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Autore: ColferAddict    09/10/2011    7 recensioni
“Due anni fa un volo nel cassonetto, l’anno scorso una granita dritta in faccia...”
E' questo il pensiero di Kurt varcando l'entrata del liceo McKinley per il suo ultimo primo giorno di scuola.
Se quello precedente per lui è stato "un anno niente male", come sarà l’ultimo anno di liceo?
Negli ultimi due anni ha conquistato amicizie importanti, ha trovato la sua anima gemella, ha combattuto il bullismo, ma sarà abbastanza?
Inoltre...
Santana vorrebbe concretizzare quell'amicizia che la lega a Brittany e trasformarla in qualcosa di più...
Dave sta cercando di trovare il coraggio per compiere il grande passo...
Artie desidera riavvicinarsi a Tina, non più sicura del suo amore per Mike...
Sam e Mercedes hanno discussioni che sembrano far capire loro che sono troppo diversi per stare insieme...
Rachel teme la fine dell'anno scolastico sicura che Finn non riuscirà a seguirla a NY...
Puck non ha sentito Lauren per tutta l'estate e si chiede se valga ancora la pena continuare a corteggiarla...
Quinn vorrebbe riavvicinarsi ad una sua vecchia fiamma ma non sa come fare...
Ci saranno nuovi membri nel Glee Club? I ragazzi arriveranno alle Nazionali? Vinceranno l'ambito premio?
Lo scopriremo!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Sfide

 

Sto ufficialmente per irrompere a casa tua e portarti via con me. –B

Sì, magari in sella ad un cavallo bianco e indossando un mantello! –K

Perché no! Sono quasi sicuro che un mantello mi donerebbe! –B

Non ne dubito, mio principe. –K

Stai ridendo a crepapelle, vero? –B

Colpevole. –K

Mi manchi. –B

Anche tu. Quando avrà fine questa tortura?! –K

E’ solo sabato sera! Manca ancora un giorno intero a lunedì! –B

Non ho mai voluto così tanto che ricominci la scuola! –K

Kurt aveva trascorso il week-end così, mandando un’infinità di messaggi al suo ragazzo e tempestandolo di chiamate. Non che Blaine fosse da meno, anzi. Non riuscivano a stare separati per così a lungo, non ci erano mai riusciti. Nemmeno quando Kurt era tornato al McKinley avevano dovuto sopportare così a lungo la lontananza anche perché si vedevano ogni pomeriggio, anche a costo di trascurare gli studi.

Ma il week-end era finito. Kurt non riusciva a stare fermo mentre Finn guidava con la massima calma verso la scuola. Rachel era seduta sul sedile del passeggero e stava parlando con lui amabilmente ma Kurt non avrebbe saputo dire nemmeno di cosa stavano parlando. Fortunatamente arrivarono a scuola in poco tempo nonostante Finn, a detta di Kurt, avrebbe potuto schiacciare anche un po’ sull’acceleratore, ma era questione di punti di vista. Sceso dalla macchina, Kurt si guardò subito in giro, aspettando di vedere Blaine arrivare o parcheggiare con la sua macchina. E, invece, nulla.

«Kurt, posso parlarti?» sentì una voce familiare dietro di lui. Si voltò immediatamente scoprendo Quinn, la sua coda perfetta come sempre e i suoi occhi chiari incollati al pavimento.

«A cosa devo l’onore? Saranno due anni che ci conosciamo e questa sarà la seconda volta che mi rivolgi la parola» rispose il ragazzo piuttosto acido. In realtà si stava ancora guardando intorno nella speranza di trovare Blaine che sembrava in ritardo quel giorno. Ma che diamine, proprio quel giorno doveva fare tardi?!

«Non c’è bisogno di essere così brusco».

«Scusa» fece Kurt, senza smettere di scrutare il parcheggio alle spalle di Quinn. «Che vuoi? Sei di nuovo incinta, per caso?».

