Libri > Il diario del vampiro
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Autore: iosnio90    13/10/2011    6 recensioni
Premessa: dimenticate la Fell’s Church della Smith dove i vampiri non possono procreare e sostituitela con una Fell’s Church dove per i vampiri è assolutamente normale avere figli con donne umane!
Tenendo presente questo, passiamo alla storia…
La vita scorre come al solito a Fell’s Church: Stefan e Damon sempre in lotta per Elena, Elena indecisa sul da farsi, Matt che comincia ad innamorarsi di Bonnie, Meredith alle prese con il suo rapporto a distanza con Alaric e Bonnie spaventata dai suoi poteri e con una cotta segreta per Damon.
Ma un bel giorno compare dal nulla un demone che tenta inspiegabilmente di ucciderli e che blatera sul voler estirpare il problema alla radice.
La confusione è totale e cresce quando appaiono dal nulla anche due ragazze bellissime e con cui tutti avvertono un istantaneo legame anche se non le hanno mai viste prima.
Chi sono? Cosa vogliono? Nemiche o amiche?
Ecco a voi una nuova storia in cui si mischiano azione, sentimenti e un pizzico di horror per creare delle situazioni totalmente nuove in cui presente e futuro si intersecano per destabilizzare ogni cosa.
Spero che mi seguirete anche in questa nuova avventura Donnie e Stelena!
BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il gatto e il topo

Quel giorno il Caffè sembrava improvvisamente aver ripreso vita dopo anni di coma profondo e il tutto era dovuto all’improvvisa chiusura della tavola calda della città, il posto in cui tutta Fell’s Church si rifugiava all’ora di pranzo per lasciare le vie completamente deserte e ancora meno popolate del solito.
Da quello che Bonnie era riuscita a capire, i proprietari della tavola calda erano stati costretti a serrare le porte del locale a causa della notizia che il college dove studiava la loro impeccabile figlia stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di espellerla.
Bonnie non si faceva nessuno scupolo ad ammettere che, non appena appresa quell’informazione, si era messa spudoratamente a sogghignare.
Per l’amor del cielo, lei trovava che i signori Lewis, i proprietari della tavola calda, fossero davvero due brave persone, ma erano anche piuttosto tonti se davvero continuavano a credere alla storia che la loro perfetta figlia Linda era una studentessa modello con un comportamento impeccabile perché Linda poteva essere di tutto tranne che una studentessa modello con un comportamento impeccabile, appunto.
Bonnie rideva ancora al ricordo di Linda che cercava di fare la bulletta con Meredith per farsi passare le risposte ad uno dei loro tanti test di storia e che veniva praticamente costretta alla fuga da una semplice, ma parecchio ostile, occhiata della sua imperturbabile amica.
Per non parlare dei pettegolezzi su Linda, la squadra di basket e l’allenatore…
Ecco, Bonnie provava un’infinita pena per i poveri signori Lewis, ma era felicissima per i suoi datori di lavoro, i signori Stenson, che stavano facendo avanti e indietro per il locale da tutto il giorno ma che mantenevano ancora un formidabile sorriso sul volto.
Era così contenta per loro che quasi non le importava della stanchezza che si era andata accumulandosi per tutta la mattinata.
“Oggi è una giornata veramente sensazionale! Speriamo che duri…” - commentò entusiasta la signora Stenson appoggiandosi accanto a lei dietro alla cassa.
Bonnie sorrise: “La maggior parte di quelle persone non aveva mai messo piede qui dentro e non aveva mai assaggiato le sue torte e i piatti del signor Stenson! Sono sempre e solo andati dritti alla tavola calda per pranzo, ma non mi sembra che nessuno di loro se ne sia andato insoddisfatto! Vedrà che torneranno anche quando i Lewis riapriranno! Magari non ci sarà tutta questa ressa, ma i nuovi clienti sono assicurati!” - rispose entusiasta.
La signora Stenson le mise una mano grinzosa su una spalla: “Sei sempre così ottimista, mia cara Bonnie! E’ bello averti con noi!” - disse per poi tornare a servire alcuni clienti.
L’ora di pranzo era passata per cui il caos era finito, ma questo non toglieva che quasi tutti i tavolini fossero ancora occupati anche se Bonnie poteva decisamente rallentare il ritmo e godersi una piccola pausa, finalmente.
Si mise a sistemare il registratore di cassa, contando i soldi e mettendone via la parte maggiore in modo da poterla poi riporre nella cassaforte del Caffè e, nel frettempo, ripensò alla chiacchierata con Nicole di quella stessa mattina.
Il fatto che Damon avesse praticamente sentito tutto la impensieriva non poco perché, se fino a quel momento se n’era stato zitto risparmiandole commenti umilianti, magari adesso che sapeva con certezza che lei quei pensieri non se li teneva solo per se ma ne parlava anche con altri forse non sarebbe stato più così propenso a tenere la bocca chiusa.
Già si immaginava la scena con lui che rideva a crepapelle, Matt che si arrabbiava, Meredith che la guardava in preda al panico, Elena che scuoteva la testa mostrandole tutta la sua compassione e lei che piangeva e scappava via, ancora ferita a causa di quel dannato vampiro.
Non lo avrebbe sopportato, ne era certa.
Anche se forse poteva prendersi una piccola rivincita chiedendo a Nicole di pestarlo per lei.
