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Autore: elrohir    16/06/2006    2 recensioni
Una notte, un duello. Un angelo guerriero inchioda a terra il suo nemico. Dovrebbe ucciderlo. E non lo fa. L'amore fuorilegge e intenso tra un ragazzino ribelle, segnato dai lutti, e un soldato incaricato di reprimere i disordini della capitale. I luoghi sono gli stessi de Il ricamo di lacrime, se qualcuno l'ha letto. E anche gli eventi. Alla fine, tornano anche alcuni personaggi.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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è notte

È notte.

L'aria è fredda, trasparente e immobile.

Angeli armati si nascondono nei coni d'ombra dei vicoli, stringendo le labbra dure e i pugnali nelle mani.

Sono giovani, ragazzini addormentati. Sognano un mondo diverso, dove si possa vivere. E non vogliono svegliarsi.

La figura vestita di nero resta appoggiata al muro, li contempla in silenzio. Aspetta il momento giusto per sorprenderli. Ma non chiama i suoi.

Preferisce aspettare ancora, e cercare di capirli.

Non li conosce, né vuole conoscerli. I sentimenti sarebbero di intralcio nel suo lavoro.

Ma non può evitare di ammirarli, e rispettarli anche, nella loro folle ribellione.

C'è un rumore alle sue spalle. I suoi l'hanno raggiunto.

E in quell'attimo un angelo si volta, e lo guarda negli occhi.

Ha nome di fiore, l'angelo, e iridi di azzurra trasparenza.

Giuliano sorride, e avanza di un passo.

Iris con un gesto misurato avverte i compagni, stringe tra le dita il coltello e ricambia lo sguardo del soldato.

Non c'è più tempo per i dubbi, per i pensieri.

I due si sono scelti, e il loro duello pare una danza sensuale, scandita dall'incrocio delle lame. Sembrano ballerini, la distanza è scordata, sono complici nel disegnare la vita.

Intorno il mondo è sparito, restano soltanto loro due, e i loro pugnali.

Iris segue l'arcana sequenza insegnata dai suoi padri, e per un attimo sembrerebbe impossibile una svolta, le mosse tendono all'infinito, alla perfezione.

Ma Iris senza cambiare espressione muta il verso della stoccata, e la mano di Giuliano, così saggia e equilibrata, cede, mentre il ragazzo cade in ginocchio, la bocca spalancata.

Giuliano sente il freddo del terreno sotto la schiena, e i capelli morbidi solleticano la sua guancia mentre Iris gli sta disteso sopra, tenero angelo vendicatore, marmoreo, il respiro affannoso che si mischia con il suo e quella corrente di attrazione che scorre tra loro, così violenta, così detestata.

La rabbia per la sconfitta rende lucidi i pensieri, e Giuliano osserva il ragazzino magro che lo schiaccia contro il pavimento, e non lo trova più angelico e perfetto, diventa semplicemente un nemico da distruggere e umiliare, un bambino troppo bello che gioca a fare il grande.

Vorrebbe alzarsi e mostrargli la realtà, ma non può muoversi.

Così sorride, provocante, con disprezzo, cattivo, e mormora amabile:

-Uccidimi, dolcezza, perché se non lo fai, troverò il modo di vendicarmi.

Iris indurisce la mascella, e Giuliano vede la paura nei suoi occhi mischiarsi alla rabbia per gli insulti che indovina nella voce. Lo sguardo del soldato è un arma potente, che rivela i pensieri più nascosti. Iris preme più forte il coltello contro il collo di Giuliano, sente la vena pulsare frenetica, ma non si decide a affondare il colpo.

Spia negli occhi neri qualcosa che lo convinca definitivamente, ma sotto la corazza di rabbia e disprezzo scopre tenerezza e amore, attrazione, la stessa attrazione che lui cerca di nascondere.

E il fischio di Libertà rende frenetica ogni scelta.

Con un ultimo sguardo glaciale scivola via, nel buio.

Giuliano resta disteso a terra, ascoltando il silenzio di morte che aleggia intorno a lui, incapace di comprendere la vita regalata.

 

Gli angeli corrono silenziosi nelle vie della città.

Conoscono ogni sua strada, saprebbero orientarsi bendati nel dedalo dei suoi labirinti, non ne temono il buio.

Una bussola invisibile guida i loro passi, sembrano fiocchi di neve, gelidi e bianchi.

I volti levigati non cambiano l'espressione di distaccata concentrazione fino a quando non raggiungono il quartiere dei ribelli, l'angolo più orientale della città, periferia di sogni.

Allora ridiventano umani, ragazzi stanchi e spaventati.

Iris è taciturno e non ha ancora detto una parola.

I compagni sanno quello che ha fatto, e non approvano.

Pensano che sia rischioso lasciare in vita un nemico, uno che li ha visti in faccia e saprebbe riconoscerli. Pensano che sia sbagliato cambiare l'opinione che hanno i soldati di loro, angelici figli della morte.

Ma Iris non ha mai sopportato di uccidere a meno che ce ne fosse bisogno. Non è mai riuscito a farlo, anche se era dovere.

Libertà gli cammina di fianco e sorride. Lo ama per questo, per questo suo tenero bisogno di certezze, di sentirsi migliore degli avversari, più giusto.

Quella notte dormiranno tutti sonni agitati, ricordando l'espressione dei loro morti.

Penseranno tutti a come sarebbe stato diverso se quegli uomini fossero nati tra loro, al posto che in quella città, se fossero stati bambini in mezzo alla brughiera, e non in una tetra megalopoli prigioniera.

E tutti cercheranno di scacciare l'umanità scorta in fondo agli occhi dei soldati. Quell'umanità tranciata dai loro pugnali, umanità ossidata dall'aria, seccata sulle gole.

Tutti tranne uno.

Iris sognerà Giuliano, sognerà loro due a camminare sulla sabbia, sognerà le labbra del ragazzo sorridere, e non mormorare maledizioni.

Sognerà Giuliano e si sveglierà rabbioso, e piangerà lacrime incandescenti stretto al corpo vibrante di Libertà. Abbraccerà l'amico e morderà le labbra per non urlare la frustrazione.

Anche Giuliano sognerà Iris, sognerà di amarlo e accarezzarlo, e al risveglio il disprezzo provato sotto la sua lama sarà svanitò, avrà lasciato il posto a un agghiacciante vuoto di certezze, a un vento freddo che spazzerà la sua vita, preparandosi a cambiarla.

I morti trascorreranno la notte su tavoli di acciaio nell'obitorio, in attesa di essere seppelliti.

Si accorgeranno troppo tardi di aver sbagliato strada, ricorderanno gli occhi glaciali dei loro assassini e dentro la tristezza di quei lineamenti leggeranno il dolore di mille vite morte.

E torneranno nella loro mente i racconti sanguinanti dei soldati reduci dalle campagne d'oriente, e rimpiangeranno le loro risate, la loro incapacità di capire.

Poi abbandoneranno quel mondo, annegando nel buio di un universo distratto.

E la luna continuerà il percorso nel cielo scuro, bianco occhio di dio distante, e tramonterà all'alba per cedere il posto al sole, al giorno, alla luce.

 

 

 

 

   
 
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