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Autore: niki_    09/10/2011    2 recensioni
La Fortezza Oscura, prima dell'arrivo di Sora, vista con gli occhi di un'estranea, Ily, capitata lì per caso dopo la distruzione del suo mondo, che verrà direttamente coinvolta nelle vicende del covo di Malefica.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Riku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts
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Darkness inside you Nessuna nota finale stavolta ma ci vediamo direttamente all'epilogo. Grazie, Niki_


A KaiVi, perché anche se ci odiamo a morte gli voglio un bene dell'anima

5. Fall asleep
Mi sveglio all'improvviso saltando a sedere sul letto.
Sbadiglio stropicciandomi pigramente gli occhi cercando di capire perché il sonno mi abbia abbandonato così prematuramente mentre di solito è lo stomaco a scuotermi dal mio letargo per reclamare il pranzo.
Mi giro in direzione della finestra aperta che dà verso oriente: il sole è sorto da poco e la luce, riflessa sui vetri, finisce esattamente sul cuscino. Mistero risolto.
Mi maledico mentalmente e, con estrema lentezza, riesco a raggiungere la finestra e a socchiuderla per poi tornare a letto. Sto per rimettermi sotto quelle calde coperte quando sento un rombo basso; all'inizio penso che sia solo frutto della mia immaginazione unita alla sonnolenza, ma mi convinco del contrario sentendo il rombo aumentare d'intensità.
Tutto a un tratto la stanchezza è sparita e corro di nuovo alla finestra.
Mi sfrego gli occhi pensando di sognare: una navicella rossa è appena apparsa alla Cascata Inversa, poco fuori dal castello, e da questa parte un raggio di luce che tocca il suolo.
È l’istinto a dirmi che sta succedendo: è arrivato, Sora è qui.

Battendo ogni record di velocità, corro giù per le scale e apro il portone d’ingresso del castello.
Ormai mi sono abituata alla penombra della Fortezza Oscura e quindi rimango un attimo abbagliata dalla luce del sole. Solo quando i miei occhi si abituano, scosto la mano con cui li avevo protetti dai raggi e inizio a guardare nel cortile notando, vicino alla funivia che porta alla Cascata Inversa, Riku.
Lo chiamo e lo raggiungo di corsa.
Mi ero preoccupata molto quando, appena il raggio di luce era sparito, avevo collegato il nome di Sora a quello di Riku e quindi all'inevitabile diverbio verbale o fisico (molto più probabile quest'ultimo, in fondo sono sempre ragazzi...) che avrebbero avuto, perciò mi ero cambiata a velocità supersonica per correre incontro al vincitore: se fosse stato Sora avrei sempre potuto mollargli un calcio dove so io.
“Ily…”, Riku mi guarda sorridendo, un vero sorriso a trentadue denti bianchi come la neve, che però sparisce, sostituito da un'espressione sorpresa, quando lo abbraccio di getto.
Ehm, Ily?, bussa alla mia testa la solita vocina riportandomi coi piedi per terra.
Giusto per mettere in chiaro le cose: non sono innamorata di Riku*. E' stato il bisogno di appoggiarmi a qualcuno amico (beh, ormai siamo quasi amici, no?) a fare dell'albino tutte le figure di riferimento di cui ho bisogno ora che ho perso tutto. Riku è la mia famiglia e i miei amici tutto insieme, non posso e non voglio amarlo in quel senso.
Mi stacco con un sorrisino imbarazzato. “Non ti ha fatto del male, vero?”, la mia voce si incupisce di nuovo mentre cerco il segno di qualche ferita.
“Neanche un graffio”, allarga le braccia per darmene prova. Il mio sguardo viene attirato dalla spada che stringe nella mano destra anche se 'spada' non è l'esatto termine per descriverla: è una gigantesca chiave argentata, dal manico giallo e l'impugnatura nera, il Keyblade.
Come una bambina, allungo le dita verso l'oggetto della mia curiosità e lo percorro per tutta la sua lunghezza, fino ad arrivare a stringere leggermente l'impugnatura. “E così avevi davvero tutte le caratteristiche...”, sussurro non distogliendo lo sguardo dall'arma leggendaria.
“Già”, asserisce con una punta d'orgoglio che mi fa ridere.
Solo allora vedo che non è da solo: ci sono due figure che prima non avevo preso in considerazione, preoccupata com'ero per l'incolumità di Riku, un cane e un papero antropomorfi, vestiti di tutto punto, guardano preoccupati la funivia come se aspettassero qualcosa o qualcuno.
“E voi chi siete?”, li guardo inclinando la testa.
“Paperino”, il papero non mi degna di uno sguardo, continua a stringere forte lo scettro al petto fissando la Cascata Inversa.
“Io sono Pippo, piacere di conoscerti!”, almeno il cane è educato.
“Io, invece, sono Ily”, sorrido portandomi la mano sul petto.
“Sì, d’accordo, lasciamo perdere i convenevoli”, bene, Riku è tornato normale.
“Vuoi andare da Kairi?”, sta iniziando ad essere facile intuire quello che gli passa per la mente.
Annuisce e guarda con soddisfazione il Keyblade nella sua mano destra. “Con questo riuscirò a riportarla indietro”.
“Ma tu non puoi venire, però”, aggiunge quando siamo davanti alla biblioteca.
“E perché no?”, mi impunto incrociando le braccia.
“Malefica”, queste quattro sillabe mi convincono, anche se mi scoccia che usi sempre questa carta per farmi desistere.
“Che lagna che sei!”, sbatto la porta della biblioteca dietro di me.