Insomma…la ragazza le aveva dato decisamente l’impressione di conoscerla bene e di esserle affezionata ed era possibile che se le chiedeva un favore allora lei avrebbe detto di si, no? E poi Bonnie se la ricordava ancora troppo bene l’espressione soddisfatta di Nicole dopo aver preso a schiaffi Damon…
Scosse la testa e cercò di tornare a concentrarsi sulla cassa aperta di fronte a lei.
La doveva smettere di farsi tutte quelle paranoie e la doveva smettere di pensare a qualcuno che tanto non sapeva neppure che lei esisteva! Cioè…magari Damon lo sapeva che c’era anche lei, ma di sicuro non l’avrebbe mai vista come nient’altro se non un’inutile ragazzina che non sa usare i suoi poteri di strega e che è un peso enorme per tutti, esattamente come l’aveva definita lui stesso durante lo scontro con Astaroth.
Bonnie sospirò pesantemente, pensando stupidamente al fatto che aveva chiesto un consiglio a Nicole per poi non seguirlo.
Ma doveva rassegnarsi e lo sapeva.
Stare lì ad aspettarlo non l’avrebbe portata a nulla e avrebbe solo sprecato gli anni migliori della sua vita se si considerava il fatto che Damon era un vampiro, quindi non invecchiava e per lui il tempo era un qualcosa di decisamente relativo, mentre per lei le cose erano messe in maniera diversa! E di certo non aveva alcuna intenzione di diventare un’anziana zitella sola in una casa piena di gatti che ancora aspettava quel vampiro che non l’aveva mai voluta!
Una nuova consapevolezza le illuminò gli occhi e una strana sensazione di fermezza e lucidità le schiarirono la mente mentre cominciava ad ascoltare quella vocina interiore che le diceva che era lei la cosa più importante e che doveva pensare anche al suo bene e non solo a quello degli altri.
“Hai preso una decisione!”.
Quell’affermazione la riportò nel mondo reale e fu così schietta e detta con un tale tempismo che Bonnie, una volta alzati gli occhi sullo sconosciuto che le siedeva di fronte dall’altro lato del bancone, aveva avuto l’incredibile tentazione di raccontargli a quali conclusioni illuminanti era appena giunta. Ma riuscì a frenare in tempo la lingua e si limitò a sorridere.
“Come hai detto, scusa?” - domandò innocentemente.
“Ho dei che hai appena preso una decisione! Te lo leggo negli occhi! Prima eri tutta triste e abbattuta e all’improvviso ti sei illuminata dalla cima della testa alle dita dei piedi! Deve essere un’importante decisione quella che hai preso…” - spiegò lo sconosciuto con tutta calma.
Bonnie ne restò colpita: era davvero così evidente?
“Beh….si, ho preso una decisione! Complimenti per l’analisi!” - rispose.
“E allora adesso non mi resta che sperare che non sia una di quelle decisioni tipo < Ok accetterò la proposta di matrimonio di tal dei tali >, perché altrimenti andrebbe completamente in fumo l’infallibile piano che ho diabolicamente architettato per farti innamorare di me!” - fece lo sconosciuto.
A Bonnie si mozzo il fiato e le si imporporarono le guance.
Quel ragazzo le aveva praticamente detto che…che cosa? Che la trovava carina? Le stava facendo la corte?
A quel pensiero Bonnie si entì avvampare ancora di più, ma questa volta non solo di imbarazzo, ma anche di insicurezza.
Lei non era mai stata abituata a queste cose.
Non era in grado di…flirtare con un ragazzo!
In quel campo era Elena la maestra indiscussa e neppure Meredith se la cavava male, ma Bonnie…lei era sempre stata un disastro in quelle cose.
“Ho detto qualcosa di sbagliato? Forse sono stato un po’ troppo diretto, eh?”- si preoccupò lo sconosciuto  - “E’ che raramente mi è subito piaciuta una ragazza come mi sei piaciuta tu non appena ho messo piede in questo posto! Io non sono un tipo molto espansivo in quel senso, anzi..sono piuttosto timido, ma…diciamo che stavo seguendo un consiglio che una volta mi diede un mio amico se mai mi fossi trovato in una situazione del genere, cioè < mostrati spavaldo e le ragazze ti cadranno ai piedi >! Ma…evidentemente era una cavolata!”.
Il ragazzo s’innervosì e cominciò a spettinarsi i capelli con una mano in preda all’agitazione mentre arrossiva anche lui.
Quel cambio di atteggiamento, quella rivelazione sul ragazzo, fecero sorridere Bonnie.
Era simpatico e le sembrava davvero gentile: giusto il tipo che faceva al caso suo, no?
Non che dovesse uscirci o chissà cosa, ma stare semplicemente a chiacchierare con un ragazzo senza che ci fosse nulla di strano o soprannaturale di mezzo era una sensazione che le mancava davvero e che non provava da tantissimo tempo ormai.
Bonnie scosse la testa: “Ma no, figurati! Non preoccuparti, ok? E’ che anch’io sono piuttosto timida e allora…mi sono un po’ imbarazzata, tutto qui!” - tentò di rassicurarlo.
La signora Stenson da lontano le fece l’occhiolino e Bonnie le sorrise di rimando riprendendo a chiacchierare con quello sconosciuto tanto attento e galante. Parlarono di tutto e risero come Bonnie non faceva più da tanto tempo.
