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Autore: EverybodyHurts    07/10/2011    6 recensioni
Quella mattina Chiara si svegliò come al solito, con il suo fare scontroso e menefreghista. Le sembra una giornata come tutte ma non sa che incontrerà per la prima volta quegli occhi: i SUOI occhi, così blu.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccovi il nuovo capitolo, guys! :3
Spero vi piaccia. **
Grazie ancora, di tutto. <3
Domani aggiungo le risposte alle vostre recensioni. Un bacio e buona lettura. :33

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Le sue mani erano ancora sui miei fianchi e mi lasciavano lievi carezze, le sue labbra erano ancora incollate alle mie, le mie mani erano ancora intrecciate fra i suoi capelli e i nostri occhi erano ancora chiusi. Una voce molto familiare mi fece sobbalzare.
<< Che sta succedendo qui? >> chiese Sofia a braccia conserte con le sopracciglia aggrottate.
Di scatto mi allontanai da Luca, ansimante per quel bacio così lungo.
Scossi il capo e guardai Sofia.
<< Niente! >> risposi.
Luca mi guardò spalancando gli occhi e Sofia fece altrettanto.
<< Niente? >> chiesero all’unisono fissandomi.
Io abbassai lo sguardo arrossendo, spostai una ciocca di capelli dal volto e incrociai le braccia al petto mordendomi il labbro inferiore.  
<< Figuriamoci cosa sarebbe accaduto se fosse successo qualcosa.. >> disse Sofia.
Luca, intanto, continuava a fissarmi ferito.
<< Non è successo niente, okay? >> gridai allontanandomi.
<< E ora dove vai? >> chiese Luca.
<< Me ne vado a casa. >>
Affrettai il passo sperando che nessuno mi seguisse, si era già fatto buio. Mi odiavo quando mi comportavo così. Perché dovevo essere così orgogliosa da non riuscire neanche ad ammettere l’evidenza? Perché non sapevo aprirmi e mostrare i miei sentimenti? Sapevo che Sofia non avrebbe mai giudicata. Eppure continuavo a fare la stupida ragazzina che non sa neanche lei cosa vuole. Avevo semplicemente paura di delusioni, paura di soffrire.
Qualcuno mi aveva seguita, invece.
<< Sono decisamente offeso. >> disse.
<< Cosa? >>
<< Hai definito “niente” quello che per ogni ragazza avrebbe significato “bacio da Oscar” >>
Sbuffai stanca del suo umorismo. Lui afferrò il mio braccio destro.
<< Qual è il tuo problema? >> disse tornando serio e guardandomi dritto negli occhi.
Fissai quel meraviglioso colore azzurro e mi ci tuffai.
<< Il problema è.. >> le parole vennero a mancare e, mio malgrado, qualche lacrima accarezzò il mio volto. Mi pentii amaramente, sapevo di essere debole, ma non volevo mostrarlo al mondo. Dentro la facciata da dura, si nascondeva la vera Chiara.
Lui posò le sue mani sulle mie guance.
<< Io non so perché tu sei così particolare, così diversa, così.. strana. Ma questo fa parte di te e, anche se ne avessi la possibilità, non cambierei mai il tuo modo di essere, Chiara. >>
<< Ho paura.. >> ammisi.
<< Non devi averne, non fuggire. >> disse lui, continuando a fissarmi e pian piano si avvicinò alla mia bocca. Prima che si avvicinasse ulteriormente, feci io il primo passo. Aveva tremendamente ragione, non dovevo fuggire. E soprattutto non dovevo fuggire dalle cose che mi facevano stare bene. Allontanarmi da lui che aveva continuato ad essere carino con me nonostante il mio carattere era un atto di autolesionismo. Mi alzai sulle punte e raggiunsi le sue labbra. Lessi lo stupore e la meraviglia nel suo sguardo. Ancora una volta, le mie mani finirono nei suoi capelli così morbidi, come se fossero state create a posta per accarezzarli. Fu un bacio molto più dolce rispetto al primo e decisamente perfetto.
Ad un certo punto, sobbalzai. Una band cominciò a suonare e cantare sul palco lì vicino. Luca mi guardò e sorrise.
<< E’ cominciata la festa.. tutte le sere giostre, crepes, pizza e bancarelle. >>
<< Andiamo a fare una passeggiata? >> proposi.
Lui annuì. M’incamminai verso il palco, con lui al mio fianco. Avvicinò la sua mano alla mia. Quel contatto mi provocò una serie di brividi che mi fecero ritrarre la mano di scatto. Arrossii per la figuraccia. Tutte le prime volte sono emozionanti e danno i brividi, con il tempo ci si abitua, ma non si scorderà mai la scintilla provata quella volta.
<< Mi consenti di fare questo.. >> disse stampandomi un dolce bacio sulle labbra.
<< ..ma non mi consenti di fare questo? >> continuò accarezzandomi la mano e intrecciandola alla mia.
<< E’ una questione d’abitudine.. >> dissi io sorridendo.
