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Autore: kutinjiu    05/10/2011    1 recensioni
Quante volte avete guardato un treno passare davanti a voi, mentre aspettate al passaggio a livello? Vi siete mai ritrovati a cercare di indovinare la loro storia? Non sapremo mai se fossimo nel giusto o no, ma ciò che abbiamo inventato rimane nei ricordi come se fosse una persona reale. Probabilmente qualcuno ha veramente vissuto quelle storie improvvisate e questo ci basta per considerare come realtà la nostra fantasia. D'altronde siamo liberi di immaginare il mondo come più ci piace, se questo ci rende felici.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Racconti del Passaggio di un Treno
La pioggia fine scroscia sulla strada trafficata.
A lato, le macchine sono ferme al passaggio a livello.
Il semaforo che segnala l'arrivo del treno, emana una luce rossa e sfuocata.
I rumori della città sono sovrastati dalla musica, emessa dalle cuffie che pulsano nelle mie orecchie.
Mi fermo davanti alle sbarre, in attesa del transito del treno.
Prendo l'ipod per cambiare canzone, ne scelgo una profonda e lenta, adatta a questa atmosfera.
Guardo il treno che passa indolente; purtroppo sono arrivato in ritardo e non mi resta che osservarlo con una punta di fastidio.
Il mio sguardo si sofferma sul Sole.
Il bagliore adamantino, emanato dall'astro, si sta spegnendo progressivamente dietro ad alcune colline nevose, i cui profili si stagliano indefiniti all'orizzonte.
Nubi scure in cielo soffocano gli ultimi sprazzi di luce, la strada viene ammantata dalla penombra.
Al passaggio del treno,
si alza una leggera folata di vento.
Stringo la presa sull'ombrello, che rischia di volarmi via dalla mano.

Il primo vagone scorre pigramente davanti al mio sguardo, perso tra la musica e la pioggia sempre più fitta.
Poi mi riscuoto e rivolgo l'attenzione ai finestrini.
I vetri lucidi rivelano le attività dei viaggiatori.
Vedo un signore canuto che sta leggendo un giornale tutto spiegazzato.
Ha il volto corrucciato, come se qualcosa lo preoccupasse.
In prima pagina si legge una parte del titolo in grassetto "Eroe di guerra cade ne...", si intravede la foto di un generale con lo sguardo severo.
In secondo piano, compaiono,
in posa con lui, le figure dei colleghi.
Tra loro vi è l'anziano del treno, che ovviamente a quei tempi era ancora molto giovane.
Il corpo dell'uomo nella fotografia è snello e longilineo, la pelle è liscia, il volto trasmette orgoglio ed ambizione.
La sua versione nel presente invece, ha le spalle curve ed affaticate, la pelle coperta di rughe e chiazze dovute alla vecchiaia e lo sguardo ha perso la luce di una volta.
Dopo aver letto l'articolo, dove si parlava della morte di un suo commilitone, era stato preso dal panico.
Lacelot li aveva avvertiti riguardo alle sue intenzioni ma loro non gli avevano dato retta, credendo che con il tempo avrebbe cambiato idea o se ne dimenticasse.
Ora erano tutti nei guai.
Secondo l'articolo, il commilitone era diventato un eroe di guerra, titolo conferitogli per aver salvato un intero villaggio durante la guerra in Vietnam.
Tuttavia, questa onorificenza gli era stata tolta in seguito alle rivelazioni che lui stesso aveva scritto nel testamento.
Aveva svelato il meccanismo sfruttato dai membri dell'Unità 7 per guadagnare soldi facili.
Lacelot era sempre stato l'anello debole del gruppo, purtroppo non avevano potuto rinunciare alle sue preziose conoscenze nel campo della medicina.  
Aveva saputo dosare i farmaci in modo che causassero nei prigionieri sofferenze o morti apparentemente casuali, a seconda della necessità.
Era ammirevole come quei luridi ribelli si fossero battuti per l'onore del proprio paese, ma conservassero piccoli patrimoni, ottenuti saccheggiando i villaggi dei propri connazionali.
Ognuno aveva un suo piccolo desiderio, per il quale era disposto a pagare, che fosse la salvezza dei propri figli o un banale sigaro.
Quelli tanto sfortunati da capitare nelle grinfie dell'Unità 7, raramente avevano ottenuto ciò che avevano implorato.
Inoltre altrettanto raramente avevano conservato il proprio oro... e la vita.
L'Unità 7 aveva reputato che il miglior modo per garantire il silenzio di qualcuno, fosse nel mutismo eterno della morte.
Per l'esercito, un prigioniero in meno significava inferiori spese di denaro e viveri.
Nessuno si era mai lamentato di alcuni strani incidenti medici.
Tra i nomi riportati sul giornale da Lacelot, c'era anche quello del vecchio, indicato come uno degli ideatori del piano perverso.
Il panico prende il sopravvento su di lui... si rende conto che sarebbe andato in prigione e tutti l'avrebbero additato come un mostro.
Sa di meritare quel trattamento, ma non vuole pagare a causa di un debole che aveva ceduto ai sensi di colpa.
Con questo comportamento, si era dimostrato più vigliacco di tutti loro
; è troppo facile confessare colpe senza subirne le conseguenze.
Come se non bastasse, aveva messo nei guai tutta la compagnia, tradendo il giuramento di segretezza.
Il vecchio si piega in avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e reggendosi disperato la testa.
Il giornale cade, le pagine si sparpagliano a terra scompostamente.
E mentre lui pensa all'oro che ancora doveva spendere, alla reazione della moglie ed alle cose terribili fatte in passato, il treno scorre e mi toglie la visuale.
Riscuotendomi, passo al finestrino successivo, oscurato per metà da graffiti incmprensibili, che il cui messaggio è conosciuto solo dal loro creatore.
 




  
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