I won’t believe in Love: It’s just a lie.
*Prostitution*is*revolution*
*I album: While the City Sleeps
we Rule the Beaches*
Ninth track * You remind me
of august… *
*2oo6*August
Era mercoledì.
Non avrebbe dovuto interessare
a nessuno, in effetti, ma quel giorno le temperature erano talmente alte che
l’unica cosa che si poteva fare era stare davanti al condizionatore. Nemmeno
questo pareva importante. Eppure Gabe continuava a ridacchiare, mentre si
asciugava il sudore dalla fonte. Il caldo di quella giornata lo stava uccidendo
lentamente, ma non gliene fregava assolutamente nulla. Più caldo faceva, più la
notte sarebbe stato piacevole restare sulla spiaggia. Avrebbe sopportato
qualsiasi cosa pur di arrivare a sera.
Quel pomeriggo era libero da
impegni e l’indomani avrebbe iniziato ad andare in studio per l’album. Le
registrazioni di SOAP erano finite e la sera prima avevano festeggiato tutti
insieme per la riuscita del video. William si era ubriacato e nel club gli si
era avvicinato in mezzo alla pista, scansando la bionda con cui stava ballando.
Non che Saporta si fosse offeso, anzi… La cosa lo stava eccitando a dei livelli
assurdi. Peccato che Travie era arrivato a riprendersi il proprio ragazzo per
portarlo a casa prima che vomitasse sul dj.
Gabe si era quindi preso
un’altra ragazza a caso tra la folla e l’aveva corteggiata fino ad essere
invitato a casa sua. L’aveva lasciata la mattina presto, dopo una doccia ed un
caffè, per poi prendersi un taxi e tornare al suo appartamento in Santa Monica.
Quelle giornate erano decisamente il top. Ma la notte che doveva arrivare… Nel pensarci il moro sospirò. Si aspettava così tante cose che il suo cervello
poteva esplodere da un momento all’altro. Esattamente come la cerniera
dei suoi jeans… Dannazione, perché erano così stretti?! Doveva smettere di
pensare cose sconce su quel santissimo ragazzo.
-Madre de Dios!!! El niño es la destrucción de la mi mente...-
Mormorò
decidendo di prendersi un
attimo di pausa dalla preparazione della cena per concedersi un cocktail.
Infondo il riso poteva benissimo aspettare, ma la sua testa no. Quella stava
seriamente per fottersi automaticamente. Fu mentre si scolava la vodka redbull
sul divano, che suonarono al suo campanello. Scattò in piedi sgranando gli
occhi… Doveva essere il suo chico.
Oddio, ma perché quell’anticipo esagerato?!
-Calma, Gabe. -
Si sistemò i capelli specchiandosi nel tavolino in vetro, prima di
andare a grandi balzi alla porta.
Il solito deja-vù… Bill lo aspettava dietro la porta e gli si buttava fra
le braccia per baciarlo.
Le sue aspettative furono
deluse quando aprendo dovette abbassare lo sguardo verso Pete. La sua comparsa
lo lasciò esterrefatto.
-Petey…?-
Domando con un tono tombale
che venne subito recepito dal più basso. Quest’ultimo entrò in sala superandolo
e poi adocchiò la vodka sul tavolino sorridendo.
-Ti prendi una sbronza
solitaria in pieno pomeriggio, Gabeybaby?-
Si avventò a prendere un sorso
dal bicchiere dell’amico, che era rimasto immobile sulla soglia non riuscendo a
staccargli gli occhi di dosso. Aveva desiderato così tanto che fosse Beckett
che non riusciva a credere che potesse arrivare qualcun altro. Nemmeno il suo
migliore amico! Cazzo, doveva
smetterla di farsi incantare dal cantante dei TAI, stava impazzendo!! Pregò
il Cobra di salvarlo da quella fissazione prima che diventasse qualcosa di più.
Sarebbe bastata quella notte e i
bollori si sarebbero placati, no?
-Stavo solo facendo una
pausa…- Mormorò, avvicinandosi al bassista. –Sto preparando la cena per me e…
per Bill. Sai… Si è autoinvitato.-
-Oh ma è fantastico Gabey!!
Sono così contento per voi due!!!- Fece battendo le mani e gettandosi sul
divano. –Cioè, mi dispiace per Trav, povero. Ma siccome tu sei il mio migliore
amico preferisco che sia tu quello felice con William, piuttosto! Allora… Che
mi racconti? Vi siete baciati? -
La parlantina di Pete lasciò
il padrone di casa un po’ spaesato, mentre prendeva posto sul divano. Lo guardò
dubbioso, prima di lasciarsi sfuggire un sorriso ed afferrare il suo cocktail.
