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Autore: _Deina13    07/10/2011    1 recensioni
''Questo è il nostro tempo, appartiene a noi e dobbiamo renderlo migliore di quello che già è''
-You can’t bandage the damage, you never really can fix a heart- Demi Lovato
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero immersa nella lettura di un libro, sprofondata nella poltrona della mia camera, la tv accesa con Abrìl che la guardava, tanto neppure le cannonate mi avrebbero distolto dal mio immedesimamento dalla lettura, e le cannonate arrivarono
-Abrììììììììl!!- Rosmery entrò saltando nella stanza seguita a ruota da Laura -è arrivato un ragazzo nuooooovoo!!! Sembra Alex Pettyfer!! Vieni avedere!-
Sbuffai. Come facevanoa  pensare a certe cose? Non avevano senso, sembravano delle gatte in calore, ogni volta che vedevano dei ragazzi fighi iniziavano a fare le oche
-Oddio Oddio, cazzo devo vederlo!- uscirono saltando e urlando tutte eccitate,  sembravano bambine impazienti di andare al parcogiochi.
Non mi importava tanto dopo dieci minuti avevo un appuntamente con Alex sotto l'istituto, così abbandonai la lettura ed iniziai a vestirmi, cinque minuti dopo ero prontissima a uscire col mio migliore amico.
Scendevo le scale, mentre scrivevo un sms ad Alex, andavo di fretta anche se ero in anticipo, ma piaceva anticiparmi; i soggetti che erano nella sala d'ingresso non li avevo mai visto, tranne la mia tutrice legale, la signora Folls, gli altri dovevano essere i ragazzi nuovi, sapevano che sarebbero dovuti arrivare quattro o cinque in mattinata, ma nessuno di loro era apparentemente un tipo che rientrava nei parametri della normalità, per quella che per me era la normalità. Tutti i tipici tipi atletici e perfettini, alti, biondi e con gli occhi azzurri. Qunto li odivo, quei tipi credevanos empre di avere in mano il mondo, quando però si ritrovano a quarant'anni a vievere in uno squallido appartamento soli come cani, non fanno più i perfettini. In ogni caso Alex mi aspettava.
Dinanzi l'istituto c'era un piccolo giardino con una stradina che portava alla via provinciale, dove Alex mi aspettava sempre con lo scooter. Attraversai lentamente la stradina di breccia, facendo attenzione a non inciampare nelle pietre; alla fine della strada lo vedevo appoggiato al suo motorino con le braccia conserte, che mi stava aspettando, ma ben presto vidi che non era solo. Affianco a lui c'era un ragazzo, che nona vevo mai visto prima, forse un suo amico del liceo. Strano. Io e Alex non avevamo altri amici apparte noi, gli altri ci eticchettavano come sfigati e ci lasciavano perdere, comunque doveva essere qualcuno nuovo, conoscevo i suoi compagni, nessuno che io ricordassi.
-Ehy ciao!- salutai da un paio di metri di distanza, avvicinandomi
-Ciao Chate!- fece Alex alzando la mano -ti presento il mio cugino preferito, Duncan Emtec-
Il ragazzo mi dava le spalle, era rivolto verso lo scooter, così non riuscivo a guardarlo in faccia, così girandosi diede modo ai suoi capelli biondi di oscillare al movimento della sua testa, due grandi occhi verdi penetranti conparvero sul suo viso, una bocca rossa e carnosa sotto il piccolo naso; era altissimo almeno cinque centimetri di più di Alex, che era molto più in alto di me, somigliava molto a uno di quei ragazzi dentro all'istituto
-Piacere di conoscerti- si chinò per fare il baciamano -Chate-
Ero senza parole -Piacere, Duncan- gli sorrisi e lui mi lasciò la mano
-Duncan è uno dei ragazzi nuovi dell'istituto- disse rivolto a me, poi a lui -Chate è nell'istituto da quando aveva tre anni, potrà aiutarti a integrarti-
-Oh certo!- confermai io -conosco ogni singolo angolo di questo edificio, certoc he ti aiuterò-
Lui sorrise e aprì la bocca per dire qualcosa ma la signora Folls uscì dall'uscio della porta urlando
-Duncan! Sei in ritardo! Stiamo aspettando tutti te-
Lui sbuffò -scusate devo andare adesso-
-Oh si, certo- balbettò Alex
-Vai, e in bocca al lupo per il primo giorno!- sirrisi di nuovo
Lui stava andando -Crepi!-
-Bene- sospirai -andiamo?-
-Woow c'è chimica fra i due- scherzò Alex
-Ma che chimica e chimica- sbottai io -andiamo a  farci questo tatuaggio o no?-
Montai in sella allacciandomi il casco e lui fece lo stesso.
Dovevamo andare in città, da un amico di un compagno di classe di Alex, a farci un tatoo di quelli con l'ago, di quelli veri non all'henné. Non avevo ancora deciso cosa farmi, lui invece aveva optato per una piccola frase sull'avambraccio: 'Free Yourself' con una scrittura molto antica, di quelle fighe in corsivo, tutto nero. Io volevo una scritta, nella stessa calligrafia sua, ma non avevo idea di che frase. Alla fine, uscii dal negozio con una frase tatuata sulla spalla sinistra, verso la schiena, c'era scritto 'sometimes i need remember that i'm alive', in corsivo, di quelli tutti pastricciati dei bambini delle elementari, era bellissimo. Alex mi aveva fatto uno splendido regalo, me ne faceva sempre di diversi, non bisognava esserci per forza un motivo, lo faceva per farmi stare bene. Eravamo intanto arrivati all'istituto, erano le otto di sera, giusto in tempo per la cena
-Okay, è passato un'altro giorno- Alex mi diede un bacio sulla guancia aiutandomi a scendere -ci vediamo domani a scuola-
-Si- annuii -ma posso farti una domanda?-
-Si, certo, dimmi- disse lui attonito
-Duncan...- iniziai
-Aaah ecco la chimica- iniziò a sfottere dandomi delle gomitate
-Ma che chimica...- sbuffai -vebbeh ci ho ripensato, non te lo chiedo più, addio- feci l'offesa
Rise -vieni qui dai- mi tirò a lui stringendomi il braccio -Duncan viene da un piccolo paesino della capitale, è orfano di madre e di padre da quando è nato, lui vieve con la figlia della sorella di mia nonna, una mezza specie di cugino, ma siamo molto legati-
-Bene- dissi facendo finta di nulla -ora puoi andare-
-Dai- disse baciandomi la guancia -non fare così-
-Va bene- sbuffai -è meglio che vada ora- gli diedi un bacio e lui se ne andò.
Duncan. Che bel nome, Duncan.
   
 
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