Leggiadra, magnifica e stupenda a vedersi era la fenice che si librava libera nell’immenso cielo. Senza catene o vincoli, ella viveva libera nel cielo limpido e azzurro di giorno e stellato e blu di notte. Si sentiva libera, inafferrabile per chiunque o qualunque cosa al mondo… ma un giorno le catene più forti, resistenti e dure che esistano l’afferrarono e la portarono a terra: le catene dell’amicizia. Dei compagni di viaggio a cui voler bene, un’ideale da sostenere e amici da proteggere da ogni insidia, queste erano le catene che tenevano ferma l’ araba fenice, anche se definirle catene è un po’ riduttivo, si potrebbero definire più come legami che danno la forza di vivere. Così la fenice scese a terra mansueta a vivere con i comuni mortali solo per stare accanto a le persone a lei care, per proteggerle, aiutarle e darle felicità. Così lei sacrificò la sua libertà per i suoi amici e ne fu felice e fu felice anche delle catene, anzi no dei legami che la tenevano stretta a terra…