Sapeva di poter dire qualsiasi cosa a Wentz, esattamente come aveva sempre
fatto anche quando stava con Bianca. Non aveva segreti con lui… Non riusciva ad
averne quando si specchiava in quegli occhi sinceri.
-Sì. L’ho baciato al molo, poi
ci siamo… Ci siamo baciati anche qui, nel mio appartamento.-
-Oh!! Ma è stupendo!!! Solo
questo?! Non avete ancora fatto sesso?-
Domandò innocentemente il
produttore appropriandosi della bottiglia di vodka e prendendone un sorso.
Aspettava una risposta affermativa, ma dallo sguardo di Gabe si capiva
benissimo che non era ancora successo nulla. Eppure era da un mese che si
conoscevano! Era impossibile che non fosse ancora finito a letto con William
Beckett! Non era da lui non portarsi sotto le coperte qualsiasi essere in grado
di respirare, animali esclusi ovviamente.
-Non l’hai fatto?!?!- Urlò
sconvolto, trapanando i timpani al sudamericano. –No! È impossibile che tu non
abbia ancora messo le mani addosso a William!!! Ma sei cieco?!-
-Non è così facile come
sembra!!!-
Rispose Gabe sulle difensive,
portandosi una mano fra i capelli. Non si era mai spiegato con nessuno e non
era sicuro di poterlo fare in qul momento. D’altronde nemmeno lui sapeva che
cosa gli stava succedendo con quel ragazzo. Sapeva solamente che voleva fare
l’amore con lui, ma non poteva approfittarsi di una sbronza. Altrimenti ci
avrebbe pensato la sera precedente, ancora prima che Travie comparisse
magicamente per portarselo via.
-Mi stai dicendo che così
giovane hai già problemi con il tuo fratellino?-
-PETE!!!!- Il sudamericano
arrossì e tossicchiò. –Lì sotto funziona tutto fin troppo bene… Il problema è
un altro. Semplicemente non so come reagirò. So che voglio farmelo… E a volte
penso che magari poi, una volta tolta la voglia, la cotta mi passerà.-
Si fermò. Lo sguardo perso sul
foglio protocollo abbandonato sul tavolino. La sua mente mandava in repeat la
frase “The world is fading, I'm here
with you” e la melodia risuonava di sottofondo. Oh sì che lo sapeva dove stava
il problema…
-…poi penso che se farò l’amore con lui cambierà tutto e
capirò che non è solo un stupido flirt. Insomma… A volte mi immagino come
sarebbe la vita al suo fianco e… Mi ritrovo a pensare che sarebbe perfetta.-
Pete sorrise nel vedere
l’espressione del cantante, era felice. Ovviamente c’era un pizzico di gelosia
nel vederlo innamorato di qualcun altro… Ma d’altronde andava bene così. Era
meglio che Gabe si mettesse con William. Fu in quel momento che il leader dei
Fall Out Boy si decise a prendere la decisione che rimandava da mesi. Avrebbe
parlato con Patrick e gli avrebbe detto tutto…
-Allora non avere paura.
Buttati!!! Sei o no Gabe Saporta?!-
Pete diede un paio di pacche
amichevoli alla coscia dell’amico ed insieme scoppiarono a ridere. Per almeno
un’ora parlarono di alcune avventure negli anni passati, prima che il padrone
di casa si rendesse conto che ormai era ora di mettersi a lucido. Non ci voleva
molto perché William arrivasse e farsi trovare con un altro uomo non era di
certo il massimo. Pete si fece gentilmente da parte, lasciandogli un bacio a
fior di labbra prima di sparire dall’appartamento e tornare alla sua villa.
Questione di un’ora e William
Beckett sarebbe entrato da quella porta e avrebbero passato la nottata insieme.
Cullato da questa speranza, Gabe andò a farsi una doccia e si chiese se la
mattina seguente avrebbe potuto farla insieme al suo niño.
* * *
Patrick era impegnato a
sistemare il divano di Hemingway, mentre quest’ultimo abbaiava contrariato.
Probabilmente voleva sdraiarsi a fare un pisolino, ma il rosso non l’avrebbe
lasciato salire finchè non fosse stato tutto in ordine. Non riusciva a capire
perché quello stolto di Pete non sistemasse mai nulla. In quella villa regnava
il caos completo. Era quasi sicuro di poter trovare nascosto il villaggio dei
Puffi sotto il tappeto del salotto. Mentre era perso nei suoi pensieri,
Hemingway abbaiò ed appoggiò la zampa ai suoi jeans, cercando di farsi capire.
