Capitolo
7: Sfide
Sto
ufficialmente per irrompere a casa tua e portarti via con me.
–B
Sì,
magari in sella ad un cavallo bianco e indossando un mantello!
–K
Perché
no! Sono quasi sicuro che un mantello mi donerebbe! –B
Non
ne dubito, mio principe. –K
Stai
ridendo a crepapelle, vero? –B
Colpevole.
–K
Mi
manchi. –B
Anche
tu. Quando avrà fine questa tortura?! –K
E’
solo sabato sera! Manca ancora un giorno intero a lunedì!
–B
Non
ho mai voluto così tanto che ricominci la scuola!
–K
Kurt aveva trascorso il week-end così,
mandando un’infinità di messaggi al suo ragazzo e
tempestandolo di chiamate.
Non che Blaine fosse da meno, anzi. Non riuscivano a stare separati per
così a
lungo, non ci erano mai riusciti. Nemmeno quando Kurt era tornato al
McKinley
avevano dovuto sopportare così a lungo la lontananza anche
perché si vedevano
ogni pomeriggio, anche a costo di trascurare gli studi.
Ma il week-end era finito. Kurt non
riusciva a stare fermo mentre Finn guidava con la massima calma verso
la
scuola. Rachel era seduta sul sedile del passeggero e stava parlando
con lui
amabilmente ma Kurt non avrebbe saputo dire nemmeno di cosa stavano
parlando.
Fortunatamente arrivarono a scuola in poco tempo nonostante Finn, a
detta di
Kurt, avrebbe potuto schiacciare anche un po’
sull’acceleratore, ma era
questione di punti di vista. Sceso dalla macchina, Kurt si
guardò subito in
giro, aspettando di vedere Blaine arrivare o parcheggiare con la sua
macchina.
E, invece, nulla.
«Kurt, posso parlarti?»
sentì una voce
familiare dietro di lui. Si voltò immediatamente scoprendo
Quinn, la sua coda
perfetta come sempre e i suoi occhi chiari incollati al pavimento.
«A cosa devo l’onore? Saranno
due anni
che ci conosciamo e questa sarà la seconda volta che mi
rivolgi la parola»
rispose il ragazzo piuttosto acido. In realtà si stava
ancora guardando intorno
nella speranza di trovare Blaine che sembrava in ritardo quel giorno.
Ma che
diamine, proprio quel giorno doveva fare tardi?!
«Non c’è bisogno di
essere così brusco».
«Scusa» fece Kurt, senza
smettere di
scrutare il parcheggio alle spalle di Quinn. «Che vuoi? Sei
di nuovo incinta,
per caso?».
«Ho capito» ribatté
la ragazza
indignata. «Grazie per la tua attenzione» disse e
si voltò per andarsene. Fece
giusto qualche passo prima di girarsi di nuovo verso di lui e gridargli
contro:
«Potresti anche evitare di pomiciare in macchina dove tutti
possono vederti
invece di lamentarti di essere vittima di bullismo!». Detto
questo si allontanò
correndo, stringendo i suoi libri per paura di farli cadere. Kurt non
riuscì
nemmeno a trovare le parole per risponderle per le rime, tanto era
rimasto
scioccato dalla frase di Quinn. I suoi occhi si erano sgranati e le sue
labbra
erano sigillate, la sua espressione sconvolta. Come si permetteva Quinn
Fabray
di trattarlo così dopo averlo ignorato per anni?! E quando
lui e Blaine avevano
pomiciato in macchina?!
Si sentì all’improvviso
stringere i
fianchi da due braccia forti. Le sue erano ancora bloccate a stringere
la sua
tracolla e non accennavano a muoversi.
«Buongiorno!»
sussurrò una voce calda al
suo orecchio, baciandogli il lobo, tranquillamente. Solo in quel
momento Kurt
si riprese dal suo stato di semi-trance, per tornare a pensare
razionalmente e
prestare attenzione a Blaine, che gli era mancato per due giorni interi.
«Buongiorno» rispose, girandosi
verso di
lui che lo liberò delle sue braccia. Appena poté
incontrare i suoi bellissimi
occhi nocciola, Kurt lo abbracciò di slancio, facendo quasi
cadere Blaine che
non si aspettava una reazione così calorosa.