Si appoggiò con i gomiti al bancone e mentre il ragazzo parlava rimase ad osservare attentamente le sue espressioni e il suo aspetto.
Era un ragazzo normalissimo, ma molto carino.
Alto e con il fisico di un giocatore di pallanuoto, aveva i capelli di un forte castano scuro, corti, ma leggermente ondulati che gli incorniciavano perfettamente il viso dai tratti non troppo decisi e gli ricadevano sulla fronte a sottolineargli gli occhi di un caldo castano chiaro, quasi liquido. Era leggermente abbronzato e vestiva in modo molto casual con jeans, scarpe da tennisi, una maglietta leggera a maniche lunghe con scollo a V e un classico berrettino azzurro da sfegatato tifoso di baseball.
Un ragazzo totalmente normale!
E dopo un po’ diventò così spigliato e divertente che mise Bonnie terribilmente a suo agio. Il che era strano visto che ogni volta che si ritrovava da sola con un bel ragazzo andava in paranoia e le si disconnetteva il cervello.
Invece non ci furono strani silenzi imbarazzati o punti vuoti nella conversazione e così le due ore che mancavano alla fine del suo turno passarono così rapidamente che solo un cenno del signor Stenson le fece ricordare che era ora di andare.
“Io adesso devo andare a casa, il mio turno è finito!” - disse, sinceramente dispiaciuta di dover interrompere così quella chiacchierata così piacevole.
“Beh…se vuoi posso accompagnarti a casa! Cioè…posso fare la strada con te….se ti va, ovviamente!” - propose lui.
“Oh, ma certo! Perché no? Così continui a raccontarmi di quel tuo strano compagno di stanza al college! E’ una storia così divertente sin dall’inizio che voglio proprio sapere cosa è successo alla fine…” - accettò Bonnie con un sorriso mentre raccimolava borsa e documenti vari e salutava tutti con un ampio gesto della mano, avviandosi all’uscita.
Il ragazzo le tenne aperta la porta per farla passare e solo allora Bonnie si rese conto che gli aveva fatto un sacco di domande dimenticandosi di quella fondamentale.
“Una sola cosa: parliamo da due ore e non ti ho ancora chiesto il tuo nome…” - disse.
“Beh…te lo dico se prometti di non metterti a ridere!” - fece il ragazzo.
“Mettermi a ridere? Perché dovrei mettermi a ridere?” - fece Bonnie confusa.
“Vedi…i miei genitori sono sempre stati parecchio eccentrici e anche al momento di darmi un nome non si sono risparmiati!” - spiegò lui.
“Ok! Adesso sono ufficialmente curiosa! Come ti chiami?” - chiese Bonnie sorridendo.
“Lorneth! Ma puoi chiamarmi Neth!” - rispose lui con un’alzata di spalle.
“Perfetto Neth, io sono Bonnie! Molto piacere!” - fece lei porgendogli la mano che lui strinse immediatamente.
“Oh..ti assicuro che il piacere è solo mio, Bonnie!”.

In vita sua non si era mai sentito così irritato e confuso allo stesso tempo.
Insomma…passi l’irritazione, ma la confusione? Cos’era tutto quello scombussolamento che aveva in mente?
L’unica cosa che ormai era certo di poter affermare con sicurezza era che quella situazione era cominciata non appena Nicole era apparsa in scena.
Damon la detestava per questo, ma poi c’era sempre quell’odiosa voce in fondo a quella che si supponeva fosse la sua coscienza, se ancora ne aveva una, che gli diceva che detestare Nicole era sbagliato, sbagliato come nient’altro prima lo era stato.
Ok! Damon poteva pure crederci, ma perché avrebbe dovuto?
E poi tutte quelle chiacchiere…
Quella ragazza non la smetteva di parlare un attimo! E di insinuare….lei adorava insinuare!
Cioè...cos’erano tutte quelle favolette che aveva raccontato a Bonnie? E poi come aveva potuto dire in modo così certo e sicuro che bisognava solo avere pazienza perché tanto alla fine lui avrebbe capito che Elena non era quella giusta, ma lo era la streghetta?
Vaneggiava!
Non che Damon avesse qualcosa contro Bonnie e doveva ammettere che saperla così innamorata di lui lo lusingava parecchio più che con la maggior parte delle ragazze che lo vedevano e pensavano a quanto fosse dannatamente bello, ma lui non avrebbe mai potuto amare Bonnie.
Elena era e sarebbe sempre stata l’unica ad occupare i suoi pensieri e il fatto che stesse seguendo Bonnie era solo per verificare a cosa fosse interessato così tanto il demone tanto da volerla morta, quindi Nicole poteva anche evitare di dire simili stupidaggini insinuando che lui seguisse Bonnie perché voleva difenderla.
Non che Bonnie non meritasse di essere difesa, ma quello non era compito suo! Punto!
Poteva anche essere vero che Bonne gli faceva provare una sorta di tenerezza nei suoi confronti, ma questo non voleva dire assolutamente nulla.
Ancora sotto forma di corvo scese in picchiata attraverso le fronde degli alberi secolari dell’Old Wood e sbarrò la strada a Nicole che si immobilizzò sul posto, sbuffando.
“Che vuoi adesso? Se sei venuto a dirmi che ami Elena e che la amerai per sempre e che per Bonnie provi solo tenerezza allora puoi anche risparmiarti le parole!” - fece Nicole.
