Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: happylight    07/10/2011    5 recensioni
Decidere di mettersi a dieta non ha mai avuto conseguenze così terribili.
Tra fraintendimenti, scenate e crisi di nervi si consumeranno le peggior settimane del piccolo nordico, sottoposto alle non molto desiderate attenzioni dei fratelli maggiori…
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danimarca, Finlandia/ Tino Väinämöinen, Islanda, Norvegia, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Islanda e Danimarca erano seduti attorno al tavolo in cucina, e guardavano con espressione poco convinta quello che avevano nel piatto.

 

Pesce lesso e patate lesse.

 

Probabilmente Norvegia aveva voluto essere caritatevole e vi aveva aggiunto sopra un po’ di prezzemolo, come se bastasse quello a rendere il piatto più appetibile.

 

Danimarca alzò lo sguardo e trovò Islanda a fissarlo con una faccia combattuta; aveva un’espressione buffa, con le guance rosse e lo sguardo che saettava, come se volesse chiedere qualcosa, ma non osasse farlo.

 

Il danese si alzò e sfoderando un gran sorriso raccolse il suo piatto e quello dell’altro ragazzo.

 

Islanda lo guardò stupito mentre posava il cibo accanto al lavandino e si voltava verso l’altro.

 

Il ghigno di Danimarca andava da un orecchio all’altro.

 

“Stasera faremo uno strappo alla regola.” sentì dire Islanda, mentre lo stupore si allargava sul suo viso.

 

Come aveva fatto ad indovinare ciò che voleva chiedergli?

 

Danimarca cominciò a tirar fuori dal frigo tutto l’occorrente per preparare lo smørrebrød. In fondo la mattina dopo il piccolo Ice ne avrebbe passate di tutti i colori. E poi non riusciva a resistere quando faceva quella faccia.

 

E poi gli altri di sicuro si stavano godendo una cenetta deliziosa al ristorante. Perché loro avrebbero dovuto mangiare la solita robaccia?

 

 

 

Finlandia guardò incredulo Norvegia chiedere al cameriere un piatto di pesce lesso.

 

Possibile che anche al ristorante ordinasse quella roba?

 

Si voltò verso Svezia, che non sembrava affatto turbato dalla cosa e stava tranquillamente leggendo la carta dei vini, per poi scegliere un bianco dalla gradazione leggermente più alta del normale.

 

Norvegia sorrise dentro di sé al pensiero che lo svedese probabilmente stesse progettando di far ubriacare Finlandia per non molto nobili fini.

 

Comunque non disse nulla ed appoggiò il mento su una mano, mettendosi a fissare con occhi gelidi i due commensali prima di parlare.

 

“Vi starete chiedendo come mai siamo venuti qui.”

 

“Uh? Per mangiare, no?” rispose stupito Finlandia, alzando uno sguardo interrogativo verso il norvegese.

 

Quello da parte sua sbuffò in modo molto rumoroso, per poi riprendere con voce più dura.

 

“È ovvio che non è quello il motivo principale. Era solo una scusa per non avere Islanda tra i piedi.”

 

“Ah.” fece Finlandia con una voce delusa.

 

“Credevi forse che mi importasse di preservare le tue guance paffute?” chiese Norvegia con un sorriso storto in volto.

 

L’altro divenne scarlatto e cominciò a balbettare qualcosa di non meglio comprensibile, perché fu interrotto da Svezia.

 

“Allora di che volevi discutere?” chiese mantenendo il suo cipiglio minaccioso.

 

Il norvegese li guardò un attimo e cominciò a spiegare il suo piano.

 

 

 

Islanda si sentiva stranamente in pace con il mondo.

 

Aveva consumato la miglior cena da due settimane a quella parte, e sentiva ancora in bocca il sapore del pane imburrato, e della birra danese e del rødgrød ai frutti di bosco che Danimarca aveva fatto spuntare da non sapeva dove.

 

Certo, forse aveva anche bevuto un po’ troppo…  Altrimenti non si spiegava come mai si era ritrovato a giocare con il Lego assieme al danese.

