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Autore: elisa85    05/10/2011    10 recensioni
Tutto ha inizio la sera del ballo...sembrerebbe una storia uguale all'originale, ma una rivelazione inaspettata innesca delle reazioni differenti.
Chissà se la nostra Oscar non capisca prima i suoi veri sentimenti?
Questa è la prima ff che scrivo in assoluto, anche se è un pò che "gironzolo" in questo sito...chiedo clemenza!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E' giunta l'ora per Oscar di affrontare la verità...
Grazie ancora per il vostro sostegno!






11. Verità




Percorre velocemente quel corridoio immerso nella penombra, con il cuore in gola, ma non per il timore di dover affrontare suo padre, ma perchè le diventa incomprensibile anche solo immaginare che Andrè se ne sia andato, senza dirle nulla.
Con il fiato esasperato, si ritrova davanti alla porta dello studio e senza esitazione bussa tre colpi secchi.

- " Chi è?"
- " Padre..."
- " Oscar sei tu...viene avanti".
- " Padre, ho bisogno con urgenza di palarvi..."
- " Oscar non capisco la tua agitazione...".
- " Vi prego, ditemi che non avete commesso la pazzia di accordare il permesso ad André affinchè lasciasse questa casa..."
- " Oscar cerca di moderare i toni, non permetto che mi si parli così...e comunque André è stato molto chiaro con la sua richiesta; ha detto di voler lasciare il servizio presso questa casa per un'opportunità di lavoro molto importante.
Si è scusato del poco preavviso, e mi ha ringraziato per la fiducia riposta in lui in tutti questi anni.
E' una persona molto generosa, leale, intelligente André, non ho voluto privarlo di questa possibilità; è un ragazzo in gamba.
Inoltre si è premurato di portarmi delle referenze per il posto da attendente. Per quale assurdo motivo avrei dovuto dirgli di no".
- " Padre, avreste dovuto chiedere il mio parere a riguardo, si tratta del mio attendente".
- " Si, ma questa è casa mia e sono stato io a decidere di mettere al tuo fianco André, lui ha lavorato per me. Il tuo mi sembra solo un assurdo capriccio".
- " Mi occuperò personalmente del sostentamento di André, nulla che lo riguardi sarà più a vostro carico...ora però ditemi dov'è affinché io possa parlerne con lui e ..."
- " Non è possibile, è già andato via e non so dove alloggi...senti Oscar io non andrei ad interferire nella sua vita, Andrè è ancora un giovane uomo, probabilmente sente la necessità di crearsi una sua famiglia e una propria indipendenza economica.
Sono sorpreso che tu non ne sapessi nulla, in fonfo siete cresciuti assieme...vorrà dire che quando si sarà sistemato potrà venire a trovarti".

Oscar rimane come allucinata dalle parole di suo padre.
Come ha potuto essere tanto egoista, da non capire le esigenze e i desideri di André.
Una famiglia.
André vuole una sua famiglia. Tutta per lui.
E lei...non ne avrebbe fatto parte.
E' giusto...è una sua decisione, e come tale dovrà rispettarla. Allora perchè non riesce ad accettare che se ne sia andato senza salutarla, senza avvisarla?
E lei, loro, non sono mai esistiti, non vi è più traccia di loro?

- " Certo padre, avete ragione, scusate la mia irruzione".
- " Oscar, vedrai troveremo un altro attendente...non ti preoccupare".
- " Certo, ma credo di non averne più bisogno...".



Si congeda da suo padre uscendo rapidamente dallo studio, trascinando le gambe stanche lungo l'enorme scalinata raggiungendo il piano superiore; quasi non vede più, non riesce a distinguere le forme per colpa di quelle lacrime che le riempieno gli occhi.
Guidata dall'istinto si sofferma davanti all'entrata della stanza di Andrè.
Sospira rumorosamente appoggiando la mano sulla maniglia, sperando di trovarlo li dentro e di svegliarsi da quel terribile incubo.
Nero.
Buio.
Vuoto.
Si porta una mano alla bocca, quasi a voler tappare il sussulto fuoriuscito dalle sue labbra, non vedendo Andrè nella sua stanza.
Lascia la porta socchiusa e incredula si avvicina al letto, perfettamente ordinato, nulla è fuori posto, con dita leggere sfiora tutto il contorno in legno, fino a raggiungere il lato opposto e sedendosi lentamente sopra.