-Aspetta, Hem! Un attimo e ho
fatto. Sei impaziente proprio come il tuo padrone!-
-Hey!-
Pat si voltò verso il padrone
di casa appena citato in causa, che stava proprio rientrando in quell’istante.
Sembrava aver corso, perché aveva le guance appena arrossate ed il fiatone. O
forse aveva cantato in macchina a squarciagola, com’era solito fare. L’aveva
sentito spesso e, a volte, avevano cantato insieme alzando cori per le vie
della città degli angeli.
-Beh? È la verità. Siete
entrembi impazienti.-Fece il rosso, prima di guardare il cane. –Ora puoi
sdraiarti al tuo posto.-
Questo scondinzolò e fece un
piccolo verso di ringraziamento, prima di salire sul divano ed accomodarsi. Il
suo padrone si avvicinò e gli diede qualche carezza, prima di voltarsi verso
Patrick. Non era ben sicuro di come iniziare il discorso… Sapeva che, qualsiasi
cosa avesse detto, sarebbe stata apprezzata. Insomma, non era un segreto che il
suo cantante era attratto da lui. Tra baci e toccatine ormai non c’era molto
altro da aggiungere. Beh, una cosa di
dire restava. Pensò il moro grattandosi il mento. Soprattutto quella riguardo al fatto che sarebbe
stato l’unico ragazzo della sua vita adesso.
-Pat… Devo parlarti.-
Sussurrò, portandosi la mano
fra i capelli e grattandoseli. Doveva trovare le parole giuste… Dai, aveva
scritto testi su testi, non doveva essere così difficile tirar fuori una frase
intelligente. Forse doveva bere un goccio di whiskey e tutto sarebbe andato per
il meglio. No. Doveva parlare con il cuore in mano.
-Non sarà ancora riguardo a
costruire una casetta di dolci in giardino, vero? Ti ho già detto che non è
possibile…-
Fece il cantante, spostando il
peso da una gamba all’altra ed incrociando le braccia sul petto. Le
sopracciglia inarcate in un’espressione scettica. La cosa di certo non aiutava
il moro, che ancora non aveva trovato una cosa intelligente da dire. Fanculo il romanticismo a quel punto! Concluse
sbuffando. Avrebbe parlato a caso e
sarebbe stato sincero, niente fronzoli o metafore!!!!
-Pat! È ora di metterci
insieme seriamente… Voglio averti in casa a cucinarmi le frittelle tutte le
mattine.-
Annuì, soddisfatto della
propria dichiarazione d’amore. Decisamente non avrebbe potuto fare di meglio…
Anche se Stump non sembrava dello stesso parere dato che non aveva cambiato
espressione. Anzi, abbassò appena la testa, guardandolo di traverso attraverso
le lenti degli occhiali.
-Era… Era una sorta di
dichiarazione questa?-
-Sì… Non andava bene?- Chiese
il bassista sgranando gli occhi stupito. –Forse dovevo prepararmi un discorso?-
Il dubbio lo assalì e cominciò
ad agitarsi, prima di guardare Hemingway in cerca di aiuto. Questo però stava
dormendo e non poteva di certo suggerirgli qualcosa. Fortuna volle che Patrick
si avvicinò e gli afferrò le spalle, ridacchiando beffardo e scuotendo la
testa.
-No, va benissimo Pete. È
perfetta anche così…-
-Stai dicendo che non posso
fare di meglio?- Domandò il moro offeso, portandogli le mani ai fianchi.
–Patrick!! Guarda che se volevo potevo benissimo prepararmi la migliore
dichiarazione mai pronunciata dall’inizio dei tempi!-
Il rosso continò a ridere ed
appoggiò la fronte alla sua, lasciandolo comunque perplesso ed alterato. Si
impegnava a dirgli che potevano stare insieme e lui rideva!! Che mondo
ingiusto… Nessuno lo stava ad ascoltare, dannazione!
Sbuffò qualche impropero,
prima di abbracciare il suo cantante e baciargli dolcemente le labbra. Poi
chiuse gli occhi e gli posò la fronte sulla spalla, restando così per qualche
istante. Sì… Scegliere Patrick era senz’altro meglio che avventurarsi chissà
dove con Gabe. Sarebbe stato un inseguimento a tempo perso, perché uno come
Saporta non si lasciava di certo catturare facilmente a meno che non fosse lui
a rincorrerti dall’inizio. E poi, doveva ammetterlo, per quanto potesse amare
Gabey, non si trattava proprio di attrazione totale e senza via di scampo… Era
più un’amicizia molto simile ad un amore dolce e platonico.
