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Autore: Heven Elphas    09/10/2011    1 recensioni
La morale è rimasta sempre quella, salda ed inalterata durante tutti questi anni: Tutti avrebbero voluto essere come Gabe Saporta.
-…è fantastico.- Mormorò quest’ultimo, con gli occhi che brillavano stregati. –Non penso ci sia nulla di così bello al mondo.-
Saporta lo osservò perso, esaminando come le luci del luna park gli illuminavano il volto.
-Ah no? Forse qualcosa di più bello c’è…-
Mormorò, bevendo ancora e sorridendo alla costa cosparsa di puntini luminosi che si riflettevano anche nelle onde.
-E cosa? La vodka? Il Cobra?-
La domanda di Bill era intrisa di un allegro cinismo che fece ridacchiare Saporta.
-…essere in un posto fantastico con una persona splendida.-
Avrebbe voluto che Bill capisse, ma quest’ultimo sembrò improvvisamente rattristirsi.
-Un giorno magari te la ritroverai a fianco.-
_____
2006
Gabe Saporta è arrivato a Los Angeles per dar forma al suo nuovo progetto musicale: i Cobra starship. Uscito da una storia d'amore di sei aanni con Bianca Duenas, si ritrova a cercare una via d'uscita... William Beckett è a Los Angeles da mesi con i The Academy Is e si è ritrovato a stare a casa di Travis McCoy con cui ha avviato una relazione. Ad entrambi viene proposto di lavorare al singolo "Bring It" di Gabe Saporta. William è attratto da Gabe da quando era ancora nei Midtown, mentre quest'ultimo pian piano sembra prendersi una cotta per il più giovane. Brendon Urie e Ryan Ross sono nel pieno del successo con i Panic! At The Disco. Il chitarrista, tuttavia, è innamorato perso del cantante che non pare accorgersene preso dall'innocente euforia dell'improvviso successo.
Pete e Patrick seguono le band come dei genitori e da bravi migliori amici, mentre la situazione tra di loro pare ancora sconosciuta.
2011
I legami sono tutti spezzati. Nessuno è più a contatto con chi amava un tempo... Manhattan diventa un punto di ritrovo per il quindicesimo anniversario della FBR. Ma nessuno vorrebbe essere lì. Tutte storie che girano attorno alla vita di Gabe ed un solo luogo in cui lui vorrebbe tornare: il molo di Santa Monica.
//Gabilliam (principalmente, ma non solo, si accennano anche Ryden, Treckett, Brallon,PetexPat)//
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cobra Starship, Fall Out Boy, Panic at the Disco, The Academy Is
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I WON’T BELIEVE IN LOVE: IT’S JUST A LIE

I won’t believe in Love: It’s just a lie.

*Prostitution*is*revolution*

 

 

*I album: While the City Sleeps
we Rule the Beaches*

 

 

Ninth track * You remind me of august… *

 

 

*2oo6*August

 

Era mercoledì.

Non avrebbe dovuto interessare a nessuno, in effetti, ma quel giorno le temperature erano talmente alte che l’unica cosa che si poteva fare era stare davanti al condizionatore. Nemmeno questo pareva importante. Eppure Gabe continuava a ridacchiare, mentre si asciugava il sudore dalla fonte. Il caldo di quella giornata lo stava uccidendo lentamente, ma non gliene fregava assolutamente nulla. Più caldo faceva, più la notte sarebbe stato piacevole restare sulla spiaggia. Avrebbe sopportato qualsiasi cosa pur di arrivare a sera.

Quel pomeriggo era libero da impegni e l’indomani avrebbe iniziato ad andare in studio per l’album. Le registrazioni di SOAP erano finite e la sera prima avevano festeggiato tutti insieme per la riuscita del video. William si era ubriacato e nel club gli si era avvicinato in mezzo alla pista, scansando la bionda con cui stava ballando. Non che Saporta si fosse offeso, anzi… La cosa lo stava eccitando a dei livelli assurdi. Peccato che Travie era arrivato a riprendersi il proprio ragazzo per portarlo a casa prima che vomitasse sul dj.

Gabe si era quindi preso un’altra ragazza a caso tra la folla e l’aveva corteggiata fino ad essere invitato a casa sua. L’aveva lasciata la mattina presto, dopo una doccia ed un caffè, per poi prendersi un taxi e tornare al suo appartamento in Santa Monica. Quelle giornate erano decisamente il top. Ma la notte che doveva arrivare… Nel pensarci il moro sospirò. Si aspettava così tante cose che il suo cervello poteva esplodere da un momento all’altro. Esattamente come la cerniera dei suoi jeans… Dannazione, perché erano così stretti?! Doveva smettere di pensare cose sconce su quel santissimo ragazzo.