Ci ritrovammo a camminare tra la folla mano nella mano sotto gli occhi circospetti degli amici di Luca che ogni tanto ci lanciavano occhiatine eloquenti e sorrisetti.
Ogni tanto lui si voltava verso di me e, quando mi accorgevo di avere i suoi occhi addosso, ricambiavo lo sguardo sorridendo dolcemente. A volte uno sguardo vale molto più di una parola.
<< Perché non saliamo sul tagadà? >> chiese Luca ad un certo punto.
Io lo guardai e annuii.
Si diresse verso la cassa e pagò anche per me. Salimmo sulla giostra e lui, con il braccio mi cinse le spalle.
<< Sei mai salita sul tagadà? >> mi chiese.
<< Sì, qualche volta con Sofia.. >>
<< Ti sei alzata mai in piedi? >>
<< Ehm.. no! >> esclamai.
<< Stasera lo farai. >> disse lui deciso.
<< Cosa? >> urlai e gli altri si voltarono a guardarmi, credendo fossi pazza.
<< Fidati, è fantastico. >> disse lui sorridendo.
Ovviamente, non avevo intenzione di dirgli che avevo una paura tremenda di alzarmi mentre il tagadà saltava di qua e di là, perciò avrei trovato una scusa al momento opportuno.
<< Reggiti.. piccina come sei potresti volare fuori da un momento all’altro. >>
La musica cominciò e il tagadà iniziò a girare ad una velocità impressionante. Io mi reggevo alle sbarre protettive con quanta più forza potevo, lui invece era immobile e non si degnava nemmeno di aggrapparsi a qualche appiglio sicuro.
Dopo pochi minuti, arrivò il momento dei coraggiosi: chi voleva, poteva mettersi al centro del tagadà in piedi mentre la giostra si muoveva.
Luca fece per alzarsi ma io lo bloccai.
<< Sai cosa stai facendo, vero? >>
<< Andiamo Chiara, non sto mica partendo per la guerra. Mi piacerebbe davvero che tu venissi con me. >> disse lui.
Io spalancai la bocca insicura. Lui mi tese la mano invitandomi a raggiungerlo.
I suoi occhi m’ispiravano sicurezza, sapevo che non mi avrebbe mai fatto cadere. Così mi alzai d’impulso, leggermente spaventata. Mi posizionai davanti a Luca che mise le sue mani sui miei fianchi.
<< Fidati di me. >> mi sussurrò ad un orecchio.
Annuii con il cuore a mille.
<< Basta guardare un punto fisso ed il gioco è fatto. >> disse lui.
Il tagadà inizio a saltare ed io seguii il suo consiglio. Continuai a fissare un albero in lontananza e sentivo le sue mani contro di me. Il suo tocco era così protettivo..
Poi il tagadà si fermò e noi scendemmo.
<< Ti è piaciuto? >> chiese lui.
<< Tantissimo, non vedo l’ora di rifarlo. >>
<< Sapevo che avresti risposto così.. >>
<< Mi dai della prevedibile? >> chiesi a braccia conserte, sorridendo.
<< Mai detto in vita mia. >>
Scoppiai a ridere.
<< Per curiosità, cos’hai fissato? >> chiese lui.
Approfittai per farlo ingelosire. Adoravo i ragazzi gelosi al punto giusto.
<< Fissavo un ragazzo in lontananza.. era davvero bello. >>
Luca s’irrigidì e io sghignazzai.
<< Fissavo un albero, in realtà. >>
Lui scoppiò a ridere. << Anche io. >>
<< Davvero? >>
Fece cenno di sì con il capo.
Guardai il mio orologio: si era fatto davvero tardi.
<< Ehm.. io dovrei tornare a casa. >> affermai.
<< Di già? >> chiese lui tristemente.
Annuii.
<< Almeno questa volta mi permetterai di accompagnarti? >> chiese accarezzandomi le braccia.
<< Ma certo che sì! >> esclamai.
Sempre mano nella mano, raggiungemmo il suo motorino. Mi passò il casco e mise in moto. In pochi minuti eravamo davanti casa mia. Avrei voluto che quel “viaggio” fosse durato di più, anche solo per il gusto di stringere Luca..
<< Siamo arrivati.. >>
<< Già.. >> conclusi.
<< Buonanotte.. >> disse lui mettendo a posto il mio casco.
<< Volevo chiederti una cosa: pensi davvero che io sia strana? >> domandai.
<< Certamente. Ma è proprio questo che mi ha attratto sin dal primo momento, sull’autobus. >>
Sorrisi.
<< Beh.. allora buonanotte. >> dissi io.
<< Buonanotte a te! >>
Feci per voltarmi ma lui mi bloccò.
<< Stai dimenticando qualcosa.. >>
Dolcemente mi baciò. Ricambiai il bacio, felice.
<< Sogni d’oro. >> sussurrò.
Intrecciai la mia mano alla sua ancora una volta, poi mi voltai ed entrai in casa. Richiusi la porta e mi sdraiai sul divano ridendo.
E tra me e me pensai: Grazie della meravigliosa giornata, Luca.
   
 
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