-Vorrei proprio vedere se
saresti in grado di scrivere una dichiarazione stupenda…-
Fece all’improvviso Stump,
solleticando con il suo respiro il collo di Pete. Questo rabbrividì appena e
poi buttò in fuori il labbro inferiore, sempre più offeso.
-Scommetti che ci riesco?!-
-Scommettiamo…-
Ridacchiarono tutti e due,
prima di lasciarsi cadere sul divano e restare abbracciati a scambiarsi qualche
affettuosa attenzione. Dall’altro divanetto Hemingway li osservava con una
palpebra alzata, ma decise presto di tornare a sognare.
* * *
Travie se ne stava sdraiato
sulla brandina in terrazza a guardare le poche nuvole bianche che si
rincorrevano nel cielo. Il caldo atroce lo stava rincoglionendo e ad ogni tiro
dalla canna non giovava di certo la sua lucidità. Ma non voleva essere lucido
quel giorno… Aveva letto il messaggio arrivato qualche ora prima al suo
ragazzo, che se ne stava sotto la doccia a cantare qualcosa dei Death Cab for
Cutie.
From: |Gabe| Pronto per la nostra notte loca,
niño? L’alba è
tutta per noi.
Non ne sapeva nulla di quella
cosa, Bill non gliel’aveva nemmeno accennata. Sarebbe uscito per passare la
notte da Saporta e gliel’avrebbe di certo detto all’ultimo minuto. Ma ormai non
c’era nulla di cui stupirsi. Era talmente preso da quel sudamericano che non
c’era più maniera di farlo ragionare, ormai. Sarebbe andato dritto a sbattere
contro il muro verso il quale stava correndo. Travie lo sapeva bene… Aveva già
visto Saporta qualche anno prima e aveva capito già di che tipo si trattasse.
Uno di quelli di cui non gliene frega nulla di nessuno, a meno che si innamori.
E di sicuro non era perdutamente innamorato di William. Dai, non poteva esserlo
veramente! Constatò
incazzato il rapper. Come poteva anche solo innamorarsi di una persona fredda come Beckett? Okay, ci stava l’esserne
attratto… Cazzo, era la cosa più bella che fosse mai stata creata! Ma amarlo
era da folli. Lui per primo non provava niente, se non una semplice
infatuazione e una normale amicizia… Era bello starci insieme, a volte si
divertivano. Gli voleva bene, un sacco. Ma no! Non poteva amarlo.
Oltretutto sapeva che il suo ragazzo non provava nulla,
esattamente come lui. Si trovavano bene insieme… Scopavano. Scherzavano… Basta.
Non era di certo una fiaba. Nessuna Cenerentola e nessun Principe Azzurro.
Nella visuale di McCoy entrò improvvisamente una sagoma
longilinea, avvolta in vestiti talmente attillati che poteva vederne ogni
spigolo. Abbassò lo sguardo, posandolo sulla bandana beige legata al ginocchio
di Bill e sospirò. Sembrava che dovesse salire su un palco, tutto in tiro come
si era messo.
-Io esco.-
-Aha.-
Si limitò a rispondere l’afro, prendendo un altro tiro e
lasciandosi andare sulla brandina. Incontrò gli occhi del ragazzo e gli fece
l’occhiolino, giusto per muovere un muscolo facciale a caso.
-Vado da Gabe.-
-Aha.-
Il castano si appoggiò le mani ai fianchi, indolente,
iniziando a battere il piede a terra.
-Penso che non tornerò per la notte.-
-Aha.-
Il menefreghismo ostentato del rapper lo fece andare
talmente fuori di sé per la rabbia che non disse più nulla e girò sui tacchi
per rientrare. Travie si mise a sedere lentamente e gettò a terra il moccino,
prima di alzarsi ed andare alla porta finestra. Osservò Bill che afferrava la
giacca in velluto ed uno zaino con dentro quel che gli serviva per la notte,
prima di avviarsi alla porta. Si voltò solo un attimo verso di lui, giusto per
fare una smorfia infastidita.
-Scopatelo per bene, eh. Altrimenti potresti deludere le
sue aspettative.-
-Fanculo.-
William uscì sbattendo la porta e lasciò McCoy a ridere
da solo, prima che si decidesse a programmarsi la serata. Avrebbe chiamato
Nick, Eric e Matt e sarebbero andati per club… Niente di meglio che una serata
tra amici senza William ed i suoi scleri tra le palle.
* * *
Era il tramonto quando William aveva bussato all’entrata
di casa Saporta. Le pareti dell’appartamento erano tinte di arancio e dalle
finestre entrava la brezza dell’Oceano, senza però rinfrescare l’ambiente. Non
appena Gabe aveva aperto la porta si erano scambiati un lungo bacio, senza
nemmeno essersi salutati. Era più forte di loro… Non potevano trattenersi.
