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Autore: Parabellum    09/10/2011    4 recensioni
Luna ha 13 anni , ed ha ha sempre vissuto per la sua unica passione: il calcio. Un terribile male ,però, le sta togliendo le forze giorno dopo giorno e a lei non rimane che lottare ; lottare per quello in cui crede e ad avere la forza per sperare in qualcosa di più grande.
La sua vita è costruita sulla dolcezza dei ricordi e l'amarezza del presente,sul nero e sul rosso.Il nero è il colore di cui Luna ha più paura:nero è la disperazione,il buio,la morte...Il rosso invece è il suo colore preferito.Rossi sono i cuori palpitanti dei due ragazzi che sono innamorati di lei , due ragazzi dall'anima rossa e sanguigna , da un passato nero ed oscuro come i capelli di Luna e che li porterà a capire che i sogni non possono essere distrutti tanto facilmente e a trovare il coraggio per affrontare le loro paure...
Tratto dal capitolo  16
 
 
- Sai ogni tanto quando piove qui può capitare che ci sia qualche...inondazione.-
Luna lo fissò sgomentata- Qualche inondazione?-
- Si giusto tre o quattro però l'acqua non è mai troppo alta....salvo qualche caso eccezionale.-
Luna sospirò affranta.
Decisamente , lei e Venezia non erano per niente sulla stessa lunghezza d'onda.
- Forse non avrei dovuto dirtelo...-
- Lascia stare non importa. , immagino che ci dovrò fare l'abitudine.-
- Immagino di sì....senti cambiando argomento oltre a suonare o giocare a calcio cos'altro ti piace fare?-
- Il gioco dei colori-
- Come?-
- Il gioco dei colori...Non te ne ho ancora parlato vero?-
Il ragazzo fece di no con la testa osservandola stupito.
Luna sorrise rivolgendo lo sguardo verso il cielo e facendosi scudo sugli occhi con una mano per evitare che venissero feriti di nuovo dai caldi raggi del sole.
- E' un gioco particolare....serve a guardare dentro l'anima delle persone.-
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Jude/Yuuto, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio e buona domenica a tutti XD!!!

*Si sente il gracchiare dei corvi in lontananza*

Ehm Ehm...in questo capitolo la storia non va molto avanti,serve piuttosto a spiegare un paio di cose su Luna,la protagonista,più avanti però cercherò di approfondirle :)

Vi lascio al capitolo

Spero non vi faccia troppo schifo >.<

 

Dolce e Amaro

 

 

Luna pov

 

Quando ero piccola mia madre mi aveva insegnato il “gioco dei colori”, così lo chiamava lei.

Lei la mattina usciva per andare nel suo negozio a lavorare e mi portava con sé ; ricordo che lavorava proprio affianco al forno e che tutte la mattine ci fermavamo lì a prendere le paste. Io prendevo sempre la stessa: pasta al cioccolato. Era sempre stata la mia preferita perché ne mettevano tanto di cioccolato e io la prendevo solo per quello,così mi mangiavo il pezzo sopra della sfoglia per poi leccare la farcitura; risultato? Sembrava che mi fossi rotolata nel fango. Mia madre tutte le volte si limitava ad alzare lo sguardo al cielo,scuotere la testa e accompagnarmi a lavarmi nel bagno sul retro del negozio,col tempo aveva imparato anche a portarsi dietro un cambio pulito di vestiti.

Mi ricordo che la pasta la mangiavo seduta sui gradini del negozio e osservavo la gente che mi passava affianco quando entrava o usciva,alcuni sorridevano ,altri tiravano dritto,una signora una volta addirittura storse il naso nel vedere come mi ero conciata,e ,a dire la verità non aveva poi tutti i torti.

Fatto sta che nacque lì,su quei gradini il “gioco dei colori”: una volta mia madre si era seduta vicino a me e mi aveva chiesto cosa facessi.

-Guardo i signori e le signore che passano-le risposi io,lei allora mi disse di osservarli con attenzione,di guardare i loro movimenti,il loro comportamento,come si erano vestiti e in base a quello dire che colore mi ricordavano.

Con quel gioco il mondo aveva un'altra faccia,era...come dire..più divertente.

Ed ecco che le nonnine dai capelli grigi e il bastone che passavano lì davanti per andare al mercato diventavano un delicato grigio-perla,uomini rasati e tatuati e pieni di piercing si trasformavano in un rosso fuoco così simile a quello che avevano tatuato sul braccio ; donne alte e slanciate,con occhiali da sole e un cagnolino al guinzaglio erano fucsia ....

