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Autore: kutinjiu    09/10/2011    0 recensioni
Quante volte avete guardato un treno passare davanti a voi, mentre aspettate al passaggio a livello? Vi siete mai ritrovati a cercare di indovinare la loro storia? Non sapremo mai se fossimo nel giusto o no, ma ciò che abbiamo inventato rimane nei ricordi come se fosse una persona reale. Probabilmente qualcuno ha veramente vissuto quelle storie improvvisate e questo ci basta per considerare come realtà la nostra fantasia. D'altronde siamo liberi di immaginare il mondo come più ci piace, se questo ci rende felici.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lo Straniero
Il finestrino successivo mi offre la vista di tre ragazzi che discutono allegramente.
Uno indossa una giacca in pelle, è seduto a destra dell'amico più alto, che ha l'atteggiamento altezzoso del capobanda.
Lorenzo, il più robusto, è in piedi e gesticola, contento di avere l'attenzione dei due, cercando di sfruttare il loro momentaneo interesse.
Sta descrivendo un avvenimento del giorno precedente, uno di quegli episodi simpatici che si raccontano quando un silenzio imbarazzante è calato sulla compagnia.

Dunque, premette Lorenzo, uno straniero, avrà avuto una trentina d'anni, stava passando per la strada con una vecchia bicicletta.
Probabilmente
portava a casa la spesa appena fatta al supermercato, che distava un centinaio di metri da là.
Sì, proprio quello vicino al loro distributore di sigarette preferito, sulla strada che percorrevano ogni mattina per andare a scuola.
Lui, Lorenzo, è seduto sulle panchine del parco con un gruppetto di ragazzi.
Intralciato dalle borse, l'uomo cercava di fare quel che poteva per non sbandare o far cadere il contenuto.
Purtroppo non si era accorto di un rallentatore e, colto di sopresa dal dislivello, aveva perso la presa sul manubrio ed era caduto.
Quando i ragazzi avevano visto la scena, erano scoppiati a ridere, soprattutto alla vista di una bambola che era caduta da una borsa ed era stata schiacciata dalle ruote della bici.
L'uomo si era girato di scatto ma non aveva potuto fare altro, se non voltarsi nuovamente, preso dalla vergogna.
Tanto ormai non era più abituato a ricevere rispetto dalla gente e quindi si era rassegnato.
Poi, mentre raccoglieva le sue cose, aveva notato la bambola ed aveva sentito delle lacrime bagnargli gli occhi.
Subito le aveva ricacciate indietro, per non dare soddisfazione a quei ragazzacci, che per fortuna erano troppo impegnati ad imitarlo nella caduta.
Il giocattolo era il regalo di compleanno per suo figlia, l'unica cosa che l'aveva spinto attraverso tutte le umiliazioni subite.
Lui e sua moglie avrebbero potuto vivere nella miseria del loro paese, ma quando avevano saputo di aspettare un figlio, avevano deciso di offrirgli un futuro migliore di quello.
Così si erano trasferiti in Italia, incuranti degli sguardi sospettosi, della difficoltà nell'imparare una nuova lingua e di tanti altri problemi.
Con la prima paga del suo lavoro, giù alla fabbrica, si era finalmente potuto permettere un regalo per la figlia.
Voleva che lei si avvicinasse alla normalità, che vivesse come gli altri bambini senzo il peso dell'emarginazione che lui doveva sopportare.
Lorenzo sapeva che
ridere era un comportamento sbagliato, ma se non lo avesse fatto sapeva che gli altri lo avrebbero guardato male.
E poi quello era uno straniero, uno di quelli che si vedono ogni giorno in televisione a commettere reati.
No, lui aveva visto bene la tristezza che la vista della bambola rotta gli aveva indotto.
Allora era diventato improvvisamente serio, ma non aveva detto nulla ed aveva lasciato che il gruppo continuasse con le sue battute, finchè non si era stancato e se ne era andato via.

Avrebbe voluto dimenticarsi quell'evento e basta, ma si era imbattuto nei due ragazzi che ammirava e gli avevano chiesto il resoconto dell'accaduto.
E' la sua occasione di avvicinarsi a loro.
Mentre racconta, sente quanto sia sbagliato quel tipo di comportamento ed odia il fatto di dover diventare una persona peggiore per farsi degli amici.
A dire il vero, lui cerca qualcuno di serio, che condivida con lui pensieri più profondi di "Quanto è figa quella ragazza" o "Quanto è figa quell'auto" o ancora "Quanto è scemo quello".
Però Lorenzo conosce solo questa realtà e si è rassegnato nella ricerca della sua felicità personale, dunque ha deciso di diventare come gli altri e provare a vedere se la violenza, il fumare e l'insultare le persone lo rende felice come rende loro.
Uno dei ragazzi sul treno, sta pensando a quanto gli stia bene a quello straniero, si ricorda quella volta che sua madre è tornata a casa sconvolta, dopo il borseggio.
Era buio, non si vedeva quasi nulla, ma era sicura che non fosse stato un italiano. E no, non aveva sentito la sua voce.
Ecco ciò che aveva riferito all'agente di polizia, in seguito.
Gli piace il modo di fare di Lorenzo, sembrava tanto buono ed invece è abbastanza simile a lui, forse si era sbagliato ad escluderlo dal gruppo qualche mese fa...
L'altro ragazzo, quello con la giacca in pelle, invece è disgustato dalla storia, però è costretto ad annuire ed ascoltare come se la gradisse.
Sapeva che non ci si dovrebbe comprotare così, tuttavia ora ha un sacco di amici che lo reputano un duro.
Gli piaceva il modo di fare di Lorenzo, sembrava una persona ragionevole, diversa dagli altri, ma forse si è sbagliato...

E mentre quelle tre vite si intrecciano nel modo sbagliato, il treno mi toglie la loro visuale, regalandomene in cambio un'altra altrettanto interessante.








  
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