La tavola era già pronta ed il profumo del riso cucinato
dal padrone di casa impregnava l’aria insieme a quello del suo dopobarba.
Beckett notò immediatamente quanto fosse bello Saporta per l’occasione. Quei
pantaloni bianchi che gli aderivano perfettamente lungo le gambe lasciavano ben
poco all’immaginazione. Si giurò di non provare a saltargli addosso rovinando
l’atmosfera, anche se ci voleva uno sforzo di volontà non indifferente.
La cena preparata da Gabe era squisita, anche se fuori
dalle abitudini alimentari del castano. Certo, entrambi diedero poca importanza
al cibo, continuando a parlare di stupidaggini nell’attesa che facesse buio e
potessero scendere a guardare le stelle. Fu verso le nove che Gabe decise di
alzarsi e sparecchiare, aiutato dal ragazzo che non vedeva l’ora di andare in
spiaggia.
-Sei pronto per la nottata?-
Domandò di punto in bianco Saporta, mettendo i piatti in
lavastoviglie.
-Prontissimo… Ho visto l’alba una… uhm… una volta sola
qui.-
Bill si scostò i capelli dal volto e sorrise, prima di
appoggiare l’ultimo bicchiere nella credenza. Sentì improvvisamente dei brividi
salirgli lungo la schiena al solo pensiero che il momento che aspettava da
giorni era ormai vicino. Sarebbe sceso in spiaggia con Gabe e avrebbero passato
la notte insieme, sdraiati sulla sabbia.
-Oh, niño, prometto che con me ne vedrai tante altre.-
Dicendolo il moro sorrise e gli si avvicinò passandogli la mano ancora bagnata
sul volto. –E prometto che ognuna sarà bella a suo modo.-
-Prometti
un sacco di cose, Gabe...-
Sbuffò
scherzosamente Bill, abbassando lo sguardo. Sentì la mano dell’altro scendere
sul suo collo, prima di infilarsi fra i capelli e giocarci lentamente. Quelle
attenzioni gli piacevano talmente tanto che avrebbe voluto riceverle per il
resto dei suoi giorni... Sì, ma anche con Travie all’inizio era così, prima
che diventasse abitudine. Constatò rattristandosi. Aveva paura che pure tutto quello che provava per
Gabe avesse potuto spegnersi nello stesso identico modo. Ma
valeva la pena tentare di credere a quelle promesse…
-Ma io mantengo quello che
dico, sai?- Fece il cantante dei Cobra Starship, portando la mano al mento del
ragazzo per fargli alzare lo sguardo nel suo. –Basterebbe solo che tu stessi al
gioco…-
-…al gioco?-
Domandò William senza capire,
mentre le sue iridi guizzavano incerte. Gabe sorrise, prima di passargli un
dito sulle labbra e fermarsi a fissarle come incantato.
-Non so cosa hai fatto prima
di incontrarmi, Bilvy… Non so che cosa ti abbia spinto a non credere
nell’amore...- Mormorò, senza nemmeno sapere dove quel discorso lo stesse
portando. –So solo che non sarò io a farti cambiare idea. Quindi prendiamolo
per un gioco… Se
l’amore è una bugia, noi non prendiamolo sul serio.-
William non si mosse di un
millimetro, schiuse appena le labbra per boccheggiare a vuoto. D’altronde era
vero che non voleva una storia seria perché non si fidava dei sentimenti.
Certo, non voleva solamente giocare con Saporta, ma perché non seguire quella
sua folle filosofia? Ancora non conosceva bene quell’uomo, ma fino a quel
momento non aveva mai ferito nessuno con il suo modo di vivere non del tutto
normale ed il suo vizio di non prendere la vita sul serio…
-…la troiaggine è rivoluzione,
mi ha detto un giorno un vecchio saggio.-
Scherzò sorridendo dolcemente
e facendo ridere Saporta. Si sporse appena per baciargli le labbra ed il moro
gli afferrò i fianchi per spingerlo contro il ripiano della cucina.
-…che dici? La vuoi la
“benedizione del Cobra” da questo vecchio saggio?-
Sghignazzò, mentre le sue mani
scivolavano sulle cosce del ragazzo, che sorrise malizioso e gli passò le dita
fra i capelli. Gabe poteva leggere l’eccitazione nel suo sguardo… E forse pure
sul suo volto c’era dipinta la stessa espressione. Si baciarono in modo più
famelico e violento, mentre Bill veniva spinto a sedersi sul ripiano. Il moro
non aspettò molto per togliergli la maglia e lanciarla sopra il fornello, così
come fece anche con la sua. Tornò a divorare quelle labbra sottili, mentre le
sue mani scorrevano ovunque sulla pelle candida del cantante dei TAI. Premette
i polpastrelli su quelle anche sporgenti, sentendo l’altro gemere sul suo
mento.