Non è possibile se ne è andato davvero e lei non sa nulla di quella decisione.
Una volta, lei avrebbe saputo.
Una volta, molti anni fa.
Non le ha detto neanche addio.
Neanche un saluto.
E' diventata così insopportabile per lui? Si sono allontanati così tanto? Come e quando? Perchè hanno permesso entrambi che ciò accadesse.
Freddo è tutto ciò che riesce a percepire. Le sembra di non respirare più.
Sente dietro di lei dei passi leggeri, ma non si gira, sa di chi si tratta.

- "Oscar, mi dispiace tanto averti dato questa notizia, credimi, ho pensato che almeno tu sapessi...
La ragazza non si volta verso l'anziana, non vuole farle vedere i suoi occhi pieni di lacrime.
- "...ma mi ha lasciato questa per te, mi ha chiesto di consegnartela personalmente...
Così Oscar si decide ad alzare lo sguardo, trovando nella mano di Nanny una busta bianca.
Sorpresa e impaurita prende tra le sue mani quella lettera, mentre lancia una rapida occhiata alla governante.
- "...grazie Nanny...e non temere, nel caso ci sia scritto dove si trova verrò subito ad informarti.
- " Grazie Bambina...ora ti lascio sola". - E con quella frase, Nanny lascia la ragazza avvolta nel buio di quella stanza.



Solo la lieve luce della luna che entra dalla finestra illumina fiocamente la camera, rendendo però di un bianco spledente quella busta nelle sue mani.
La gira e la rigira, ha paura; ha paura di scoprire ciò che c'è scritto.
Un gesto deciso, in un attimo apre il foglio piegato con precisione.
Il cuore è in tumulto, la bocca le si è seccata e l'ansia la pervade.
Si porta quel pezzo di carta all'altezza del viso e lentamente legge quelle parole come ad avere il terrore di perdersi per sbaglio anche il minimo dettaglio.
Deglutisce a fatica.
Un tuffo al cuore.



Ti ho aspettata.
Ti ho aspettata tanto.
Ma non potevo più attendere.
Sii felice Oscar, sii felice anche per me.
Ma promettimi solo una cosa.
Non ti scordare mai e poi mai chi sei: Oscar, guerriera di Dio. Oscar donna.
La donna più coraggiosa, leale, generosa, dolce, sensibile, testarda e maledettamente bella che io abbia mai conosciuto e che mai conoscerò.
Non venire a cercarmi.
Non cambierò idea.
Perchè è giusto così.
Perchè è giunto il momento di separarmi da te. Ognugno dovrà avere la forza di percorrere la propria strada da solo.
Non mi dimenticherò mai te, perchè vivrò solo di tuoi ricordi. Per sempre.
Addio mia compagna di giochi.
Addio mia cara amica.
Addio mio unico, vero amore.




Una goccia salata cade su quel foglio, seguita da un'altra e un'altra ancora.
Dolore, solo dolore.
Una pugnalata in piena petto le farebbe meno male.
Sente il respiro mancarle.
I battiti sono aumentati ed irregolari.
Cerca di trattenere a tutti i costi quei singhiozzi che le strongolano la gola. Inutilmente.
La rabbia nelle sue mani, le fa accartocciare quella lettera.
Poi si ferma.
Riapre quel foglio ormai stropicciato, e fissa incredula quell'ultima frase.
Sente già prepotentemente la sua mancanza e si chiede come farà a vivere senza di lui.
Appoggia la lettera stretta al suo petto, senza trattenere più il pianto.
Ora lo sa.
Perchè solo con lui ha provato quel calore avvamparle dentro le viscere come il fuoco.
Perchè solo con lui si è sentita libera di abbandonarsi tra le sue mani e desiderare che quel contatto non finisse mai.
Perchè sono le sue, le labbra che desidera.

Perchè solo con lui le sembra di respirare.
Perchè solo lui la capisce come nessun altro.
Perchè lei non può vivere senza, perchè lui è la sua ragione di vita.

E' arrivata troppo tardi e l'ha perso per sempre.
Ora che ha capito di amarlo con tutta sé stessa.
  
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