«Mi sei mancato tanto»
sussurrò Kurt
nascondendo il viso nel collo di Blaine.
«Non ci vediamo da soli due
giorni»
rispose il ragazzo stringendolo. Kurt si staccò da lui,
guardandolo con falso
disappunto.
«Disse colui che progettava di rapirmi
in groppa ad un cavallo bianco».
«Ehy, aspetta un momento!» fece
Blaine,
sorridendo. «Sei tu che hai messo in mezzo il
cavallo!». Risero insieme per
qualche secondo fino a quando Kurt ricordò ciò
che gli era successo qualche
secondo prima e si rabbuiò pensando alle parole di Quinn.
Era stata dura nei
suoi confronti, sapendo ciò che aveva passato.
«A cosa pensi?» chiese Blaine,
prendendogli la mano mentre si avviavano all’interno della
scuola.
«Prima che arrivassi Quinn mi ha chiesto
di parlare...» cominciò Kurt andando avanti a
spiegare tutto ciò che si erano
detti lui e la ragazza. Nel frattempo erano arrivati davanti
all’armadietto di
Blaine e lui stava prendendo i suoi libri continuando ad ascoltare e a
commentare con semplici vocali.
«Non sei stato proprio
gentile...» disse
alla fine.
«Nemmeno lei».
«Hai cominciato tu» gli
ricordò Blaine.
«E poi noi non abbiamo mai pomiciato in macchina. Me lo
ricorderei» aggiunse
con un sorrisetto sghembo.
«Ah-ah» commentò
Kurt, ironico. «E’
comunque colpa tua! Se non fosse stato per il tuo ritardo non sarei
stato di
cattivo umore».
«E’ sempre colpa mia,
eh?».
«Ovviamente».
«Perché non provi a parlarle
più tardi
alle prove del Glee?» propose Blaine. Kurt pensò
che fosse una buona idea,
sempre che Quinn volesse parlargli. Non si era ancora chiesto cosa
avesse
potuto volergli chiedere prima che si arrabbiasse, e comunque non
riusciva ad
immaginarlo.
Cosa poteva volere Quinn Fabray da lui?
«Forse è solo arrabbiata
perché le ho
soffiato la corona l’anno scorso».
***
Brittany sapeva che tutti i suoi
insegnanti preferivano non averla in classe se non per le verifiche
scritte e
così, anche quel giorno, stava vagando per i corridoi senza
una meta ben
precisa quando vide Santana avanzare verso di lei, un libro tra le mani
e gli
stivali alti che provocavano un fastidioso rumore nel corridoio deserto.
«Ehy!» la salutò.
«Ciao Santana».
«Cos’è quella
faccia?» le chiese
immediatamente, preoccupata. Santana era stata più che
un’amica in quegli
ultimi giorni: le era sempre accanto e la faceva divertire
raccontandole di
come continuava a torturare Rachel ogni giorno per quello che aveva
fatto alle
Nazionali.
«Niente».
«Andiamo, Britt, lo sai che puoi dirmi
tutto».
«Ho detto ad Artie che stiamo ancora
insieme».
In quel momento fu come se un masso
gigante da cento tonnellate cadesse dal cielo e prendesse in pieno
Santana,
rimasta senza fiato per rispondere. Tutto quello che aveva fatto per
conquistarla, per dirle che l’amava, per farle capire cosa
provasse era stato
inutile?! No, non poteva permetterlo!
«E perché lo hai
fatto?» domandò con
evidente rabbia.
«Perché me lo ha
chiesto» rispose come
se fosse ovvio.
«No, Brittany. Intendo perché
vuoi stare
ancora con quel parassita?!».
Ormai Santana aveva quasi del tutto
perso il controllo e stava cominciando ad urlare.
«Perché lo amo». La
semplicità della
risposta spiazzò la ragazza ispanica. Era tentata di
chiederle se amasse anche
lei ma lo aveva già fatto così tante volte che
non voleva essere ripetitiva.
«Ma mi avevi detto che se le cose tra te
e Artie non fossero andate per il verso giusto, saresti venuta da
me!».
«Infatti stiamo ancora insieme».
«Ma se è dovuto arrivare a
chiederti se
state ancora insieme vuol dire che le cose non stanno andando tanto
bene!».
