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Autore: ParanoidxX    09/10/2011    7 recensioni
-Perché hai paura di me?-
-Perché siete un soldato e io sono ebrea-
Lui un soldato e lei ebra.
Era come dire : lui alto un metro e ottanta e lei uno e sessantacinque.
Perché avrebbe dovuto importare una differenza così futile?
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa. Tanta , tanta , premessa : questa è una storia di pura invenzione, scritta senza alcuno scopo di lucro e (purtroppo) i Tokio Hotel non mi appartengono (ne li conosco ç_ç ).
Non sono razzista (nel caso qualcuno potesse anche solo lontanamente pensarlo) e , ovviamente , per cimentarmi con un argomento simile mi sono informata e documentata.
Purtroppo , però , questo capitolo è solo un esperimento , è una cavia , è un povero martire che potete insultare a vostro piacimento se lo trovate opportuno. (Siate clementi però xD) .
Non mi offenderò anche perché sono consapevole che il periodo e gli avvenimenti che ho deciso di trattare non sono una barzelletta o qualcosa su cui poter fantasticare molto.
Quindi , sul serio , sono aperta a qualsiasi vostra critica (purchè non ci andiate sul pesante , in quel caso mi indispettisco) che sia costruttiva , io spero.




È l'amore, e non la filosofia tedesca,
la vera spiegazione di questo mondo,
e Dio solo sa qual è la spiegazione
dell'altro mondo.




Non voleva far del male a nessuno , lui.

Semplicemente riteneva il suo riflesso bellissimo , forse fin troppo.

Quel corpo dai muscoli disegnati , scolpiti e celati dalla divisa militare verde scuro , le cui spille sulle spalline testimoniavano che , ormai , era degno di essere chiamato ufficiale.

Ufficiale Kaulitz.

Suonava bene , troppo bene per quel tempo.

Gli ufficiali Kaulitz.

Le labbra gli si tesero in un sorriso di soddisfazione.

Era perfetto.

Erano perfetti , entrambi. I gemelli Kaulitz , il sogno di tutte le ragazzine adolescenti.

Il modello di razza ariana , ecco come tutti amavano definirli.

E non avevano poi torto.

Occhi azzurri , di un azzurro così intenso , così chiaro e limpido che il cielo pareva plumbeo a confronto. I capelli corti , dai ciuffi biondi un po’ ribelli che amavano fuoriuscire dal berretto verde di ufficiale.

Amava il suo riflesso.

Amava lui. Amava suo fratello. Amava la sua patria.

Amava star lontano da suoi genitori , amava vivere a Berlino da solo con suo fratello.

Amava essere importante , essere seguito dal suo gruppetto di ammiratrici , essere corteggiato da loro.

E magari , chi sa , tra quelle avrebbe trovato una ragazza altrettanto di razza con cui creare una famiglia perfetta.

Una famiglia pura.

Scosse appena il viso , sistemandosi la giacca.

Era il sogno di suo fratello quello.

Di un Bill troppo preso dal regine di Hitler. Troppo convinto dei suoi ideali e della sua propaganda.

Certo anche lui lo sosteneva.

Tutti erano d’accordo con lui.

Ma spesso Bill esagerava , riteneva.

-Andiamo Tom?-

E lo specchio mostrò accanto alla sua immagine una uguale , identica , solo qualche centimetro più alta.

Bill Kaulitz , al contrario , esigeva ordine perfino dai suoi capelli , rigorosamente corti e pettinati indietro , fermi nello stesso importante berretto di suo fratello.

Tom sorrise , calcandosi il suo un po’ sul viso , quel piccolo gesto lo rese ancor più affascinante.

-Andiamo- si voltò verso suo fratello , toccava la ronda mattutina per le strade di Berlino.




-Buongiorno signori Kaulitz- fu il saluto del fornaio , uscito in strada per prendere un po’ d’aria.

-Buongiorno Ufficiali- e dopo un po’ giunse anche il simpatico salutare del proprietario del bar , intento a prendere ordinazioni da due signori , seduti ai tavolini esterni , che , riconoscendo i gemelli , sorrisero cordialmente.