Dei secchi rumori metallici uniti a grida mi fanno riemergere dal libro. Sbuffo alzando gli occhi al cielo: non mi vuoi partecipe al risveglio di Kairi obbligandomi in biblioteca ma poi ti permetti anche di fare casino? “Ma te la vuoi…”, socchiudo la porta della biblioteca per cantargliene quattro, ma rimango a bocca spalancata per lo spettacolo che si sta svolgendo nella sala principale.
Riku indossa una strana ‘tutina’ aderente nera con il simbolo degli Heartless sul petto e una specie di gonnellino da hula. Qualche giorno prima, nei corridoi, avevo sentito parlare di questa 'forma oscura': Malefica spiegava a Riku come utilizzare il potere dell'Oscurità per accrescere la propria forza, ma si era bloccata notandomi ed io ero scappata di corsa.
La mia attenzione è dirottata però sulla mano destra: al posto del Keyblade stringe la spada a forma di ala demoniaca. Perché l’arma leggendaria la stringe un ragazzino dai capelli castani, spalleggiato da Paperino e Pippo. Deve essere Sora, l’amico traditore. Inoltre osservando i due animali antropomorfi capisco che sono i famosi nuovi amici del ragazzino, due banderuole peggio di lui.
Paperino, Pippo e Sora si muovono insieme perfettamente, in quello che sembra essere uno schema d'attacco studiato alla perfezione, ma Riku è indubbiamente più forte, dato che riesce a tenere testa a uno scontro tre contro uno senza cedere minimamente terreno.
Ecco, le ultime parole famose: l’albino si stacca da quella giostra di morte, guarda l’avversario per un secondo e scappa via verso la porta con l’emblema. Ritirata strategica o una vera sconfitta?
“Riku!”, lo chiama Sora allungando la mano verso di lui. Ha una voce acuta, quasi infantile e non mi è difficile capire le sue intenzioni: vuole inseguirlo.
Devo aiutare Riku, ma come?
Temporeggia. Dai tempo a Riku di riprendersi, mi suggerisce la vocina: da quando ho minacciato di sfrattarla inizia a essere più collaborativa.
D'accordo, proviamoci.
Sbatto con forza la porta della biblioteca, attirando sicuramente l’attenzione del Custode del Keyblade, poi salgo le scale velocemente raggiungendo il mio obbiettivo: la scrivania. Infatti, ben nascosto, c’è un piccolo pulsante nero: Riku mi aveva spiegato che attivava una specie di sistema di difesa che rallentava il nemico che avanzava per il castello.
Lo premo e corro fino alla porta del piano sopraelevato della biblioteca mentre di sotto i ripiani si muovono fino a formare un labirinto che può essere attraversato solo rimettendo i libri al loro posto.
Richiudo la porta dietro di me e salgo sul parapetto del corridoio. È un salto, Ily, a casa ne hai fatti molti più alti, mi dico mentre guardo i cinque metri che mi separano dal suolo.
E poi non hai altra scelta, rincaro la dose.
Dopo un profondo respiro mi lascio cadere e atterro, inaspettatamente, silenziosissima; dalla biblioteca nessuno si è accorto di niente.
Attraverso la porta con l’emblema e attivo il secondo e ultimo sistema di sicurezza: la porta si chiude e i quattro pezzi che compongono il simbolo degli Heartless si staccano e volano in direzioni diverse, andando a nascondersi nell’ampio ingresso.
Più di così non posso fare, o forse sì? In effetti c’è qualcos’altro: aiutare Riku a riprendersi psicologicamente in vista dell’imminente secondo round.