Damon riprese forma umana e la guardò incuriosito e furioso al tempo stesso.
“Mi hai letto nella mente?” - le chiese.
“No! Ma ti conosco abbastanza per sapere cosa ti passa per quel ridicolo cervellino da microcefalo che ti ritrovi!” - rispose Nicole come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Tu non mi conosci affatto! E non venirtene fuori con la storia che vieni dal futuro, perché nessuno mi ha mai conosciuto per davvero in passato figurati se permetterò che una cosa simile succeda andando avanti con gli anni!” - esclamò Damon.
“Beh…hai mai sentito dire che la vecchiaia ti manda in pappa il cervello?” - ironizzò Nicole.
Damon ghignò: “Io sono un vampiro! Non cambio!” - disse.
“Nell’aspetto fisico, forse! Ma dopo cinquecento e passa anni i tuoi occhi hanno visto troppe cose perché la tua memoria le ricordi tutte! E’ normale che si faccia confusione, no?” - fece Nicole.
“La mia memoria è infallibile!” - commentò Damon.
“Certo! E tu sei perfetto, giusto? E allora se sei così perfetto com’è che fai la foca ammaestrata che batte le mani con la faccia da ebete ogni volta che Elena schiocca le dita? Avrei capito se si fosse trattato di Bonnie, ma Elena Miss Oca Forever…” - replicò Nicole.
“Non parlare così di lei, tu non sai nulla!” - ringhiò Damon.
“Oh…ti assicuro che so molto di più di quanto vorrei!” - rise Nicole.
Damon inspirò ed espirò a fondo per cercare di riacquistare la sua tipica calma apparente che Nicole aveva la straordinaria abilità di distruggere in meno di due secondi da quando apriva bocca.
“Allora…sentiamo un po’: se sei così innamorato di Elena e ne avete passate così tante, com’è che ti preoccupi tanto per Bonnie e addirittura la spii? Qualcuno potrebbe scambiarti per un maniaco se venisse a saperlo!” - continuò Nicole.
“Oppure per un povero idiota che non sa ancora neppure prendere una decisione importante per se stesso nonostante affermi di essere così magnifico sotto ogni punto di vista!” - aggiunse una voce alle spalle di Damon.
Nicole spalancò gli occhi e gli si avvicinò per poi prendergli un braccio e strattonarlo all’indietro per fargli scudo con il suo corpo.
Damon quella voce l’aveva riconosciuta subito perché era la voce dell’essere che, per la prima volta dopo tanto tempo, era davvero riuscito a fargli provare la terribile sensazione di essere insignificante e debole.
E, infatti, Astaroth era lì di fronte a loro due adesso con la sua postura altezzosa e il suo completo elegante.
Ma Damon non poteva non sghignazzare alla vista dell’ennesima cravatta ridicola che gli vedeva addosso.
“Ehi! Dì un po’, ma te le fai fabbricare apposta?” - lo schernì indicando la cravatta gialla del demone con raffigurati due ippopotami in tutù che eseguivano una perfetta presa ad angelo davanti al loro piccolo pubblico composto solo ed esclusivamente da gamberetti sorridenti.
“A dire il vero sono il frutto di un’accurata ricerca fatta su scala mondiale!” - rispose Astaroth.
Nicole, invece, gli diede una gomitata nel fianco intimandogli di restarsene zitto.
Damon le rivolse uno sguardo truce di cui lei non si curò per niente.
“Cosa vuoi Astaroth?” - chiese Nicole.
“Io? Quello che voglio sempre: ucciderti!” - rispose il demone.
“Questo lo so! La cosa che non ho capito è perché sei venuto a cercare direttamente me! Perché non ti sei assicurato che io fossi lontana per poi attaccare Damon o Bonnie?” - chiese sospettosa Nicole.
Ma Astaroth non rispose.
Si limitò a ghignare e a lanciare una sfera di fuoco verso Damon che Nicole riuscì facilmente a sviare creandogli uno scudo protettivo intorno proprio nel momento in cui la sfera stava per colpirlo.
Nicole lo afferrò per un braccio e lo tirò a se.
“Ascoltami bene! Qui non è sicuro! Quindi per una volta fa come ti dico e vattene lontano mentre io lo tengo occupato! A quanto pare ieri voleva Bonnie e oggi invece vuole te, probabilmente era te che seguiva, non me. Quindi tu vattene via da qui e…per favore Damon…va Bonnie e resta con lei, proteggetevi a vicenda fino a che non sarò io a dirvi che il pericolo, almeno per il momento, è passato! Ok?” - fece Nicole con urgenza.
Damon restò a fissarla per qualche attimo, sempre più confuso.
In qualsiasi altra situazione Damon avrebbe mandato a quel paese chiunque gli si fosse rivolto così, chiunque lo avesse praticamente cacciato via da uno scontro, ma c’era sempre quelle voce, quella sensazione strana che gli diceva che doveva fidarsi di Nicole e correre da Bonnie.
E gli occhi della ragazza erano così sinceri e di quel castano fuso così familiari che…
“Ma…ma perché? Io non ci sto capendo niente! Perché proprio io e Bonnie? Dimmelo, Nicole!” - pretese mentre Nicole si voltava per difenderlo dall’ennesimo attacco di fuoco di Astaroth.
“Ti sembra questo il momento di parlarne? Non ora, Damon! Non ancora!” - rispose Nicole.