-Madre de Dios!!! El niño es la destrucción de la mi mente...-

Mormorò  decidendo di prendersi un attimo di pausa dalla preparazione della cena per concedersi un cocktail. Infondo il riso poteva benissimo aspettare, ma la sua testa no. Quella stava seriamente per fottersi automaticamente. Fu mentre si scolava la vodka redbull sul divano, che suonarono al suo campanello. Scattò in piedi sgranando gli occhi… Doveva essere il suo chico. Oddio, ma perché quell’anticipo esagerato?!

-Calma, Gabe. -

 Si sistemò i capelli specchiandosi nel tavolino in vetro, prima di andare a grandi balzi alla porta.

Il solito deja-vù… Bill lo aspettava dietro la porta e gli si buttava fra le braccia per baciarlo.

Le sue aspettative furono deluse quando aprendo dovette abbassare lo sguardo verso Pete. La sua comparsa lo lasciò esterrefatto.

-Petey…?-

Domando con un tono tombale che venne subito recepito dal più basso. Quest’ultimo entrò in sala superandolo e poi adocchiò la vodka sul tavolino sorridendo.

-Ti prendi una sbronza solitaria in pieno pomeriggio, Gabeybaby?-

Si avventò a prendere un sorso dal bicchiere dell’amico, che era rimasto immobile sulla soglia non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso. Aveva desiderato così tanto che fosse Beckett che non riusciva a credere che potesse arrivare qualcun altro. Nemmeno il suo migliore amico! Cazzo, doveva smetterla di farsi incantare dal cantante dei TAI, stava impazzendo!! Pregò il Cobra di salvarlo da quella fissazione prima che diventasse qualcosa di più. Sarebbe bastata quella notte e i bollori si sarebbero placati, no?

-Stavo solo facendo una pausa…- Mormorò, avvicinandosi al bassista. –Sto preparando la cena per me e… per Bill. Sai… Si è autoinvitato.-

-Oh ma è fantastico Gabey!! Sono così contento per voi due!!!- Fece battendo le mani e gettandosi sul divano. –Cioè, mi dispiace per Trav, povero. Ma siccome tu sei il mio migliore amico preferisco che sia tu quello felice con William, piuttosto! Allora… Che mi racconti? Vi siete baciati? -

La parlantina di Pete lasciò il padrone di casa un po’ spaesato, mentre prendeva posto sul divano. Lo guardò dubbioso, prima di lasciarsi sfuggire un sorriso ed afferrare il suo cocktail. Sapeva di poter dire qualsiasi cosa a Wentz, esattamente come aveva sempre fatto anche quando stava con Bianca. Non aveva segreti con lui… Non riusciva ad averne quando si specchiava in quegli occhi sinceri.

-Sì. L’ho baciato al molo, poi ci siamo… Ci siamo baciati anche qui, nel mio appartamento.-

-Oh!! Ma è stupendo!!! Solo questo?! Non avete ancora fatto sesso?-

Domandò innocentemente il produttore appropriandosi della bottiglia di vodka e prendendone un sorso. Aspettava una risposta affermativa, ma dallo sguardo di Gabe si capiva benissimo che non era ancora successo nulla. Eppure era da un mese che si conoscevano! Era impossibile che non fosse ancora finito a letto con William Beckett! Non era da lui non portarsi sotto le coperte qualsiasi essere in grado di respirare, animali esclusi ovviamente.

-Non l’hai fatto?!?!- Urlò sconvolto, trapanando i timpani al sudamericano. –No! È impossibile che tu non abbia ancora messo le mani addosso a William!!! Ma sei cieco?!-

-Non è così facile come sembra!!!-

Rispose Gabe sulle difensive, portandosi una mano fra i capelli. Non si era mai spiegato con nessuno e non era sicuro di poterlo fare in qul momento. D’altronde nemmeno lui sapeva che cosa gli stava succedendo con quel ragazzo. Sapeva solamente che voleva fare l’amore con lui, ma non poteva approfittarsi di una sbronza. Altrimenti ci avrebbe pensato la sera precedente, ancora prima che Travie comparisse magicamente per portarselo via.

-Mi stai dicendo che così giovane hai già problemi con il tuo fratellino?-

-PETE!!!!- Il sudamericano arrossì e tossicchiò. –Lì sotto funziona tutto fin troppo bene… Il problema è un altro. Semplicemente non so come reagirò. So che voglio farmelo… E a volte penso che magari poi, una volta tolta la voglia, la cotta mi passerà.-

Si fermò. Lo sguardo perso sul foglio protocollo abbandonato sul tavolino. La sua mente mandava in repeat la frase “The world is fading, I'm here with you” e la melodia risuonava di sottofondo. Oh sì che lo sapeva dove stava il problema…

-…poi penso che se farò l’amore con lui cambierà tutto e capirò che non è solo un stupido flirt. Insomma… A volte mi immagino come sarebbe la vita al suo fianco e… Mi ritrovo a pensare che sarebbe perfetta.-