 

Arrossì sotto le coperte al pensiero che Danimarca andasse a raccontarlo a suo fratello. Norvegia lo avrebbe preso in giro per una settimana, ripetendogli che era ancora un bambino e costringendolo a chiamarlo “Fratellone caro”.

 

Si rigirò dall’altra parte del letto.

 

Magari Danimarca era abbastanza ubriaco da dimenticarsene…

 

Nel dormiveglia si accorse solo vagamente del sole che lentamente compariva all’orizzonte e mandava dei flebili raggi attraverso il vetro delle finestre, finché non sentì una presenza inquietante accanto al letto.

 

Era come se qualcuno lo stesse fissando insistentemente….

 

Scattò a sedere e per poco non gli venne un infarto.

 

Svezia torreggiava ai piedi del suo letto, braccia incrociate al petto e sguardo minaccioso fisso sul piccolo nordico.

 

Islanda represse a stento un urlo, e cercando di far riacquistare al proprio battito una frequenza normale, chiese con voce lievemente tremula: “Che… Che diavolo ci fai qui?”

 

In quel mentre la porta si aprì e la testa di Finlandia fece capolino.

 

“Ah, sei sveglio!” disse tutto sorridente.

 

Islanda si trattenne dal lanciargli in faccia l’abat-jour per cancellare l’onnipresente sorrisino.

 

Il finlandese entrò nella stanza reggendo tra le braccia dei vestiti piegati che depositò sul letto, per poi rivolgersi al piccolo nordico.

 

“Su, alzati e mettiti questi.”

 

Islanda li afferrò per scoprire una tuta da jogging e una maglietta.

 

Alzò lo sguardo, per vedere che gli altri due erano vestiti allo stesso modo.

 

Cosa diamine stava succedendo?

 

“Dato che la dieta da sola non basta abbiamo deciso che dovrai fare anche dell’attività fisica! Quindi vestiti che andiamo!” spiegò il finlandese, senza togliersi il sorriso dalla faccia.

 

Aveva capito bene?

 

“Andiamo…” articolò debolmente Islanda “Andiamo dove?”

 

Nella sua voce c’era una lieve nota di panico.

 

“A correre.” rispose lapidario Svezia.

 

Qualcosa che assomigliava a un gemito di dolore uscì dalle labbra dell’islandese.

 

 

 

Danimarca aveva un sorriso più ampio del solito, se era possibile.

 

Guardò di sottecchi Norvegia, seduto a tavola per la colazione, mentre sorseggiava il caffè da una tazza decorata a pesciolini e fissava con sguardo spento lo schermo della tv.

 

Il danese ripulì il piatto, per poi sbadigliare e stiracchiarsi rumorosamente.

 

“Allora Norge,” esordì con tono allegro “mi spieghi dove sono andati gli altri tre?”

 

Norvegia posò la tazza sul tavolo e sospirò, come se si preparasse a dover dare una spiegazione lunga e faticosa.

 

“A fare jogging.” disse poi atono, fissando fuori dalla finestra.

 

Girò lo sguardo verso il danese.

 

“Adesso noi due dobbiamo fare una cosa.” disse deciso, guardando l’altro negli occhi.

 

“Certo!” saltò su subito Danimarca, con lo sguardo che luccicava “Vado a prepararmi subito!”

 

Si alzò e fece per uscire dalla stanza, ma Norvegia gli urlò contro “IDIOTA! Non ti ho ancora detto che cosa dobbiamo fare! Torna qui!”

 

“Oh…” fece Danimarca un po’ deluso, rimettendosi seduto “Io credevo che…”

 

Il norvegese gli rivolse uno sguardo gelido prima di continuare “Avrai notato che Islanda non è affatto dimagrito in queste settimane di dieta, nonostante mangiasse solo quello che preparavamo noi.”

 

“Semmai quello che preparavi tu…” replicò il danese con una vocina sottile.