Damon sospirò e la guardò ancora per un attimo prima di annuire e ritrasformarsi in corvo.

“No! Aspetta! Se sai qualcosa allora devi dirmelo, Lilian! Perché hai detto quella cosa su Damon…che significa?” - chiese per l’ennesima volta Elena.
Lilian si era pentita amaramente di aver fatto quell’insinuazione sul fatto che suo zio Damon già all’epoca, seppure non ne era ancora davvero innamorato, provava praticamente già qualcosa per sua zia Bonnie al punto tale da comportarsi anche con lei in modo delicato e gentile.
Aveva dimenticato quanto sua madre potesse essere insistente!
Il fatto era che Lilian poteva anche essere tranquilla e posata, ma quando si trattava di suo padre diventava una bestia con chiunque, anche con sua madre.
Era sempre stata legatissima al padre e ricordava ancora tutta la delusione e l’odio profondo che aveva provato per suo zio e per sua madre quando era venuta fuori quella specie di loro vecchia storia clandestina.
E adesso…insomma, non era riuscita a trattenersi.
“Elena non è niente, davvero! Lascia perdere quello che ho detto e torniamo a bere il nostro thè, eh?” - propose.
“Ma io…” - cominciò Elena, ma le sue parole vennero interrotte quando la porta della stanza si aprì e Stefan entrò.
“Oh…Lilian, giusto?” - le chiese, evidentemente meravigliato dal fatto di averla trovata lì.
Lilian si alzò e gli andò incontro, sorridendo.
“Si, Lilian! Ero solo venuta a tenere compagnia ad Elena e a parlare un po’ visto che Nicole mi ha lasciata sola per andarsene chissà dove!” - spiegò.
“Si, stavamo bevendo del thè!” - confermò Elena andandosi ad aggrappare ad un braccio di Stefan per poi baciargli una guancia.
Ecco! Quella era l’immagine che lei adorava dei suoi genitori.
Erano così perfetti insieme che proprio non riusciva neppure a concepirlo lontanamente che qualcuno potesse destabilizzare l’equilibrio della coppia, soprattutto non suo zio Damon ed in particolar modo non suo zio Damon di quegli anni.
Anche se non lo dava molto a vedere, anche a lei stava sulle scatole tutta quella situazione esattamente come a Nicole.
E a proposito di Nicole…aveva uno strano presentimento!
Non era un ibrido molto potente, ma aveva imparato a capire che il suo istinto sbagliava raramente.
“Allora mi dispiace di avervi disturbate!” - fece Stefan sorridendo ad entrambe.
Nonostante i sorrisi e la cortesia, Lilian riusciva a percepire chiaramente la loro confusione e di certo non poteva biasimarli. Lei e Nicole stavano creando proprio una bella situazione ingarbugliata restando lì, ma quando Astaroth aveva compiuto il Viaggio si erano vagliate attentamente tutte le opzioni e alla fine l’unica vagamente decente era stata quella di seguirlo nonostante si correva il rischio di riscrivere tutta la storia delle loro famiglie.
Era per questo motivo che si era deciso di rivelare solo in caso di estrema emergenza la loro vera identità: per cercare di contenere quanti più danni era possibile.
- Lilian? Lilian, mi senti? Qui ho un SOS in corso, ok? Mi dispiace interrompere te e quella gran spina nel fianco che è tua madre, ma sto combattendo con Astaroth qui nell’Old Wood e un aiuto mi farebbe comodo visto che oggi ha deciso di non darmi tregua neppure un attimo! Ho spedito mio padre da mia madre, quindi dovrebbero essere tranquilli almeno loro, ma io ho bisogno che tu venga ad aiutarmi, capito? Adesso però! -
La voce di Nicole le rimbombò improvvisamente nella mente mettendola in agitazione.
Se Nicole le stava chiedendo aiuto significava che Astaroth aveva davvero deciso di fare sul serio questa volta e tutto poteva succedere tranne che Nicole morisse.
Il suo intuito aveva avuto ragione.
Scosse la testa e si riscosse dai suoi pensieri.
“Devo andare!” - disse, saltando sul davanzale della finestra ancora da riparare.
“Che succede?” - le chiese Stefan preoccupato.
“Nicole sta combattendo contro Astaroth e ha bisogno di me! Mi ha mandato un messaggio telepatico e ha detto di aver già mandato Damon a proteggere Bonnie, quindi fatemi il favore di restare qui voi due, ok? Non avvicinatevi al bosco fino a nuovo ordine!” - rispose Lilian.
“Oh…mmm…si, certo! Ma stà attenta!” - rispose Stefan stringendo a lui Elena, anche lei impaurita.
Lilian annuì e sorrise.
Suo padre….
Non sapeva neppure chi fosse, eppure si preoccupava per lei così come si preoccupava per chiunque altro.
Ecco il motivo per cui lo amava tanto!
“Lo prometto!” - disse, per poi lasciarsi cadere e correre in fretta allo scontro.

Nicole gli doveva una spiegazione.
Una grossa, dettagliata e lunghissima spiegazione.
Ma forse Damon avrebbe fatto bene a pretenderla anche da se stesso una spiegazione.
Insomma…da quando stava a sentire quello che gli dicevano e per di più ubbidiva agli ordini di qualcun altro che non fosse lui stesso?