Pete sorrise nel vedere l’espressione del cantante, era felice. Ovviamente c’era un pizzico di gelosia nel vederlo innamorato di qualcun altro… Ma d’altronde andava bene così. Era meglio che Gabe si mettesse con William. Fu in quel momento che il leader dei Fall Out Boy si decise a prendere la decisione che rimandava da mesi. Avrebbe parlato con Patrick e gli avrebbe detto tutto…

-Allora non avere paura. Buttati!!! Sei o no Gabe Saporta?!-

Pete diede un paio di pacche amichevoli alla coscia dell’amico ed insieme scoppiarono a ridere. Per almeno un’ora parlarono di alcune avventure negli anni passati, prima che il padrone di casa si rendesse conto che ormai era ora di mettersi a lucido. Non ci voleva molto perché William arrivasse e farsi trovare con un altro uomo non era di certo il massimo. Pete si fece gentilmente da parte, lasciandogli un bacio a fior di labbra prima di sparire dall’appartamento e tornare alla sua villa.

Questione di un’ora e William Beckett sarebbe entrato da quella porta e avrebbero passato la nottata insieme. Cullato da questa speranza, Gabe andò a farsi una doccia e si chiese se la mattina seguente avrebbe potuto farla insieme al suo niño.

 

*  *  *

 

Patrick era impegnato a sistemare il divano di Hemingway, mentre quest’ultimo abbaiava contrariato. Probabilmente voleva sdraiarsi a fare un pisolino, ma il rosso non l’avrebbe lasciato salire finchè non fosse stato tutto in ordine. Non riusciva a capire perché quello stolto di Pete non sistemasse mai nulla. In quella villa regnava il caos completo. Era quasi sicuro di poter trovare nascosto il villaggio dei Puffi sotto il tappeto del salotto. Mentre era perso nei suoi pensieri, Hemingway abbaiò ed appoggiò la zampa ai suoi jeans, cercando di farsi capire.

-Aspetta, Hem! Un attimo e ho fatto. Sei impaziente proprio come il tuo padrone!-

-Hey!-

Pat si voltò verso il padrone di casa appena citato in causa, che stava proprio rientrando in quell’istante. Sembrava aver corso, perché aveva le guance appena arrossate ed il fiatone. O forse aveva cantato in macchina a squarciagola, com’era solito fare. L’aveva sentito spesso e, a volte, avevano cantato insieme alzando cori per le vie della città degli angeli.

-Beh? È la verità. Siete entrembi impazienti.-Fece il rosso, prima di guardare il cane. –Ora puoi sdraiarti al tuo posto.-

Questo scondinzolò e fece un piccolo verso di ringraziamento, prima di salire sul divano ed accomodarsi. Il suo padrone si avvicinò e gli diede qualche carezza, prima di voltarsi verso Patrick. Non era ben sicuro di come iniziare il discorso… Sapeva che, qualsiasi cosa avesse detto, sarebbe stata apprezzata. Insomma, non era un segreto che il suo cantante era attratto da lui. Tra baci e toccatine ormai non c’era molto altro da aggiungere. Beh, una cosa di dire restava. Pensò il moro grattandosi il mento. Soprattutto quella riguardo al fatto che sarebbe stato l’unico ragazzo della sua vita adesso.

-Pat… Devo parlarti.-

Sussurrò, portandosi la mano fra i capelli e grattandoseli. Doveva trovare le parole giuste… Dai, aveva scritto testi su testi, non doveva essere così difficile tirar fuori una frase intelligente. Forse doveva bere un goccio di whiskey e tutto sarebbe andato per il meglio. No. Doveva parlare con il cuore in mano.

-Non sarà ancora riguardo a costruire una casetta di dolci in giardino, vero? Ti ho già detto che non è possibile…-

Fece il cantante, spostando il peso da una gamba all’altra ed incrociando le braccia sul petto. Le sopracciglia inarcate in un’espressione scettica. La cosa di certo non aiutava il moro, che ancora non aveva trovato una cosa intelligente da dire. Fanculo il romanticismo a quel punto! Concluse sbuffando. Avrebbe parlato a caso e sarebbe stato sincero, niente fronzoli o metafore!!!!

-Pat! È ora di metterci insieme seriamente… Voglio averti in casa a cucinarmi le frittelle tutte le mattine.-

Annuì, soddisfatto della propria dichiarazione d’amore. Decisamente non avrebbe potuto fare di meglio… Anche se Stump non sembrava dello stesso parere dato che non aveva cambiato espressione. Anzi, abbassò appena la testa, guardandolo di traverso attraverso le lenti degli occhiali.

-Era… Era una sorta di dichiarazione questa?-

-Sì… Non andava bene?- Chiese il bassista sgranando gli occhi stupito. –Forse dovevo prepararmi un discorso?-

Il dubbio lo assalì e cominciò ad agitarsi, prima di guardare Hemingway in cerca di aiuto. Questo però stava dormendo e non poteva di certo suggerirgli qualcosa. Fortuna volle che Patrick si avvicinò e gli afferrò le spalle, ridacchiando beffardo e scuotendo la testa.

