IL PRIMO VERO INCONTRO
Malfoy camminava
con passo sicuro verso la guferia.
Aspettava una
lettera importante dal padre che avrebbe condizionato il suo futuro. Era
preoccupato sì,lo doveva ammettere. Suo padre sapeva
cosa sarebbe cambiato nel mondo magico quell' anno e
voleva che il suo unico figlio ne facesse parte.
Il problema è che l'unica cosa che non sapeva
era quello che voleva suo figlio.
La guferia era uguale,buia, come
sempre. Ma al contrario di quello che sperava Draco
non era vuota.
Dei singhiozzi
provenivano da un angolo.Il ragazzo non sapeva
distinguerne il proprietario.
Non si sente qualcuno
piangere tutti i giorni.
-Ehi c'è nessuno?-aveva domandato al buio della stanza.
-No!- rispose una
voce femminile rotta dal pianto.
-Che
cosa ti è successo?-
-Non sono fatti
tuoi!-
-Scusami tanto!
Sembri solo disperata!-
-No hai ragione
sono stata scontrosa!Solo che non ho proprio voglia di parlarne...-
-Come vuoi.-
Malfoy cercava il suo gufo. Eppure
sapeva che suo padre gli avrebbe scritto quella sera.
E infatti ecco arrivare, come dal nulla, un bellissimo gufo
nero con in bocca un' elegante lettera dai riflessi dorati. Draco tolte la
busta dalla bocca dell'uccello, cominciò a leggere tra se:
Caro Draco,
manca pochissimo al risveglio del nostro
Signore.
Non devi avere paura!La paura è dei deboli! Fra solo un anno tu,figlio mio, farai parte della SUA cerchia più ristretta di
fedeli. Dovrai superare una piccola prova ma io so che ce la farai perché sei
mio figlio:un purosangue!
Sono fiero di te.
L.M.
Draco,finita la lettera,sbuffò. Non era d'accordo con suo padre e
aveva solo un anno per ribellarsi.
-Brutte notizie!-
-Già-
-Mi spiace!-
-Non dispiacerti
non è colpa tua, ma mia. Per essere nato in questa famiglia.-
-Vuoi
parlarne?-disse lei
Lui rimase un pò
sorpreso da questa domanda. Ma poi,sicuro e un pò
triste, rispose
-Vorrei, ma non posso!-
E così se ne andò, senza sapere a chi appartenesse quella voce così
calda che per prima gli aveva offerto un aiuto.
Ma Draco non poteva parlare di quella
lettera, della sua vita con nessuno. Era la sua maledizione. Ma
lo sarebbe stata ancora per poco. Qualcuno aveva appena fatto capolino nella
sua vita. Qualcuno di importante.
Andò
a letto, era tardi. Ma non si addormentò subito. Ripensò a lei, alla voce. Forse
l'aveva trattata troppo bene? Non voleva che la sua fama di cattivo
precipitasse, ma in fondo lui non sapeva chi era lei, e lei chi era lui. Era
fuori pericolo. E giustificò la sua bontà per paura
delle notizie nella lettera. Lui non voleva essere così. Ma
era costretto a nascondere la sua "vera identità" di fronte al padre
per paura.
Pura e semplice
paura di morire.
Ringrazio tutti x avermi lasciato un commentino!grazie
anke a quelli ke hanno solo
letto!scusatemi se questo capitolo è corto…ma lo dovevo scrivere così! smack smack
smack!! alla prox....