Eppure lo aveva fatto e stava continuando a farlo.
Aveva lasciato lo scontro, uno scontro che si preannunciava affascinante e carico di Potere e violenza, per correre da Bonnie e proteggerla.
Che poi….cioè, Nicole poteva pure dirgli dove trovarla Bonnie, no?
Era già volato a casa sua, ma di lei non c’era traccia.
Era passato davanti a quello stupidissimo ritrovo per vecchi dove lavorava e non era neppure lì.
Uscendo dal bosco aveva sorvolato il pensionato ed aveva avvertito chiaramente solo la presenza di Stefan, di Elena e quella di Lilian che stava andando via in tutta fretta evidentemente per raggiungere Nicole e Astaroth, ma di Bonnie neanche l’ombra.
Cercò di sforzarsi per percepire la sua aura, ma niente! Era come se qualcosa la stesse nascondendo del tutto il che era molto strano e preoccupante, giusto?
Anche se…Astaroth era impegnato a prendere a calci Nicole, quindi cosa o chi poteva avere quel potere sull’aura di Bonnie?
Aveva già fatto due volte il tour completo della città, quando pensò bene di rifare il giro cominciando dalla casa della streghetta: forse era già tornata.
Ed in effetti lei era tornata lì dopo essere stata chissà dove!
La risata cristallina di Bonnie lo raggiunse prima ancora che atterrasse sul prato verde del giardino alle spalle della casa e la vedesse. Era felice e sorrideva spensierata alle battute piuttosto scadenti di un ragazzone alto e moro che non aveva mai visto prima e che le stava facendo spudoratamente il filo.
Se fosse stato in forma umana si sarebbe accigliato.
Chi diavolo era quel tizio, adesso? E cosa voleva dalla streghetta?
Era lui che stava nascondendo l’aura di lei?
Ma domanda ancora più importante: cos’era quella sensazione di fastidio che Damon stava provando e che partiva dalla base dello stomaco per poi salirgli lentamente in gola a creare un ringhio trattenuto?
Non gli era mai successo prima, nemmeno quando Mutt faceva gli occhi dolci alla streghetta.
Possibile che fosse perché, quando si trattava di Mutt, Bonnie non era mai così coinvolta e….beh…così poco fanciulla ingenua e più donna?
All’ennesima risata di Bonnie, il babbeo sconosciuto le mise una mano su un fianco e le si avvicinò.
Damon decise all’istante che non avrebbe sopportato oltre e dispiegò le ali pronto a spiccare il volo, ma un urlo terrorizzato di Bonnie lo trattenne e lo mise in allarme.
Il babbeo aveva preso a ridere in maniera inconsulta e aveva stretto Bonnie a se con violenza, mentre la sua pelle si trasformava e cominciava ad assumere una vaga tonalità di rosso simile a quella della pelle di Astaroth.
Il corvo nero lasciò presto il posto al vampiro.
Damon scattò in avanti ed afferrò Bonnie per la vita cercando di portarla via da lì, ma il demone fu più veloce e gli sbarrò la strada.
Damon fu costretto a fermarsi e lasciò andare Bonnie che gli si rannicchiò alle spalle con le lacrime agli occhi.
“Io non..non capisco..io…” - balbettò Bonnie.
Damon portò una mano all’indietro per accarezzarle un braccio in uno strano gesto di conforto.
“Non ti preoccupare, streghetta!” - disse continuando a mantenere gli occhi gelidi fissi sul demone che battè le mani una volta e li guardò scimmiottando uno sguardo sognate.
“Oh, ma che carini! Incredibile! Dovevo occuparmi solo di lei, ma visto che siete qui mi occuperò di entrambi e il mio signore sarà ancora più contento di me!” - disse.
“Il tuo signore? Intendi dire quel gran cretino di Astaroth? Che c’è, adesso manda gli scemi a fare il lavoro sporco? E poi si può sapere chi diamine sei tu?” - ringhiò Damon.
A quanto pareva Nicole ci aveva visto lungo, ma forse nemmeno lei sapeva che Astaroth aveva inviato quell’altro demone da Bonnie. E se quel nuovo demone era forte solo la metà di Astaroth….Damon doveva ammettere almeno a se stesso che non ce l’avrebbe mai fatta da solo.
Nicole doveva essere avvertita!
Sembrava che la sua condizione di ibrido tra vampiro e chissà cos’altro la rendesse nettamente più forte di qualsiasi vampiro e addirittura alla pari di un demone del calibro di Astaroth, quindi doveva avvertire lei.
“Non osare rivolgerti a me in questo modo, né tantomeno al mio signore Astaroth definendolo con quelle parole rozze ed abominevoli!” - si indignò il demone - “E…beh…per quanto riguarda il mio nome...è Lorneth e ovviamente sono un demone sottosposto al più grande Figlio del Fuoco mai esistito e ne vado fiero!” - continuò facendo una giravolta su se stesso - “Comunque…è stato un vero piacere chiacchierare con te, Bonnie! Ora che ti ho conosciuta meglio capisco la scelta di Damon! Mi dispiace che dovrò uccidervi entrambi!” - finì.
La scelta di Damon? Di che scelta stava parlando? E quando l’avrebbero smessa tutti di parlare per enigmi?
“Ok! Vuoi ucciderci? Allora vedi di fare più fatti e lascia perdere le parole che non sono proprio il tuo forte, lasciatelo dire!” - s’infervorò Damon.