«Ho capito» ribatté la ragazza indignata. «Grazie per la tua attenzione» disse e si voltò per andarsene. Fece giusto qualche passo prima di girarsi di nuovo verso di lui e gridargli contro: «Potresti anche evitare di pomiciare in macchina dove tutti possono vederti invece di lamentarti di essere vittima di bullismo!». Detto questo si allontanò correndo, stringendo i suoi libri per paura di farli cadere. Kurt non riuscì nemmeno a trovare le parole per risponderle per le rime, tanto era rimasto scioccato dalla frase di Quinn. I suoi occhi si erano sgranati e le sue labbra erano sigillate, la sua espressione sconvolta. Come si permetteva Quinn Fabray di trattarlo così dopo averlo ignorato per anni?! E quando lui e Blaine avevano pomiciato in macchina?!

Si sentì all’improvviso stringere i fianchi da due braccia forti. Le sue erano ancora bloccate a stringere la sua tracolla e non accennavano a muoversi.

«Buongiorno!» sussurrò una voce calda al suo orecchio, baciandogli il lobo, tranquillamente. Solo in quel momento Kurt si riprese dal suo stato di semi-trance, per tornare a pensare razionalmente e prestare attenzione a Blaine, che gli era mancato per due giorni interi.

«Buongiorno» rispose, girandosi verso di lui che lo liberò delle sue braccia. Appena poté incontrare i suoi bellissimi occhi nocciola, Kurt lo abbracciò di slancio, facendo quasi cadere Blaine che non si aspettava una reazione così calorosa.

«Mi sei mancato tanto» sussurrò Kurt nascondendo il viso nel collo di Blaine.

«Non ci vediamo da soli due giorni» rispose il ragazzo stringendolo. Kurt si staccò da lui, guardandolo con falso disappunto.

«Disse colui che progettava di rapirmi in groppa ad un cavallo bianco».

«Ehy, aspetta un momento!» fece Blaine, sorridendo. «Sei tu che hai messo in mezzo il cavallo!». Risero insieme per qualche secondo fino a quando Kurt ricordò ciò che gli era successo qualche secondo prima e si rabbuiò pensando alle parole di Quinn. Era stata dura nei suoi confronti, sapendo ciò che aveva passato.

«A cosa pensi?» chiese Blaine, prendendogli la mano mentre si avviavano all’interno della scuola.

«Prima che arrivassi Quinn mi ha chiesto di parlare...» cominciò Kurt andando avanti a spiegare tutto ciò che si erano detti lui e la ragazza. Nel frattempo erano arrivati davanti all’armadietto di Blaine e lui stava prendendo i suoi libri continuando ad ascoltare e a commentare con semplici vocali.

«Non sei stato proprio gentile...» disse alla fine.

«Nemmeno lei».

«Hai cominciato tu» gli ricordò Blaine. «E poi noi non abbiamo mai pomiciato in macchina. Me lo ricorderei» aggiunse con un sorrisetto sghembo.

«Ah-ah» commentò Kurt, ironico. «E’ comunque colpa tua! Se non fosse stato per il tuo ritardo non sarei stato di cattivo umore».

«E’ sempre colpa mia, eh?».

«Ovviamente».

«Perché non provi a parlarle più tardi alle prove del Glee?» propose Blaine. Kurt pensò che fosse una buona idea, sempre che Quinn volesse parlargli. Non si era ancora chiesto cosa avesse potuto volergli chiedere prima che si arrabbiasse, e comunque non riusciva ad immaginarlo.

Cosa poteva volere Quinn Fabray da lui?

«Forse è solo arrabbiata perché le ho soffiato la corona l’anno scorso».

 

***

Brittany sapeva che tutti i suoi insegnanti preferivano non averla in classe se non per le verifiche scritte e così, anche quel giorno, stava vagando per i corridoi senza una meta ben precisa quando vide Santana avanzare verso di lei, un libro tra le mani e gli stivali alti che provocavano un fastidioso rumore nel corridoio deserto.

«Ehy!» la salutò.

«Ciao Santana».

«Cos’è quella faccia?» le chiese immediatamente, preoccupata. Santana era stata più che un’amica in quegli ultimi giorni: le era sempre accanto e la faceva divertire raccontandole di come continuava a torturare Rachel ogni giorno per quello che aveva fatto alle Nazionali.

«Niente».

«Andiamo, Britt, lo sai che puoi dirmi tutto».

«Ho detto ad Artie che stiamo ancora insieme».

In quel momento fu come se un masso gigante da cento tonnellate cadesse dal cielo e prendesse in pieno Santana, rimasta senza fiato per rispondere. Tutto quello che aveva fatto per conquistarla, per dirle che l’amava, per farle capire cosa provasse era stato inutile?! No, non poteva permetterlo!

