Gwen
era in pericolo…
E
sarebbe morta se in
quei brevi secondi non avrei trovato un modo per salvarla..
Era strano..
Solo venti minuti fa avevo scoperto che
ero morto, non avevo ricordi..E l’unica persona che era in
grado di
vedermi stava rischiando la vita.
Ed io avvertivo tutto..
Dovevo fermare quell’auto, prima che
fosse troppo tardi.
Per un breve istante non seppi come
fare.. Ma improvvisamente…avvenne il
“miracolo”, se così si
vuol dire. Mi ero scordato del “giochetto della
porta”, fatto
all’appartamento.
Io riuscivo a spostare gli oggetti.
Se ce l’avevo fatta con una porta, potevo far qualcosa per
distrarre Gwen e non farle fare l’incidente.
Con un semplice gesto della mano
destra, le cuffie della ragazza sembrarono come fluttuare nel vuoto,
Gwen se ne accorse e per non far attirare troppa attenzione,
cercò
di acchiapparle il prima possibile.
Riuscì a farla correre più
in fretta,
l’auto quasi la sfiorò, ovviamente i passanti
rimasero di sasso,
alcuni urlarono contro il conducente mentre Gwen, sembrò
come non
accorgersene, ma una cosa se ne rese conto..Del fatto che io ero
ancora lì, a ronzarle intorno come un cagnolino.
Si voltò seccata e notò che
la
raggiunsi, io le mostrai un piccolo sorrisetto innocente, come se
volessi sotterrare l’ascia di guerra che si era creata
all’inizio
tra di noi, ma lei…Bhè…non
sembrò della stessa opinione.
<Ma che ti prende?
D’accordo..Avevo
detto di andartene via dal mio appartamento, ma con questo non
intendevo dire che dovevi per forza seguirmi!> Si rimise le
cuffie
alle orecchie ed accellerò il passo, senza neanche voltarsi.
Io le
camminai a fianco, cercando di spiegarle tutto.
<Non mi sembra questo il modo di
rivolgerti a colui che ti ha appena salvato la vita!>
<Tu cosa?>
Io annuì <Un’auto
stava per
metterti sotto, ma io sono riuscito ad impedirlo!>
<Me ne sono accorta> Si
abbassò
le cuffie <Il fatto che le mie cuffie nuove fluttuassero come
farfalle in mezzo alla strada mi ha messa un pò in
dubbio..>
<Sei sempre così
simpatica?>
Dissi ironicamente, per poi tornare serio <Ma a parte questo,
credo che..”Qualcuno”, ce l’abbia con
te>
Gwen mi guardò con
perplessità <Solo
perché un tizio non ha rispettato le strisce pedonali? Non
è la
prima volta che succede…>
<Sì ma io ho
sentito…>
Improvvisamente mi bloccai, come se ricordare quel dolore mi
provocasse una sensazione ancora più terribile ed
angosciante…Come
se fossi sicuro che una situazione del genere sarebbe potuta
ricapitare un’altra volta…
La gotica inarcò un sopraciglio,
sembrò
sempre più scocciata dalla mia presenza
<Allora?>
<Hey…Hai visto quella
ragazza?>
<Già..Sta parlando da
sola!>
<Il mondo è pieno di
pazzi>
Un gruppetto di ragazze ci stava
osservando o per meglio dire, osservava Gwen parlare col vuoto,
poiché nessuno poteva vedermi oltre a lei, agli occhi della
gente
comune questo appariva..Strano.
Lei lanciò una forte occhiataccia a
quel branco di smorfiose, per poi riprendere a camminare, io la
seguì.