-No, va benissimo Pete. È perfetta anche così…-

-Stai dicendo che non posso fare di meglio?- Domandò il moro offeso, portandogli le mani ai fianchi. –Patrick!! Guarda che se volevo potevo benissimo prepararmi la migliore dichiarazione mai pronunciata dall’inizio dei tempi!-

Il rosso continò a ridere ed appoggiò la fronte alla sua, lasciandolo comunque perplesso ed alterato. Si impegnava a dirgli che potevano stare insieme e lui rideva!! Che mondo ingiusto… Nessuno lo stava ad ascoltare, dannazione!

Sbuffò qualche impropero, prima di abbracciare il suo cantante e baciargli dolcemente le labbra. Poi chiuse gli occhi e gli posò la fronte sulla spalla, restando così per qualche istante. Sì… Scegliere Patrick era senz’altro meglio che avventurarsi chissà dove con Gabe. Sarebbe stato un inseguimento a tempo perso, perché uno come Saporta non si lasciava di certo catturare facilmente a meno che non fosse lui a rincorrerti dall’inizio. E poi, doveva ammetterlo, per quanto potesse amare Gabey, non si trattava proprio di attrazione totale e senza via di scampo… Era più un’amicizia molto simile ad un amore dolce e platonico.

-Vorrei proprio vedere se saresti in grado di scrivere una dichiarazione stupenda…-

Fece all’improvviso Stump, solleticando con il suo respiro il collo di Pete. Questo rabbrividì appena e poi buttò in fuori il labbro inferiore, sempre più offeso.

-Scommetti che ci riesco?!-

-Scommettiamo…-

Ridacchiarono tutti e due, prima di lasciarsi cadere sul divano e restare abbracciati a scambiarsi qualche affettuosa attenzione. Dall’altro divanetto Hemingway li osservava con una palpebra alzata, ma decise presto di tornare a sognare.

 

*  *  *

 

Travie se ne stava sdraiato sulla brandina in terrazza a guardare le poche nuvole bianche che si rincorrevano nel cielo. Il caldo atroce lo stava rincoglionendo e ad ogni tiro dalla canna non giovava di certo la sua lucidità. Ma non voleva essere lucido quel giorno… Aveva letto il messaggio arrivato qualche ora prima al suo ragazzo, che se ne stava sotto la doccia a cantare qualcosa dei Death Cab for Cutie.

From: |Gabe| Pronto per la nostra notte loca, niño? L’alba è tutta per noi.

Non ne sapeva nulla di quella cosa, Bill non gliel’aveva nemmeno accennata. Sarebbe uscito per passare la notte da Saporta e gliel’avrebbe di certo detto all’ultimo minuto. Ma ormai non c’era nulla di cui stupirsi. Era talmente preso da quel sudamericano che non c’era più maniera di farlo ragionare, ormai. Sarebbe andato dritto a sbattere contro il muro verso il quale stava correndo. Travie lo sapeva bene… Aveva già visto Saporta qualche anno prima e aveva capito già di che tipo si trattasse. Uno di quelli di cui non gliene frega nulla di nessuno, a meno che si innamori. E di sicuro non era perdutamente innamorato di William. Dai, non poteva esserlo veramente! Constatò incazzato il rapper. Come poteva anche solo innamorarsi di una persona fredda come Beckett? Okay, ci stava l’esserne attratto… Cazzo, era la cosa più bella che fosse mai stata creata! Ma amarlo era da folli. Lui per primo non provava niente, se non una semplice infatuazione e una normale amicizia… Era bello starci insieme, a volte si divertivano. Gli voleva bene, un sacco. Ma no! Non poteva amarlo.

Oltretutto sapeva che il suo ragazzo non provava nulla, esattamente come lui. Si trovavano bene insieme… Scopavano. Scherzavano… Basta. Non era di certo una fiaba. Nessuna Cenerentola e nessun Principe Azzurro.

Nella visuale di McCoy entrò improvvisamente una sagoma longilinea, avvolta in vestiti talmente attillati che poteva vederne ogni spigolo. Abbassò lo sguardo, posandolo sulla bandana beige legata al ginocchio di Bill e sospirò. Sembrava che dovesse salire su un palco, tutto in tiro come si era messo.

-Io esco.-

-Aha.-

Si limitò a rispondere l’afro, prendendo un altro tiro e lasciandosi andare sulla brandina. Incontrò gli occhi del ragazzo e gli fece l’occhiolino, giusto per muovere un muscolo facciale a caso.

-Vado da Gabe.-

-Aha.-

Il castano si appoggiò le mani ai fianchi, indolente, iniziando a battere il piede a terra.