Adoravo quel gioco,ti faceva osservare la persone da una prospettiva diversa ,te le faceva osservare nel dettaglio, attento a carpirne il più intimo segreto...; però quel gioco diventava ancora più divertente se c'era anche la mia mamma a giocare, ogni tanto lo faceva,se aveva poco lavoro da fare, allora si fermava lì con me e giocavamo insieme, mamma conosceva più nomi di colori di me ed io tutte le volte le chiedevo di insegnarmene uno nuovo.

Amavo i colori, li amo tutt'ora,per me non esisteva passatempo migliore che stare ad osservare ogni tipo di colore di cui era fatto il mondo: Il rosa chiaro per la pelle o in alternativa un , marrone caldo, il blu per gli oceani o il cielo, il verde per i prati e gli alberi,il giallo per il sole, il bianco poi era alla base di tutto , il rosso...oh il rosso! E' sempre stato il mio preferito.

E' il colore che per primo ti salta all'occhio , che ti imprigiona lo sguardo senza lasciarlo mai ; è il colore dell'amore.

L'unico colore che detestavo era il nero.

Mia madre mi diceva che se non mangiavo la verdura,che se non dormivo,che se non le davo retta poi passava l'uomo nero a prendermi.

Io non volevo che quell'uomo vestito di nero mi venisse a prendere e mi portasse via dalla mia mamma,perché,ne ero sicura,finché c'era lei nessuna persona che facesse di nome uomo e cognome nero mi sarebbe venuta a prendere.

Ma mi ero sbagliata. Sì, mi ero sbagliata su chi l'uomo nero sarebbe venuto a prendere. Avevo fatto arrabbiare la mamma parecchie volte e mai quel tizio non era mai venuto a cercarmi,ora so il perché.

Tramava nell'ombra aspettando che facessi un ultimo passo falso, poi sarebbe piombato su di me come un corvo nero e affamato che ha individuato la sua preda;e cioè un uccellino ingenuo e indifeso,troppo piccolo per aver compreso appieno le regole e le ingiustizie su cui è costruito questo mondo.

L'uomo nero si poteva trasformare in qualsiasi cosa,purché mantenesse il suo colore,il nero.

Io avevo sempre pensato che quando sarebbe venuto a rapire me si sarebbe trasformato in un corvo nero.

Ma mi ero sbagliata.

Venne trasformato in una auto nera,e venne prendere mia mamma.

Restai ad aspettarla su quegli scalini fino a sera tardi, poi venne una donna che lavorava nel forno vicino a noi,mamma la conosceva bene e anche io,mi era simpatica,perché mi faceva un sacco di complimenti e diceva che somigliavo molto a mia madre,ed io ero fiera di questo.

-Ehi piccola va tutto bene? Che ci fai qui da sola?- mi chiese

-Sto aspettando la mia mamma- le risposi

Lei si guardò intorno,poi si rivolse di nuovo a me

-La tua mamma ha detto dove andava?-

Feci di no con la testa.

Lei fece un sorriso triste poi mi porse la mano

-Ti va di venire con me a mangiare a qualcosa ?-

Io alzai lo sguardo e spalancai gli occhi

-Ma la mamma si arrabbierà. Ha detto di aspettarla qui e di non muovermi per nessun motivo,che tornava presto.-

La donna mi guardò con sincera apprensione poi sempre sorridendo mi disse:

-La tua mamma ha detto che farà un po' tardi stasera e che cenerai con me-

Mi fece un 'altro grande sorriso,mi fidai.

Presi la mano che mi porgeva e mi aiutò ad alzarmi,barcollai in avanti e per un momento pensai di cadere rovinosamente per terra; ma la presa della fornaia era salda e riuscì a mantenermi in equilibrio , avevo passato metà mattina e tutto il pomeriggio seduta su quegli scalini e avevo le gambe intorpidite.

Dentro il forno c'era più caldo e nell'aria regnava incontrastato l'odore di pane appena sfornato. Appena entrammo venne fuori un signore dalla cucina. Guardò prima me poi la donna con sguardo confuso,lei si limitò a sospirare e a fare un cenno con la mano che non capì. Lui fece di sì con il capo e sparì di nuovo in cucina.

Mi fecero accomodare sopra una seggiola e la fornaia mi aiutò a togliere il giubbotto e la sciarpa.,il tutto senza mai smettere di sorridere.

Poi passò una mano sul mio viso:

-Santo cielo piccola sei fredda come il ghiaccio!- esclamò-Vado dire a Pierre di prepararti qualcosa di caldo e...-

In quel momento il mio stomaco brontolò,io abbassai il capo arrossendo.

