Nuova Zelanda, e la sera abbiamo bevuto come... irlandesi ad un funerale!"

"Voi mi state mettendo in mezzo!" Si difese il ragazzo.

"Confessa, cosa hai fatto a mia sorella!?" Continuò Eljiah, sempre più incazzato.

"Ma come te lo devo dire: NIENTE!" Gridò Orlando. "O, perlomeno..." Fece poi, più titubante. "...nulla che mi ricordi, ma ero fuori come un culo..."

"Io ricordo che l'hai baciata..." Disse Dom, che si stava gustando una specie di vendetta molto strategica.

"Ahhh!" Gridò Lji spalancando gli occhi.

"Lji, mi fai paura..." Affermò titubante Orlando, alzando le mani.

"Confessa!" Gli ordinò l'amico, facendo un passo di avvicinamento; lui indietreggiò.

"Vabbene!" Sbottò infine. "Vabbene, forse l'ho baciata e... magari... le ho palpeggiato un po' il seno..."

"Hai toccato le tette di mia sorella!" Orlando sussultò. "Ti avverto, che se ti sei fatto mia sorella, io mi farò la tua, e siamo pari." Dichiarò Lji.

"Hai capito, che furbino..." Commentò Billy, scambiando un'occhiata con Dom.

"Allora, sei stato a letto con Anna?" Domandò Eljiah, nello stesso momento; Orlando aggrottò la fronte, preoccupato.

"No!" Rispose poi, negando col capo.

"Non ci credo." Proclamò l'altro, dandogli le spalle. "Ora la chiamo." Lo guardarono uscire nell'ingresso; dopo uno scambio di sguardi lo seguirono.

"Cos'è che fai?" Gli chiese Orlando, quando lo raggiunsero vicino al telefono.

"Tranquillo, la telefonata la pago." Disse Lji, mentre componeva il numero di New York.

"Non era per quello..." Mormorò rassegnato l'amico.

"Anna? Sì, sono io... no, ti volevo chiedere una cosa..." Esordì il ragazzo, sotto lo sguardo degli altri tre. "Senti, per caso, sei stata a letto con Orlando? ...come: Orlando chi? Ma quanti ne conosci? ...hai presente quel mio amico alto, capelli scuri, gran faccia da impunito..." Terminò la frase guardando Orlando con aria acida; lui alzò gli occhi al cielo. "Quando? Sai quella volta che sei venuta in Nuova Zelanda, e abbiamo bevuto come... come irlandesi a un funerale..." Citò Billy. "Ah, ti ricordi... Meno male... Ah... Ahah..." Annuiva, poi si girò, nascondendosi agli amici. "Hm... ho capito, grazie..." Si voltò di nuovo, con un sorriso. "Ciao, bacino bacino." E riagganciò.

"Allora?" Chiese Billy, divorato dalla curiosità.

"Beh, dice che avete pomiciato per un po', niente di che..." Orlando fece un sorrisino retorico. "...e poi ti sei addormentato e non è più riuscita a svegliarti, forse eri in coma..."

"Che volevi che facessi!?" Sbottò l'amico, allargando le braccia. "Avevo bevuto da fare schifo, e il giorno dopo ho pure vomitato sul set!"

"Sì! Mi ricordo anche quello!" Intervenne Billy allegramente. "Hai rimesso sugli stivali di Viggo!"

"No." Lo corresse Orlando. "Erano gli stivali di Karl, e ho dovuto lavarli."

"Fossero stati quelli di Viggo, se li sarebbe messi col vomito, faceva più realistico..." Commentò Lji; tutti annuirono.

"Dai, andiamo a prendere i nostri zaini, altrimenti stanotte non si dorme." Affermò Dom, che cominciava ad avvertire il peso del viaggio.

 

Presero il furgoncino di Clara e andarono a riprendere le cose dei ragazzi all'ufficio postale; gli aprì Tim, il postino, che viveva proprio sopra al suo posto di lavoro. Orlando dovette ammettere che la descrizione delle sue orecchie, fatta da Amy, rispecchiava la realtà; forse quel tizio poteva davvero contattare gli alieni...

Per fortuna Billy, Dom e Lji avevano portato i sacchi a pelo, perché non c'erano altri letti alla fattoria; Amy gli disse che due potevano dormire in salotto e uno sopra con Orlando. Cominciò la discussione su come si sarebbero divisi.

"Io con Dom non ci dormo." Dichiarò Eljiah, mani sui fianchi.

