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Autore: Exception    09/10/2011    1 recensioni
Padme Isis, sembra in apparenza una ragazza normale,come tutte le altre del suo villaggio... in verità è una spietata assasina.
Da innumerevoli anni la sua famiglia serve gli angeli della notte con le loro spedizioni, il giorno del suo diciannovesimo compleanno però riceverà un'insolito incarico dal Consiglio dei Sicari di Altaria, che farà riunire i quattro ELEMENTARI.
Che si riuniranno di nuovo ancora una volta nel corso dei secoli.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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St/1 storia number 1
Sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensiate di questo inizio, spero vi piaccia!
Rendetemi partecipe delle vostre impressioni ^.^

< si Lucinda ! tranquilla, riesco a respirare, mica sono una marmotta! > delle risatine da parte delle cameriere che stavano uscendo portando via i vestiti bagnati.
< lo so, lo so signorina Padme, ma questo vestito dalle terre di Tsuki mi sembra troppo sottile per la sua vita, le aderisce troppo, riesce a respirare?! >
< Lucinda! > la rimproverai.
< e va bene e va bene, ma vostro cugino e piuttosto lascivo! > finì di parlare con questa dichiarazione, che sospettavo avrebbe anche spalmato in faccia a Geko.
Mi guardai con sguardo critico nel grande specchio, capelli lunghi fino alla vita neri, scalati, leggermente ondulati  con riflessi azzurrini, ora legati in uno shignon con ciuffi sbarazzini che scendevano sul collo e ai lati del viso. Ciglia folte e lunghe che facevano da cornice a due occhi grandi e violetti con  sfumature azzurre,, ai cui lati c’erano piccole schegge oro. Naso ne troppo piccolo ne troppo grande, normale. Zigomi alti su pelle ambrata, collo lungo al quale si trova legata una catenina argento che scendeva a trovare un ciondolo a forma di goccia d’acqua, di un colore azzurro ghiaccio, sciolto, limpido e freddo, che sembrava proprio contenerlo.
Labbra sottili pallide e denti bianchi dritti.
iI vestito che iniziava sulle spalle lasciandole scoperte, con una scollatura non troppo grande.
Arrivava fino ai gomiti, dove terminava con un pizzo floreale bianco, un corpetto stretto sui seni pieni e sulla vita sottile.
Il vestito, che arrivava fino a terra era di un color lilla chiaro brillante, abbinato a un paio di scarpette.
< bhe dai non sono proprio una marmotta no? > chiesi alla mia vecchia e saggia balia che mi aveva accudito da quando ero in fasce.
< ma no, sei un incanto piccola Padme... > disse affettuosa.
Poi finendo di allacciare l’ultimo nastro, se ne andò via avvertendomi di andare subito nella sala da ballo dove gli invitati erano già arrivati attendendo il mio arrivo . Appena sentii la porta sbattere sprofondai nella poltrona davanti allo specchio.
< aaaaaha! > mi lagnai in appoggiando il capo sulle braccia incrociate sul tavolino e iniziai a borbottare fra me e me.
< al diavolo il mio compleanno, certo, i regali saranno di certo fantastici, e non mi dispiacerà riceverli, ma dovrò ballare con tutti!!  > mi rialzai appoggiandomi allo schienale poi presi il profumo al narciso ne misi una goccia sull’incavo del collo e sui polsi e tanto per fare sulle caviglie.
Mi tolsi gli altri quattro orecchini e li infilai dentro il corpetto.
< bene, si va in scena! > mi dissi con espressione annoiata, che poi, sull’ultima scalinata si sostituì a un sorriso educato e gentile.
Mio padre mi notò fece un grande sorriso, poi con un gesto alla folla di persone che c’erano fece calare il silenzio.
< signori e signore, ragazzi e ragazze vi presento mia figlia, Padme, che oggi compirà diciannove anni! > mentre parlava io scesi dalla scalinata come sapevo che avrei dovuto fare, mentre la stanza si riempiva d’applausi che rimbombavano dappertutto alzando lo sguardo incrociai due paia d’occhi che mi fecero provare due sensazioni diverse, i primi erano di di puro topazio, ridenti, che mi fecero sorridere più apertamente, dandomi allegria al pensiero del mio vecchio amico di infanzia Jake Russel, i secondi, invece, che non sapevo a chi appartenessero erano verdi, attenti e intelligenti al quale tocco mi sentii rabbrividire da uno strano presentimento, appena finirono gli applausi la stanza ritornò al suo stato normale e i musicisti iniziarono a  suonare, le dame e i cavalieri si distribuirono a coppie tranne qualche persona che rimase hai lati della sala, compresa io, che non potei ballare grazie a tutte le mie amiche che mi saltarono addosso facendomi i complimenti sul vestito e iniziarono a fare pettegolezzi sui ragazzi fra i quali miei parenti, che ridendo iniziai a consigliare.