Loro ricambiavano con fugaci cenni della mano , con sguardi vispi , con cenni del capo formali. Procedevano spediti ma tranquilli , a passo cadenzato e con una certa posa dritta , imponente , in una delle vie più centrali di Berlino.

Spesso , affissi ai muri scrostati , si potevano notare manifesti razzisti , che davano importanza alla razza ariana e denigravano il popolo ebreo , i bisessuali , i disabili e tutti coloro che non erano perfetti come i puri tedeschi.

-Belle parole- commentò Bill , soffermandosi a leggerne uno.

Tom mormorò distrattamente qualcosa di incomprensibile , non gli interessava quella perversa pubblicità.

Se i tedeschi , se loro stessi , era sicuri della loro perfezione non c’era alcun bisogno di propaganda.

Erano puri e basta. Era un dato di fatto , stop.

E poi altro catturò la sua attenzione in quel momento.

Le scolare appena uscite da scuola , con le loro gonne nere a pieghe e le camicie bianche , i capelli biondi acconciati con fiocchi e fermagli graziosi. Le voci squillanti , il loro chiacchiericcio e le risate cristalline che rimbombavano tra i muri spessi e le accompagnavano.

Erano graziose , veramente graziose. Tutte , nessuna eccezione.

-Su , coraggio- Bill non pareva dar loro molta importanza a differenza di Tom che ne era rimasto affascinato , come sempre.

-No aspetta- lo afferrò per un braccio prima che potesse avanzare di un solo passo.

Il fratello lo guardò male , contrariato da quel suo comportamento quasi indisciplinato. Perché non prendeva mai sul serio il suo lavoro?

Era un ufficiale ariano , cavolo.

Le scolarette iniziarono a bisbigliare dopo averli notati. Poi , una volta vicine , ridacchiarono appena , imbarazzate , qualcuna con le gote rosse come due pesche mature. –Buongiorno ufficiali Kaulitz- dissero in coro , sorridendo entusiaste.

-Buongiorno , signorine- salutò Tom cordialmente.

Durante la ronde mattutine incontrava quel gruppo di ragazze talmente tanti giorni che ormai di qualcuna aveva perfino imparato i nomi.

Diede una piccola gomitata a Bill che , un po’ seccato , rispose al saluto con un sorriso tirato.

E poi Tom la vide.

Non aveva aspettato quella comitiva solo per far colpo su qualcuna o per squadrarle semplicemente.

Quando Tom Kaulitz faceva una cosa c’era sicuramente un motivo che l’aveva portato a farla.

E quel motivo era tenuto per mano da una compagna.

Quel motivo aveva il sorriso che gli era rimasto impresso nella mente.

Quel motivo aveva due lapislazzuli al posto degli occhi , una cascata d’oro sui capelli boccolosi.

Quel motivo si chiamava Anastasiya , che poi tutti erano soliti chiamarla Annerie e chissà perché.

Ma qualsiasi nome le sarebbe stato bene , nulla avrebbe potuto intaccare la sua infantile bellezza.

-Ciao Annerie- mormorò roco , nella voce una dolcezza profonda e seria.

-Buongiorno ufficiale Kaulitz- rispose lei in tono sommesso , accompagnata dai risolini delle sue amiche.

Nonostante il ragazzo avesse più volte cercato di prendere confidenza con lei , non era mai riuscito ad andare oltre a un saluto appena accennato , timido e quasi pieno di paura.La ragazzina non era capace neanche di incrociare il suo sguardo quando lo salutava.

-Su coraggio- Bill proruppe duro , avvicinandosi alla comitiva –E’ ora di rincasare , no? Le vostre famiglie vi staranno aspettando-

-Agli ordini!- risposero alcune , divertite e tutte poi ripresero la loro camminata verso le rispettive case.

Tom rimase in silenzio a fissarle , a fissare lei in particolar modo.

-Ebrea- sussurrò suo fratello con sprezzo. –Quando inizieranno a far seriamente io proprio non lo so- scosse il viso , riprendendo a camminare.

L’altro , dal canto suo , non si espresse in alcun modo.

Annerie era perfetta.

Annerie era una ragazzina che con i suoi delicati modi di fare l’aveva colpito.

Ma Annerie non era pura.

Annerie era ebrea.

  
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