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Autore: _StayStrong    11/10/2011    3 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO:
“Draco, mia sorella non è sempre stata come l’hai conosciuta tu” disse la donna leggendo negli occhi del figlio solo disprezzo, la sua voce era melliflua “Bellatrix finché ebbe la tua età era una ragazza dolce, affidabile, completamente sbagliata per la casa dei Serpeverde. Lei con noi non c’entrava assolutamente nulla con tranelli, cattiverie, dispetti, era sempre stata calma e posata. Cambiò dopo, con l’ascesa di Tom Riddle. Se ne innamorò perdutamente...” disse, i suoi occhi erano acquei mentre pensava a ciò che una volta era stata la sorella, nulla in confronto alla donna tra le sbarre.
“Lei, lei è figlia di Voldemort?” chiese Draco in un misto tra lo schifato e lo spaventato, no, lei non poteva assolutamente essere figlia sua, non aveva nessuna caratteristica dei Riddle
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La biblioteca diventava ancora più silenziosa di quanto già non fosse quando entrava il più giovane dei Malfoy, nessuno alzava la testa per guardarlo ma le occhiate non mancavano mai ad arrivare, soprattutto quel giorno, quando si diresse direttamente, invece che al solito tavolo isolato vicino alla finestra, al tavolo dei quattro vertici dell’Esercito, intenti a studiare e a fare i loro compiti quotidiani. I ragazzi non si accorsero della sua presenza finché il ragazzo biondo alto ed allampanato non si schiarì la voce ed Hermione alzò lo sguardo per sorridergli.

“Posso sedermi qui con voi?” chiese tenendo tra le braccia due quaderni e il libro blu di Trasfigurazione Avanzata, i ragazzi alzarono la testa e lo guardarono come se avesse appena detto una bestemmia, persino Luna lo stava guardando a bocca aperte.

“Certo, siediti pure” disse Hermione face dogli segno di sedersi nella sedia vuota tra lei e Luna, ma Neville, che provava un odio profondo verso Draco, non perché fosse un Malfoy ma in quanto Mangiamorte, ringhiò invece di parlare.

“Non ci provare nemmeno” disse Paciock, la Grifona gli lanciò un’occhiata torva, che non bastò a far star zitto l’amico, Draco si accorse che Harry lo stava fissando ancora, come il giorno prima quando aveva chiesto se poteva parlare da solo con Hermione.

“Neville” disse Luna svegliandosi dal suo stato di shock momentaneo e posando lievemente una mano sul braccio teso del fidanzato, lo guardava come se non esistesse altro uomo all’infuori di lui sulla faccia della terra, Harry alzò gli occhi al cielo “E’ solo Malfoy” completò poi la frase, con una beatitudine e tranquillità che solo lei poteva avere. I ragazzi sorrisero tra loro mentre Draco non aveva ancora capito se sedersi o meno.

“E’ un Mangiamorte, Luna. Non solo Malfoy” fece presente Neville, Hermione sospirò e poi guardò ancora il ragazzo prima di parlare di nuovo, Harry non aveva ancora aperto bocca, aspettava che lo facesse lei.

“Si, un Mangiamorte pentito, se è qui è perché possiamo fidarci di lui, è stata una decisione di Minerva” disse Hermione chiamando tranquillamente la Preside per nome davanti ai ragazzi, Draco si sentiva estraniato da quella conversazione, non poteva rispondere se non lo avrebbe fatto a tono e se stava zitto, come in quel caso, la conversazione pur riguardandolo non chiedeva un suo contributo attivo, parlavano come se lui neppure ci fosse.

“Minerva non sempre ha optato per scelte giuste” le fece presente Neville riferendosi ad un episodio di guerra, dove la Mc. Granitt gli disse di star lontano da Nagini “Se avesse dato retta a lei, tu non saresti qui” fece presente alla ragazza, ora era Draco ad alzare gli occhi al cielo, era stato escluso, come immaginava, ma ascoltava attentamente cosa stavano dicendo i ragazzi.