«E perché lo hai fatto?» domandò con evidente rabbia.

«Perché me lo ha chiesto» rispose come se fosse ovvio.

«No, Brittany. Intendo perché vuoi stare ancora con quel parassita?!».

Ormai Santana aveva quasi del tutto perso il controllo e stava cominciando ad urlare.

«Perché lo amo». La semplicità della risposta spiazzò la ragazza ispanica. Era tentata di chiederle se amasse anche lei ma lo aveva già fatto così tante volte che non voleva essere ripetitiva.

«Ma mi avevi detto che se le cose tra te e Artie non fossero andate per il verso giusto, saresti venuta da me!».

«Infatti stiamo ancora insieme».

«Ma se è dovuto arrivare a chiederti se state ancora insieme vuol dire che le cose non stanno andando tanto bene!».

«Mi stai confondendo» ammise Brittany in un sussurro. Santana si sforzò di non pensare a quanto fosse adorabile quando assumeva quell’espressione.

«Vediamo se così ti è più chiaro: chi ti è stata vicina tutta l’estate?».

«Tu».

«E quando arrivi a scuola, chi desideri vedere per prima, me o lui?».

«Te».

«E allora perché ti ostini a voler stare con lui?!» urlò Santana esasperata.

«Forse dovrei dirgli che è finita». Brittany non sapeva più perché aveva rassicurato Artie dicendogli che stavano ancora insieme. In realtà non sapeva nemmeno perché glielo avesse chiesto.

«Alleluia!».

«Ma non posso».

«E perché?».

«Non voglio ferirlo». Santana strabuzzò gli occhi di fronte a quella dichiarazione. Non voleva ferire lo storpio, ma a lei non ci pensava? Non pensava al fatto che, ogni volta che la sentiva parlare di lui, il suo cuore andava in mille pezzi?

«Allora non abbiamo più nulla da dirci» disse e si allontanò a grandi passi, ferita. Sentì Brittany che le urlava di fermarsi ma che si teneva comunque a debita distanza, temendo che lei scoppiasse. E lo avrebbe fatto, lo avrebbe fatto sicuramente. Ma al momento giusto, riuscendo a trovare un modo perché Brittany non si sentisse obbligata a lasciare Artie. Non voleva ferirlo, eh? Bene, avrebbe trovato il modo per far sì che Artie lasciasse Brittany. Cosa praticamente impossibile, si disse, ma, d’altronde, era già successo una volta, no?

«Non è finita qui».

 

***

Ormai Dave era sicuro di una cosa: si era preso una bella sbandata per gli addominali di Sam Evans.

Da notare: i suoi addominali e nient’altro perché non ci teneva proprio a provare a baciare quella bocca da trota. E poi aveva avuto la conferma che Sam era etero dalle sue relazioni, prima con Quinn Fabray e poi con quella ragazza di colore amica di Hummel.

Ma ciò non gli impediva di ammirarli ogni qualvolta ne avesse l’occasione, discretamente. Come stava facendo in quel preciso istante, mentre Sam stava uscendo dalla doccia dopo la sua ora di educazione fisica.

«Dovresti andarci piano con le occhiate». Dave ebbe appena il tempo di girarsi dalla parte opposta a Sam, quando notò Anderson che entrava nello spogliatoio per cambiarsi.

«Non stavo guardando nessuno» si difese subito.

«Certo». Blaine lo guardò mentre abbassava lo sguardo, confuso su cosa fare o su come rispondere. Invece di rimanere lì a fissarlo come uno stupido, pensò bene di sfilarsi la maglietta e mettere quella della tuta.

“Certo che Kurt non se l’è scelto male” pensò Dave, pentendosi subito di averlo fatto. Iniziò a scuotere la testa come per non dover pensare e, allo stesso tempo, per distogliere lo sguardo dall’addome di Blaine.

«Tutto bene?».

«Ehm... sì» rispose velocemente per non farsi scoprire. Quel ragazzo sembrava intuire ogni suo pensiero e ciò lo turbava perché non voleva che qualcuno capisse cosa stava provando in quel periodo.

