I PROMESSI SPOSI
Parodia scritta da:Kikyo,HikariKanna(cioè io^^)e con
la partecipazione straordinaria di Anty.
1 CAPITOLO: “Proposta indecente”
“L’historia si può davvero deffinire una guerra illustre contro il Tempo,perché togliendoli di mano gl’anni suoi prigionieri,anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia.”
Ovvero,i promessi sposi sono
tornati!Tremate,tremate,le streghe son tornate(riferimenti a fatti o persone
“puramente”casuali)! Dopo mesi e mesi di addestramento,siamo pronti per la
rivincita (Don Rodrigo/Kuno)e la vendetta(noi)! Allora,possiamo iniziare!
Quel ramo delle sorgenti maledette in cui sono caduti i tapini personaggi
originali,trasformandosi in anime(anche se già lo erano),volge lo sguardo
all’era Sengoku,al tempo in cui Scattycat e la sua temibile banda di gatti
jazzisti(i cats,appunto) imperversava sulla regione insegnando la modestia ad
Oliver & company e mandando a cuccia gli altri cani,compreso Inu Yasha,dopo
essersi auto-invitati a cena all’osteria tipica del paese:vi ci si arrivava per
una di queste stradicciole che avrete già conosciuto “grazie”al libro.
Appunto per una di
queste,tornava bel bello Sesshomaru,dopo un’intera serata passata a fare ciò
che un curato del suo rango non si sarebbe mai sognato di fare:assieme ai suoi
amici(Sanzo,Goijo,Hakkai e Goku) aveva intrapreso un viaggio verso ovest ed era
approdato all’osteria passando così l’intera nottata assieme alle conigliette
Kogaiji,Yaone e Jien(leggetevi il numero 1 di Saiyuki Reload prima di uccidere
le autrici). I bravi di Kuno,signorotto del luogo,invece stavano ancora
dirigendosi al suddetto luogo. Sesshomaru,ormai prossimo alla sua umile
dimora,vide una cosa che non si aspettava e che non avrebbe voluto vedere:gli
bloccavano la strada due uomini,o meglio uno e mezzo;uno di costoro era in
piedi appoggiato a un muro con le braccia incrociate sul petto e l’altro,ancora
più inquietante del primo, a cavalcioni su un muricciolo basso con le gambe
aperte,il che evidenziava ancora di più la coscia volutamente lasciata
scoperta. Uno aveva i capelli raccolti in un enorme ciuffo,l’altro portava la
treccia e la nera frangetta ribelle:il che testimoniava il loro appartenere
alla specie de’ bravi. Che i due descritti sopra stessero ivi ad aspettar
qualcheduno, era cosa troppo evidente:ma quel che più dispiacque a Sesshomaru
ubriaco fu il dover accorgersi,per certi atti, che l’aspettato era lui. Quello
che stava a cavalcioni s’era alzato,tirando la sua gamba sulla strada,l’altro si
era staccato dal muro:e tutt’e due gli si avviavano contro. Sesshomaru,temendo
per la sua verginità, volgeva lo sguardo al cielo,come per pregare che non si
trattasse dei famigerati scagnozzi di Kuno,in special modo di Jakotsu(che ha
una pessima fama).
I due si avvicinarono.
“Signor curato”disse uno di
que’ due,puntandogli gli occhi in faccia. Sesshomaru scese dalle nuvole per
l’incombente minaccia.
“Cosa comanda?”rispose
timoroso,contraccambiando lo sguardo e vedendo brillare negli occhi del suo
interlocutore una luce demoniaca.
L’altro,Bankotsu,con l’atto
minaccioso e iracondo di chi coglie un suo inferiore sull’intraprendere una
ribalderia,esclamò:” Lei ha intenzione,lei ha proprio intenzione di maritare
domani il ladro di biancheria e la sua donna?”