Voltò appena la testa in modo da rivolgersi a Bonnie e le disse di tenersi lontana da lui il più possibile mentre cercava di combattere Lorneth e chiamava i rinforzi.
Bonnie annuì appena e si staccò a fatica dalla sua schiena.
“Oh….ma perché vi separate? Volete farmi perdere tempo, eh? No no no…così non si fa!” - cantilenò il demone prima di assumere un espressione seria e lanciarsi su Damon mentre lasciava uscire dal palmo della sua mano una lunga lingua di fango viscoso che strinse Bonnie in vita, immobilizzandola, per poi cominciare a salire lentamente verso la gola della streghetta e farle mancare il fiato.
Damon cercò di liberarsi dall’oppressione delle ginocchia di Lorneth schiacciate sul suo sterno, ma era inutile, esattamente come era successo con Astaroth il giorno prima.
Portò le mani ad afferrare le gambe del demone, ma si sentì improvvisamente pungere da qualcosa e percepì distintamente il Potere che cominciava ad abbandonarlo.
Dalle ginocchia di Lorneth erano spuntate fuori due bocche mostruose che, aperte, facevano sfoggio di due lunghe file di denti lunghi e affilati che gli stavano risucchiando via tutta la sua forza vitale.
La vista di Damon si annebbiò e riusciva a percepire solo in lontananza i gemiti di dolore e paura di Bonnie che veniva soffocata lentamente poco più in là.
Non poteva morire e non poteva lasciare che Bonnie morisse.
Chissà per quale ragione, Nicole aveva messo ben in chiaro che loro due dovevano vivere ad ogni costo.
Non aveva abbastanza Potere per inviare un messaggio telepatico che arrivasse fino all’Old Wood, ma decise di utilizzare le ultime forze che gli erano rimaste per lanciare un’unica ondata di Potere che mettesse in allarme chiunque fosse in grado di percepirla lì a Fell’s Church.
Subito dopo tutto divenne nero e gli occhi gli si chiusero mentre un rantolo strozzato di Bonnie faceva da sottofondo a quella che sembrava essere la morte di entrambi.

Con uno scatto deciso verso destra Nicole schivò l’ennesimo, incessante attacco di Astaroth. Si gettò a terra e rotolò veloce sull’erba prima di lanciare un potente fulmine attraverso il palmo della sua mano.
Riuscì a colpire il demone ad una spalla, ma lui non se ne curò molto né si lamentò, come faceva di solito, per i danni che lei gli aveva causato al vestito.
Era questo che Nicole non riusciva a spiegarsi!
Che Astaroth saltasse fuori dal nulla perché gli era venuta voglia di combattere non era una novità e non si era sorpresa più di tanto, ma non poteva non notare che quel combattimento era diverso, che il demone stesso era diverso.
Di solito Astaroth manteneva la sua estenuante pacatezza anche nello scontro e si divertiva a rivolgerle commenti sulle sue mosse, ma in quel momento non stava facendo nulla di tutto questo.
Sembrava, piuttosto, che facesse di tutto per stancarla, per tenerla occupata, ma perché? A quale scopo se lui aveva letteralmente tutto il tempo del mondo per tentare di ucciderla?
Non aveva senso!
Mentre evitava le sfere di fuoco lanciatele da Astaroth a ripetizione e senza neppure molta accuratezza nella scelta della forza da imprimere al lancio o della traiettoria, Nicole si stava sforzando per immaginare quale fosse il motivo di quel cambio drastico di comportamento da parte del suo avversario.
Da che avevano cominciato a combattere sembrava solo che stesse correndo avanti e indietro nella piccola radura in cui si trovavano. Astaroth non sembrava nemmeno che avesse intenzione di colpirla per davvero, continuava solo a lanciare sfere di fuoco dopo sfere di fuoco, da destra a sinistra, da sinistra a destra senza darle tregua neppure per respirare.
Aveva il respiro affannato, ma la mente era così concentrata nel tentare di capire Astaroth che inciampò come una principiante e riuscì a sottrarsi all’ennesima lingua di fuoco che cercava di attanagliarle la caviglia solo grazie al fortuito arrivo di Lilian che la afferrò per le braccia e la tirò all’indietro.
Nicole fece forza sostenendosi alla cugina per riuscire ad alzarsi e le due restarono legate attraverso la reciproca stretta sulle braccia mentre Nicole creava una bolla di energia protettiva che faceva da scudo ad entrambe mentre Astaroth continuavava imperterrito a bombardarle di attacchi.
“Niki! Ehi…che sta succedendo?” - le chiese Lilian, incredula anche lei di fronte a quel nuovo lato inaspettato di Astaroth.
Nicole scosse la testa.
“Non ne ho la più pallida idea! Mi sta facendo impazzire! Continua ad attaccarmi senza una logica e senza dire una parola, e mi fa solo andare avanti e indietro come se fossi una povera scema!” - rispose Nicole lanciando un’occhiata al demone.
“Aspetta! Significa che…non fa nessuna battutina, niente commenti o risposte sagaci, niente colpi ad effetto solo per toglierti di mezzo?” - le chiese Lilian.
“Esatto! Niente di niente! Sembra che voglia farmi solo perdere tempo, ma non capisco perché!” - rispose Nicole.