«Comunque riguardo a quello che hai fatto la settimana scorsa... non ho ancora avuto occasione di ringraziarti come si deve...» continuò Blaine, sfilandosi i pantaloni e indossando quelli della tuta.

Dave non avrebbe mai voluto farlo, ma i suoi occhi si trovarono inevitabilmente a dare uno sguardo alle parti intime del ragazzo di Hummel. Chiuse gli occhi con forza quando se ne accorse, contento che Blaine non lo avesse notato e si limitò a rispondere con un: «Non ti preoccupare» piuttosto agitato.

Blaine ripose la sua roba nel suo armadietto con cura e gli passò accanto prima di andare in palestra.

«Sai, rinnegando ciò che sei, non farai molta strada» disse prima di uscire verso il campo da football dove si allenavano i ragazzi. Dave non ebbe il tempo di rispondere ma si fermò qualche secondo a pensare alle parole di Anderson. In sostanza, erano le stesse parole che Hummel gli aveva rivolto l’anno precedente solo che, dall’anno scorso, era lui ad essere cambiato. Non riusciva più a sopportare il peso che gravava nel suo cuore, come se fosse un masso che aveva nel petto. Temeva la reazione dei suoi genitori ad una rivelazione del genere, anche perché, dopo tutto quello che aveva fatto, era forse l’unica cosa che potevano aspettarsi. Eppure non era di loro che aveva paura, non quanto aveva paura dei suoi compagni. Avrebbero cominciato a sfotterlo e a buttarlo nei cassonetti come avevano fatto con Kurt? Gli avrebbero reso la vita impossibile? Lo avrebbero annaffiato di granita ogni volta che attraversava un corridoio? Non avrebbe potuto sopportare di passare da bullo a vittima.

Non poteva e basta.

La sua unica soluzione, forse, era quella di trovare un collage lontano dall’Ohio. Da qualche parte dove i gay fossero quantomeno accettati e trasferircisi.

Sarebbe uscito allo scoperto e avrebbe vissuto la sua vita libero di essere se stesso.

Mentre anche lui usciva dallo spogliatoio si chiese solo se questo fosse umanamente possibile...

 

***

«Allora, ragazzi!» richiamò tutti all’ordine Schuester. Il Glee Club era riunito nell’aula di canto in attesa di cominciare: era appena la seconda settimana di scuola quindi si limitavano ad esibirsi su un tema assegnato dal professor Schue giusto per tenersi impegnati visto che le Provinciali erano ancora lontane.

«Ho intenzione di riproporre la sfida di ogni anno! Ragazzi contro ragazze!» annunciò quando ebbe ottenuto il silenzio. Tutti si fissarono con delle espressioni del tipo “Ma non è capace di inventare niente di meglio?”, senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo.

«Con qualche piccolo miglioramento visto che qualcuno già l’anno scorso mi aveva fatto notare quanto poco stimolante fosse questa competizione...». Lo sguardo del professore cadde irrimediabilmente sul povero Kurt che abbassò lo sguardo con un sorrisetto colpevole.

«Quindi...» riprese tirando fuori dalla sua borsa un sacchettino blu scuro. «Pescherò due nomi che saranno i capitani delle due squadre e loro verranno qui a sorteggiare tutti gli altri componenti».

«Non ho capito» ammise Brittany.

«Non ci pensare» la rassicurò Finn, seduto vicino Rachel. «Tanto dopo lo rispiega». Il professor Schue pescò il primo nome che fu proprio quello di Brittany che si alzò esultante nella sua divisa delle Cheerios e lo raggiunse entusiasta.

«Cosa ho vinto?» chiese con la gioia di una bambina. Tutti la guardarono con sguardi rassegnati ma non commentarono. Ormai erano abituati all’ingenuità di Brittany.

Anche il professore proseguì senza risponderle: «Mercedes!». La ragazza di colore si alzò fronteggiando la cheerleader con sguardo di sfida.

«Non avete chance» sussurrò, già sicura della vittoria della sua squadra.

«Ora, Brittany, pesca un nome» ordinò Schuester. La ragazza non se lo fece ripetere e infilò la mano nel sacchettino che il professore le porgeva con sguardo pieno d’aspettativa.

«Mike!» urlò felice. Il ragazzo asiatico la raggiunse. Mercedes disse mentalmente addio ad ogni accenno di coreografia che avrebbero potuto fare.