-Penso che non tornerò per la notte.-

-Aha.-

Il menefreghismo ostentato del rapper lo fece andare talmente fuori di sé per la rabbia che non disse più nulla e girò sui tacchi per rientrare. Travie si mise a sedere lentamente e gettò a terra il moccino, prima di alzarsi ed andare alla porta finestra. Osservò Bill che afferrava la giacca in velluto ed uno zaino con dentro quel che gli serviva per la notte, prima di avviarsi alla porta. Si voltò solo un attimo verso di lui, giusto per fare una smorfia infastidita.

-Scopatelo per bene, eh. Altrimenti potresti deludere le sue aspettative.-

-Fanculo.-

William uscì sbattendo la porta e lasciò McCoy a ridere da solo, prima che si decidesse a programmarsi la serata. Avrebbe chiamato Nick, Eric e Matt e sarebbero andati per club… Niente di meglio che una serata tra amici senza William ed i suoi scleri tra le palle.

 

*  *  *

 

Era il tramonto quando William aveva bussato all’entrata di casa Saporta. Le pareti dell’appartamento erano tinte di arancio e dalle finestre entrava la brezza dell’Oceano, senza però rinfrescare l’ambiente. Non appena Gabe aveva aperto la porta si erano scambiati un lungo bacio, senza nemmeno essersi salutati. Era più forte di loro… Non potevano trattenersi.

La tavola era già pronta ed il profumo del riso cucinato dal padrone di casa impregnava l’aria insieme a quello del suo dopobarba. Beckett notò immediatamente quanto fosse bello Saporta per l’occasione. Quei pantaloni bianchi che gli aderivano perfettamente lungo le gambe lasciavano ben poco all’immaginazione. Si giurò di non provare a saltargli addosso rovinando l’atmosfera, anche se ci voleva uno sforzo di volontà non indifferente.

La cena preparata da Gabe era squisita, anche se fuori dalle abitudini alimentari del castano. Certo, entrambi diedero poca importanza al cibo, continuando a parlare di stupidaggini nell’attesa che facesse buio e potessero scendere a guardare le stelle. Fu verso le nove che Gabe decise di alzarsi e sparecchiare, aiutato dal ragazzo che non vedeva l’ora di andare in spiaggia.

-Sei pronto per la nottata?-

Domandò di punto in bianco Saporta, mettendo i piatti in lavastoviglie.

-Prontissimo… Ho visto l’alba una… uhm… una volta sola qui.-

Bill si scostò i capelli dal volto e sorrise, prima di appoggiare l’ultimo bicchiere nella credenza. Sentì improvvisamente dei brividi salirgli lungo la schiena al solo pensiero che il momento che aspettava da giorni era ormai vicino. Sarebbe sceso in spiaggia con Gabe e avrebbero passato la notte insieme, sdraiati sulla sabbia.

-Oh, niño, prometto che con me ne vedrai tante altre.- Dicendolo il moro sorrise e gli si avvicinò passandogli la mano ancora bagnata sul volto. –E prometto che ognuna sarà bella a suo modo.-

-Prometti un sacco di cose, Gabe...-

Sbuffò scherzosamente Bill, abbassando lo sguardo. Sentì la mano dell’altro scendere sul suo collo, prima di infilarsi fra i capelli e giocarci lentamente. Quelle attenzioni gli piacevano talmente tanto che avrebbe voluto riceverle per il resto dei suoi giorni... Sì, ma anche con Travie all’inizio era così, prima che diventasse abitudine. Constatò rattristandosi. Aveva paura che pure tutto quello che provava per Gabe avesse potuto spegnersi nello stesso identico modo. Ma valeva la pena tentare di credere a quelle promesse…

-Ma io mantengo quello che dico, sai?- Fece il cantante dei Cobra Starship, portando la mano al mento del ragazzo per fargli alzare lo sguardo nel suo. –Basterebbe solo che tu stessi al gioco…-

-…al gioco?-

Domandò William senza capire, mentre le sue iridi guizzavano incerte. Gabe sorrise, prima di passargli un dito sulle labbra e fermarsi a fissarle come incantato.

-Non so cosa hai fatto prima di incontrarmi, Bilvy… Non so che cosa ti abbia spinto a non credere nell’amore...- Mormorò, senza nemmeno sapere dove quel discorso lo stesse portando. –So solo che non sarò io a farti cambiare idea. Quindi prendiamolo per un gioco… Se l’amore è una bugia, noi non prendiamolo sul serio.-

William non si mosse di un millimetro, schiuse appena le labbra per boccheggiare a vuoto. D’altronde era vero che non voleva una storia seria perché non si fidava dei sentimenti. Certo, non voleva solamente giocare con Saporta, ma perché non seguire quella sua folle filosofia? Ancora non conosceva bene quell’uomo, ma fino a quel momento non aveva mai ferito nessuno con il suo modo di vivere non del tutto normale ed il suo vizio di non prendere la vita sul serio…

-…la troiaggine è rivoluzione, mi ha detto un giorno un vecchio saggio.-

Scherzò sorridendo dolcemente e facendo ridere Saporta. Si sporse appena per baciargli le labbra ed il moro gli afferrò i fianchi per spingerlo contro il ripiano della cucina.