«Mi stai confondendo» ammise
Brittany in
un sussurro. Santana si sforzò di non pensare a quanto fosse
adorabile quando
assumeva quell’espressione.
«Vediamo se così ti
è più chiaro: chi ti
è stata vicina tutta l’estate?».
«Tu».
«E quando arrivi a scuola, chi desideri
vedere per prima, me o lui?».
«Te».
«E allora perché ti ostini a
voler stare
con lui?!» urlò Santana esasperata.
«Forse dovrei dirgli che è
finita».
Brittany non sapeva più perché aveva rassicurato
Artie dicendogli che stavano
ancora insieme. In realtà non sapeva nemmeno
perché glielo avesse chiesto.
«Alleluia!».
«Ma non posso».
«E perché?».
«Non voglio ferirlo». Santana
strabuzzò
gli occhi di fronte a quella dichiarazione. Non voleva ferire lo
storpio, ma a
lei non ci pensava? Non pensava al fatto che, ogni volta che la sentiva
parlare
di lui, il suo cuore andava in mille pezzi?
«Allora non abbiamo più nulla
da dirci»
disse e si allontanò a grandi passi, ferita.
Sentì Brittany che le urlava di
fermarsi ma che si teneva comunque a debita distanza, temendo che lei
scoppiasse.
E lo avrebbe fatto, lo avrebbe fatto sicuramente. Ma al momento giusto,
riuscendo a trovare un modo perché Brittany non si sentisse
obbligata a
lasciare Artie. Non voleva ferirlo, eh? Bene, avrebbe trovato il modo
per far
sì che Artie lasciasse Brittany. Cosa praticamente
impossibile, si disse, ma,
d’altronde, era già successo una volta, no?
«Non è finita qui».
***
Ormai Dave era sicuro di una cosa: si
era preso una bella sbandata per gli addominali di Sam Evans.
Da notare: i suoi addominali e
nient’altro
perché non ci teneva proprio a provare a baciare quella
bocca da trota. E poi
aveva avuto la conferma che Sam era etero dalle sue relazioni, prima
con Quinn
Fabray e poi con quella ragazza di colore amica di Hummel.
Ma ciò non gli impediva di ammirarli
ogni qualvolta ne avesse l’occasione, discretamente. Come
stava facendo in quel
preciso istante, mentre Sam stava uscendo dalla doccia dopo la sua ora
di
educazione fisica.
«Dovresti andarci piano con le
occhiate». Dave ebbe appena il tempo di girarsi dalla parte
opposta a Sam,
quando notò Anderson che entrava nello spogliatoio per
cambiarsi.
«Non stavo guardando nessuno»
si difese
subito.
«Certo». Blaine lo
guardò mentre
abbassava lo sguardo, confuso su cosa fare o su come rispondere. Invece
di rimanere
lì a fissarlo come uno stupido, pensò bene di
sfilarsi la maglietta e mettere
quella della tuta.
“Certo che Kurt non se
l’è scelto male”
pensò Dave, pentendosi subito di averlo fatto.
Iniziò a scuotere la testa come
per non dover pensare e, allo stesso tempo, per distogliere lo sguardo
dall’addome di Blaine.
«Tutto bene?».
«Ehm... sì» rispose
velocemente per non
farsi scoprire. Quel ragazzo sembrava intuire ogni suo pensiero e
ciò lo
turbava perché non voleva che qualcuno capisse cosa stava
provando in quel
periodo.
«Comunque riguardo a quello che hai
fatto la settimana scorsa... non ho ancora avuto occasione di
ringraziarti come
si deve...» continuò Blaine, sfilandosi i
pantaloni e indossando quelli della
tuta.
Dave non avrebbe mai voluto farlo, ma i
suoi occhi si trovarono inevitabilmente a dare uno sguardo alle parti
intime
del ragazzo di Hummel. Chiuse gli occhi con forza quando se ne accorse,
contento che Blaine non lo avesse notato e si limitò a
rispondere con un: «Non
ti preoccupare» piuttosto agitato.
Blaine ripose la sua roba nel suo
armadietto con cura e gli passò accanto prima di andare in
palestra.