<Senti…Già non sono
vista di buon
occhio, se le persone mi vedono parlare con un fantasma che nessuno
vede, bhè..Sarò ancora più strana di
come appaio ora>
<Strana? No, tu non sei strana>
Sorrisi <Sei solo scorbutica!>
Gwen tirò fuori un piccolo sorrisetto,
sarà stata la prima volta in tutta la giornata che
l’avrò vista
sorridere. <Vivere in città da questo effetto. Magari
anche tu
eri come me>
<Già..> Sospirai
<Vorrei
ricordarlo..> Stavo per lasciarmi travolgere di nuovo dalla
nostalgia, quando avvertì una forte sensazione allo stomaco;
segno
che non sarebbe accaduto niente di buono.
L’unico problema era..Cosa?
Il bersaglio era di nuovo Gwen?
E se fosse stata lei…Perché? Centrava forse il fatto che poteva vedermi?
E se fosse stata lei…Perché? Centrava forse il fatto che poteva vedermi?
Cavoli..Che giornata…Ed erano solo le
Dieci di mattina..
Mi diressi con Gwen in una caffetteria,
dall’aspetto rustico ed accogliente. Ci sedemmo ad un tavolo,
dove
lei era indecisa su cosa prendere per la colazione, io invece
continuavo ad osservare il luogo con aria sospetta. <Questo
posto
non mi convince, e se facessi colazione a casa? La trovo molto
più
sicura!>
<Ma chi sei? La mia guardia del
corpo?>
<Temo di no, non posso sfiorare
nessuno> Dissi, facendo passare la mia mano dentro al braccio di
un passante, per poi ritirarla, come se nulla fosse. Devo dire che il
trucco del passare attraverso oggetti e persone non era affatto male.
Ma ora non c’era tempo per giocare, sentivo che Gwen
rischiava di
nuovo il pericolo..Ed io dovevo aiutarla.
La cameriera ci raggiunse e si voltò
verso Gwen <Aspetta qualcuno o preferisce ordinare?>
<Nessuno> Disse, lanciandomi una
piccola occhiata <Caffè senza schiuma. Ed un
cornetto, vuoto>
Dopo di chè la cameriera si allontanò ed io
potevo nuovamente
parlare senza essere disturbato.
<Gwen, ascoltami…Io penso..Anzi
no, sono CONVINTO che tu stia rischiando grosso stando qui>
<Ah sì? E cosa te lo fa
pensare?>
<Non ti sembra strano tutto questo?
Vedi un fantasma, poco dopo rischi quasi un incidente mortale
e..>
<E Niente! E’ solo un caso. Devi
essere solo una mia allucinazione troppo avanti con la
fantasia...>
Oh no…Di nuovo la storia delle
allucinazioni, cocciuta era dir poco…Si stava auto
convincendo che
ero soltanto il frutto della sua fantasia; ma adesso basta! Ero
stufo, di lei, delle sue scuse e soprattutto di questa
storia…
Forse non mi avrebbe aiutato a scoprire
realmente chi sono. Magari stavo solo perdendo tempo..
Decisi dunque di voltarmi, le parole di
Gwen mi passavano attraverso come facevo io con gli oggetti, ormai
non la ascoltavo più.. Tanto non avrebbe mai cambiato idea.
Feci per alzarmi ma, il mio sguardo si
posò lungo il bancone del locale, dove la cameriera aveva
appena
preparato il caffè ed il cornetto, destinati a Gwen. La
ragazza si
allontanò un secondo, lasciando il cibo incustodito, normale
direte..
Ma la cosa che mi stupì fu un tizio, seduto accanto che, non appena vide allontanarsi la cameriera,tirò fuori qualcosa, buttandola dentro al caffè, dopo di chè tornò a finire la sua colazione come se nulla fosse. Quando la cameriera ritornò, prese la tazza col cornetto e lo portò al nostro tavolo.
Ma la cosa che mi stupì fu un tizio, seduto accanto che, non appena vide allontanarsi la cameriera,tirò fuori qualcosa, buttandola dentro al caffè, dopo di chè tornò a finire la sua colazione come se nulla fosse. Quando la cameriera ritornò, prese la tazza col cornetto e lo portò al nostro tavolo.