“Beh…forse vuole provare a stancarti a tal punto che alla fine gli verrà più facile ucciderti!” - ipotizzò Lilian.
Nicole ci ragionò su un attimo e scosse la testa.
“No, non è da Astaroth! Non l’ha mai fatto! E poi devi ammettere che non è un piano originale ed è anche piuttosto da codardo!” - rispose Nicole.
“Si, perché andare indietro nel tempo e uccidere i tuoi genitori prima che fossero abbastanza forti da contrastarlo per impedire che tu possa venire al mondo non è da codardo!” - fece Lilian.
“Si è da codardo, ma almeno è originale! Questo devi concederglielo!” - scherzò Nicole.
Lilian sorrise e alzò le mani in segno di resa.
Nicole tornò a guardarsi intorno mentre sentiva la barriera che le faceva da scudo che perdeva lentamente di spessore.
Doveva tornare alla lotta al più presto.
“Lily io devo…” - cominciò a dire, ma un’ improvvisa ed inaspettata ondata di Potere la mise in allarme.
Era suo padre ed era in pericolo.
Nonostante il Damon di quel tempo era un vampiro diverso e molto meno potente di quello che sarebbe diventato e di colui che Nicole conosceva come suo padre, l’impronta che il suo Potere le lasciava addosso quando la travolgeva era sempre la stessa ed era inconfondibile.
Ma….se Astaroth era lì con lei, allora com’era possibile che suo padre fosse in pericolo?
In quell’istante la ragione del cambiamento del demone le si palesò davanti in tutta la sua stupidità e le fece montare dentro una rabbia assurda.
Con il solo aiuto dell’ira infranse la bolla che la proteggeva e respinse Astaroth e tutti i suoi attacchi mandandolo al tappeto.
“Chi hai mandato?” - gli chiese.
Astaroth spalancò lo sguardo.
“L’hai capito!” - disse - “Non avresti dovuto!”.
“E’ stato mio padre a dirmelo!” - rispose Nicole.
“Impossibile! Lui nemmeno ti considera!” - ringhiò Astaroth.
“Allora credo che tu abbia sottovalutato l’impatto che io e Lilian abbiamo avuto sui membri delle nostre future famiglie! Forse Damon non è ancora mio padre, ma lo diventerà e una parte di lui mi ha riconosciuta come sangue del suo sangue persino adesso!” - fece Nicole.
Si scagliò contro Astaroth e gli infranse un’unica, grande sfera di luce in pieno petto lasciandolo senza fiato.
“Smettila di inventare piani assurdi e arrenditi, Astaroth! Lo dico per il tuo bene perché più passa il tempo e più mi fai infuriare!” - sibilò Nicole per poi andare via seguita a ruota da Lilian.
“Tu corri al pensionato e resta lì! Io salvo i miei e arrivo!” - disse.
Lilian annuì e scomparve.
Li trovò in fretta e la visione di suo padre al limite delle forze e di sua madre che annaspava in cerca d’aria la sconvolse talmente tanto che non si premurò neppure di sapere chi fosse il bastardo che stava facendo loro questo.
Afferrò il demone mandato da Astaroth e gli diede un calcio al centro esatto della schiena per poi tirargli su la testa di scatto e staccargliela da collo.
Il demone morì e si sciolse come neve al sole.
Nicole corse da sua madre e la sostenne mentre lei cercava di riprendere aria. La portò accanto a suo padre e si accertò che anche lui stesse recuperando le forze.
“Su, coraggio Bonnie! E’ tutto passato! Respira!” - fece Nicole prima di sentirsi afferrare violentemente per un braccio e vedersi strappare Bonnie dalle mani da un Damon decisamente fuori di se dalla rabbia.
“Adesso tu ci racconti per filo e per segno quello che sta succedendo, intesi?”.







NOTE:
Ciao a tutti!!!XDXDXD
Ok! Ormai sta diventando un'abitudine scrivere capitoli chilometrici, lo so, quindi.....abbiate pietà di me e per favore avvisatemi se cominciano a diventare stancanti!XDXDXDXD
Allora....*si nasconde per paura che la prendiate a sassate*
Lo so, lo so...vi ho fatto credere chissà che con tutta la storia di Lorneth e invece......è già morto!XDXD
Però...ecco...tenete presente che adesso siamo solo nella parte introduttiva della storia! Cioè...quella veramente centrale e interessante (almeno si spera sia interessante) deve ancora arrivare!
Fondamentalmente questo capitolo è servito a preparare i prossimi due!
Dopo quello che è successo Astaroth prenderà una decisione e deciderà di tornare sui suoi passi facendo però qualcosa di terribile, ma anche Damon pretenderà per davvero la verità ad ogni costo! Finalmente!
E queste due cose avverranno nei prossimi due capitoli!!XDXDXD
In particolare vi spoilero che la verità verrà fuori nel settimo ed in una maniera un pò....violenta!
Sinceramente non so cosa pensare di questo capitolo, ditemi voi! A differenza degli altri mi sembra un pò fiacco soprattutto sulla descrizione degli scontri, anche se mi sono ripromessa di fare di meglio in quelli a venire visto che ce ne saranno ancora parecchi!!!
Grazie a chiunque abbia letto e/o recensito lo scorso capitolo!!!
Ci "vediamo" luendì sul blog per lo spoiler e per il capitolo...
A giovedì...BACIONI...IOSNIO90!!!

   
 
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