-…che dici? La vuoi la “benedizione del Cobra” da questo vecchio saggio?-

Sghignazzò, mentre le sue mani scivolavano sulle cosce del ragazzo, che sorrise malizioso e gli passò le dita fra i capelli. Gabe poteva leggere l’eccitazione nel suo sguardo… E forse pure sul suo volto c’era dipinta la stessa espressione. Si baciarono in modo più famelico e violento, mentre Bill veniva spinto a sedersi sul ripiano. Il moro non aspettò molto per togliergli la maglia e lanciarla sopra il fornello, così come fece anche con la sua. Tornò a divorare quelle labbra sottili, mentre le sue mani scorrevano ovunque sulla pelle candida del cantante dei TAI. Premette i polpastrelli su quelle anche sporgenti, sentendo l’altro gemere sul suo mento.

Non desiderava nient’altro che farlo suo immediatamente…

-Bill… Ti voglio adesso.-

-Le stelle aspetteranno…-

Rispose Beckett, scendendo dal ripiano ed aggrappandosi ai jeans di Gabe per potersene disfare. Non appena li abbassò sfiorò l’erezione attraverso la stoffa dei boxer bianchi di marca e lo sentì sospirare. Tolse anche quell’ultimo fastidioso indumento, così da poter avvolgere la mano sul membro del sudamericano ed inizare a muoverla. Le loro labbra continuarono a scontrarsi, nonostante alcuni gemiti gutturali sfuggissero interrompendoli…

Fu quando la mano di Saporta andò a stringere il suo polso che si fermò e si allontanò in modo che si potessero scambiare uno sguardo. Entrambi avevano le guance arrossate, ma quelle scolpite del più grande dei due erano particolarmente belle. William ne fu stregato ed andò ad accarezzarle lentamente… Scottavano.

-…andiamo di là. Non voglio farlo in cucina oggi…-

Ansimò Gabe ridacchiando, per poi spingere il castano verso la stanza senza permettergli di staccarsi da lui. Sarebbe stato da pazzi lasciare Bill anche solo per un secondo. Non poteva allontanare le sue mani da quel corpo tanto bello ed invitante…

Non appena furono in camera pure gli ultimi vestiti di Beckett finirono sul pavimento e il padrone di casa non ci mise molto a farlo cadere sul materasso. Il letto scricchiolò appena quando Gabe ci salì sopra a carponi e si posizionò sopra di lui, iniziando a lasciare una scia di baci lungo quel ventre piatto. Sentiva il suo cuore battere prepotentemente per l’eccitazione del momento… Poi scivolò più in basso, così che le sue labbra avvolsero il mebro del leader dei The Academy Is, a cui sfuggì un gemito talmente stupendo che se ne compiacque. Si fermò quando si accorse che era abbastanza e si tirò su per poter guardare quel viso così bello, sconvolto dalla passione del momento. Era davvero fantastico…

William sentì le dita di Gabe scivolare piano fra le sue natiche, per poi violarlo poco delicatamente. Gemette forte, poi strizzò appena le palpebre per il piacere. Saporta non riusciva più a contenere l’eccitazione… Non ce l’avrebbe fatta oltre. Afferrò le cosce a Bill e lo sistemò, prima di inarcarsi sopra di lui, penetrandolo.

Per un attimo gli sembrò quasi che stesse per avere un altro di quei suoi dejavù, ma poi si rese conto che era solo un blackout momentaneo di puro piacere. Le sue spinte si fecero più veloci e secche, mentre il castano gemeva con voce armoniosa sotto di lui. Dannazione, quello sembrava che stesse cantando anche mentre scopava… Pensò Gabe in un secondo di lucidità. La cosa l’avebbre presto ucciso.

Will dal canto suo stava osservando i muscoli tesi di Gabe e fece scivolare la mano sul suo bicipite. Alzò a fatica lo sguardo verso il suo volto e per un attimo desiderò di poterlo guardare per il resto dei suoi giorni, prima che fosse costretto a strizzare le palpebre. La mano di Saporta era andata a stringere la sua erezione, iniziando a frizionarla, ed il piacere stava mandandolo fuori di testa. Fu lui il primo a raggiungere l’orgasmo, qualche attimo prima che un ansito lasciasse le labbra del moro e questo riversasse il suo piacere.

I loro sguardi si incontrarono per un lungo istante e, in quel frangente, il tempo sembrò fermarsi. Davanti ai loro occhi comparve il sogno di una vita insieme, per poi infrangersi come cristallo.