 

Norvegia sembrò irritarsi, ma proseguì “Quindi è ovvio che mangia qualcos’altro quando noi non lo vediamo. E l’unica spiegazione plausibile è che abbia del cibo nascosto in camera. Quindi ora noi andremo nella sua stanza e la frugheremo da cima a fondo finché non troveremo qualcosa, chiaro?”

 

Fissò con sguardo duro il danese.

 

Quello si prese il mento tra indice e pollice, girò la testa di lato, chiuse gli occhi come se stesse pensando.

 

Rimase così due secondi, per poi alzare lo sguardo verso Norvegia.

 

“Quindi lo vuoi fare in camera di Ice?” chiese candidamente.

 

Un pugno si abbatté sulla sua nuca e gli fece sbattere la fronte con violenza sul tavolo della cucina.

 

 

 

Stavano cercando da circa un’ora, ma non avevano ancora trovato nulla.

 

Danimarca sbuffò e si lasciò cadere pesantemente sul letto di Islanda.

 

Era certo che non avrebbero trovato nulla; il suo fratellino sapeva nascondere le cose molto bene. Ma Norvegia era testardo e non avrebbe di certo lasciato perdere.

 

Lo guardò mentre svuotava i cassetti del canterano e picchiettava leggermente il legno per cercare un eventuale doppio fondo.

 

Dopo che ebbe appurato che anche l’ultimo non nascondeva nulla, Norvegia si alzò e girò con lo sguardo la camera.

 

Aveva cercato ovunque.

 

Ovunque, tranne che…

 

Danimarca vide il norvegese che si avvicinava con sguardo deciso al letto e sorrise tra sé.

 

Finalmente aveva deciso di lasciar stare quella stupida ricerca…

 

Ghignò e si mise a sedere sul letto osservando l’altro muovere gli ultimi passi decisi fino al materasso, per poi abbassarsi di colpo e sdraiarsi a pancia in giù sul pavimento.

 

Cosa diavolo stava facendo?

 

Norvegia tastò la testiera del letto, finché non sentì un’irregolarità nella stoffa, come una scanalatura. Sorrise mentre ne percorreva il  bordo fino a trovare una sottile cordicella.

 

Tirò e si trovò in mano un pezzo di imbottitura.

 

Dietro vi si trovava una piccola nicchia stracolma di liquirizie ripiene, caramelle e dolci di ogni tipo.

 

“Problema risolto.” pensò tra sé e sé, finché non vide spuntare dal lato opposto del letto la testa di Danimarca.

 

“Insomma, Norge!” esclamò quello “Certo che sei strano! Lo vuoi fare sotto il letto?”

 

Il secondo, violento pugno della giornata si abbatté sulla testa del danese.

 

 

 

Islanda si trascinò dentro casa, superando Svezia che teneva il portone aperto con una mano e gli rivolgeva uno sguardo indagatore.

 

Dietro di lui seguiva Finlandia, che trascinava stancamente i piedi ed aveva il fiatone.

 

Sei chilometri.

 

Lo avevano fatto correre per sei chilometri.

 

Lui, la cui massima attività fisica era un occasionale giretto in bicicletta con Danimarca, e quando quest’ultimo insisteva fino allo spasmo. E al massimo aveva pedalato per mezz’ora, non di più.

 

Ed invece quella mattina si era trovato ad arrancare per sentieri di campagna seguendo la schiena dello svedese, che correva tenendo la testa alta e senza il minimo segno di fatica, neanche al termine del percorso.

 

Finlandia invece correva dietro di lui, come se volesse assicurarsi che non scappasse; all’inizio quando si era voltato lo aveva visto avanzare con il solito sorrisino incoraggiante stampato in volto, ma dopo tre chilometri aveva visto la sua espressione di perpetuo ottimismo rabbuiarsi, il fiato cominciare a diventare pesante, i passi strascicati.

 

Al termine della corsa era ridotto ad uno straccio.

 

Certo, non come lui però.