Non desiderava nient’altro che farlo suo immediatamente…
-Bill… Ti voglio adesso.-
-Le stelle aspetteranno…-
Rispose Beckett, scendendo dal
ripiano ed aggrappandosi ai jeans di Gabe per potersene disfare. Non appena li
abbassò sfiorò l’erezione attraverso la stoffa dei boxer bianchi di marca e lo
sentì sospirare. Tolse anche quell’ultimo fastidioso indumento, così da poter
avvolgere la mano sul membro del sudamericano ed inizare a muoverla. Le loro
labbra continuarono a scontrarsi, nonostante alcuni gemiti gutturali
sfuggissero interrompendoli…
Fu quando la mano di Saporta
andò a stringere il suo polso che si fermò e si allontanò in modo che si
potessero scambiare uno sguardo. Entrambi avevano le guance arrossate, ma
quelle scolpite del più grande dei due erano particolarmente belle. William ne
fu stregato ed andò ad accarezzarle lentamente… Scottavano.
-…andiamo di là. Non voglio
farlo in cucina oggi…-
Ansimò Gabe ridacchiando, per
poi spingere il castano verso la stanza senza permettergli di staccarsi da lui.
Sarebbe stato da pazzi lasciare Bill anche solo per un secondo. Non poteva
allontanare le sue mani da quel corpo tanto bello ed invitante…
Non appena furono in camera
pure gli ultimi vestiti di Beckett finirono sul pavimento e il padrone di casa
non ci mise molto a farlo cadere sul materasso. Il letto scricchiolò appena
quando Gabe ci salì sopra a carponi e si posizionò sopra di lui, iniziando a
lasciare una scia di baci lungo quel ventre piatto. Sentiva il suo cuore
battere prepotentemente per l’eccitazione del momento… Poi scivolò più in
basso, così che le sue labbra avvolsero il mebro del leader dei The Academy Is,
a cui sfuggì un gemito talmente stupendo che se ne compiacque. Si fermò quando
si accorse che era abbastanza e si tirò su per poter guardare quel viso così
bello, sconvolto dalla passione del momento. Era davvero fantastico…
William sentì le dita di Gabe
scivolare piano fra le sue natiche, per poi violarlo poco delicatamente.
Gemette forte, poi strizzò appena le palpebre per il piacere. Saporta non
riusciva più a contenere l’eccitazione… Non ce l’avrebbe fatta oltre. Afferrò
le cosce a Bill e lo sistemò, prima di inarcarsi sopra di lui, penetrandolo.
Per un attimo gli sembrò quasi
che stesse per avere un altro di quei suoi dejavù, ma poi si rese conto che era
solo un blackout momentaneo di puro piacere. Le sue spinte si fecero più veloci
e secche, mentre il castano gemeva con voce armoniosa sotto di lui. Dannazione, quello sembrava che stesse cantando
anche mentre scopava… Pensò Gabe in un secondo di lucidità. La cosa l’avebbre presto ucciso.
Will dal canto suo stava
osservando i muscoli tesi di Gabe e fece scivolare la mano sul suo bicipite.
Alzò a fatica lo sguardo verso il suo volto e per un attimo desiderò di poterlo
guardare per il resto dei suoi giorni, prima che fosse costretto a strizzare le
palpebre. La mano di Saporta era andata a stringere la sua erezione, iniziando
a frizionarla, ed il piacere stava mandandolo fuori di testa. Fu lui il primo a
raggiungere l’orgasmo, qualche attimo prima che un ansito lasciasse le labbra
del moro e questo riversasse il suo piacere.
I loro sguardi si incontrarono
per un lungo istante e, in quel frangente, il tempo sembrò fermarsi. Davanti ai
loro occhi comparve il sogno di una vita insieme, per poi infrangersi come
cristallo.
-…lo sai di essere bellissimo,
vero niño?-
Domandò
Saporta sorridendo e lasciandogli un bacio sulla fronte prima di stendersi al
suo fianco. Bill lo abbracciò, non
volendolo lasciare. Lo strinse forte, affondandogli il volto nell’incavo della
spalla.
-Guardare
il cielo non... sai.. non sarebbe stato così spettacolare.-
Mormorò,
facendo ridere l’altro che gli strinse una spalla per poi dargli un bacio fra i
capelli.
-Possiamo
guardarlo anche da qui...-
Gli
disse Gabe, indicando i tendaggi chiusi e facendolo voltare a guardarli.