-…lo sai di essere bellissimo, vero niño?-

Domandò Saporta sorridendo e lasciandogli un bacio sulla fronte prima di stendersi al suo fianco. Bill  lo abbracciò, non volendolo lasciare. Lo strinse forte, affondandogli il volto nell’incavo della spalla.

-Guardare il cielo non... sai.. non sarebbe stato così spettacolare.-

Mormorò, facendo ridere l’altro che gli strinse una spalla per poi dargli un bacio fra i capelli.

-Possiamo guardarlo anche da qui...-

Gli disse Gabe, indicando i tendaggi chiusi e facendolo voltare a guardarli. Curioso com’era si alzò ed andò lentamente ad aprirli... Era come se lo stessero chiamando. Non appena scostò la tenda vide delle luci colorate e si affrettò ad aprirla interamente con il cuore in gola. Davanti a lui c’era il molo tutto illuminato... La ruota panoramica e le montagne russe affollate di turisti e gente del posto. Si sentì le lacrime agli occhi mentre si appoggiava al vetro ad ammirare lo spettacolo.

-Allora…? Il Cobra ti ha mangiato la lingua?-

Gabe si mise a sedere a gambe incrociate sul letto ed aprì le braccia in modo beffardo. Fu quando William si voltò per sorridergli che si ricordò di aver già immaginato quella scena non appena entrato in quell’appartamento. Era William quello che sperava di far sorridere… Era lui quello che aveva sempre sognato e desiderato.

-Non… Non ho parole da dire.- Ridacchiò imbarazzato il ragazzo, scostandosi I capelli sudaticci dal volto.-…è come se stessi vivendo in un sogno. Mi… uhm… Mi sento quasi stupido.-

Il padrone di casa restò rapito a guardarlo per qualche istante, lo sguardo scendeva lungo quel corpo pallido in controluce. Le stelle e le luci della ruota panoramica sullo sfondo lo rendevano se possibile più etereo di quanto già non fosse. A quel punto si chiese se veramente valeva la pena di non prendere tutto sul serio e continuare a giocare. Era Gabe Saporta, sì, ma non era sicuro di farcela.

-Faccio fatica a crederci pure io, niño,  ma non è un sueño. O... almeno spero.-

Si alzò e raggiunse Bill, schiacciandolo contro la vetrata e baciandolo ancora. E ancora… Non voleva assolutamente lasciarlo andare per un solo secondo.

Fecero ancora l’amore, restando ore abbracciati nel letto a parlare. Gabe gesticolava con il braccio libero, mentre con l’altro teneva William stretto a sé. Gli parlò dell’Uruguay, del mare, di Montevideo, dei suoi nonni, della sua infanzia… Gli parlò di Manhattan, della Statua della Libertà, del Bronx, dei Midtown. Gli spiegò del Cobra, del deserto, della peyote, delle lezioni di ballo, dei suoi progetti, della musica.

Gli promise di portarlo a visitare alcune città del mondo in cui era stato e altre che voleva vedere, di fargli provare piatti nuovi, di conoscere alcuni suoi amici e parenti. Gli giurò di fargli da guida a New York, di scrivere un’altra canzone insieme, di restare al suo fianco.

William ascoltò per tutta la notte. Commentò ironicamente alcune cose e rise, ma non parlò di sé. Gli bastò ascoltare tutto quello che usciva dalle labbra di Saporta, immaginando di poter far parte di quella vita e sperando di veder mantenute quelle promesse.

Senza che se ne rendessero conto era ormai l’ora del sorgere del Sole e in fretta si infilarono qualche vestito per scendere in spiaggia. Non era esattamente quello che avevano programmato, ma andava bene anche così.

I piedi nudi di William vennero bagnati dall’acqua gelida dell’oceano e rabbrividì, mentre Gabe gli abbracciava le spalle, tenendolo stretto al suo fianco. Gli lasciò un leggero bacio fra i capelli, cominciando a dondolare al ritmo della canzone che aveva in testa. Era buffo, perché nonostante fosse la sua preferita non avrebbe mai immaginato di mettersi a cantare quel ritornello proprio davanti al cantante dei TAI.

-Back down, cash out, that's the city for you… Break down and back out, and get what's coming to you…-

Bill rise appena e chiuse gli occhi, stringendogli appena il fianco. Come aveva fatto per tutta la notte si limitò ad ascoltarlo…

Fu quando furono di nuovo in casa e William stava per addormentarsi fra le lenzuola, che Gabe mandò quel messaggio a Pete. Voleva solamente che sapesse che ce l’aveva fatta… Che qualcosa nella sua vita ora sembrava essere perfetto.

To: |Petey_Wtz_<3|…io ed il mio niño abbiamo visto l’alba insieme. <3

Avrebbe voluto aggiungere che avevano fatto l’amore, ma non lo fece. Gliel’avrebbe raccontato a voce, per poi sproloquiare del suo futuro al fianco di Beckett davanti ad un paio di cocktail nella favolosa villa Wentz. Semplicemente si accostò al ragazzo abbracciandolo stretto e lasciando che il sonno lo trasportasse.