 

Gli sembrava che gli avessero tirato fuori i muscoli dalle gambe e li avessero tirati fino all’inverosimile prima di rimetterli al loro posto, che gli avessero prosciugato ogni singola riserva di energia, e che avesse sudato due o tre barili d’acqua.

 

Invece Svezia sembrava fresco come una rosa. Incredibile.

 

Islanda si trascinò in cucina in cerca di una bottiglia di acqua, seguito dagli altri due.

 

Appena varcata la soglia vide Norvegia seduto al bancone, l’ennesima tazza di caffè tra le mani, mentre giocherellava con qualcosa che non riuscì ad identificare.

 

Cercando di ignorare lo sguardo indagatore del fratello, si avvicinò al frigo per prendersi da bere, mentre Finlandia si sedeva su uno sgabello e sospirava stancamente.

 

“Ti avevo detto di non esagerare.” sentì sussurrare il norvegese, un tono irritato nella voce.

 

“Avevi detto che ti serviva del tempo.” replicò secco Svezia.

 

Islanda si voltò bevendo direttamente dalla bottiglia di acqua.

 

Vide il fratello stringere con forza in mano qualcosa.

 

All’improvviso Finlandia si alzò dal bancone e puntò un dito contro il norvegese.

 

“Norge!” esclamò stupito “Cosa  hai fatto al collo?”

 

Norvegia sobbalzò e corse ad alzare il colletto della camicia, ma Islanda fece in tempo a vedere chiaramente un piccolo livido violaceo rotondeggiante.

 

“Non è niente.” sibilò con sguardo duro “è solo che…”

 

“Gliel’ho fatto io.” disse qualcuno alla sua sinistra.

 

Islanda si voltò e vide appoggiato allo stipite della porta un Danimarca con il ghigno più strafottente che si potesse immaginare.

 

“E indovinate come è successo? Dovete sapere che…”

 

Non fece in tempo a finire la frase perché qualcosa lo colpì con estrema violenza sulla fronte.

 

Mugugnò portandosi la mano alla fronte, mentre l’oggetto misterioso cadeva a terra.

 

Norvegia si rimise a sedere dopo aver completato il suo lancio perfetto.

 

Islanda fissò ciò che era rimbalzato a terra.

 

Una rondella di liquirizia.

 

UNA RONDELLA DI LIQUIRIZIA.

 

Qualcosa scattò nella sua mente, mentre si girava a fissare il fratello.

 

Quello aveva in faccia un sorriso compiaciuto che ricordava molto da lontano quello che aveva avuto fino a pochi secondi prima Danimarca.

 

Non era possibile…

 

Corse su per le scale, fino in camera.

 

Raggiunse il nascondiglio segreto sotto il letto. Tirò via l’imbottitura che lo nascondeva.

 

Vuoto.

 

Completamente vuoto.

 

Si alzò e fissò la parete davanti a sé con sguardo spento.

 

Non era possibile…

 

Uno strano tremito si impadronì delle sue mani.

 

Fuori dalla finestra si sentì un cupo rombo.

 

 

 

“Allora lo avete trovato?” chiese curioso Finlandia, guardando Norvegia e Danimarca.

 

“Certo! E non è stato facile, lasciatelo dire!” cominciò il danese, che aveva riacquistato tutta la energia.

 

“Devi sapere che…”

 

Non poté continuare perché all’improvviso la terra sembrò cominciare ad ondeggiare, mentre uno strano rumore si diffuse nell’aria. Era come un sordo mugghio.

 

“Cosa diavolo…” pensò, aggrappandosi al bordo del tavolo, e cercando con lo sguardo gli altri.

 

I quattro Nordici si voltarono di colpo quando la porta della cucina fu spalancata con un tonfo.

 

Sulla soglia apparve Islanda, con Mr. Puffin che volava attorno alla sua testa.

 

Ma non sembrava affatto il solito Islanda.

 

I suoi occhi avevano assunto una strana sfumatura rossastra ed scintillavano di rabbia, mentre sembrava che per qualche strano motivo il suo corpo fosse diventato più grande, e che emanasse una strana aura scura e violenta.