Sesshomaru non lo
ascoltava,più che altro guardava atterrito Jakotsu,che se lo divorava con lo
sguardo.
Quest’ultimo gli di avvicinò
e sussurrò all’orecchio,in tono solenne,”Questo matrimonio non s’ha da fare,né
domani né mai.”
Sesshomaru,con la fronte
rigata di sudore freddo,cercò di raccogliere quel po’ di coraggio e dignità che
gli rimanevano e affermò:”È mio dovere maritare giovani innamorati.”
Jakotsu allora si vide costretto a tirare fuori l’asso dalla manica,la sua
carta vincente che non aveva mai fallito con nessuno(sottolineamo il
nessuno):”Voulez-vous coucher avec moi,ce soir?”
Queste parole furono,nella
mente di don Sesshomaru,come,nel forte d’un temporale notturno,un lampo che
illumina momentaneamente e in confuso gli oggetti(voi aggiungete del desiderio!)e
accresce il terrore.
“Zitto,zitto”riprese il
primo oratore “il signor curato è un uomo che sa il viver del mondo e noi siamo
i galantuomini,che non vogliam fargli del male,purché abbia giudizio. Signor
curato,l’illustrissimo Kuno-sama,nostro padrone,la riverisce caramente”.
Sesshomaru fece come per
istinto un grande inchino,in ringraziamento al Salvatore,e disse:”Se mi
sapessero suggerire…”
“Oh,suggerire a lei che sa
di latino!E soprattutto non si lasci uscir parola su questo avviso che le
abbiam dato,per suo bene…altrimenti…ehm…”guardò il collega”la proposta del mio
amico sarebbe ancora valida”.
“Disposto…disposto sempre
all’ubbidienza!”
Allora i bravi la presero
come una promessa e Jakotsu ci rimase male.
“Benissimo,e buonanotte
messere.”disse Bankotsu.
“Ci incontreremo nei miei
più rosei sogni!”gli augurò Jakotsu.
E
quell’altro,Sesshomaru,rabbrividì al solo pensiero,però era sollevato che non
l’avrebbe incontrato mai più e che in sogno sarebbe stato salvo(x il momento…).
Bankotsu trascinò via il suo
compagno d’armi,che era molto riluttante all’idea di abbandonare il seducente
curato(che aveva l’irrisoria età di 60 anni). Sesshomaru,il lettore se n’è già
avveduto,non era nato con un cuor di leone,bensì di cane:se ne scappò a gambe
levate prima che potessero salutarlo. Rotolò,poverino(mica tanto)per una
discesa e piombò dritto fra le braccia di Jaken che amorevolmente gli stava
stendendo le pellicce di diverso colore.
“Jaken!Jaken!”
”Padron Sesshomaru…quale onore,avervi fra le braccia!”
Sesshomaru se lo scrollò
immediatamente di dosso,rivivendo il riflesso delle parole di quell’ambiguo
bravo:e gli venne la febbre al solo pensiero.
“Misericordia!Cos’ha,signor
padrone?”esclamò Jaken,vedendo il viso del curato così stravolto.
“Niente,niente”rispose Sesshomaru,lasciandosi
andare sul seggiolone.
Jaken nel frattempo gli
aveva cacciato un cucchiaio con la medicina in bocca.
Dopo aver sputato la
medicina,Sesshomaru disse:”Quando dico niente,o è niente,o è cosa che non posso
dire…Credimi,Jaken,non posso guarire adesso.”
“Ma come? Chi si prenderà
cura della sua salute?Chi le darà un parere?”
”Dammi un bicchiere del mio sakè!”
”Ma il sakè le fa male!”
“Taci!”
”Vuol dunque che io sia costretto di domandar qua e là cosa sia accaduto al mio
padrone?”
“Per amor del cielo!Non fate
schiamazzi :ne vanno…ne vanno la vita e la virilità!”
Jaken l’osservò
scettico,pensando che il padrone stesse invecchiando e che della virilità non
se ne faceva niente.
