Decisi di avviarmi a piedi, misi le cuffiette dell'ipod nelle orecchie. La mia amata Taylor Swift. E in poco tempo raggiunsi il bar. Entrai e mi sedetti a un tavolino guardandomi intorno, non ci ero mai entrata, anche se sapevo bene dove si trovava. Spensi la musica e presi in mano il menù, giusto per fare qualcosa.
Mentre leggevo qualcuno mi mise le mani sugli occhi e mi scoccò un bacio sulla testa. Girai subito il viso verso di lui e sorrisi.
«Buongiorno piccolina» sorrise, «cosa ci fai qui?»
«Mh... volevo vedere com'era questo posto...»
«Non è esattamente il bar più carino di Los Angeles... vuoi che ti porto qualcosa?»
«Mh sì, una coca cola... e anche le patatine» risi, «almeno passo un po' il tempo mentre aspetto che finisci il turno!» mi guardò scuotendo la testa.
«Ah Adams, Adams, Adams...» si allontanò andando dietro al bancone. Tornò indietro dopo un po' con le ordinazioni. «Ecco qua» mi sistemò tutto su il tavolino.
«Quant'è?» lo guardai, ma lui mi guardò male.
«E secondo te ti faccio anche pagare? Non se ne parla, offro io!»
«Dai... non fare lo stupido, sono una cliente come chiunque altro...»
«Tutti gli altri clienti non vengono a casa mia e mi aiutano a cucinare, fare il bucato, stirare, fare la cucina, pulire...»
«Ma quello lo faccio con piacere...»
«E io con piacere ti offro una coca e le patatine» rise.
Scossi la testa, «come sei scemo» risi anche io. Stavo per chiedergli quanto gli mancava ancora quando mi sentii chiamare.
«Katherine?» mi girai e mi trovai davanti una ragazza, un po' più bassa di me, capelli castani e due occhi giganteschi grigi.
«Lucy!» sorrisi, «lavori qui? Non lo sapevo...»
«Si, cerco di guadagnare qualcosa... tu cosa ci fai qui?»
«Oh sono venuta a trovare lui...» indicai Kevin, che fece un segno di saluto con la mano.
«Scusate, non volevo disturbare...»
«Ma no! Ma che disturbare, figurati... stavamo solo parlando».
«Bé... io devo iniziare il turno ora... ci vediamo a scuola Kate... ciao Kevin» sorride e va via.
Mi giro a guardarlo, «la conosci?»
«Mh... forse... un pochino» rise.
«Jonas, hai un po' un sorriso da ebete stampato in faccia» risi prendendolo in giro.
«Ma che cavolo stai dicendo...» diventò un po' rosso.
«Oh si, fidati!»
«Cosa vuoi saperne tu Adams... mi aspetti qui che vado a cambiarmi?»
«Vai a cambiarti o vai a vedere Lucy che si cambia?» risi di nuovo. Mi diede una spintarella.
«Ma smettila scema...»
«Ammettilo che ti piace, almeno un po' di piace...» sospirò.
«Ok... la trovo carina, contenta ora?»
Annuii, «sì, molto» risi di nuovo.
«Ora stai qua buona e aspettami...»
«Chiedile di uscire...»
«Non esagerare...»
«Su muoviti Jonas, ti aspetto fuori vicina alla macchina» sorrisi e uscii.
Quando mi raggiunse, circa una mezz'oretta dopo scoprii che aveva davvero trovato il coraggio per chiederle di uscire. Quel sabato sera, a patto però che io e Joseph fossimo andati con lui in modo da affievolire un po' la tensione. Non so per quale strano motivo lo feci, ma accettai.
Kevin che usciva per un appuntamento e io e Joseph che lo accompagnavamo mi suonava un po' strano.