Clem.
Rimanevi con gli occhi fissi verso il muro dietro di me stuccato troppo tempo fa: ci vedevi tutte le notti passate insonni, tutti gli urli smorzati in smorfie di dolore; ci vedevi una vita non tua, una donna che ormai non era tua madre, un padre che voleva comprarti con i suoi soldi sporchi; ritrovavi su un vecchio muro tutte le feste alle quali non avevi nulla da festeggiare, tutte le gioie che non avevi mai potuto condividere con nessuno e tutti 'fanculo' urlati al vento. Io vedevo un muro con delle macchie lasciate dal tempo, logorate, ignorate.
Tu mi indicavi l'accesso alla tua mente e io non riuscivo a vedere altro che i segni bianco latte che indicavano mancanza di ferro sulle tue unghie. Eravamo due mondi separati: tu ballavi sulle stelle, io arrancavo con i miei anfibi tra il fango; tu ti scatenavi correndo sull'oceano a piedi nudi, io ti osservavo dalla riva. Tu eri un ideale astratto, io la dura realtà.
L'aria era carica di elettricità. Con mio grande stupore, fui io a dirti addio, mia unica eccezione. Mi alzai scrollandomi la polvere di dosso. Me ne andai. Un fulmine, una scarica elettrica partita da chilometri più in alto, ci divise: spaccò il cemento, ci separò per sempre.
Una sola scintilla, tuttavia, rimase per l'eternità,,.
Nihil#