Riku corre. La rabbia e la frustrazione lo spingono ad accellerare il passo sempre di più.
Non è riuscito a battere Sora e, peggio ancora, si è fatto fregare il Keyblade. “Pe-perché? Era mio!”, si domanda furioso.
“Lo sai”, una voce nell’ombra gli risponde.
Riku si blocca e si guarda intorno: dietro di lui, una figura incappucciata in un cappotto marrone sembra ardere di una fiamma blu “Il cuore forte e sincero conquista il Keyblade”.
“Cosa? Vorresti dire che il mio cuore è più debole del suo?”, oltre al danno la beffa. Chi è questo per sputare sentenze?, pensa punto sul vivo.
“In quell’istante, lo era”, la voce dell’uomo è calma e piatta, quasi rassicurante.
No, non è vero, l’albino scuote la testa.
“Però, tu puoi diventare più forte”, l’incappucciato si avvicina. Sembra quasi un fantasma, avvolto da quelle fiamme blu “Non hai avuto paura di varcare le porte dell’Oscurità. Non ti incute alcun terrore”, si ferma e la sua voce diventa sempre più invitante per Riku. “Sprofonda di più nell’Oscurità e il tuo cuore sarà più forte”.
Eccolo, il modo: accettare quell’Oscurità che sempre l’aveva chiamato a sé, lasciarsi andare ad essa, semplicemente, niente freni e niente ripensamenti.
Non si torna indietro, questo Riku lo sa, ma sono l’orgoglio ferito e il dolore che prova per il presunto tradimento dell’amico che lo fanno parlare. E le sue sono parole di resa incondizionata. “Che devo fare?”, china la testa chiudendo gli occhi. 
“È molto semplice”, una pausa che fa fremere Riku nell’impazienza “Apriti all’Oscurità. Tutto qui”, altra pausa “Lascia che il tuo cuore, il tuo essere diventi Oscurità”
Riku rialza la testa mentre il suo corpo viene avvolto da fiamme verdi, le familiari fiamme verdi dell’Oscurità, mentre l’uomo incappucciato avanza lentamente verso di lui.
Aprirmi all’Oscurità, il suo ultimo pensiero prima di aprire il suo corpo e il suo cuore a quello strano individuo.

So di avere poco tempo.
Corro per i corridoi all'insegimento dell'albino e alla fine sbuco nella terrazza sotto la torre col simbolo. Rimango a guardarlo per un momento ripensando a quando ero arrivata lì: quante cose sono successe nell'arco di pochi giorni!
“Ti avevo detto di restare in biblioteca”, Riku mi distrae, la voce più fredda del solito.
“Non sono potuta rimanere. Ha fatto irruzione il Cu… Sora”, il cipiglio di Riku è aumentato mentre stavo pronunciando Custode perciò la prendo alla larga “Sono dovuta scappare, ma ho attivato i sistemi dietro di me e ho guadagnato un po’ di tempo”.
“Davvero? Che brava”, sembra quasi ironico.
“Ti senti bene?”, inclino la testa guardandolo. E' ancora nella sua forma oscura, ma non è questo a spaventarmi: è… tutto il suo atteggiamento.
Un brivido mi risale lungo la schiena quando nella sua mano appare una spada, diversa dall’ala demoniaca che ha sempre usato: è totalmente nera, con il manico rosso cremisi.
“Cos’è, Riku?”, faccio mezzo passo indietro. Il mio cuore inizia a martellarmi forte nel petto, senza un logico motivo, ma solo per via delle spiacevolissima sensazione che provo nel fissare quell'arma.
Lui sorride, maligno. “Questo… Questo è il Keyblade del Cuore della Gente”, una lunga falciata verso di me.
“Un… Keyblade?”, balbetto “Ma Sora…”
“Questo è un Keyblade differente”, altra falciata “Nato dai cuori delle Principesse che abbiamo”
Annuisco senza entusiasmo aspettando che continui, con un altro brivido che mi risale la spina dorsale.
“Può aprire i cuori delle persone all’Oscurità”, il suo sorriso si allarga mentre la mia fronte si imperla di sudore freddo. L’istinto mi urla di darmela a gambe, stavolta lo so il percorso, eppure rimango inchiodata lì, mentre Riku copre la distanza con un’ultima falciata.
“Tanta luce, ma chissà quant’è grande la tua ombra…”, mi sussurra nell’orecchio. La sua voce ha uno strano doppio timbro “Bisogna testare per conoscere”.
Il respiro mi si blocca in gola mentre il mio cervello lentamente elabora quello che il mio cuore mi sta urlando da quando ho messo piede sulla terrazza.
Vorrei spingerlo via, ma le braccia non mi rispondono: pendono semplicemente ai miei fianchi. Allora cerco di scappare, ma anche le gambe sono in sciopero, come ogni mio muscolo.
Riku mi guarda negli occhi, poi un sibilo secco e qualcosa che mi colpisce al petto.
Quando quel ferro freddo affonda nel mio caldo corpo sento un dolore tremendo, come un fuoco che mi brucia viva seppur circoscritto alla sola gabbia toracica.
Il mio cuore si ribella a questo calore improvviso, accelera i battiti e, centimetro dopo centimetro, viene estirpato dal mio torace, volando leggero verso il cielo.
Senza il mio cuore che le oscurava, le tenebre più profonde mi prendono e sono le fiamme verde acqua degli occhi di Riku l’ultima cosa che vedo prima che il mio corpo svanisca nel nulla, in un turbinio di luci dorate, sotto la torre con l’emblema, dove tutto è iniziato. E finito.


* Piccola puntualizzazione, mi sembrava doverosa dato che non mi permetterei mai di far innamorare la mia Ily di Riku. Perché Riku lo voglio tutto per me ù.ù <3 *Si apre la porta e due infermieri energumeni portano Niki al manicomio*

  
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