«Puck» disse quando toccò a lei tirare fuori un nome.

«Finn». Brittany sembrava contenta del nuovo acquisto ma il ragazzo, sicuro che lo avrebbero costretto a ballare, si lamentò, rassegnato, prima di raggiungere i suoi compagni.

«Lauren». Mercedes era indifferente di fronte a quel nome: aveva sperato in qualcuno come Kurt o Quinn.

«Santana!» annunciò con orgoglio Brittany. La ragazza le corse incontro, abbracciandola e l’ispanica dimostrò subito la sua felicità con un «Non avete scampo!».

«Quinn» disse Mercedes tirando un sospiro di sollievo.

«Blaine!» cinguettò Brittany. Finn gli cinse le spalle con un braccio e gli scompiglio i capelli con le nocche mentre lui tentava di liberarsi dalla stretta del giocatore di football.

Continuarono a sorteggiare i nomi e, quando le squadre furono complete, il professor Schue ricapitolò tutti i nomi dei componenti dei due team.

«Quindi Mercedes è il capitano della squadra composta da: Puck, Lauren, Quinn, Rachel, Kurt, Artie e Sunshine». I ragazzi che aveva chiamato non lo ascoltarono minimamente, già impegnati nelle loro macchinazioni per rendere la loro esibizione stupenda.

«E Brittany invece è il capitano della squadra composta da: Mike, Finn, Santana, Blaine, Sam e Tina». Questi ultimi esultarono come dei bambini e si ricomposero solo quando i loro compagni lanciarono loro delle occhiatacce.

«Infine volevo solo dirvi che dovete esibirvi su una canzone da musical!». I componenti della squadra di Brittany sbiancarono completamente tutti insieme, tranne Blaine, sicuro della sua preparazione. Kurt e Rachel iniziarono a ridere subdolamente, battendosi il cinque.

«Abbiamo già vinto!» esultò Kurt, ritenendosi il più esperto in materia insieme a Rachel.

«Non cantare vittoria troppo presto! C’è un gay anche in questa squadra!» ribatté Santana, indicando Blaine dietro di lei. Lui sorrise, pensando che quei ragazzi si facevano prendere veramente molto facilmente dalla competizione.

«Ma voi non avete Barbra Streisand!» precisò Puck sogghignando.

«E voi non avete i ballerini migliori della scuola!». Mike, alla risposta di Sam, fece fare una piroette a Brittany e si inchinò con lei.

«Avete una settimana per prepararvi, dopodiché vi esibirete di fronte all’altra squadra e a me che vi giudicherò».

«Cosa si vince, professore?» domandò Tina, curiosa.

«Il capitano e due membri della sua squadra vincente scelti da lui avranno un assolo assicurato alle Provinciali».

«Sembra tanto American’s Next Top Model» commentò Kurt. Al suono della campanella tutti si alzarono per riprendere le loro cose e andare via, dirigendosi al parcheggio. Blaine salutò Kurt con un bacio leggero sulle labbra prima di salire sulla sua auto e andare via mentre quest’ultimo si avvicinava a Quinn, desideroso di mettere in chiaro ciò che era successo quella stessa mattina.

«Quinn!» la chiamò prima che potesse scappare e rifugiarsi nella sua macchina.

«Che vuoi, Hummel?» gli rispose lei, senza smettere di camminare. Kurt, seccato dal comportamento della ragazza, la seguì fino a quando arrivarono al posto dove aveva parcheggiato.

«Volevo scusarmi per come ti avevo risposto stamattina. Stavo aspettando Blaine e non lo vedevo da venerdì quindi ero molto nervoso...» si spiegò velocemente Kurt, gesticolando con una mano. «Mi perdoni?» chiese, sicuro di essere stato convincente.

«Solo perché siamo nella stessa squadra e io voglio vincere» precisò Quinn. Sapeva che la spiegazione di Kurt era stata molto sbrigativa ma, in fondo, avevano esagerato entrambi.

«E poi nemmeno io sono stata carina con te».

«Già. Mi spiegheresti quand’è che hai visto me e Blaine pomiciare in macchina? Sai com’è, non mi risulta».

Quinn abbassò lo sguardo dagli occhi del ragazzo, arrossendo leggermente mentre ammetteva: «In realtà lui ti ha solo dato un bacio. E’ successo il primo giorno di scuola».