«Sai, rinnegando ciò che sei,
non farai
molta strada» disse prima di uscire verso il campo da
football dove si
allenavano i ragazzi. Dave non ebbe il tempo di rispondere ma si
fermò qualche
secondo a pensare alle parole di Anderson. In sostanza, erano le stesse
parole
che Hummel gli aveva rivolto l’anno precedente solo che,
dall’anno scorso, era
lui ad essere cambiato. Non riusciva più a sopportare il
peso che gravava nel
suo cuore, come se fosse un masso che aveva nel petto. Temeva la
reazione dei
suoi genitori ad una rivelazione del genere, anche perché,
dopo tutto quello
che aveva fatto, era forse l’unica cosa che potevano
aspettarsi. Eppure non era
di loro che aveva paura, non quanto aveva paura dei suoi compagni.
Avrebbero
cominciato a sfotterlo e a buttarlo nei cassonetti come avevano fatto
con Kurt?
Gli avrebbero reso la vita impossibile? Lo avrebbero annaffiato di
granita ogni
volta che attraversava un corridoio? Non avrebbe potuto sopportare di
passare
da bullo a vittima.
Non poteva e basta.
La sua unica soluzione, forse, era
quella di trovare un collage lontano dall’Ohio. Da qualche
parte dove i gay
fossero quantomeno accettati e trasferircisi.
Sarebbe uscito allo scoperto e avrebbe
vissuto la sua vita libero di essere se stesso.
Mentre
anche lui usciva dallo spogliatoio si chiese solo se questo
fosse umanamente possibile...
***
«Allora, ragazzi!»
richiamò tutti
all’ordine Schuester. Il Glee Club era riunito
nell’aula di canto in attesa di
cominciare: era appena la seconda settimana di scuola quindi si
limitavano ad
esibirsi su un tema assegnato dal professor Schue giusto per tenersi
impegnati
visto che le Provinciali erano ancora lontane.
«Ho intenzione di riproporre la sfida di
ogni anno! Ragazzi contro ragazze!» annunciò
quando ebbe ottenuto il silenzio.
Tutti si fissarono con delle espressioni del tipo “Ma non
è capace di inventare
niente di meglio?”, senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo.
«Con qualche piccolo miglioramento visto
che qualcuno già
l’anno scorso mi
aveva fatto notare quanto poco stimolante fosse questa
competizione...». Lo
sguardo del professore cadde irrimediabilmente sul povero Kurt che
abbassò lo
sguardo con un sorrisetto colpevole.
«Quindi...» riprese tirando
fuori dalla
sua borsa un sacchettino blu scuro. «Pescherò due
nomi che saranno i capitani
delle due squadre e loro verranno qui a sorteggiare tutti gli altri
componenti».
«Non ho capito» ammise Brittany.
«Non ci pensare» la
rassicurò Finn,
seduto vicino Rachel. «Tanto dopo lo rispiega». Il
professor Schue pescò il
primo nome che fu proprio quello di Brittany che si alzò
esultante nella sua
divisa delle Cheerios e lo raggiunse entusiasta.
«Cosa ho vinto?» chiese con la
gioia di
una bambina. Tutti la guardarono con sguardi rassegnati ma non
commentarono.
Ormai erano abituati all’ingenuità di Brittany.
Anche il professore proseguì senza
risponderle: «Mercedes!». La ragazza di colore si
alzò fronteggiando la cheerleader
con sguardo di sfida.
«Non avete chance»
sussurrò, già sicura
della vittoria della sua squadra.
«Ora, Brittany, pesca un nome»
ordinò
Schuester. La ragazza non se lo fece ripetere e infilò la
mano nel sacchettino
che il professore le porgeva con sguardo pieno d’aspettativa.
«Mike!» urlò felice.
Il ragazzo asiatico
la raggiunse. Mercedes disse mentalmente addio ad ogni accenno di
coreografia
che avrebbero potuto fare.
«Puck» disse quando
toccò a lei tirare
fuori un nome.
«Finn». Brittany sembrava
contenta del
nuovo acquisto ma il ragazzo, sicuro che lo avrebbero costretto a
ballare, si
lamentò, rassegnato, prima di raggiungere i suoi compagni.
«Lauren». Mercedes era
indifferente di
fronte a quel nome: aveva sperato in qualcuno come Kurt o Quinn.
