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Autore: Solieh    08/10/2011    2 recensioni
Tutta questa neve che ora, come allora, cade e si posa leggera su se stessa, che senso ha? Che senso ha restare a guardarla tenendo per mano Kaito?
Dio, colei che mi strugge, ancora oggi porta il nome Aoko.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Kaito Kuroba/Kaito Kid
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Senti tu che stai lassù, io dove potrò mai andare? Perché mi hai messo al mondo? Quando lo hai fatto sapevi già che la mia vita sarebbe stata così? Non dirmi di si, altrimenti non ti perdono.
“Aoko-chan”entra nella stanza con la sigaretta accesa, il cuore comincia a battere forte più lui si avvicina.  Chiudo gli occhi e faccio dei respiri profondi. “Aoko-chan” la sua voce pare lontana anche se il tono è alto e preoccupato “Apri gli occhi Aoko-chan, apri gli occhi, guardami”.
“Ti vedo” sento gli occhi inumidirsi “ti vedo anche se rimango così” sorrido debolmente “Dimmi, che è successo in realtà? Che è successo? Dimmi che non è colpa mia ti prego”sussurro.
Piange e sorride anche lui “Si, Aoko-chan te lo giuro, te lo giuro, non è colpa tua”.
Tu che sei lassù … guardami. Le mie lacrime, non si fermeranno mai. Il mio passato, il mio presente e il mio futuro mi fanno piangere. E poi …
“Aoko-chan ti prego apri gli occhi, guardami! Puoi vedere quello che sono?”.
E poi … Aoko-chan ,è lei che più di tutti mi fa male”.

Aprii gli occhi. Era stato un sogno. Ma Aoko faceva male anche nella realtà.