Quasi non riuscì a spiccicare una
parola..Quella persona aveva appena messo chissà che
sostanza dentro
al caffè che Gwen stava per bere.
La ragazza fece per berlo ma io la
bloccai <Gwen aspetta!!>
<Cosa c’è
adesso?> Mi disse,
sempre con la sua solita aria scontenta.
<Non puoi berlo!!E’ pericoloso!!
Dentro ci può essere della roba nociva!>
<Roba…Nociva?>
<Sì esatto!!>
<Il…Caffè?>
Sembrava quasi
prendermi in giro, decisamente non credeva in questo mio attacco di
iper protezione, se non l’avessi visto con i miei occhi, non
ci
avrei creduto neanche io.
Ma dopo una breve occhiata, Gwen
sembrò
pensarla nel mio stesso modo <Oh…No!>
<Visto?! Te lo dicevo che era
nocivo>
<La cameriera si è
confusa!>
Brontolò <Proprio quella stordita doveva
capitarmi?!> Dopo di
chè si voltò per chiamare la ragazza di poco fa
<Hey! Avevo
detto senza schiuma! E poi questa brioches è al cioccolato,
questa
non è la mia ordinazione>
<Ah..Davvero? Ops..Credo di essermi
confusa allora!> Disse la cameriera, prendendo tutto per
portarlo
via. Bhè..Se non altro lo butterà dato che..
<Quello lo avevo ordinato io!>
Aggiunse una ragazza alle mie spalle, era seduta nel tavolino
accanto.
“Fantastico!” Pensai. Ora era
quella ragazza in pericolo, ed io non potevo fare nulla per aiutarla,
ero in trappola. Mi voltai immediatamente verso Gwen, che intanto si
stava guardando attorno spazientita.
<Devi fermare quella ragazza!! Se
beve quel caffè si sentirà molto male!!>
<Ancora con questa storia? Stai
esagerando…>
Mi voltai, notando che la ragazza stava
già bevendo il caffè, istintivamente usai il
“mio potere”,
riuscendo a far cadere la tazza per terra.
<Ma che ti prende?!> Mi
urlò
Gwen. Io la guardai, sempre più preoccupato per cosa sarebbe
potuto
accadere <Chiama immediatamente
un’ambulanza!Ora!!>
<Cosa?! E perché mai? Se
continui
in questo modo la gente ti scoprirà!>
<Tu chiama quella dannata ambulanza!
La ragazza potrebbe stare male!>
Gwen prese il cellulare dalla tasca
della giacca, mi guardò dubbiosa, non sapendo che fare. A
quel punto
persi completamente la pazienza? Non si fidava di me?
Bhè..Non
aveva scelta.
Tentai di prendere il controllo della
sua mano, facendole chiamare l’ospedale. Gwen
tentò di opporsi, ma
inutilmente. <Ma che stai facend…!!>
<Credimi, mi ringrazierai>
Potei sentire un’imprecazione da
parte della ragazza. Cavoli..Non le andavo proprio a genio..
<Questa me la paghi> Mi disse,
per poi rispondere al telefono.
<Ha
chiamato l’Ospedale St.
Michael's, possiamo aiutarla?>
<Si…Ehm
Volevo dire no..> Si corresse <Credo di avere sbagliato
numer..>
Improvvisamente
la nostra attenzione fu attirata da una caduta, la ragazza di poco fa
era appena svenuta. Tutti del locale la soccorsero, chiedendole se
stava bene, solo io sapevo cos’era successo davvero. Mi
voltai
verso Gwen, ancora in linea con l’ospedale.
<Pronto?
Signorina..?>
<S_sì….Mandate
subito un’ambulanza……….. Una
ragazza si è appena sentita
male>
A
questo punto era
chiaro..
Qualcuno
stava tentando di far del male a Gwen..
E
probabilmente era
anche la causa della mia morte…
Che
diavolo stava
succedendo?