-...e qualcosa da mangiare-sospirò lei

Non avevo mangiato niente tutto il giorno e la fame si faceva sentire.

La signora sparì anche lei in cucina, ed io, rimasta da sola, portai lo sguardo sulla finestra e guardai la notte.

Era tetra. Senza la luna e le stella a illuminare il cielo.

Pensai a mia madre, chissà dov'era e cosa faceva....

Passai non so quanto tempo a pensare a cosa stesse facendo,poi quell'uomo (Pierre, immagino) e la donna uscirono portando un vassoio con biscotti appena sfornati e cioccolata calda.

Ricordo che mi si illuminarono gli occhi. Mangiai tutto, senza lasciarne una briciola e quando ebbi finito la cioccolata mi leccai le labbra e i due signori mi sorrisero amorevolmente, ed io ricambiai.

Aspettai mia madre sveglia, ogni tanto i fornai provavano a farmi desistere dall'attendere ma io non demordevo,dovevo aspettarla.

Era molto tardi quando bussarono alla porta,era uno di quei tizzi vestiti di blu con cui la mamma litigava tutte la volte perché le facevano la multa.

Si era tolto il cappello che portava sulla testa e aveva iniziato a parlare con i fornai che erano stati così gentili da ospitarmi.

Loro ascoltavano attenti e ogni tanto si giravano a guardarmi.

Io non capivo ma credetti che quella conversazione riguardasse la mia mamma,che le era accaduto?

Scesi dalla sedia e mi avvicinai.

Si girarono tutti a guardarmi:quello vestito di blu abbassò subito lo sguardo,il fornaio era pallidissimo e sua moglie aveva le guance solcate da fiumi di lacrime.

Non avevo mai visto un adulto piangere, mai. Li vedevo così sicuri di sé da arrivare a pensare che da grande avrei smesso di piangere per sempre,pensavo che fosse una cosa temporanea , il saper piangere.

Non sapevo invece che sono proprio i grandi quelli a soffrire di più,perché si tengono tutto dentro, i bambini invece se c'è qualcosa che li fa stare male lo fanno vedere, con le lacrime.

La signora mi prese in braccio e mi strinse a sé,poi si sedette e mi posò sul suo grembo e la testa contro il suo petto, potevo contare i battiti che il suo cuore faceva.

Mi spiegò che la mia mamma se l'era portata via un angelo e che ora era al sicuro lassù,nel cielo.

Mi raccontarono questo. Ma io in cuor mio sapevo che era stato l'uomo nero a portarsela via e non un angelo.

Non piansi quel giorno,non lo feci mai.

Mi tenni tutto dentro, proprio come gli adulti, anche se ero solo una bambina.

Restai per un po' di tempo con i fornai per poi essere presa in custodia da una donna che diceva di essere dei servizi sociali.

Era buona e dolce,ma non era mia madre.

E per tutto il resto della mia vita regnò il buio perenne.

Durò per un sacco di anni,finché non incontrai lui,loro.

Il giorno in cui li incontrai l'amaro si tramutò in dolcezza.

Una dolcezza dal colore rosso.

Tre anni dopo venni adottata dalla mia attuale famiglia che vive in un altro stato.

Ma io mi sono tenuta stretta quei ricordi e gli ho portati con me,perché non volevo che andassero perduti.

Da anni ormai nella mia vita il dolce e l'amaro si sono mischiati e tra i due al momento a condurre il gioco c'è la dolcezza...e il rosso.

Tutt'ora però,il buio mi fa paura....

 

 

 

Sento qualcuno scuotermi leggermente,apro gli occhi e mi ritrovo davanti una hostess sorridente e dal viso pieno di lentiggini

-Siamo atterrati signorina-mi dice

Mi strofino gli occhi.

Mi sono addormentata ed ho fatto di nuovo lo stesso sogno.

L'incubo che mi perseguita da bambina....

Ho sognato l'uomo nero.

 

 

 

La fine non mi convince granché -.-

Beh non ho molto da dire su questo cappi se non che nel prossimo inizierà la storia vera e propria e conosceremo gli altri protagonisti ; D

Hiroto:Mi conoscono già ^_^

Me:non ci sei solo tu sai ù.ù

Hiroto: a no O.O

No,gli altri come ho detto li conosceremo la prossima volta,per adesso è tutto gente XD ci vediamo nel prossimo cappi XD

* Arriva MiamChan_ incavolata nera *

Miam: Lui. E'. Mio.

*Miam rapisce Hiroto e sparisce come una scheggia *

Me: O.O

Ora è davvero tutto

Goodbye everyone

Annalisa96Cullen

 

 

  
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