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Autore: ReneesmeCullen    10/10/2011    1 recensioni
Due ragazzi alla apparenza normale, sono costretti ad un amore combinato. Lei una fata del Tempo e lui un vampiro. Due razze che sono sempre state in conflitto con loro, vengono unite dalla strana e misteriosa gravidanza di lei. Con il pericolo che incombe dal ex fidanzato che nasconde un segreto mai rilevato prima.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9
Il fatidico giorno è arrivato. Sono le cinque del mattino, e io sono già sveglia. Questa è stata la notte più lunga della mia vita non passava mai. Sono agitata, e ho paura di fare una brutta figura. Non vedo Jasper da due giorni, e mi sembra che sia passata un eternità. Riuscì mio malgrado a scendere di sotto, in cucina, non sentivo nessun dolore. Stavo morendo di fame. Presi il solito bicchiere di sangue che avrei bevuto per il neonato vampiro. Aprendo il mobiletto della dispensa, non sapevo bene cosa farmi da mangiare. Avevo voglia di mille cose contemporaneamente. Decisi per le frittelle ricoperte di sciroppo d’acero. Certo non erano leggere alle cinque del mattino, ma avevo voglia soprattutto di quelle. Presi le mie frittelle e mi accomodai sul divano in salotto, da quando ero in gravidanza stavo comoda solo sulle cose morbide. Alice e Rosalie arrivarono alle 7.30, io ero crollata sul divano con ancora il piatto vuoto in mano. Ci dirigemmo in camera mia, certo non era grande come quella di Alice, ma riuscimmo a sistemarci. Feci una doccia calda e mi lavai i capelli. Rose mi asciugo i capelli, e li raccolse in uno chignon, dopo di che infilo due grandi fermagli dove si sarebbe inserito il velo. Alice mi stava truccando. Le dissi molte volte, che sarebbe stato inutile truccarmi, si sarebbero visto lo stesso le mie occhiaie, e le ossa che da li a poco avrebbero potuto uscire dagli zigomi. Ero un mostro comunque, ma secondo Alice mi sbagliavo di grosso. Convinta lei. Mi aiutarono ad alzarmi,e a infilarmi il vestito. Alla fine mi dovetti ricredere, ero bellissima grazie ad Alice. La mia vera mamma ci raggiunse e scoppio in lacrime, era fiera della sua bambina. Il mio vero padre era morto quando io avevo solamente due anni. Al suo posto mi avrebbe accompagnato il mio papà adottivo, che in quel momento era scoppiato a piangere. Cercai di trattenere le lacrime, per non rovinare il meraviglioso lavoro che aveva svolto Alice. La funzione si sarebbe svolta nel giardino di casa di Jasper. Non era possibile farla nella chiesa di New York, distava troppi chilometri, e nelle mie condizioni era meglio essere vicino a casa, per ogni convenienza. Il giardino era stato abbellito con lunghissimi nastri bianchi e rosa. Un grande telone era al centro del giardino. Ogni sedia era avvolta in nastri rosa e bianchi. La navata era bianca e rosa. Qui si vedeva il tocco di Rosalie, era brava a organizzare ogni evento e festa. Dalla finestra potei vedere tutti gli invitati accomodarsi e i testimoni raggiunsero la navata in attesa della sposo e della sposa. Come testimoni avevo scelto la mia amica Laura e mio cugino Matt. “Alice, chi sono i testimoni di Jazz?” chiesi. “Sono nostro cugino Emmett e sua moglie Jessica”. Li guardai dalla finestra, e si vedeva dal loro colorito che erano anche loro vampiri. “Ora basta guardare, sta per arrivare Jasper”. Alice mi tolse dai miei pensieri, e chiuse le tende. Rosalie mi fece sobbalzare quando il suo tocco leggere e freddo mi infilo la giarrettiera sotto all’abito. “Non era necessario Rose.”. “Deve invece. Piacerà molto a Jazz”. Papà arrivò, aveva smetto di piangere. Gli sorrisi e lo abbracciai. “Sei bellissima tesoro mio.”. “Grazie papà”. Alice e Rose per evitare che feci troppi sforzi mi portarono giù all’entrata in un attimo. Papà ci raggiunse di nuovo, e mi prese a braccetto. “Sei pronta?”. Presi un grande respiro e risposi che ero pronta anche se le mie gambe tremavano come foglie. “Luna, quando senti la musica entra dopo di me e Rose”. Non risposi, ero impietrita dalla paura. “Luna, Jasper ti aspetta.”. “Si, Jasper. Sono pronta”. Rose e Alice fecero il loro ingresso. Loro si che erano belle, senza un difetto. Inizio la musica, era arrivato il mio momento.

***

La funzione si svolse in modo regolare e veloce. Jasper era molto più bello di me, nel suo completo blu scuro. Guardandolo avevo voglia di lui, si lo so, ero pervertita. Per tutto il giorno, avevo il timore che i bambini mi creassero problemi con la gravidanza invece era tutto perfetto. Tutti gli invitati non ci lasciarono da soli nemmeno un minuto, per farci le congratulazioni e farmi gli auguri per la mia gravidanza. Alle dieci di sera, gli invitati ero andati via tutti. Beh di solito dopo un matrimonio, gli sposi dovrebbero partite per la luna di miele, ma io nelle mie condizioni non era il caso. L’avremmo fatta dopo il parto. Per il momento avremmo trascorso la prima notte di nozze a casa di Jasper. Dove mi sarei trasferita lì per sempre. Ero stanca morta ma non lo davo a vedere, per non ferire Jasper, e in più volevo passare il tempo con lui. Indossai l’accappatoio e mi infilai sotto le coperte, in attesa di Jazz. Lui indossava solo i pantaloni della tuta e varcava la soglia della porta. Era bellissimo, nel suo corpo esile da ragazzo. “Amore mio.”. Si avvicinò al letto e si infilò sotto alle coperte con me. Sentivo freddo, ma non volevo farglielo notare. Gli presi la mano e la misi sulla pancia per fargli parlare con i bambini. Era due giorni che non li sentiva. “Stanno bene?”. “Si amore, tutto bene. Eh io non ho sentito nessun dolore oggi. Non mi scappava nemmeno la pipì”. Lui baciò la pancia, e poi passo al mio collo. Io inclinai il capo, e respiravo a fatica. Ogni volta che mi baciava io cadevo in trance. “Amore… mi sei mancato”. “Ah si, allora ne posso approfittare!”. “Ho voglia di te!”.  Aprì il mio accappatoio e io ero solo con le mutande, il reggiseno non l’avevo portato per tutto il giorno. Lui mi prese il seno e inizio a baciarmelo. Io appoggiai la testa sopra ai cuscini e ansimavo. “Vieni qui”. Lo presi fra le mie gambe e lo baciai intensamente. In un secondo Jazz si era tolto i pantaloni della tuta e gli slip. “Ti va di unirmi a me?”. Jasper non era di quei ragazzi, che quando aveva voglia di fare sesso con me, te lo chiedeva esplicitamente, no lui preferiva sempre a usare questa frase. “Certo amore”. Ci baciammo ancora poi lui raggiunse il mio collo, e si infilò dentro di me. Stavo morendo dal piacere. “Ti… “. Mi fece segno di tacere, e lui mi bacio per farmi stare zitta. I bambini mi premevano sulla vescica e io stavo morendo dal piacere. Era molto delicato con me, per non sentire nessun dolore, ma soprattutto per non fare male ai bambini. Continuammo a fare l’amore, per tutta la notte, crollai alle quattro del mattino. 

   
 
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