«Santana!» annunciò
con orgoglio
Brittany. La ragazza le corse incontro, abbracciandola e
l’ispanica dimostrò
subito la sua felicità con un «Non avete
scampo!».
«Quinn» disse Mercedes tirando
un
sospiro di sollievo.
«Blaine!» cinguettò
Brittany. Finn gli
cinse le spalle con un braccio e gli scompiglio i capelli con le nocche
mentre
lui tentava di liberarsi dalla stretta del giocatore di football.
Continuarono a sorteggiare i nomi e,
quando le squadre furono complete, il professor Schue
ricapitolò tutti i nomi
dei componenti dei due team.
«Quindi Mercedes è il capitano
della
squadra composta da: Puck, Lauren, Quinn, Rachel, Kurt, Artie e
Sunshine». I
ragazzi che aveva chiamato non lo ascoltarono minimamente,
già impegnati nelle
loro macchinazioni per rendere la loro esibizione stupenda.
«E Brittany invece è il
capitano della
squadra composta da: Mike, Finn, Santana, Blaine, Sam e
Tina». Questi ultimi
esultarono come dei bambini e si ricomposero solo quando i loro
compagni
lanciarono loro delle occhiatacce.
«Infine volevo solo dirvi che dovete
esibirvi su una canzone da musical!». I componenti della
squadra di Brittany
sbiancarono completamente tutti insieme, tranne Blaine, sicuro della
sua
preparazione. Kurt e Rachel iniziarono a ridere subdolamente,
battendosi il
cinque.
«Abbiamo già vinto!»
esultò Kurt,
ritenendosi il più esperto in materia insieme a Rachel.
«Non cantare vittoria troppo presto!
C’è
un gay anche in questa squadra!» ribatté Santana,
indicando Blaine dietro di
lei. Lui sorrise, pensando che quei ragazzi si facevano prendere
veramente
molto facilmente dalla competizione.
«Ma voi non avete Barbra
Streisand!»
precisò Puck sogghignando.
«E voi non avete i ballerini migliori
della scuola!». Mike, alla risposta di Sam, fece fare una
piroette a Brittany e
si inchinò con lei.
«Avete una settimana per prepararvi,
dopodiché vi esibirete di fronte all’altra squadra
e a me che vi giudicherò».
«Cosa si vince, professore?»
domandò
Tina, curiosa.
«Il capitano e due membri della sua
squadra vincente scelti da lui avranno un assolo assicurato alle
Provinciali».
«Sembra tanto American’s Next
Top Model»
commentò Kurt. Al suono della campanella tutti si alzarono
per riprendere le
loro cose e andare via, dirigendosi al parcheggio. Blaine
salutò Kurt con un
bacio leggero sulle labbra prima di salire sulla sua auto e andare via
mentre
quest’ultimo si avvicinava a Quinn, desideroso di mettere in
chiaro ciò che era
successo quella stessa mattina.
«Quinn!» la chiamò
prima che potesse
scappare e rifugiarsi nella sua macchina.
«Che vuoi, Hummel?» gli rispose
lei,
senza smettere di camminare. Kurt, seccato dal comportamento della
ragazza, la
seguì fino a quando arrivarono al posto dove aveva
parcheggiato.
«Volevo scusarmi per come ti avevo
risposto stamattina. Stavo aspettando Blaine e non lo vedevo da
venerdì quindi
ero molto nervoso...» si spiegò velocemente Kurt,
gesticolando con una mano.
«Mi perdoni?» chiese, sicuro di essere stato
convincente.
«Solo perché siamo nella
stessa squadra
e io voglio vincere» precisò Quinn. Sapeva che la
spiegazione di Kurt era stata
molto sbrigativa ma, in fondo, avevano esagerato entrambi.
«E poi nemmeno io sono stata carina con
te».
«Già. Mi spiegheresti
quand’è che hai
visto me e Blaine pomiciare in macchina? Sai
com’è, non mi risulta».
Quinn abbassò lo sguardo dagli occhi del
ragazzo, arrossendo leggermente mentre ammetteva: «In
realtà lui ti ha solo
dato un bacio. E’ successo il primo giorno di
scuola».