“Voleva solo proteggerti, Neville, voleva proteggere te e tua nonna, ci è riuscita” ribatté la riccia facendo finta di non aver sentito l’allusione ad una sua possibile morte.

Il ragazzo grugnì.

“Mettiamola ai voti...” propose soavemente Luna, la situazione aveva un non so che di comico a vederla da fuori, Harry fece cadere la testa tra le mani, scocciato da quella situazione o per nascondere delle risate, dipendeva dai punti di vista. Draco si schiarì ancora la voce facendo voltare i ragazzi ancora un volta verso di lui.

“Ci sarei anche io, non so se vi siete accorti” incominciò a dire, Hermione sorrise diventando rossa fino alla punta dei capelli, Neville lo fulminò con lo sguardo “O è si o è no, decidetevi. Posso sempre andare da un’altra parte” completò guardando quasi solamente Hermione.

“Puoi sederti” disse Harry prendendo finalmente parola, alla fine era sempre stato lui il leader del gruppo, se non avesse preso la parola la discussione sarebbe andata avanti per secoli.

Malfoy ringraziò e si sedette vicino ad Hermione, appoggiando i quaderni sul tavolo e il libro per terra, come era solito fare quando studiava nella sua Sala Comune.

“Ma, Malfoy. Questo non significa che fai parte del gruppo, né che ci fidiamo di te. Significa solo che a quanto pare Hermione si fida, finché lei continuerà a farlo la tua presenza potrà essere sopportata. Vero, Neville?” chiese sorridendo infine all’amico che annuì debolmente, non poteva far altro che accettare, anche mettendo ai voti i voti non si sarebbe giunta ad alcuna conclusione, Luna avrebbe votato con lui e Harry con Hermione, sarebbe finita lo stesso in parità.

“Non vi chiederei mai di diventare vostro amico, so le perdite che gli altri Mangiamorte vi hanno causato” disse guardando verso Neville che era stato quello più segnato dalla famiglia di Draco “Ma io non sono come loro e ho perso anche io qualcuno di importante” disse, Hermione raggiunse una mano del ragazzo, appoggiata sulle gambe, salda al ginocchio e  fece intrecciare le sua dite alle sue, sotto il tavolo, dove nessuno si sarebbe accorto di quel contatto intimo.

Draco si sentì sollevato nel sentire la stretta della ragazza, almeno lei l’aveva capito.

“Tu non hai perso i tuoi genitori, Malfoy”disse in un soffio Neville, un altro ragazzo cresciuto in fretta, che non portava cicatrici solo sul corpo.

“No, ma ho perso la mia migliore amica, esattamente come voi avete perso...” incominciò a dire, ma quando sentì la stretta di Hermione allentarsi non andò avanti e rafforzò la sua.

Come voi avete perso Ginny e Ron, avrebbe voluto dire.

Lui in battaglia aveva veramente perso la sua migliore amica, entrambe le sue migliore amiche, le ragazze con cui era cresciuto e a volte divideva il letto per gioco e per piacere.

Pansy e Daphne.

Pansy era una Mangiamorte incallita, Daphne invece non ne poteva più della guerra, a lei era toccata la stessa sorte di Draco. Poi Tiger era morto, Goyle era fuggito chissà dove, come Blaise.

“Non c’è bisogno di parlarne” disse Harry, gli altri convennero con lui e abbassarono la testa ritornando sui proprio compiti. Hermione guardava Draco di sottecchi, gli aveva lasciato la mano per poter continuare a scrivere.

Con un abile incantesimo non verbale incantò la pergamena davanti ad Hermione e tra le righe che stava rileggendo la ragazza comparve per alcuni istanti un’altra frase, che arrivava da Draco.

“So che cosa provi, vorrei portarti via da tutto questo dolore, ma so di non potere, perdonami” la ragazza abbassò di nuovo la mano e strinse di nuovo quella del ragazzo per qualche secondo.

Lo so, pensò lei. 

  
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