 

 

 

  * * *

 

*2o11*September

 

Il vento della costa accarezza il ciuffo castano che cade davanti al volto pallido di William. L’uomo davanti a lui continua a guardarlo, passandogli lentamente la mano sulla guancia fredda. Non credeva di poterlo avere ancora al suo fianco… Era un ultimatum quello che si erano prefissati per quella data. Se non si fossero incontrati, allora ognuno sarebba andato avanti per la sua strada. Al contrario, se si fossero visti si sarebbero di nuovo presi per mano per camminare insieme. Gabe aveva dubbi a riguardo… Ma d’altronde per loro era sempre stato così. La distanza li teneva separati ed ognuno pensava per sé, ma quando erano insieme nulla avrebbe potuto separarli. Questa volta sarebbe stata diversa dalle altre?

-…ti ho pensato ogni giorno per tutto questo tempo.-

Mormora il moro, abbassando lo sguardo. William sembra meno sereno del solito… Ha messo su qualche chilo, ma è ancora bellissimo. Uno come lui non potrebbe mai sfiorire. È ancora il “suo niño”, esattamente come lo era cinque anni prima. Il sorriso che gli mostra è sempre quello che ha amato e cercato per tutta la vita...

-Lo so.- Risponde il castano, voltandosi verso il mare. –Perchè per me è stato lo stesso.-

Il vento aumenta la sua forza, mentre altre gocce cadono dal cielo dispettose e s’infrangono sulla loro pelle. Qualcuno apre l’ombrello, qualcun altro va a rifugiarsi nel cafè più vicino. I due cantanti, tuttavia, restano immobili dove si trovano. Le dita delle loro mani intrecciate nella tasca della giacca di Gabe...

Entrambe le loro menti sono lontane da quel posto grigio e freddo, proiettate su un paesaggio sulla costa opposta degli States. Come sempre...

-Ti ricordi la nostra prima alba...?- Domanda il castano e l’altro annuisce malinconico, volendo tornare a quel tempo. –Mi avevi promesso che mi avresti fatto da guida... sai... a New York. E.. E che prima o poi mi avresti baciato in cima all’Empire State Building.-

Ridacchia, abbassando però il volto per nascondere la vera nostalgia che provava. Gabe gli stringe più forte la mano e sorride, ricordandoselo solo ora. Ha promesso così tante cose che se le scorda sempre... Eppure non è la prima volta che sono nella Grande Mela insieme. Chissà perchè non gliel’aveva mai ricordato prima, quello stupido.

-Allora andiamoci ora… Ti ci porterò adesso.-

Dicendolo fa un passo indietro trascinando Beckett, che con sguardo malinconico lo segue senza fiatare. È Gabe, come al solito, che parla della sua vita e di tutto quello che finora gli è mancato. Ma il punto focale del discorso è sempre quello: William.

Quanto vorresti che con un bacio su quel grattacielo tutto torni come un tempo. Che solo mantenendo una fra le mille promesse le cose si aggiusteranno… Tutto ti riporta alla mente quell’agosto, quando ancora promettevi a Bill cose impossibili pur di averlo al tuo fianco. Non avevi intenzione di mentirgli, ci credevi anche tu. Tutte le cose che hai promesso, nel tuo cuore, speravi veramente che un giorno potessero avverarsi…

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

 

 

_____________

 

 

Saluti a tutti in questi tristi giorni di notizie che speravamo di non dover mai leggere.

I TAI ci mancheranno, ma saranno sempre con noi nelle canzoni che ci hanno fatto compagnia. <3

Spero che la strada di ognuno di loro sia piastrellata di esperienze favolose…

 

Detto questo, stop. Non voglio parlare più per non essere fraintesa.

Parlerò del capitolo…

 

Allora… POP THE CHEAP CHAMPAGNE!

I protagonisti sono riusciti a spassarsela per la notte dopo 9 capitoli!!!!! Three Cheers for Gabilliam!!! Hip Hip Hooray…

 

Questo è il capitolo delle dichiarazioni a quanto pare, tra Pete e Gabe non so chi sia il più scemo.

Scusate ma dovevo rovinare il romanticismo! Non ce la faccio a restare del tutto seria… I’m not a hopeless romantic :P

 

Sappiate che ieri sera scrivere è stata dura con tutto quello che si è saputo, ma ce l’ho fatta.

Claudia, non abbarterti più! E spero che il capitolo ti aiuti!! ;) Let me know!!!

 

Grazie come sempre a tutti quelli che leggono e continuano a seguire la trama!

 

Alla prossima!!!

Ditemi che ne pensate… <3

 

Fangs up, Cobras!

 

Xoxo

Miky

   
 
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