Curioso com’era si alzò ed andò lentamente ad aprirli... Era come se lo
stessero chiamando. Non appena scostò la tenda vide delle luci colorate e si
affrettò ad aprirla interamente con il cuore in gola. Davanti a lui c’era il
molo tutto illuminato... La ruota panoramica e le montagne russe affollate di
turisti e gente del posto. Si sentì le lacrime agli occhi mentre si appoggiava
al vetro ad ammirare lo spettacolo.
-Allora…? Il Cobra ti ha
mangiato la lingua?-
Gabe si mise a sedere a gambe
incrociate sul letto ed aprì le braccia in modo beffardo. Fu quando William si
voltò per sorridergli che si ricordò di aver già immaginato quella scena non
appena entrato in quell’appartamento. Era William quello che sperava di far sorridere… Era lui quello che aveva sempre sognato e
desiderato.
-Non… Non ho parole da dire.- Ridacchiò imbarazzato il
ragazzo, scostandosi I capelli sudaticci dal volto.-…è come se stessi vivendo
in un sogno. Mi… uhm… Mi sento quasi stupido.-
Il padrone di casa restò rapito a guardarlo per qualche
istante, lo sguardo scendeva lungo quel corpo pallido in controluce. Le stelle
e le luci della ruota panoramica sullo sfondo lo rendevano se possibile più
etereo di quanto già non fosse. A quel punto si chiese se veramente valeva la
pena di non prendere tutto sul serio e continuare a giocare. Era Gabe Saporta,
sì, ma non era sicuro di farcela.
-Faccio fatica a crederci pure io, niño, ma non è un sueño. O...
almeno spero.-
Si alzò e raggiunse Bill, schiacciandolo contro la
vetrata e baciandolo ancora. E ancora… Non voleva assolutamente lasciarlo
andare per un solo secondo.
Fecero ancora l’amore, restando ore abbracciati nel letto
a parlare. Gabe gesticolava con il braccio libero, mentre con l’altro teneva
William stretto a sé. Gli parlò dell’Uruguay, del mare, di Montevideo, dei suoi
nonni, della sua infanzia… Gli parlò di Manhattan, della Statua della Libertà,
del Bronx, dei Midtown. Gli spiegò del Cobra, del deserto, della peyote, delle
lezioni di ballo, dei suoi progetti, della musica.
Gli promise di portarlo a visitare alcune città del mondo
in cui era stato e altre che voleva vedere, di fargli provare piatti nuovi, di
conoscere alcuni suoi amici e parenti. Gli giurò di fargli da guida a New York,
di scrivere un’altra canzone insieme, di restare al suo fianco.
William ascoltò per tutta la notte. Commentò ironicamente
alcune cose e rise, ma non parlò di sé. Gli bastò ascoltare tutto quello che
usciva dalle labbra di Saporta, immaginando di poter far parte di quella vita e
sperando di veder mantenute quelle promesse.
Senza che se ne rendessero conto era ormai l’ora del
sorgere del Sole e in fretta si infilarono qualche vestito per scendere in
spiaggia. Non era esattamente quello che avevano programmato, ma andava bene
anche così.
I piedi nudi di William vennero bagnati dall’acqua gelida
dell’oceano e rabbrividì, mentre Gabe gli abbracciava le spalle, tenendolo
stretto al suo fianco. Gli lasciò un leggero bacio fra i capelli, cominciando a
dondolare al ritmo della canzone che aveva in testa. Era buffo, perché
nonostante fosse la sua preferita non avrebbe mai immaginato di mettersi a
cantare quel ritornello proprio davanti al cantante dei TAI.
-Back down, cash out, that's the city for
you… Break down and back out, and get what's coming to you…-
Bill rise appena e chiuse gli occhi, stringendogli
appena il fianco. Come aveva fatto per tutta la notte si limitò ad ascoltarlo…
Fu quando furono di nuovo in
casa e William stava per addormentarsi fra le lenzuola, che Gabe mandò quel
messaggio a Pete. Voleva solamente che sapesse che ce l’aveva fatta… Che
qualcosa nella sua vita ora sembrava essere perfetto.
To: |Petey_Wtz_<3|…io ed il mio niño abbiamo visto l’alba insieme. <3
Avrebbe voluto aggiungere che avevano fatto l’amore, ma
non lo fece. Gliel’avrebbe raccontato a voce, per poi sproloquiare del suo
futuro al fianco di Beckett davanti ad un paio di cocktail nella favolosa villa
Wentz. Semplicemente si accostò al ragazzo abbracciandolo stretto e lasciando
che il sonno lo trasportasse.