 

Faceva paura.

 

Danimarca sentì un brivido scorrergli lungo la schiena, e istintivamente cercò con lo sguardo Norvegia, che aveva un’espressione sconvolta che non gli aveva mai visto.

 

Una bassa voce lo costrinse a voltarsi e a rivolgere di nuovo la sua attenzione a Islanda.

 

“Siete stati voi…”

 

Non assomigliava affatto alla voce di Islanda.

 

Sembrava provenire dai luoghi più profondi della terra.

 

Fuori il rombo cupo aumentò d’intensità.

 

“Non avete idea di cosa avete fatto…”

 

Dall’esterno si sentì un botto assordante.

 

Una colonna di fumo si levò all’orizzonte, mentre Danimarca sentiva le piccole mani del fratellino afferrargli il colletto della camicia.

 

 

 

Aeroporto di Heathrow, ore 9:30 am

 

Inghilterra compose il numero per l’ennesima volta, avvicinando la cornetta all’orecchio e sentendo gli squilli echeggiargli nei timpani.

 

Ticchettò con le dita nervosamente sull’apparecchio, mentre girava lo sguardo  verso il tabellone delle partenze.

 

Ogni singolo volo era stato cancellato.

 

Compreso il suo volo delle 14:10 del giorno prima per New York.

 

Era stato costretto a trascorrere una giornata intera dentro all’aeroporto, compresa di nottata su una scomoda sedia di plastica, insieme a centinaia e centinaia di altre persone che aspettavano notizie sui propri voli, mentre gli altoparlanti sparavano ogni dieci minuti con la solita voce metallica le solite parole:

 

“A causa della nube di cenere vulcanica tutti i voli sono cancellati fino a nuovo avviso. Ci scusiamo per il disagio.”

 

Il pugno dell’inglese si abbatté stizzoso sul telefono, mentre aspettava che qualcuno rispondesse.

 

Aveva fatto quel numero almeno venti volte nel corso della giornata, ma non aveva mai ricevuto risposta.

 

Cosa diavolo stava succedendo a casa di Islanda?

 

Sbuffò, e stava per riabbassare quando inaspettatamente dall’altra parte qualcuno alzò la cornetta.

 

“Islanda!” cominciò l’inglese, senza dare il tempo a chi aveva risposto di dire alcunché “Cosa diavolo stai facendo? Per colpa del tuo maledettissimo vulcano, Eyajalla... Ejayajoku… Insomma, quello, nessun dannatissimo aereo può decollare! Sono bloccato in aeroporto da un giorno intero, bloody hell! Si può sapere che diavolo stai combinando? Hai intenzione di finire con l’eruzione, oppure vuoi farci restare a terra tutti fino che…”

 

“Ciao Inghilterra.” disse una voce alla cornetta.

 

L’inglese fermò di botto la sua invettiva.

 

“Danimarca?” chiese stupito

 

“Sì, sono io” sussurrò il danese alla cornetta “E comunque il vulcano si chiama Eyjafjallajökull.”

 

“Che diavolo ci fai da Islanda? Ah, non importa, senti che sta succedendo, dannazione?! Dovevo prendere un volo ieri pomeriggio e per colpa di quel maledetto vulcano sono a terra! Quindi, se mi potessi spiegare…”

 

“Adesso non posso spiegarti, non avrei neanche dovuto rispondere al telefono…”

 

Inghilterra si zittì un attimo. Aveva sentito una nota di panico nella voce del danese, mentre in sottofondo una voce che assomigliava molto a quella di Norvegia sussurrava qualcosa di simile a “Idiota, riattacca prima che ci scopra!”

 

“Danimarca.” disse deciso l’inglese “Che diamine sta succeden…”

 

Sentì un urlo provenire dall’altra parte della cornetta, insieme a un rumore simile a quello di una porta che andava in mille pezzi.

 

Poi una voce terribile.

 

Una voce che sembrava provenire direttamente dall’inferno.