Poi  riuscendo finalmente a uscire dalla cerchia il mio sorriso si aprì a vedere a qualche metro di distanza Jake che mi stava venendo in contro, ma fu un attimo che si parò in mezzo un ragazzo vestito di nero dai capelli neri con riflessi rosso cupo e gli occhi verdi vispi, della mia età, snello una mascella non troppo squadrata, che facendomi un inchino mi porse la mano e proprio all’inizio del nuovo ballo mi portò in mezzo alla sala, ci scambiammo gli inchini e iniziammo a ballare con bravura ed eleganza, nella sua stretta forte sentii nuovi brividi che mi misero in allarme, poi a una rapida giravolta che mi fece fare  il mio vestito si aprii formando un cerchio perfetto, poi riportandomi verso di lui sentii quando sfiorai il suo petto con il mio qualcosa di duro che riconobbi come vari pugnali, alzai gli occhi su di lui affilando lo sguardo, e lui forse, che si era accorto della mia nota strinse più forte la presa.
< ma chi sei? > chiesi abbandonando le buone maniere, un sorriso sghembo gli dipinse le labbra, e in una nuova giravolta che feci quando lui mi prese della vita facendomi fare un saltino vidi sul suo petto un strano tatuaggio a forma di fiamma con vari disegni geometrici, quando atterrai lui rispose.
< Soul Jace, al vostro servizio! >
con una mano gli misi una mano sul petto e tastai, come avevo pensato riuscii a trovare l’impugnatura di un coltello, che con la mia lunga esperienza riuscii ad identificare come quello da combattimento da sicario, lui affilò non perse quel sorriso, ma mi afferrò lesto la mano.
< sei un assassino?! >
< indovinato signorina Isis >
< che cosa fai nella nostra casa maledetto?! > nei miei occhi brillò una scintilla e la pupilla si squadrò impercettibilmente.
< wow di già ti scaldi, e dire che pensavo fossi una sicaria più gentile ed educata di certi altri nostri colleghi >
< vuoi uccidermi o punti a mio padre? > il suo sguardo cambiò e si fece pensoso, aggrottando la fronte parlò.
< no, niente di tutto questo, dopo il ballo ti aspetto in camera tua, dobbiamo far veloci, gli altri due sicari e il nostro capo ci aspettano fra quattro giorni > l’ultimo violino solista finì di suonare e mio padre che mi guardò da lontano mi lanciò uno sguardo interrogativo, così finendo di inchinarmi sotto l’applauso generale e riprendendo il mio sorriso gentile.
Poi, tornando verso l’opposto lato della sala sotto un portico in marmo bianco e sbattendolo dietro a un imponente colonna con una leva feci apparire dal nulla una lama d’acciaio e i miei occhi diventarono  di nuovo leggermente felini
< perché dici questo, giustificati o ti ucciderò all’istante >
< oh calma, calma, cos’ho fatto di male adesso? > senza batter ciglio feci pressione e un taglio si aprì sulla sua pelle e del sangue iniziò a sgorgare, ne leccai qualche goccia, era squisito incandescente, che strano, focoso...
< che gattina, ma stai attenta che puoi farti male > invertì le posizioni e mi sbattè contro la colonna, intanto chiudendo gli occhi si passò un dito sul taglio e la ferita si rimarginò.
< ora, comunque non è il momento, te lo spiegherò questa notte > poi scivolò via come se niente fosse successo.
La serata poi passò scorrevole, le persone dopo i balli mi consegnarono tutti vari regali, collane, gioielli, pettini, e tantissime altre cose.
Quando poi tutti se ne furono andati me ne andai veloce dalla sala e arrivata davanti alla porta raccomandai alle cameriere di non entrare poi mi chiusi la porta alle spalle, alzai lo sguardo in modo fulmineo, non c’era nessuno, meglio, mi tolsi con velocità le scarpe e mi  sciolsi i capelli , poi dal corpetto mi infilai i quattro orecchini argento e mi iniziai a slacciare i tanti lacci, poi, facendo scivolare via il vestito mi infilai la camicia da notte bianca e davanti allo specchio mi iniziai a pettinare, dal balcone sentii un fruscio e dentro lo specchio apparve il volto del giovane ragazzo.
< allora, spiega > dissi mentre continuai a pettinarmi.
< c’è il consiglio dei sicari di Altaria , e i quattro ELEMENTARI sono  stati convocati, il motivo non lo so neanche io, il consiglio si terrà fra quattro giorni, alle 7 di sera, vieni, dobbiamo partire subito > affilai lo sguardo, quei bastardi, avevo sospettato qualcosa....
< su vieni > una mano si posò sulla mia spalla e il mio sguardo arrivò al sotto zero.
Un attimo dopo una sagoma cadeva giù dal balcone con sopra un’altra.
Atterrammo per terra , gli sferrai un pugno sulla mascella .
Ma lui fece diventare il suo corpo incandescente allora mi scostai e con il palmo rivolto verso di lui dissi.
< bye, bye  > e un’enorme campo elettro magnetico esplose come una luce viola, prima che il così detto Soul potesse essere polverizzato sparì nella notte, feci un sospiro e a piedi nudi con calma mi incamminai  verso il balcone.
 
 

  
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