* * *
*2o11*September
Il vento della costa accarezza il ciuffo castano che cade
davanti al volto pallido di William. L’uomo davanti a lui continua a guardarlo,
passandogli lentamente la mano sulla guancia fredda. Non credeva di poterlo
avere ancora al suo fianco… Era un ultimatum quello che si erano prefissati per
quella data. Se non si fossero incontrati, allora ognuno sarebba andato avanti
per la sua strada. Al contrario, se si fossero visti si sarebbero di nuovo
presi per mano per camminare insieme. Gabe aveva dubbi a riguardo… Ma
d’altronde per loro era sempre stato così. La distanza li teneva separati ed
ognuno pensava per sé, ma quando erano insieme nulla avrebbe potuto separarli. Questa volta sarebbe
stata diversa dalle altre?
-…ti ho pensato ogni giorno per tutto questo tempo.-
Mormora il moro, abbassando lo sguardo. William sembra
meno sereno del solito… Ha messo su qualche chilo, ma è ancora bellissimo. Uno
come lui non potrebbe mai sfiorire. È ancora il “suo niño”,
esattamente come lo era cinque anni prima. Il sorriso che gli mostra è sempre
quello che ha amato e cercato per tutta la vita...
-Lo
so.- Risponde il castano, voltandosi verso il mare. –Perchè per me è stato lo
stesso.-
Il
vento aumenta la sua forza, mentre altre gocce cadono dal cielo dispettose e
s’infrangono sulla loro pelle. Qualcuno apre l’ombrello, qualcun altro va a
rifugiarsi nel cafè più vicino. I due cantanti, tuttavia, restano immobili dove
si trovano. Le dita delle loro mani intrecciate nella tasca della giacca di
Gabe...
Entrambe
le loro menti sono lontane da quel posto grigio e freddo, proiettate su un
paesaggio sulla costa opposta degli States. Come sempre...
-Ti
ricordi la nostra prima alba...?- Domanda il castano e l’altro annuisce
malinconico, volendo tornare a quel tempo. –Mi avevi promesso che mi avresti
fatto da guida... sai... a New York. E.. E che prima o poi mi avresti baciato
in cima all’Empire State Building.-
Ridacchia,
abbassando però il volto per nascondere la vera nostalgia che provava. Gabe gli
stringe più forte la mano e sorride, ricordandoselo solo ora. Ha promesso così
tante cose che se le scorda sempre... Eppure non è la prima volta che sono
nella Grande Mela insieme. Chissà perchè non gliel’aveva mai ricordato prima,
quello stupido.
-Allora andiamoci ora… Ti ci porterò adesso.-
Dicendolo fa un passo indietro trascinando Beckett, che con
sguardo malinconico lo segue senza fiatare. È Gabe, come al solito, che parla
della sua vita e di tutto quello che finora gli è mancato. Ma il punto focale
del discorso è sempre quello: William.
Quanto vorresti che con un bacio su quel
grattacielo tutto torni come un tempo. Che solo mantenendo una fra le mille promesse le cose si aggiusteranno… Tutto ti riporta alla
mente quell’agosto, quando ancora promettevi a Bill cose impossibili pur di
averlo al tuo fianco. Non
avevi intenzione di mentirgli, ci credevi anche tu. Tutte le cose che hai
promesso, nel tuo cuore, speravi veramente che un giorno potessero avverarsi…
Continua…
_____________
Saluti
a tutti in questi tristi giorni di notizie che speravamo di non dover mai
leggere.
I TAI ci mancheranno, ma saranno sempre con noi nelle canzoni che ci hanno fatto compagnia. <3
Spero
che la strada di ognuno di loro sia piastrellata di esperienze favolose…
Detto questo, stop. Non voglio parlare più per non essere fraintesa.
Parlerò del capitolo…
Allora…
POP THE CHEAP CHAMPAGNE!
I protagonisti sono riusciti
a spassarsela per la notte dopo 9 capitoli!!!!! Three Cheers for Gabilliam!!! Hip Hip Hooray…
Questo è il capitolo delle
dichiarazioni a quanto pare, tra Pete e Gabe non so chi sia il più scemo.
Scusate ma dovevo rovinare il romanticismo! Non ce la faccio a restare del tutto seria… I’m not a hopeless romantic
:P
Sappiate che ieri sera
scrivere è stata dura con tutto quello che si è saputo, ma ce l’ho fatta.
Claudia, non abbarterti più! E spero che il capitolo ti aiuti!! ;) Let me
know!!!
Grazie
come sempre a tutti quelli che leggono e continuano a seguire la trama!
Alla prossima!!!
Ditemi che ne pensate… <3
Fangs up, Cobras!
Xoxo
Miky