“La virilità?”
“La virilità.”
“Lei sa bene che,ogni volta
che mi ha detto qualche cosa,sinceramente in confidenza,io non ho mai…”
”Bravo!Come quando hai detto che sono andato all’osteria con le conigliette a
Vera,a Mila,a Shiro,a Nami,a Kaori,alle amiche di Kagome…”
“Basta,basta!Ho capito!”
Jaken si avvide d’aver
toccato un tasto falso;onde,cambiando subito il tono,disse con voce commossa e
da commovere:”Signor padrone,io le sono sempre stato affezionato;e,se ora
voglio sapere,è per premura,perché vorrei poterla soccorrere,darle un buon
parere,sollevarle l’animo…”
Sesshomaru,viste le insistenze di quello,alla fine sputò il rospo(non
Jaken,eh!):quando si venne al nome del terribile mandante,e soprattutto dei
suoi scagnozzi,bisognò che il servo proferisse un nuovo e più solenne
giuramento di non parlare e don Sesshomaru,pronunziato quel nome,si rovesciò
sulla spalliera della seggiola,con un gran sospiro,alzando le mani,in atto
insieme di comando e di supplica,e dicendo:”Per amor del cielo!”
”Ah,che birbone!Ah,che soverchiatore!Oh,che uomo senza timor di Dio!”esclamò
Jaken,dedicando ad uno a testa dei tre(Kuno,Bankotsu e Jakotsu)le offese(e non
ha considerato le autrici!).
“Volete tacere?O volete
rovinarmi del tutto!”
“Oh!Siamo qui soli e nessun
ci sente…”
Al ‘siam qui soli’ la mente
di Sesshomaru divagò pensando ai terribili momenti passati poco prima…
“Ma come farà,povero signor
padrone?”continuò Jaken e lui tirò un sospiro di sollievo.
“Oh vedete! Vedete che bei
pareri mi sa dar costui!Viene a domandarmi come farò;quasi fosse lui
nell’impiccio e toccasse a me di levarnelo!”
“Ma!Io l’avrei bene il mio
povero parere da darle;ma poi non si lamenti!”
“Sentiamo.”
E Jaken esordì:”Il mio
parere sarebbe che,siccome tutti dicono che il nostro Arcivescovo Naraku è un
sant’uomo,è un uomo di polso,che non ha paura di nessuno e,quando può fare stare
a dovere un di questi prepotenti,per sostenere un curato,ci gongola;io direi,e
dico che,lei gli scrivesse una bella lettera,per informarlo come qualmente…”
“Volete tacere?Volete
tacere?Son pareri codesti da dare a un pover uomo?”
“Io taccio subito;ma è però
certo(non è un errore casuale ma…però;è preso direttamente da
Manzoni)che,quando il mondo si accorge che uno,sempre,in ogni incontro,è pronto
a calar le…”
E Sesshomaru ripensò con
orrore al triplo senso delle parole del servo(parole prese anch’esse tali e
quali dal libro,primo capitolo rigo 470 circa)e poi disse:”Volete tacere?È
tempo ora di dir codeste baggianate?”
“Basta:ci penserà questa
notte;ma intanto non cominci a farsi del male da sé,a rovinarsi la salute;mangi
un boccone.”
“Ci penserò io.”rispose
brontolando il padrone.”Sicuro;io ci penserò:io ho da pensarci.”E continuò.”Non
voglio prendere niente,niente:ho altra voglia:lo so anch’io che tocca pensarci
a me!”
Così dicendo prese il lume
e,brontolando sempre,si avviò per salire in camera. Giunto sulla soglia,si
voltò indietro verso Jaken,mise il dito sulla bocca,disse,con tono lento e
solenne.”Per amor del cielo!”e disparve.
ANTICIPAZIONI:Nel prossimo
capitolo,scoprirete CHI sono i promessi sposi!!