Kurt ripensò alla scena di Blaine che si
avvicinava al suo collo per baciarlo delicatamente e un brivido gli
percorse la
spina dorsale, come se fosse stato proprio lì, a godersi la
vicinanza del suo
ragazzo.
Era decisamente in astinenza da Blaine
Anderson.
«Oh... adesso capisco».
«Non volevo spiarvi. Mi sono trovata
solo a guardarvi mentre entravate in macchina. Siete molto dolci
insieme»
ammise la ragazza, sorridendo a Kurt. Questa volta fu lui ad arrossire
e ad
abbassare lo sguardo.
«Non ti preoccupare. Cosa volevi
chiedermi stamattina?» domandò il ragazzo per
cambiare discorso. Solo allora si
rese conto che Finn lo stava chiamando dalla sua auto, intimandogli di
andare
via.
«Nulla di importante» rispose
Quinn
sbrigativa. «Ci vediamo domani». Entro in macchina
e si allontanò con un colpo
di clacson. Kurt non poté fare altro che dirigersi dal
fratello e sedersi sui
sedili posteriori, ripensando a ciò che gli aveva detto
Quinn. Lei non si era
mai soffermata così tanto su lui e Blaine, non tanto da
rivolgere a loro la sua
attenzione quando era con il resto del gruppo. Kurt avrebbe voluto
saperne di
più ma non riusciva nemmeno ad immaginare cosa la ragazza
avrebbe potuto
chiedergli.
«Allora Kurt? Ma mi stai
ascoltando?!»
esclamò Rachel attirando la sua attenzione.
«Ero distratto. Dicevi?».
«Credo che tocchi a noi scegliere la
canzone per la competizione» disse lei, ricevendo un
immediato consenso da
Kurt. «Che ne dici di...?».
«Rachel!» la
rimproverò subito lui. «Non
davanti alla concorrenza!».
Finn sbuffò continuando a guidare verso
casa di Rachel quando il cellulare di Kurt squillò.
Un
giorno alla fine di questa tortura e non siamo nemmeno nella stessa
squadra!
Questa è sfortuna! –B
Sorrise, consapevole che finalmente la
sua punizione stava volgendo al termine.
Non
vedo l’ora di rivederti! Ma non credere che ti
renderò facile battermi! –K
Ci
conto! –B
Continua...
NDA: Ecco il nuovo capitolo!!!!! Allora... vediamo un po', da dove comincio? ^^
Prima di tutto un grazie infinito a Lusio che mi ha gentilmente concesso la sua assistenza per il titolo di questo capitolo! Non so cosa farei senza di te!
So che probabilmente in questo momento starete odiando Burt per la presenza di una Klaine quasi inesistente (o almeno una parte di voi xD) e Brittany che sembra non voler lasciare andare Artie! Povera Santana!!! Ma, non preoccuparvi qualcosa smuoverà il tutto!
In quanto a Quinn e Dave... bhè la prima è strana, non c'è che dire, anche se relativamente rispetto a come l'abbiamo vista nella vera terza stagione!
E Dave, well, Dave è in astinenza! Gli ormoni non colpiscono solo Kurt, ragazze! ^^
Ma veniamo alla questione principale: nessuno è riuscito ad indovinare precisamente tutte le frasi a chi si riferissero! Alcune erano veramente facili ma, come avrete potuto constatare da sole, con le altre non ci avete proprio azzeccato! (Mercedes in primis non c'entrava proprio niente! xD)
Non so se andarne fiera o disperarmi per il fatto che non siate riuscite a prevedere l'andamento della storia! xD
In ogni caso ho deciso di dare comunque un premio (primi 20 righi dell'ottavo capitolo) alla prima che ha risposto a questo "indovinello" che è...
aurinella!!!!
Brava! Avete risposto tutte allo stesso modo quindi non posso nemmeno dire chi si sia avvicinata di più! ^^
In ogni caso ringrazio tutte coloro che hanno partecipato attivamente e vedrò di riproporre qualcosa del genere per i prossimi capitoli!
Ringrazio inoltre tutti coloro che continuano a recensire e coloro che leggono in silenzio! Mi piacerebbe tantissimo conoscere anche la vostra opinione!!! ^^
Al prossimo capitolo!
Un bacio,
Federica
PS:
La Klaine sta per tornare!!!!! *-* Wait and see!