Kurt ripensò alla scena di Blaine che si avvicinava al suo collo per baciarlo delicatamente e un brivido gli percorse la spina dorsale, come se fosse stato proprio lì, a godersi la vicinanza del suo ragazzo.

Era decisamente in astinenza da Blaine Anderson.

«Oh... adesso capisco».

«Non volevo spiarvi. Mi sono trovata solo a guardarvi mentre entravate in macchina. Siete molto dolci insieme» ammise la ragazza, sorridendo a Kurt. Questa volta fu lui ad arrossire e ad abbassare lo sguardo.

«Non ti preoccupare. Cosa volevi chiedermi stamattina?» domandò il ragazzo per cambiare discorso. Solo allora si rese conto che Finn lo stava chiamando dalla sua auto, intimandogli di andare via.

«Nulla di importante» rispose Quinn sbrigativa. «Ci vediamo domani». Entro in macchina e si allontanò con un colpo di clacson. Kurt non poté fare altro che dirigersi dal fratello e sedersi sui sedili posteriori, ripensando a ciò che gli aveva detto Quinn. Lei non si era mai soffermata così tanto su lui e Blaine, non tanto da rivolgere a loro la sua attenzione quando era con il resto del gruppo. Kurt avrebbe voluto saperne di più ma non riusciva nemmeno ad immaginare cosa la ragazza avrebbe potuto chiedergli.

«Allora Kurt? Ma mi stai ascoltando?!» esclamò Rachel attirando la sua attenzione.

«Ero distratto. Dicevi?».

«Credo che tocchi a noi scegliere la canzone per la competizione» disse lei, ricevendo un immediato consenso da Kurt. «Che ne dici di...?».

«Rachel!» la rimproverò subito lui. «Non davanti alla concorrenza!».

Finn sbuffò continuando a guidare verso casa di Rachel quando il cellulare di Kurt squillò.

Un giorno alla fine di questa tortura e non siamo nemmeno nella stessa squadra! Questa è sfortuna! –B

Sorrise, consapevole che finalmente la sua punizione stava volgendo al termine.

Non vedo l’ora di rivederti! Ma non credere che ti renderò facile battermi! –K

Ci conto! –B

 

Continua...

NDA: Ecco il nuovo capitolo!!!!! Allora... vediamo un po', da dove comincio? ^^

Prima di tutto un grazie infinito a Lusio che mi ha gentilmente concesso la sua assistenza per il titolo di questo capitolo! Non so cosa farei senza di te!

So che probabilmente in questo momento starete odiando Burt per la presenza di una Klaine quasi inesistente (o almeno una parte di voi xD)  e Brittany che sembra non voler lasciare andare Artie! Povera Santana!!! Ma, non preoccuparvi qualcosa smuoverà il tutto! 

In quanto a Quinn e Dave... bhè la prima è strana, non c'è che dire, anche se relativamente rispetto a come l'abbiamo vista nella vera terza stagione! 

E Dave, well, Dave è in astinenza! Gli ormoni non colpiscono solo Kurt, ragazze! ^^

Ma veniamo alla questione principale: nessuno è riuscito ad indovinare precisamente tutte le frasi a chi si riferissero! Alcune erano veramente facili ma, come avrete potuto constatare da sole, con le altre non ci avete proprio azzeccato! (Mercedes in primis non c'entrava proprio niente! xD)

Non so se andarne fiera o disperarmi per il fatto che non siate riuscite a prevedere l'andamento della storia! xD

In ogni caso ho deciso di dare comunque un premio (primi 20 righi dell'ottavo capitolo) alla prima che ha risposto a questo "indovinello" che è...

aurinella!!!!

Brava! Avete risposto tutte allo stesso modo quindi non posso nemmeno dire chi si sia avvicinata di più! ^^

In ogni caso ringrazio tutte coloro che hanno partecipato attivamente e vedrò di riproporre qualcosa del genere per i prossimi capitoli!

Ringrazio inoltre tutti coloro che continuano a recensire e coloro che leggono in silenzio! Mi piacerebbe tantissimo conoscere anche la vostra opinione!!! ^^

Al prossimo capitolo!

Un bacio,

Federica

PS: La Klaine sta per tornare!!!!! *-* Wait and see!

   
 
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