 

“Ah, vi nascondevate qui…”

 

Un altro rumore di qualcosa che veniva distrutto. Inghilterra deglutì.

 

“Ice…” sentì dire dal danese “Aspetta ti prego…”

 

“Niente scuse!” disse la voce terribile “Fila in cucina a prepararmi i wienerbrød! E vedi di metterci parecchia crema! E tu…”

 

Assunse un timbro simile a un basso ringhio, mentre l’inglese sentì Norvegia emettere un gemito.

 

“Abbiamo un paio di cose di cui discutere…”  sussurrò minacciosa la voce, che Inghilterra, se aveva capito bene, era di Islanda.

 

Sentì dei passi che si allontanavano, insieme al rumore di qualcosa che veniva trascinato.

 

Nella mente dell’inglese si insinuò il terribile dubbio che quel qualcosa fossero i corpi di Danimarca e Norvegia.

 

Posò delicatamente al suo posto la cornetta, interrompendo la chiamata.

 

Fissò un attimo con sguardo incredulo l’apparecchio.

 

Poi si allontanò, ancora stordito.

 

Meglio prepararsi a una lunga attesa, pensò.

 

Chissà cosa avevano combinato per far arrabbiare così tanto Islanda…

 

 

 

Note & Chiarimenti

 

Halló!

 

Avete visto cosa succede a far arrabbiare Islanda? Ve lo sareste mai aspettato?

 

La buona notizia è che l’eruzione alla fine consumerà tutte le energie di Ice, cosicché tornerà magro e snello come prima! Certo, fino al momento in cui non ricomincerà ad abbuffarsi di dolci…

 

Il vulcano citato è il famoso Eyjafjallajökull, che eruttò il 20 marzo e il 9 maggio 2010  bloccando il traffico aereo in gran parte dell’Europa… Adesso sapete come mai.

 

Smørrebrød e rødgrød sono due piatti danesi. Il primo è un piatto salato, una fetta di pane scuro spalmata con burro e ricoperta con salmone o qualunque altra cosa vogliate; è un po’ la base dei pasti danesi! Il secondo è un dolce, una specie di crema-budino ai frutti di bosco. Per ulteriori info: http://en.wikipedia.org/wiki/Sm%C3%B8rrebr%C3%B8d e http://en.wikipedia.org/wiki/R%C3%B8dgr%C3%B8d

 

Nel frattempo guardate cosa si è inventato Danimarca per non ingrassare: http://www.corriere.it/esteri/11_ottobre_01/danimarca-tassa-grassi-burchia_aad53fe6-ec21-11e0-827e-79dc6d433e6d.shtml

 

Siamo arrivati alla conclusione della storia! Ma aspettate a scrivere la parola fine perché la settimana prossima ci sarà il capitolo extra con i retroscena e scene inedite che non vi sareste mai aspettati!

 

Bene, adesso non resta che rispondere alle recensioni insieme a… ehm…

 

Islanda: Non avere paura, tu non mi hai fatto nulla, quindi non ti capiterà nulla… *mangia liquirizia*

 

Ehm… Ok…

 

Dunque, la prima è Bazylyk19, che ha istituito lo speciale “Premio Astuzia” per Fin e Ice!

 

Ice: Non osare paragonarmi a mio fratello…

 

Ehm, mi sa oggi è meglio non contraddirlo… Anche da parte mia massima stima per Fin che batte Svezia! L’idea che ci perda diventa uke potrebbe essere applicata da qualche parte….

 

Ah, hai visto Nor ha seguito il tuo consiglio poi! Per sapere meglio cosa è successo, aspetta il prossimo capitolo!

 

Ice: Scrivi, scrivi la LilyxNor… Quello lì si merita anche di peggio…

 

Oggi mi fa paura!  Spero ti sia arrivato il Lego!

 

A presto!

 

La seconda è adrienne riordan! Vorresti essere messa a dieta da Nor? Non so quanto ti convenga…

 

Ice: Proprio per niente… E poi ora è un po’ occupato sai… *sguardo malvagio*

 

Brrr… Andiamo avanti! Come hai ben visto, Danimarca non è riuscito a fare una buona guardia, anzi ha organizzato una bella bisboccia per il suo fratellino! Come avrei voluto essere presente!