 
Erano trascorsi appena quattro mesi dalla partenza di Kaito. Piangevo di continuo, e il più del tempo che avrei dovuto usare per dormire, lo passavo sprofondando nei ricordi o dentro quello che avevo nell’anima. Ma potevo sentirmi fortunata, da qualche settimana mi ero sbarazzata del sacchetto per le crisi di respirazione. Oramai l’inverno era finito, e mi si gelavano appena le punte delle dita. I gridi della mia anima non si placavano in alcun modo e io avevo smesso di cercare un rimedio. Alla fine ero riuscita a capire almeno una cosa. Per quello che provavo non c’era rimedio. In alcun modo.
La mattina andavo a scuola da sola, saltuariamente, da quando avevano saputo della mia gravidanza, Akako e Saguru avevano cominciato ad accompagnarmi. Ma quella mattina ero da sola. Ripensandoci oggi, ripensando a quel tir, vorrei tornare indietro e morire in quel giorno.
 Avrei dovuto arrendermi. Avrei dovuto farla finita, avrei dovuto farlo per gli altri.
“Aoko-chan” la voce setosa di Akako mi richiamò non appena entrai in classe “Come va oggi?” era preoccupata “Presto ti crescerà il pancione” sorrise amorevolmente.
Sorrisi per tranquillizzarla “Va bene, Aka-chan, va tutto bene, però non urlare. Lo sapete solo tu e Saguru” posai la borsa e mi sedetti “E a te come vanno le cose?” lanciai un sguardo in direzione di Saguru per far capire ad Akako quello che intendevo. Lui guardava fuori la finestra, sembrava malinconico.
“Ehm … veramente è imbarazzante da dire, visto che tu …” arrossì.
“Visto che io cosa? Che amica sarei se non ti facessi parlare di cose belle solo perché le mie cose vanno male?” sorrisi convinta “racconta!”.
Era eccitata e stranamente rossa in viso. Akako, proprio lei che era chiamata la “principessa candida” per via della sua pelle bianca, era arrossita “L’abbiamo fatto” rimasi di stucco.
“L’ave-l’avete fatto?” guardai di nuovo in direzione di Saguru stranita “Scusami tanto, questa cosa avrebbe dovuto unirvi invece ti sta sempre lontano”. Lui continuava a guardare fuori la finestra.
“Ah no, non farci caso, è che si vergogna. E poi dice che non è proprio un tipo sdolcinato. Io lo capisco, sta’ tranquilla, è tutto okey” era davvero al settimo cielo.
 Io credo sia quella la felicità. È un solo attimo di pura euforia, che poi scompare senza che uno possa accorgersene. Anche durante le lezioni Akako guardava Saguru incantata, e anche lui ogni tanto le lanciava un bigliettino o le mandava un bacio.
Senti Dio, la cosa che mi faceva male allora e che tutt’oggi continua a divorarmi la carne, non stava e non sta tanto nel fatto che io abbia perso il mio unico grande amore. L’atrocità della partenza di Kaito stava nel fatto che nessuno, nessuno mi avrebbe più potuta salvare dagli abissi che mi si aprivano sotto i piedi e mi inghiottivano spietati.
Una volta Kaito mi disse “Vorrei poter prendere sulle mie spalle tutti i tuoi pesi” sorrideva, è un ricordo ancora nitido dopo ben otto anni. Poi scosse la testa “Ma non potrei. Il dolore che proviamo ci accomuna ma allo stesso tempo è diverso, perché tu non sei Kaito e io non sono Aoko”.
Senti Dio, Kaito era la persona che mi aveva salvato, e io, forse, ero la persona che aveva salvato lui. Allora dimmi, perché? Perché mi hai tolto proprio lui?
Mentre sprofondavo nei ricordi, suonò la triste campanella che segnava la fine delle lezioni. Corsi subito via verso l’uscita, incurante del professore di matematica e dei compagni, non volevo che nessuno mi seguisse. Quel giorno passò un enorme tir davanti al semaforo dove ero ferma, e per un attimo ebbi l’impulso di lanciarmici sotto. Spiegami, dove ho trovato la forza di non farlo?
Correvo veloce verso casa eppure continuavo a metterci più tempo del solito, mi sentivo affaticata e stanca come non mai. Presi una scorciatoia e quando sbucai dal vicolo che dava sul cortile che precede casa mia, trovai ad aspettarmi la fine di tutto.
 Una volta ho pensato “ oramai sono nata e devo stare qui, ecco perché non ce l’ho fatta a togliermi la vita quella volta”. Quindi Dio, torna e indietro e cancellami o uccidimi tu, che io non ho la forza di farlo oggi come allora.
“Aoko-chan” aveva qualcosa di strano Saguru Hakuba nella voce, quel pomeriggio. Che ci faceva nel cortile di casa mia, appena fuori dallo sbocco di un vicolo? Dopo la partenza di Kaito non ci eravamo più visti. Solo quando lui e Akako si erano messi insieme, nell’ultimo mese, avevamo ripreso a frequentarci. Ma oramai i rapporti tra me e lui erano tornati quelli dei primi tempi. Rispettosi e affettuosi, ma molto freddi. Perché allora era lì, con espressione truce?
“Sa – saguru” tossii per smorzare l’atmosfera “Che ci fai qui? Non dovresti essere con Akako?”.
Senza usare la forza, ma con una delicatezza quasi spaventosa mi bloccò al muro “Aoko-chan” cominciò a piangere “Io ti amo”.
Senti tu lassù, lo so, ti assillo sempre. Ancora oggi, anche se ho venticinque anni continuo a chiedermi e a chiederti un sacco di cose. Perché proprio Kaito è dovuto andare via? Senti, Akako lo amava davvero … perché invece Saguru si è innamorato proprio di me? E la mia dolce Keiko,perché …?
Sono davanti il forno, devo comprare un po’ di pane “Ehi, ci ritroviamo” sorride davanti le vetrine del negozio accanto “Ti va qualcosa di caldo? Oggi fa particolarmente freddo”.
“Si, andiamo a casa, non c’è nessuno” non ci penso su due volte e arrossisco per questo.
Dio, io volevo solo continuare ad andare avanti tenendomi la mano a Kaito. Non chiedevo altro. Dimmi, sono forse stata egoista in qualche modo?
Le tazze fumanti si sono svuotate in breve tempo. “Sei sempre la solita mangiona”dice.
“Senti chi parla” sbuffo. Ride di gusto. “Kaito-chan” arrossisce “Kiara è tua figlia, io sono un disastro e non ce la farò mai” guardo fuori la finestra.
Sorride triste “Aoko-chan, lo so. Lo so. Non ti devi sforzare, hai fatto anche troppo”.
“Kaito, dimmi che non è colpa mia ti prego, almeno questo. Dimmi che non è stata tutta colpa mia”non piango, proprio come nel sogno.
“Aoko, non hai colpa. Smettila di distruggere te stessa, ci sono io” mi abbraccia “Ci sono io”.
“Ma rimarrai per poco, e se anche rimanessi per sempre ormai è troppo tardi” le lacrime cominciano a dipingersi sul mio volto.
Tutta questa neve che ora, come allora, cade e si posa leggera su se stessa … che senso ha? Che senso ha che ora io stia qui a guardarla tenendo per mano Kaito?
Tu che sei lassù … guardami. Le mie lacrime, non si fermeranno mai. Il mio passato, il mio presente e il mio futuro mi fanno piangere. E poi …
“Aoko-chan ti prego apri gli occhi, tu non hai colpe e ora guarda la neve” sussurra “dammi la mano”.
E poi … Aoko-chan, è lei che più di tutti mi fa male.
 




Con questo capitolo si apre una specie di parentesi. Per tre o quattro capitoli cercherò di svelarvi al meglio i caratteri di ogni personaggio. Spero di essere riuscita a trasmettervi le emozioni di Aoko e quello che Aoko stessa è. ossia una persona molto fragile che soffre molto per se stessa. Spero di riuscire ad aggiornare presto :) Grazie
  
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