"E perché?" Replicò l'interessato.

"Scoreggi."

"Non è vero!" Protestò l'amico indignato.

"E non dormo nemmeno con Orlando." Continuò, ignorando Dom; il ragazzo più alto spalancò gli occhi. "L'ultima volta mi ha buttato dalla finestra un portachiavi da 80 dollari!" Spiegò allora, mentre tutti lo guardavano.

"Lji, quel coso s'illuminava e suonava come una centrale nucleare con una perdita!" Gli ricordò Orlando allargando le mani.

"Lo potevi mettere in un cassetto..." Suggerì l'amico con indifferenza.

"Giusto!" Intervenne Dom. "Così non avrei dovuto seguirti a cercarlo nella giungla neozelandese!"

"Dom..." Lo chiamò Billy. "Forse, se non fossi stato tu a dirgli di buttarlo dalla finestra..."

"Non era un giungla, comunque." Fece distrattamente Orlando. "Era un bosco."

"Ma è stata quella volta che Sean Bean ti ha minacciato con una torcia lunga 50 centimetri?" Domandò Billy a Dom; l'altro annuì.

"Veramente non mi ha solo minacciato..." Ricordò Dominic. "...ha cercato proprio di aprirmi la testa..."

"Forse se tu avessi fatto un po' meno casino, invece di blaterare e smadonnare alle tre di notte, quando il giorno dopo ci dovevamo alzare all'alba..." Commentò Lji.

"Ho capito, ma cazzo! prova tu ad avere alle calcagna Sean, hai presente quell'armadio, in mutande e canottiera, incazzato come una biscia, che brandisce una torcia enorme... Eccheccazzo, faceva veramente paura!" Replicò Dom.

"E che poi, quando io e Sean (Astin - n.d.Sara) siamo usciti per sistemare la faccenda, ci è venuto quasi un colpo!" Esclamò Eljiah; ad Orlando tornò in mente la scena e venne da ridere. "Quel pazzo di Viggo uscì dal fitto del bosco, tutto vestito da ramingo, con le foglie tra i capelli, lo spadone al fianco..."

"Avete urlato come vite tagliate!" Affermò Orlando ridendo.

"Avrei voluto vedere te, sembrava un fantasma!"

"Però, non so se mi ricordo bene..." Intervenne Billy. "...lo ritrovò lui, il portachiavi."

"E ci credo!" Ribatté Lji. "Lo aveva preso in fronte!" Orlando ormai era piegato in due dalle risate.

"Nemmeno se avesse preso la mira, lo avrebbe centrato così bene!" Disse Dom, anche lui ridendo.

"E questo rincoglionito..." Lji indicò Orlando, che si appoggiava al muro. "...si contorceva dal ridere!"

"Madonna, la faccia di Viggo non me la dimenticherò mai!" Esclamò Dominic.

"Dai, ad ogni modo, poi Vig mi ha perdonato." Fece infine Orlando, cercando di riprendere un contegno.

"E ci credo, gli hai fatto un paio delle tue moine, e lui, che è buono di cuore, s'è subito ammorbidito!" Sbottò Lji. "Lasciatelo dire, OB, tu ti approfitti dell'ascendente che hai sulle persone." Aggiunse serio, con tono di rimprovero.

"Non sempre gli riesce, però, specie con le donne." Commentò allusivo Dom.

"Chiudi quella fogna piena di merda." Lo minacciò l'amico.

"Dai, adesso basta, andiamo a letto." Intervenne saggiamente Billy. "Lji-palla al piede-Wood me lo prendo io." Aggiunse, passando un braccio sulle spalle dell'amico, che fece una smorfia acida.

"E così noi siamo insieme." Fece Orlando a Dom, fissandolo negl'occhi con espressione tipo cowboy nella sfida mortale.

"Sì..." Rispose lui, con la stessa espressione. "...ma per stasera non facciamo le cosacce!" Concluse la frase assumendo una posa da sciantosa e facendo la boccuccia a cuore; Orlando scosse la testa ridendo.

"No, cara..." Ribatté poi, atteggiandosi anche lui. "Non credo che dopo questo viaggio reggeresti una delle mie prestazioni..." Ridendo si presero per le spalle e si avviarono per le scale; Billy e Dom si scambiarono un'occhiata allarmata.

"A volte mi fanno paura." Commentò Boyd.

"Pure a me." Confermò Lji annuendo.

 

CONTINUA...

 

   
 
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