 

Ice: Ho spedito io Danimarca, ho usato le poste islandesi che sono perfettamente efficienti…

 

Ma hai fatto i buchini per l’aria nella cassa?

 

Ice: Ops…

 

Alla prossima! (speriamo che Dan ce la faccia ad arrivare salvo!)

 

La terza è Milla Chan, che aveva il sospetto che Ice avesse delle scorte segrete…

 

Ice: E come avrei fatto sennò a sopravvivere?

 

Ho il piacere di informarti che le costole di Fin sono appena state elette (da me) a nuovo strumento musicale e che mi batterò perché siano inserite in qualche orchestra/gruppo musicale!

 

Grazie mille per i complimenti! Sono contenta che la storia sia apprezzata! Aspetta l’ultimo capitolo per fare le ultime risate (spero!)

 

Ice: Non. Dire. Che. Nor. È. Un. Figo. Mai. Più.

 

Ehm… Certo Ice, sei tu il migliore! (Oggi fa troppa paura!)

 

A presto!

 

La quarta è NatsuNoYume! Che bello, una nuova recensitrice!  Ti è affezionata, Ice!

 

Ice: Grazie per il tuo sostegno. Hai ragione a dire che Nor è cattivo, ma il termine è riduttivo…

 

Hai azzeccato i progetti di Nor! Anche se la corsa non ha prodotto gli effetti sperati!

 

Svezia che s’immagina Fin vestito da sposa è fantastico… D’altronde a forza di dire “moglie” si sarà fatto qualche trip mentale no??

 

Grazie mille per i complimenti! Non ti preoccupare, non mi hai annoiato assolutamente, ogni recensione che ricevo, anche fosse di una sola parola, mi rende immensamente felice! Quindi spero che continuerai a seguirmi!

 

Al prossimo capitolo!

 

La quinta è Dark Marianne! Che peccato che non ti piaccia la Sirenetta, è una delle mie fiabe preferite!

 

Ice: Danimarca me la leggeva spesso prima di andare a dormire…

 

Awww, che carini! Vorrei vedervi anche ora!

 

Ice: Scordatelo. Non sono un bambino.

 

Peccato… L’idea del Lego grasso di Islanda mi ha fatto sbellicare dal ridere! È davvero geniale! Però Dan se li era fatti fare prima che cominciasse la storia, quindi è normale! Magari se ne farà fare un altro con questa variante…

 

Grazie per la nuova cascata di “BELLOOO!”  Spero il seguito ti sia piaciuto!

 

Alla settimana prossima!

 

La sesta è NoireNeige che si era preoccupata moltissimo! Temeva che Norge fosse diventato buono!

 

Ice: Non ci credere neanche per un secondo. Sono tutte finte.

 

Come avrai notato oggi non è di buon umore… Comunque è vero che senza Mr. Puffin Ice avrebbe fatto poco e niente…

 

Purtroppo Sve non ha lasciato vincere Fin, è stato battuto in modo vergognoso tutte le volte! Fin è un vero asso nei giochi di strategia!

 

Ice: Questa è una tua invenzione, vero?

 

Zitto, non mi smontare tutto!

 

Dan-criceto mi ha fatto ridere tantissimo! Anche io vorrei andare a cena fuori con i Nordici, ma non credo che Nor darebbe la mancia al cameriere, mi sa un po’ di tirchio…

 

Grazie mille per i complimenti! Waaaa, sono contentissima! *Saltella allegra in un prato di margherite e arcobaleni*

 

Al prossimo capitolo!

 

 

 

Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite o seguite, e tutti quelli che hanno semplicemente letto!

 

Ice: Commentate se non volete che la cenere del vulcano vi sommerga la casa.

 

Ice! Non mi spaventare i lettori!

 

 

 

Kveðja!

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: happylight