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Autore: TonyCocchi    11/10/2011    2 recensioni
Raccolta di one-shot di vario genere riguardanti i 7 anni del salto temporale di Fairy Tail (SPOILER); eventi che forse sono accaduti, magari vorreste vedere, ma che forse non vedrete nel manga, proposti da me.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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fairy tail - sette anni

Ehilà a tutti, cari lettori! Con la risolutezza di Romeo, che ci rincuora e ci ridà speranza, sono dunque iniziate le mie storie dei 7 anni!

È difficilissimo abituarsi a un cambiamento tanto drastico, stavolta l’autore ha proprio fatto venire un colpo a noi lettori… Del resto, per me restava meglio se crepava solo Makarov (pur col bene che gli voglio), sarebbe stata decisamente una bella scelta narrativa, se non altro non radicale quanto questa…

Ad ogni modo, ecco la seconda storia, con protagonista Macao, colui che ha preso il timone della gilda nel suo momento più difficile, riuscendo a farla sopravvivere anche nella rovina.

La scena che vedrete è ispirata ad un episodio del film “Il Signore degli Anelli – Le due Torri”, molto bella, che vi linkerò a fine capitolo ^__^
Buona lettura!

PS: GAZILLE  X LEVI ORA E SEMPRE!

PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

MACAO, IL MASTER DELLA DECADENZA”

 

 

Non era più la Fairy Tail di una volta. Almeno vista da fuori.

La dimora della gilda era assai meno munifica, assai meno spaziosa, ma se non altro, anche con quattro gatti, lo spirito restava vivo, specie quando ci si concedeva una tranquilla serata a tirar tardi; meno lavoro significava anche più tempo libero.

Anche una locanda abbandonata poteva risultare accogliente, per i superstiti di una gilda abbandonata, il cui desiderio di restare vicini, almeno loro, era più forte che mai.

“Beh, io torno a casa.” disse Max Alors alzandosi.

“No, dai, chiacchieriamo ancora un po’!”

“Volentieri ragazzi, ma devo recuperare un po’ di sonno. Notte!”
“Notte!” salutarono Jet e gli altri.

Nell’andarsene, udiva il rumore dei suoi passi sul legno del pavimento: un tempo non ci riusciva, tanta della gente che c’era, tanto dello spazio in cui i rumori e le voci, sempre alte in ogni momento, si confondevano.

Trasmetteva come un senso di solitudine.

All’inizio era stata dura abituarsi a sentirlo, ma, passati già alcuni anni, non ci faceva più caso.

Aprì la porta, e salutò ancora.

Nel farlo, la luce dall’interno rischiarò il piccolo patio, e rese visibile, nella penombra, lì davanti dove iniziavano i gradini, una figura ferma che subito riconobbe.

“Toh, Master! Cos’è, stai diventando anche tu uno di quei sentimentali che guardano le stelle ora?”

Nell’avvicinarglisi, notò sorpreso che non stava affatto guardando le stelle.

Il suo viso non si alzava un centimetro più del dovuto, gli occhi erano fermi a fissare davanti; fissare, senza guardare.

Quello sguardo così vacuo raggelò il sangue di Max.

“Master?”

“… Chi sono io, Max?” domandò Macao, con un voce roca che non sembrava sua.

“… Sei il nostro Master.” capì che voleva sentirsi dire.

“E voi vi fidate del vostro Master? Vi fidate di questo Master?”
Max ingoiò un boccone amaro: non aveva visto nessun uomo invecchiare così tanto in così pochi anni. Aveva perso capelli, perso il senso dell’umorismo, perso il sorriso di suo figlio, e ora, anche la forza di volontà, quella con cui aveva tenuta unita la gilda nel momento più buio, che era stato costretto a far uscire e che forse non aveva mai avuto realmente.

“Io e gli altri resteremo fino alla fine… Seguiremo il nostro Master, nel bene e nel male.” disse, stringendo i pugni, per dare alla sua voce la sicurezza di cui l’altro aveva disperatamente bisogno.

“Nel bene o nel male.” ripeté Macao, senza smettere di guardare avanti, come in trance.

Il bastone del Master, che doveva essere un simbolo del comando, sembrò diventare un semplice appoggio per un uomo che aveva tentato con tutto sé stesso di tenere insieme dei cocci, e che ora, con alle spalle quella vecchia taverna ristrutturata alla bella e meglio, il posto migliore che aveva potuto assicurare ai suoi pochi “ragazzi”, sentiva di aver fallito.

