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Autore: Ziggie    11/10/2011    1 recensioni
- Perché vuoi imbarcarti, bambina? –
- Per rendere omaggio, al mare e ai suoi uomini, con le mie storie -.
- Un’oratrice, dunque? –
- Una scribacchina -.
Eh si, non mi smentisco mai, l'argomento sono sempre i pirati e l'irlanda, ma che ci volete fare, li amo entrambi. Spero che questa piccola storiella vi solletichi gli animi, buona lettura quindi e recensite in tanti ;)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qui con l'ultimo capitolo di questa bella storia. No, non me la sto tirando, solo che sono soddisfatta del risultato che è scaturito fuori dalla mia bella fantasia, tutto lì. Spero che anche a voi piaccia. Buona lettura e buone recensioni.                 
 

                    4. Appartengo al mare

 

“La cabina, luogo accogliente che dovrebbe mostrare la fierezza del capitano ed esaltarlo, quasi proteggerlo dagli agenti esterni, senza mostrare il suo io interiore, in quel momento era così fredda, che pareva ostile; non più accogliente come una casa, ma fredda come una prigione.”


Aggirai la mia scrivania in ebano nero e guardai fuori dalle ampie finestre che davano sul mare, come in cerca di aiuto, o meglio, di consiglio.

- Spero non vi dispiaccia se mi accomodo – distolse la mia attenzione il lord.

- Assolutamente, sedete – concessi voltandomi, ora più sicura di prima. Mi bastava un solo sguardo con quell’infinità acquatica, che le parole per affrontare ogni situazione giungevano spontanee. – Ordunque… Lord? –

- Kensington, Lucas Kensington. Onorato di fare la vostra conoscenza, capitan Maire -.

Accennai ad un sorriso, senza stupirmi per come sapesse il mio nome: l’avevo riportato nel racconto di Tortuga, dopotutto.

- Mi compiaccio che avete letto uno dei miei racconti. Posso sapere come ne siete venuto in possesso? – Semplice curiosità, i miei racconti parlavano di uomini del mare e a loro erano particolarmente diretti, ma un aristocratico del suo calibro, di certo, non si sarebbe avventurato per le vie di quel delirio che era Tortuga, dato che i suoi traffici tendevano a tenerlo lontano da lì, per questo, ero quasi ansiosa di sapere.

- Forse conoscete capitan Armagh -.

Ci pensai su. – Mi spiace, no. Molti nomi vagano tra le onde del mare e tra le vie dei porti, ma il suo non è mai giunto al mio orecchio -.

- Non importa, vi parlerò io di lui. E’ uno dei miei più abili corsari; un capitano temuto dalle navi spagnole e da quelle delle compagnie marittime francese e olandesi, ma, come ogni uomo, ha un punto debole: le donne. Forse vi chiederete come sta la vostra amica Maeve … -

- Come fate a sapere di lei? – mi accigliai, quell’uomo sapeva molto, come se mi leggesse nell’anima i ricordi.

- E’ sua moglie, ora. E grazie a loro ho letto di voi -.

Silenzio. Non mi aspettavo un gesto del genere da parte della mia amica, ma era sempre stata ben diversa dal mio animo libero.

“Ad una donna serve completezza, Tortuga e il mare conducono lontano da ciò. La città del vizio e della perdizione fa conoscere gli aspetti carnali, la passione. Con la foga un agglomerato di corpi si unisce diventandone uno solo, madido di sudore, inebriato da sapori intimi e odore di alcool. Ad una donna serve un uomo, un compagno, ma io avevo già a chi appartenere.”

- I vostri scritti incantano, Maire. Mostrano verità chiare a molti, ma visibili a pochi. Ho conosciuto molti scrittori nella mia vita; ho letto molto, ma nessuno ha il vostro dono, capitano. Che sortilegio usate, Maire? Perché la vostra è magia, vero? –

- Nessun sortilegio, my lord. L’unica magia sono i pensieri che i luoghi mi suscitano e liberi, a contatto con la carta, si librano, raccontando la storia di marinai e naviganti, amanti del mare -.

- Rispetto la vostra spiegazione, ma le vostre parole non fanno altro che aumentare il sentimento, che è nato in me alla prima lettura della vostra opera -.

La prima dichiarazione della mia vita: un grande onore, ma avrei dovuto declinare. Non conoscevo quell’uomo, ma non era la paura di quella nuova avventura o dell’osare, avevo già la mia vita, non volevo cambiarla perché ero conscia del mio destino.

- Le vostre parole sono davvero profonde my lord, ma non è di me che siete invaghito, bensì dei miei racconti, delle mie parole. Parole sincere, vero, ma che non raccontano completamente la mia persona. Quanto volevate sapere, lo avete appreso -.

Parole dirette lo colpirono al cuore e potei vedere il dispiacere nel suo sguardo.

- E’ troppo per un pirata unirsi ad un nobile? –

- No, non è il cambiamento che temo, così come non temo i nemici che affronto ogni dì. La mia vita è scrivere, lord. E’ raccontare quanto i miei occhi vedono e quanto uomini coraggiosi compiono: la loro vita, è la mia vita. Sono una stella del mare, così come narra il mio nome; a lui appartengo ed apparterrò in eterno. E sarò con lui quando le mie storie voleranno libere, e sarà a lui che il mio cuore e la mia anima, apparterranno sempre -.

“E’ tra le onde che i ricordi si racchiudono, ed è quando si infrangono sulla scogliera che si cerca di dimenticarli. Il mare racchiude la storia di ognuno di noi naviganti; è con la sua dolcezza e impetuosità, che ci invita a reagire. E’ accogliendoci come un padre, che ci guida tra le sue meraviglie.” 
 

  
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