 

Dove sono il drago e l’amazzone?

Dove i dominatori del ghiaccio e delle stelle?

Dove sono il dio del tuono, e il diavolo dal viso angelico?

Dov’è il master di Fairy Tail?

 

Si appoggiò al bastone ancora di più.

 

Sono andati via

Come il vento

Sulle macerie di un’antica gloria perduta

Spazzati via

Dal ruggito dell’immonda bestia

Che fa procedere le ere del mondo

 

“Acnologia. Possa tu essere maledetto in eterno, ovunque tu sia adesso.”

Solo in quel frangente strinse un po’ i denti.

 

Le fate volano via da noi

Lontano, irrangingibili

Le loro code scompaiono, tristi

Come gli ultimi lumicini rimasti

In quello che era un cielo allegro di stelle

 

“Come siamo giunti a questo?”

 

Abbassò il pesantissimo capo: “Perché è toccato a me, vivere, e vedere questi giorni? I giorni della solitudine, del ricordo, e del rimpianto. È toccato a me essere l’ombra di un master, quando la gilda non è ormai che è un ombra. Come siamo giunti a questo?”

La porta, lasciata aperta, illuminava il quarto master di Fairy Tail, nel magnificare la sua decadenza, nel suo rendersi conto mestamente di non essere che un futile ripiego, per una gilda che avrebbe meritato ben altro.

 

Fu allora che Max si scorciò la manica della camicia, per mostrare il simbolo di Fairy Tail, che recava sul dorso dell’avambraccio.

Macao si girò.

“Io sono un membro di Fairy Tail! Fairy Tail è la mia gilda, e io la seguirò ovunque, non me ne frega niente se non torneremo mai a stare in un castello o se ci contiamo sulle dita di una mano.”

Con sorpresa di entrambi, i cardini della porta squillarono, e gli altri membri uscirono fuori, dopo aver ascoltato tutto.

“Fairy Tail è la mia casa!” disse Nab mostrando il suo simbolo.

“Fairy Tail è la nostra famiglia.” fece Alzack facendo lo stesso insieme a sua moglie.

“In fondo questo posto non è poi bruttissimo.” sorrise Wakaba.

Anche Laki, e Reedus, e Jet, e Droy, e Warren, e Visiter, e suo figlio Romeo li seguirono a ruota, mostrarono i loro simboli, a testa alta.

“Ma perché ci sia una gilda ci deve essere un master.” dissero tutti, attraverso le labbra di Max.

Come aveva dimostrato proprio lui, diventandolo, e facendoli sopravvivere fino a quel mesto punto.

La nebbia davanti gli occhi di Macao si diradò, e il master di Fairy Tail tornò a guardare.

“Vi piace questa baracca, eh?” disse alla fine, dopo aver cercato invano di esprimersi con altre parole.

Scoppio a ridere, sommessamente.

“Noi restiamo qui, e neanche tu te ne vai, dico bene?” chiese Max.


Il master rideva ancora: “Come siamo giunti a questo?” si domandava, scuotendo il capo.

“Master?”


“Chiudete tutto, tiratardi: domani vi voglio tutti al lavoro, intesi?”

Probabilmente domani non ci sarebbero state abbastanza richieste per tutti, ma la gilda, e il suo master, sarebbero stati ancora tutti là, ancora per un po’.

 

 

 

Ecco la scena da cui è tratta (se non l’avete ancora riconosciuta): http://www.youtube.com/watch?v=6xvcT__oOQs

Ho reso Macao un bel po’ “epico” col suo discorso a Max, se lo sarà preparato prima forse? Chissà…

 

Macao è davvero un personaggio secondario coi controfiocchi: chi se non lui poteva evitare, per quanto possibile, lo sbando della gilda, dopo la drammatica riduzione della sua potenza? Che dire, in un certo senso sono rimasti proprio i migliori!

Ma anche la forza di volontà può cedere, con le provature del tempo, e col rimpianto degli amici persi a pesare come un macigno…

Ma la famiglia è ancora lì, ed ha ancora bisogno di un padre, che non la faccia morire del tutto.

La prossima storia, avrà dei toni meno tragici e più “rosa”, sarà infatti incentrata su Arzack e Bisca! Vi aspetto! ^__^ Ciao ciao!

  
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